giovedì 28 marzo 2013

I conti del Galatasaray 2011/12: squilibrio economico, patrimoniale e finanziario.




Luca Marotta

Prendendo spunto dall’articolo 'Galatasaray ‘teetering on the edge of bankruptcy’ apparso sul sito di Ed Thompson www.financialfairplay.co.uk, in cui si accennava all’esistenza di possibili situazioni di squilibrio sia economico che finanziario nei conti del club Turco, approdato ai quarti di Champions League, è sorta la curiosità di vedere come siano effettivamente messi i conti.
Il bilancio del Galatasaray è facilmente reperibile perché “GALATASARAY SPORTİF SINAİ VE TİCARİ YATIRIMLAR A.Ş.” è una società quotata in borsa. Il cambio utilizzato è quello alla data di chiusura del bilancio, ossia al 31/05/2012, che era il seguente: 1 Lira Turca = € 0,4356 = £ 0,3481.
Gli schemi di un bilancio sono come il pentagramma musicale, su cui si scrivono delle note, solo che nel caso dei bilanci le note sono rappresentate dai numeri e quelli del Galatasaray non compongono un’armoniosa melodia. Infatti, il Patrimonio Netto è negativo e l’esercizio 2011/12 si è chiuso con una perdita di circa € 15,6 milioni.
Nella sostanza si è in presenza di una situazione che necessita di una robustissima ricapitalizzazione, aggravata anche da un Capitale Investito Netto consolidato negativo. Si tenga anche conto che l’indebitamento finanziario netto, negli ultimi tre anni è in costante aumento.
Dal punto di vista del fatturato, la classifica della Deloitte “Football Money League”, colloca il Galatasaray al 30° posto con € 95,1 milioni di fatturato, utilizzando il cambio al 30 giugno 2012.
Lo Stato Patrimoniale.
Lo Stato Patrimoniale mostra una struttura di squilibrio finanziario e patrimoniale. Il Patrimonio netto è negativo per € 109,5 milioni. La sussistenza di tale elemento è contraria all’indicatore n. 2 del Fair Play Finanziario ('negative equity').
Sia nell’attivo che nel passivo è esposta una cifra derivante da un’operazione con parte correlata riguardante lo stadio “Türk Telekom Arena Stadium”. La parte correlata è Galatasaray Spor Kulübü e la cifra esposta sia nelle attività a lungo termine che nelle passività a lungo termine è di TL 442.907.750, pari a € 192,9 milioni e a £ 154,2 milioni. L’operazione dovrebbe essere del tipo “vendi e affitta” (Lease-Back). Inoltre esistono altri debiti verso parti correlate per circa € 16,8 milioni.
Le immobilizzazioni materiali sono trascurabili essendo pari a € 5,3 milioni e le immobilizzazioni immateriali sono pari a € 29,7 milioni.
L’Indebitamento Finanziario Netto.
La posizione finanziaria netta è negativa per € 71,8 milioni. Negli ultimi tre anni l’indebitamento finanziario netto risulta in continuo aumento. Tale indebitamento fa fronte ad un patrimonio netto negativo per € 109,5 milioni e ad un capitale investito netto negativo per € 37,7 milioni.
Al 31 maggio 2012 le passività derivanti da trasferimenti di giocatori sono pari a € 10,9 milioni.
Il Valore della Rosa.
Il Valore contabile della Rosa calciatori è di € 29,6 milioni. Rispetto al 31 maggio 2011, risulta una variazione in aumento di € 11,1 milioni. Tale variazione è dipesa da investimenti per € 26,2 milioni, cessioni per un valore contabile residuo di € 3,6 milioni e ammortamenti per € 11,5 milioni.
Attualmente, secondo il sito "Transfermarkt", la rosa del Galatasaray, comprensiva dei prestiti (Felipe Melo), vale € 142.650.000.
Tra le curiosità Felipe Melo risulta acquisito in prestito dalla Juventus per un costo annuo di € 1,75 milioni, con diritto di esercitare l’opzione per l’acquisto definitivo, entro il 30 aprile 2013, ad un prezzo di € 6,5 milioni.

La Gestione Economica.
I ricavi delle vendite pari a circa 97,9 milioni sono al netto delle plusvalenze e registrano un aumento del 72%. L’incidenza percentuale delle varie tipologie di ricavi è la seguente: i ricavi da cessione diritti di trasmissione incidono per il 33%, le sponsorizzazioni per il 16%, i ricavi da biglietteria per il 13%, le vendite dei negozi nazionali per il 14%, i ricavi pubblicitari per il 9%, i proventi da royalties per il 12% e ricavi da prestiti calciatori per il 3%.
Il costo del personale complessivo pari a circa € 69,9 milioni, incide sui ricavi senza plusvalenze per il 71,4%. Considerando le plusvalenza rientrerebbe nei limite del 70% richiesto dal Financial Fair Play.
Le plusvalenze da cessione di immobilizzazioni immateriali ammontano a € 12,7 milioni. Le plusvalenze sono allocate tra gli altri proventi di gestione, che comprendono anche ricavi con parti correlate per € 8,4 milioni. Nell’esercizio precedente tali ricavi erano assenti.
La perdita si verifica nonostante un EBIT positivo, a causa del peso degli oneri finanziari pari a € 19,6 milioni.
Conclusioni.
Il risultato prima delle imposte, pari a € 15,7 milioni, esprime una situazione di squilibrio economico, Ai fini del Fair Play Finanziario, se considerassimo conformi al “fair value” i ricavi con le parti correlate, potrebbe essere tollerata, per l’esercizio 2012/13, anche una perdita di poco inferiore ai 30 milioni di euro. Sarà interessante verificare l’impatto sul rapporto con i ricavi, degli ingaggi di Didier Drogba e di Wesley Snejder.

Aggiornamento. (Update)

Nella semestrale al 30 Novembre 2012, risulta un aumento del capitale sociale da TL 2.788.084 a TL 13,940,422. L’incremento è stato di TL 11,152,338. Inoltre, sempre al 30 Novembre 2012, risulta una riserva da sovrapprezzo azioni per TL 269.330.743.
L’aumento di capitale complessivo è stato di TL 280.483.081.
L’aumento di capitale è stato realizzato mediante la conversione di una tranche del debito verso la parte correlata Galatasaray Spor Kulübü per l’importo di TL 164.833.737, mentre l’importo di TL 115.649.344 è stato versato.
In effetti, nella semestrale al 30/11/12 i debiti a lungo termine verso la parte correlata si riducono da TL 442.907.750 (31/05/2012) a TL 278.074.013. La riduzione è stata pari all’importo convertito in capitale. Invece, al 30/11/2012 nell’attivo rimane il credito verso Galatasaray Spor Kulübü, per TL 442 907 750.
Il patrimonio netto al 30 Novembre 2012 rimane negativo per TL 3.731.395 e la perdita semestrale è stata di TL 32.933.469, pari a circa € 14,2 milioni circa, in attesa di Drogba e Snejder.



domenica 24 marzo 2013

I numeri del Player Trading della Serie A.


Luca Marotta
Nello schema di bilancio dei club inglesi, la gestione economica dei calciatori viene evidenziata separatamente, al fine di valutare se l'attività di “Player Trading”, ossia se l’acquisto e la rivendita di calciatori, che dal punto di vista economico produce plusvalenze e/o minusvalenze, riesca a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori, rappresentati dagli ammortamenti della rosa calciatori.
Per quanto riguarda la peculiarità dei bilanci della Serie A italiana, è opportuno far rientrare nel conteggio i proventi e gli oneri da compartecipazione ex articolo 102 bis NOIF. Il meccanismo della compartecipazione al momento della risoluzione della stessa può genere proventi o oneri di natura finanziaria, a seconda dell’importo della risoluzione.
I limiti dei risultati che saranno oggetto di commento, sono rappresentati dal fatto che i dati non sono omogenei. Infatti, alcune società terminano l’esercizio il 31 dicembre e altre società il 30 giugno. Alcuni bilanci si riferiscono alla stagione sportiva disputata in Serie A e altri alla stagione sportiva disputata in Serie B. Infine, le tre società quotate in borsa applicano i principi contabili internazionali e le altre i principi contabili nazionali.
La Gestione Operativa Netta Trasferimento Calciatori.
La Gestione Operativa Netta derivante dal Trasferimento dei Calciatori è determinata dalla differenza tra i componenti economici positivi e i componenti economici negativi. I componenti economici positivi sono rappresentati da: plusvalenze, ricavi da cessione temporanea, proventi da compartecipazione e altri ricavi da gestione calciatori. I componenti economici negativi comprendono: minusvalenze, oneri da cessione temporanea, altri oneri da gestione calciatori e oneri da compartecipazione.
A livello sistemico, la Serie A ha generato un risultato economico positivo per circa € 374 milioni riguardante gli effetti economici derivanti dai trasferimenti dei calciatori. Le plusvalenze complessive sono state determinanti e risultano pari a € 439,8 milioni, mentre i proventi da compartecipazione complessivi sono stati pari a € 70,8 milioni. Le minusvalenze complessive sono state pari a € 69,2 milioni e gli oneri da acquisizioni temporanee compresi gli altri oneri ammontano complessivamente a € 57,7 milioni. Mentre, i corrispondenti ricavi sono inferiori essendo pari a € 34,2 milioni. Gli oneri da compartecipazione sono nettamente inferiori ai relativi proventi, essendo pari a € 43,4 milioni.
Al primo posto, per quanto riguarda la classifica della Gestione Operativa Netta derivante dal Trasferimento dei Calciatori, troviamo il Genoa con € 71,7 milioni, seguito dall’Udinese con € 52 milioni. Al terzo posto si trova l’Inter con € 40,4 milioni, seguito dal Parma a € 38,6 milioni. Gli unici due club con una gestione operativa netta negativa sono la Fiorentina e il Napoli, rispettivamente con 5,3 milioni e 8,5 milioni. Mentre la Fiorentina nel 2011 è stata penalizzata dalle minusvalenze, il Napoli, ha fatto abbondante ricorso all’acquisizione temporanea di calciatori che ha inciso sul risultato negativo.
Il Genoa oltre a realizzare l’importo maggiore delle plusvalenze (€ 62,2 milioni) ha conseguito anche l’importo maggiore di proventi da compartecipazione con € 17 milioni. Per i proventi da compartecipazione l’Inter si colloca al secondo posto con € 11,4 milioni. Per quanto riguarda le plusvalenze, il Parma si colloca al terzo posto, anche per l’effetto dell’operazione Giovinco. In tema di plusvalenze il Cagliari evidenzi quella di Matri e il Palermo quella di Pastore.

Gli ammortamenti.
Gli ammortamenti rappresentano il costo annuale del cartellino dei calciatori, che in genere viene ripartito per la durata del contratto.
A livello sistemico la Serie A registra un ammontare complessivo di ammortamenti pari a circa 441 milioni.
In linea teorica ai primi posti dovremmo trovare i grandi club, che hanno una rosa di campioni con un valore contabile notevole.
In effetti, in tale classifica , ai primi tre posti ritroviamo: Inter, Juve e Milan. Subito dopo, a ridosso delle prime tre grandi, al quarto posto, per ammontare complessivo di ammortamenti, troviamo il Genoa con 40 milioni.
Agli ultimi posti, invece, risultano presenti squadre penalizzate in parte dall’effetto Serie B, come Pescara, Torino e Atalanta, e squadre come il Catania, che fa largo ricorso a calciatori Argentini e il Cagliari che ha una rosa che ha un assetto stabile, ormai da molti anni.


Il risultato del Player Trading
Il risultato del Player trading vede l’Udinese al primo posto. L’Udinese supera il Genoa, perché gli ammortamenti della rosa calciatori pari a 18 milioni sono nettamente inferiori a quelli del Genoa pari a 40 milioni. Evidentemente il management sportivo dell’Udinese è più bravo, perché compra a prezzi più bassi di quello del Genoa. In tale classifica il Parma si colloca al terzo posto, anche grazie all’effetto dell’operazione Giovinco ed è seguito dal Cagliari. Il Palermo nonostante l’operazione Pastore, risulta penalizzato dalla risoluzione della relativa “querelle” che ha comportato una riduzione dell’effetto positivo della stessa. Ben 11 club presentano un risultato negativo. L’ultimo posto è occupato dalla Juventus, che nel 2011/12 ha conteggiato delle svalutazioni di calciatori venduti successivamente al 30 giugno 2012 o non più rientranti nel progetto tecnico, ma che sono state imputate sul bilancio 2011/12. L’importo era di € 5,4 milioni e riguardava Elia, Krasic e Iaquinta. Il Napoli è terzultimo, perché nel 2011/12 ha realizzato poche plusvalenze e ha sostenute notevoli costi per i prestiti.


Conclusioni.
In conclusione, si può affermare che le squadre italiane specializzate nel "Player Trading" sono: Udinese, Genoa e Parma. Una nota di merito va anche al Cagliari, che ha sfruttato bene l’operazione Matri e al Catania, che si è specializzato nei calciatori Argentini. Il Palermo, invece, non si è giovato pienamente dell’operazione Pastore, a causa della relativa “querelle”.



venerdì 22 marzo 2013

I Costi e i Ricavi della Serie A.


Luca Marotta

Per avere un’idea approssimativa sul quadro di sintesi della situazione economica delle squadre che attualmente militano nella Serie A 2012/13, si è ritenuto opportuno considerare solo pochi dati quali: il valore della produzione, il costo del personale, i costi della produzione, il rapporto tra costo del personale e valore della produzione e l’incidenza del costo del personale sui costi della produzione.
I limiti del quadro di sintesi sono la non omogeneità dei dati. Infatti, alcune società terminano l’esercizio il 31 dicembre e altre società il 30 giugno. Alcuni bilanci si riferiscono alla stagione sportiva disputata in Serie A e altri alla stagione sportiva disputata in Serie B.
Il dato che emerge chiaramente è che i costi della produzione superano il valore della produzione di 318 milioni di euro. In media il costo del personale ha un’incidenza del 59% sul valore della produzione e rappresenta il 51% dei costi. Si è in presenza di un quadro generale che presenta uno squilibrio economico determinato dal fatto che i costi superano i ricavi.

Il Valore della Produzione.
Il Milan è il club italiano col più elevato Valore della Produzione. Torino e Pescara sono penalizzate dal campionato disputato in Serie B, mentre la Sampdoria, avendo una durata dell’esercizio in base all’anno solare, sfrutta la seconda parte della stagione sportiva 2010/11 disputata in serie A. Per l’Atalanta vale il discorso inverso a quello fatto per la Sampdoria. Il Napoli supera la Roma soprattutto per la Champions League, cui si riferisce il bilancio al 30/06/2012. Per quanto riguarda l’Udinese il valore della produzione considera anche le plusvalenze (57,5 milioni), che la stessa società, al contrario delle altre, ha allocato tra i proventi straordinari. A differenza di Milan e Inter, la Juventus nel 2011/12 non ha usufruito dei ricavi da Champions League. Il Genoa, i cui dati si riferiscono all’anno solare 2011, si colloca a ridosso dell’Udinese a causa del gran volume di plusvalenze registrato (62 milioni). E grazie alle plusvalenze (53 milioni) anche il Parma si colloca in una buona posizione. I club che superano i 100 milioni sono 8, mentre i club che superano i 200 milioni sono Milan, Inter e Juve. Sotto la soglia dei 50 milioni si trovano Atalanta, Torino e Pescara sulle quali esercita un’influenza notevole il campionato di Serie B.


Il Costo del Personale.
Per quanto riguarda il costo del personale, mentre i primi tre posti rimangono invariati, la Roma supera il Napoli, collocandosi al quarto posto. Il Torino, nonostante la Serie B, ha superato due club di Serie A: il Chievo ed il Catania. Ragionando per fasce di costo si potrebbe individuare la fascia più bassa fino a 26 milioni. In tale fascia si trovano club come Pescara, Torino, Chievo, Cagliari, Catania e Atalanta Tranne Chievo Cagliari e Catania, il fattore serie B ha svolto un ruolo di contenimento. Un’altra fascia potrebbe individuarsi tra i 34 e i 43 milioni di costo del personale. In tale fascia si ritrovano l’Udinese, il Bologna, la Sampdoria, il Siena, il Palermo e il Parma. Nella seconda fascia per volume di costo del personale, individuabile tra i 52 e i 57 milioni, si trovano Genoa, Fiorentina, Lazio e Napoli. Nella prima fascia tra 100 e 200 milioni si collocano Roma, Juve, Inter e Milan.


I Costi della Produzione.
Anche per quanto riguarda il totale dei costi della produzione i primi tre posti restano invariati e la Roma supera il Napoli in riferimento al quarto posto. Torino e Pescara occupano le ultime posizioni a causa del campionato di Serie B. Tuttavia, il Torino registra solo una piccola differenza col Catania. Le squadre che superano i 100 milioni sono sette: Milan, Inter, Juve, Roma, Napoli, Genoa e Fiorentina. Al di sotto dei 100 milioni, ma con un importo superiore ai 70 milioni di costi della produzione si collocano 7 squadre: Palermo, Udinese , Lazio, Parma, Sampdoria, Bologna e Siena. Tra 53 e 46 milioni si trovano Atalanta, Cagliari, Chiedo e Catania.




Quadro di Sintesi.
Nel rapporto tra costo del personale e valore della produzione, il club più virtuoso è l’Udinese. Il rapporto è molto basso anche grazie alle plusvalenze e al fatto che l’Udinese punta molto su calciatori giovani e semisconosciuti. Anche l’incidenza bassa del costo del personale sui costi della produzione conferma l’ipotesi che all’Udinese il personale non assorbe il valore aggiunto, ma lo produce con la sua valorizzazione.
Anche Cagliari, Catania, Napoli e Chievo hanno un rapporto tra costo del personale e valore della produzione inferiore al 40%. Per quanto riguarda il Napoli il risultato è indipendente dal discorso plusvalenze. Per quanto riguarda il rapporto tra costo del personale e valore della produzione, al di sopra del dato medio, che è del 59%, si collocano 10 club. Per quanto riguarda l’incidenza del costo del personale sui costi della produzione, il dato medio è del 51% e ben 7 club si collocano al di sopra.
In sintesi, la Serie A deve tagliare i costi per riequilibrare la situazione economica. La strada dell'aumento dei ricavi deve fare il conto con il quadro economico generale complessivo che non è dei migliori.






domenica 17 marzo 2013

I conti del West Ham: obiettivo permanenza in Premier League.



Luca Marotta
Il West Ham United durante il 2011/12 ha partecipato alla Championship, conseguendo la promozione in Premier League, grazie alla vittoria nella finale play off a Wembley. Durante l’anno di “Purgatorio”, gli azionisti di maggioranza hanno supportato finanziariamente il club con un esborso di £ 32,2 milioni, per rafforzare la squadra. Infatti, per la stagione 2011/2012, l’obiettivo è stato l’ immediato ritorno in Premier League ed è stato centrato. La perdita consolidata dell’esercizio 2011/12 è rilevante, essendo pari a £ 25,5 milioni, mentre nel 2010/11 era pari a £ 18,6 milioni.
Il Gruppo.
La società “WH Holding Limited” controlla il gruppo cui fa capo “West Ham United Football Club Limited”. Negli ultimi anni, al West Ham United è mancato un assetto proprietario stabile, che è fondamentale per la gestione di un club, sia dal punto di vista sportivo, che da quello economico-finanziario. Dal 2006-07 gli Hammers hanno cambiato proprietà più volte. Si iniziò con l’islandese Bjorgolfur Gudmundsson, tramite le società Olafsfell ehf e Hansa ehf, con gestione iniziale di Eggert Magnusson, che lasciò a dicembre 2007. A giugno 2009, causa crisi islandese, subentrò CB Holdings ehf, un consorzio di banche islandesi, controllato da Straumur Burdaras Investment Bank hf, successivamente commissariata dall’autorità di controllo sulle attività finanziarie. Il 18 gennaio 2010, Sullivan e Gold hanno acquisito il 50% del club, con la sottoscrizione di un aumento di capitale. Ad agosto 2010, Sullivan e Gold hanno raggiunto il 61,2%, mentre CB Holdings ehf è scesa al 35%. Tuttavia, dal punto di vista del gruppo societario, le partecipazioni di Sullivan e Gold sono distinte e separate, quindi a ciascuno dei due è imputabile una quota del 30,6%, pertanto, l’azionista di maggioranza relativa resta CB Holdings ehf, che fa capo alla holding  finanziaria ALMC hf, che ne controlla il 69,4%. ALMC fa parte del pool di cinque banche che ha finanziatola società con un prestito.
“WH Holding Limited” controlla al 100% sei società.
La continuità aziendale.
Per garantire la continuità aziendale, gli amministratori si sono impegnati, innanzitutto, sul fronte delle fonti di finanziamento esterne, ossia ottenere credito dalle banche, ed in seconda battuta hanno ottenuto l’impegno del supporto finanziario della proprietà. Nonostante le difficili condizioni economiche del mercato del credito, nel giugno 2011, gli amministratori hanno ottenuto il rinnovo e l'estensione di una linea di credito sotto forma di “revolving credit facility”, per £ 30 milioni di sterline fino al dicembre 2013.
Dopo la chiusura dell’esercizio gli amministratori hanno ottenuto ulteriori finanziamenti a breve termine “short term loan” per £ 12,8 milioni. Gli amministratori ritengono che le previsioni per il futuro si basano su delle ipotesi sufficientemente solide (in particolare riguardo ai diritti TV) per giustificare la fiducia nello stato della continuità aziendale della società e nel caso in cui fosse necessario, i proprietari si sono impegnati a fornire il sostegno finanziario che gli amministratori riterranno necessario.
Il Patrimonio Netto.
Riclassificazione dello Stato Patrimoniale al 31/05/2012
Impieghi
£/1000
Fonti
£/1000
%
Attività non correnti
           99.264
Passivo non corrente
           82.501
64%
Attività correnti
           11.034
Patrimonio Netto Negativo
           18.153
Passivo corrente
           45.950
36%
Totale Impieghi
         128.451
Totale Fonti
         128.451

Fonte: Bilanci West Ham       Elaborazione: Luca Marotta
Il Patrimonio Netto consolidato è negativo per £ 18,1 milioni. Nel 2010/11 era negativo per £ 3,5 milioni. La variazione di £ 14,6 milioni è dovuta alla perdita consolidata dell’esercizio per £ 25.480.000 e all’incremento delle riserve da rivalutazione per £ 10.820.000.
L’Indebitamento Finanziario Netto è l’unica fonte di finanziamento.
Riclassificazione dello Stato Patrimoniale al 31/05/2012
Impieghi
£/1000
Fonti
£/1000
%
Capitale Investito Netto
             52.556
Net Debt
             70.709
100%
Patrimonio Netto Negativo
             18.153
Totale Impieghi
             70.709
Totale Fonti
             70.709

Fonte: Bilanci West Ham       Elaborazione: Luca Marotta
La Posizione Finanziaria Netta.
Posizione Finanziaria Netta (Net Debt) £/1000
2011/12
2010/11
2009/10
2008/09
Disponibilità Liquide
              1.854
              3.258
            11.273
              2.915
Debiti Finanziari
-           72.563
-           44.872
-           44.782
-           58.387
Totale
-           70.709
-           41.614
-           33.509
-           55.472
Net Det / Fatturato Netto
-153%
-52%
-47%
-73%
Fonte: Bilanci West Ham       Elaborazione: Luca Marotta
La posizione finanziaria netta è negativa per £ 70,7 milioni ed è nettamente superiore al fatturato netto.
I debiti finanziari riguardano: debiti bancari per £ 36,7 milioni (di cui £ 5 milioni a breve termine); debiti verso azionisti per £ 35,2 milioni; altri debiti finanziari per £ 611 mila. Il finanziamento da parte degli azionisti è aumentato, rispetto al 2010/11, di £ 32,2 milioni.
I debiti verso altre squadre di calcio per il trasferimento calciatori ammontano a £ 14,5 milioni. Invece, i crediti verso altre squadre di calcio per il trasferimento calciatori ammontano solo a £ 1,4 milioni.
Il Valore della Rosa.
Valore della Rosa £/1000
2011/12
2010/11
2009/10
Valore iniziale
            14.705
            26.628
            36.080
Investimenti
            18.093
            12.735
            11.677
Cessioni
-             5.100
-           10.113
-             6.574
Ammortamenti
-             9.774
-           14.545
-           14.555
Valore Finale
            17.924
            14.705
            26.628
Fonte: Bilanci West Ham       Elaborazione: Luca Marotta
Il valore contabile netto della rosa calciatori risulta aumentato di £ 3,2 milioni, rispetto all’esercizio precedente, a causa di investimenti per £ 18,1 milioni, cessioni per un valore contabile netto di £ 5,1 milioni e ammortamenti per £ 9,8 milioni.
Dopo la chiusura dell’esercizio, a causa della promozione, sono stati investiti £ 13 milioni, con possibilità di un ulteriore esborso di £ 6,8 milioni in dipendenza dei risultati sportivi.
Attualmente, secondo il sito “Transfermarkt”, la rosa 2012/13 del West Ham United ha un valore di mercato di £ 83 milioni.
La Gestione Economica.
Conto Economico £/1000
2011/12
2010/11
2009/10
2008/09
2007/08
Ricavi da gare
            13.596
            18.808
            16.916
            17.633
            18.337
Ricavi tv
            19.769
            46.265
            38.008
            44.166
            40.790
Ricavi commerciali
            12.800
            15.471
            16.817
            14.292
            22.416
Fatturato Netto
            46.165
            80.544
            71.741
            76.091
            81.543
Salari e stipendi
-           41.645
-           55.704
-           53.647
-           66.749
-           64.687
Ammortamento Calciatori
-             9.774
-           14.545
-           14.555
-           20.000
-           18.836
Altri costi operativi
-           15.903
-           16.895
-           17.059
-           14.235
-           21.343
Oneri straordinari
-             2.763
-             1.566
-             4.389
-           10.531
-           27.313
Altri proventi di gestione
                 734
                 395
                 399
                 772
                 183
Risultato operativo
-           23.186
-             7.771
-           17.510
-           34.652
-           50.453
Risultato cessione di giocatori
                 911
-             8.121
                 606
            22.466
            16.114
Ebit
-           22.275
-           15.892
-           16.904
-           12.186
-           34.339
Gestione Finanziaria
-             3.205
-             2.673
-             3.743
-             3.980
-             3.034
Risultato Pre-Tax
-           25.480
-           18.565
-           20.647
-           16.166
-           37.373
Costo Personale/Fatturato Netto
90,2%
69,2%
74,8%
87,7%
79,3%
Fonte: Bilanci West Ham       Elaborazione: Luca Marotta
Il Fatturato durante la stagione 2011/12 si è praticamente dimezzato a causa della retrocessione in Championship. Nel 2010/11 con il ventesimo posto in Premier League raggiunse la cifra di £ 80,5 milioni. Nel 2011/12, con il terzo posto in Championship e la relativa promozione, ha raggiunto la cifra di £ 46,2 milioni.
I costi operativi complessivi diminuiscono da £ 88,7 milioni a £ 70,1 milioni, di cui £ 2,8 milioni (£ 1,6 milioni nel 2010/11), di carattere straordinario. La diminuzione dei costi è stata inferiore alla diminuzione dei ricavi e lo stato di squilibrio economico si è ampliato.
Il costo del personale ammonta a £ 41,6 milioni e rappresenta il 90,2% del fatturato netto. Nel 2010/11 il costo del personale è risultato pari a £ 55,7 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 69,2%.
L’ammortamento dei calciatori ammonta è diminuito da £ 14,5 milioni a £ 9,8 milioni.
Il punto di pareggio.
La somma delle perdite degli ultimi tre esercizi dal 2009/10 al 2011/12 è di £ 64,7 milioni. Trattasi di un trend che dimostra la necessità di riequilibrare la situazione dal punto di vista economico, nel senso di aumentare i ricavi e ridurre i costi.
Prospettive future.
Il West Ham sta partecipando alla Premier League 2012/13, con l’obiettivo di salvarsi. La salvezza permetterà al West Ham di beneficiare di un aumento significativo di proventi derivanti dalle redistribuzione di diritti TV della Premier League, a decorrere dal 2013/14.
Il nuovo contratto triennale per i diritti TV della Premier League, valido a partire dall'estate 2013, comporta un aumento del 60% rispetto al contratto precedente, con un probabile incremento di £ 15-20 milioni.
Nel dicembre 2012, l'offerta del West Ham, per la gestione del nuovo Stadio Olimpico di Londra, è stata giudicata la migliore dalla commissione preposta.
L’attuale capacità del Boleyn Ground è di 35.016 spettatori, mentre lo stadio Olimpico di Londra avrà una capacità di 60 mila spettatori.