martedì 24 maggio 2016

Bilancio Málaga Club de Fútbol, S.A.D. 2014/15: utile da 3,7 milioni di Euro.



Luca Marotta


La società “Málaga Club de Fútbol, S.A.D.”  ha chiuso l’esercizio 2014/15 con un utile di esercizio di 3,7 milioni di Euro. L’esercizio 2013/14 si era chiuso con una perdita di 8,3 milioni di Euro.

Il ridimensionamento operato nell’esercizio precedente ha certamente contribuito al ripristino dell’equilibrio economico, anche se basato sul Player Trading.

Dal punto di vista sportivo, durante la stagione 2014/15, il Malaga ha conquistato il 9° posto nella Liga di Spagna con 50 punti (11° nel 2013/14) ed è stato eliminato ai quarti della Copa del Rey. Come nell’esercizio precedente, il Malaga non ha partecipato a competizioni europee.
Da ricordare che nella stagione 2012-2013, il Malaga aveva raggiunto una storico piazzamento in Champions League uscendo ai quarti di finale contro il Borussia Dortmund.
Nel 2015/16 il Malaga si è piazzato all’ottavo posto nella Liga con 48 punti.
La società Malaga Club de Fútbol S.A.D. è stata costituita, nella sua attuale forma giuridica, il 29 giugno 1994.

La continuità aziendale.

Gli Amministratori hanno scritto che la Società ha redatto il bilancio secondo il principio della continuità aziendale, senza che vi sia alcun rischio significativo che possa comportare cambiamenti significativi nel valore delle attività o passività nel corso dell'anno successivo.

I Revisori dei conti hanno rilevato che la società si trova nelle condizioni previste dall’articolo 363.1.e) della legge sulle Società di Capitali che afferma che la società di capitali si scioglie a causa delle perdite che riducono il patrimonio netto o una quantità inferiore alla metà del capitale sociale o una quantità inferiore alla metà del capitale sociale, a meno che lo stesso non sia aumentato o ridotto in misura sufficiente e purché non sia opportuno chiedere la dichiarazione di fallimento. A fronte di tale situazione, gli Amministratori hanno scritto che il 14 luglio 2008, il Tribunale commerciale di Malaga, ha approvato il concordato preventivo di Málaga CF, SAD, in base al quale i debiti dovevano essere pagati al 50%, entro 60 mesi, quindi entro 5 anni, con un pagamento annuale di 1/5 dell'importo pattuito. Allo stesso modo, è stato firmato un accordo transattivo con l'Agenzia delle Entrate, per i crediti privilegiati.
Tuttavia, rimane aperta la sezione sesta del procedimento concorsuale, che è una delle sezioni dello stesso, essendo l’importo concordato superiore a 1/3 e di durata superiore ai tre anni.

I Revisori dei conti hanno richiamato l’attenzione anche sul fatto che alcune operazioni riguardanti i diritti economici associati ad alcuni calciatori, secondo gli Amministratori, sono state effettuate in condizioni normali di mercato.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.



Il valore dell’attivo è aumentato del 16,4%, da € 23,8 milioni a € 27,7 milioni.
Il valore contabile dei diritti pluriennali incide per il 17,4% (27,7% nel 2013/14); invece, il valore delle immobilizzazioni materiali incide per il 17,4% (18,7% nel 2013/14).

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è negativo. Quindi si versa in una situazione di deficit patrimoniale, ossia di assenza di mezzi propri, perché erosi dalle perdite e c’è bisogno di ricapitalizzare la società con un nuovo apporto di mezzi propri. Infatti, anche l’equity ratio è negativo.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 0,57 (0,51 nel 2013/14), ciò vuol dire che il club possiede dei beni il cui valore non è sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,30 (0,27 nel 2013/14), ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.

RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E ATTIVITA’ TOTALI
Il rapporto tra ricavi operativi, e le attività totali, risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanto si fattura? Considerando come ricavi operativi solo il fatturato netto e rapportandolo alla semisomma dell’attivo iniziale e finale, nel caso del Malaga, tale indicatore risulterebbe pari al 156,2% (94,9% nel 2013/14), pertanto, ogni 100 Euro investiti si incassano 156,2 Euro, che è un segnale di una rotazione degli investimenti effettuati, nettamente inferiore al singolo esercizio, di circa 8 mesi.

RAPPORTO TRA REDDITO OPERATIVO E ATTIVITA’ TOTALI
Tale indicatore è la chiave per calibrare il buon funzionamento di un club calcio. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente, i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati.
Considerando come reddito operativo l’EBIT, comprensivo dei ricavi straordinari, si otterrebbe un risultato positivo per € 6,6 milioni. Di fatto, risulterebbe che per ogni 100 Euro investiti si guadagnerebbero 25,8 Euro.

Il Rendiconto Finanziario.

Il Rendiconto finanziario evidenzia che le disponibilità liquide sono diminuite di € 401 mila (€ 905 mila nel 2013/14). Infatti, la gestione corrente ha prodotto un flusso di cassa negativo per € 19.643.208,99 (+€ 2.372.460,69 nel 2013/14); l’attività di investimento ha prodotto un flusso di cassa positivo per € 10.859.054,39 (+€ 7.245.126,44 nel 2013/14), a causa dei disinvestimenti in calciatori e il flusso di cassa generato dall’attività di finanziamento è stato positivo per € 8.383.345,73 (-€ 10.522.632,12 nel 2013/14).

Il Patrimonio Netto.

Il Patrimonio Netto è negativo per € 20,9 milioni. Rispetto all’esercizio precedente è migliorato di € 2 milioni. La variazione positiva è dovuta principalmente all’utile d’esercizio.
I mezzi propri non riescono a finanziare l’attivo.
Ma il dato preoccupante è che le attività sono finanziate soprattutto dalle passività correnti.

L’indebitamento finanziario.



La posizione finanziaria netta è positiva per 21 mila Euro e risulta in diminuzione di € 387 mila. Le disponibilità liquide sono diminuite di € 401 mila assestandosi a € 21 mila. I debiti con le banche sono nulli.
I debiti verso enti sportivi ammontano a € 1.660.834 (€ 4.234.410,63 nel 2013/14). I crediti verso enti sportivi ammontano a € 2.855.750 (€ 1.108.104,50 nel 2013/14).
L’indebitamento finanziario netto ai fini del Fair Play Finanziario risulterebbe inferiore al fatturato netto.

L’indebitamento finanziario netto ai fini del Regolamento del Fair Play Finanziario Spagnolo è negativo per 21,7 milioni di Euro (7.377.000 nel 2013/14), poiché le partite del passivo del bilancio considerate per il calcolo sono pari a € 25.145.000 (€ 11.045.000 nel 2013/14) e le partite dell’attivo sono pari a Euro 3.445.000 (€ 3.668.000 nel 2013/14).

I Debiti.

I debiti a lungo termine ammontano a € 1.545.784,72 e riguardano debiti con enti sportivi per € 187.516; debiti concorsuali per € 543.701,02 e altri debiti per € 814.567,70.
I debiti correnti, esclusi quelli con l’Amministrazione pubblica, ammontano a Euro 43.068.402,86. Nel dettaglio i debiti verso fornitori sono pari a € 7.350.318,56; i debiti verso enti sportivi (fornitori) sono pari a € 881.205; i debiti verso enti sportivi (per trasferimenti) sono pari a € 592.113,42; gli altri debiti a € 6.279.794,36; i Debiti concorsuali a € 281.233,69; le altre passività finanziarie sono pari a € 19.303.980,04; i debiti verso il personale sportivo sono pari a € 6.409.005,74 e i debiti verso il personale non sportivo sono pari a 1.970.752,05.
Il debito per il personale sportivo incide dul costo del medesimo per il 28%.

Il Valore della rosa.

Il valore contabile netto dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori ammonta a € 4.834.817,39, con un costo storico di € 11.736.182,36. Tale valore nel 2013/14 era pari a € 6.477.673,81 e nel 2012/13 a € 14.577.013,34.

In bilancio figurano dei Diritti economici associati a calciatori di proprietà di terze parti come segue:



In bilancio è scritto che esistono delle clausole contrattuali che potranno implicare l’assunzione di passività da  parte del Club. Málaga, C.F, S.A.D., tuttavia non è probabile che si verifichino.

I Ricavi.



Il fatturato netto, senza plusvalenze, nel 2014/15 è pari a € 40,26 milioni e risulta in diminuzione dell’1,7%.
I ricavi per competizioni complessivamente aumentano da € 3.074.683,54 a € 3.447.658,40, con un’incidenza del 8,56% sul fatturato netto. Tali ricavi comprendono i ricavi da gare relativi alla Liga che aumentano da € 2.041.121,39 a € 2.486.178,56; i ricavi relativi alla “Copa de SM el Rey”, che aumentano da € 24.313,22 a € 205.114,96; e i ricavi da altre competizioni che aumentano a € 756.364,88 da  € 122.248,93.
I ricavi da soci e abbonamenti diminuiscono da € 6.837.799,11 a  € 5.421.919,49.
I ricavi TV nazionali variano di poco da € 24.346.632,35 a € 24.045.345,42.
I ricavi commerciali complessivi risultano pari a € 5,34 milioni (€ 4,47 milioni nel 2013/14). I ricavi da merchandising e vendita prodotti ufficiali ammontano a € 2.413.188,99 (€ 2.252.987,33 nel 2013/14). I ricavi da sponsorizzazioni e pubblicitari risultano pari a € 2.9274.71,28.
Gli Altri ricavi di gestione sono pari a circa € 2 milioni (€ 2.230.167,97 nel 2013/14).

Il Player Trading

Il risultato derivante dalla gestione economica dei calciatori è positivo per 16,5 milioni di Euro, mentre nell’esercizio precedente erano negativo per 3,8 milioni di euro.

Le minusvalenze sono state pari a € 892.579,64 (€ 5.163.877,37  nel 2013/14). Le plusvalenze sono state pari a € 17.520.895,09 (€ 1.378.147,80 nel 2013/14).

Gli ammortamenti dei calciatori sono pari a 3,5 milioni di Euro (€ 3,8 milioni nel 2013/14). Pertanto, il risultato derivante dalla gestione economica dei calciatori è positivo ed è riuscito a coprire il costo annuale dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori.

I Costi.

Il costo complessivo del personale è ulteriormente diminuito del 4,4% da € 31,3 milioni a € 29,9 milioni. Il rapporto tra costo del personale totale e fatturato netto senza plusvalenze è al 74,3%.
Il costo del personale sportivo diminuisce del 12,1% da € 26,47 milioni a € 23,26 milioni.
L’incidenza del costo del lavoro allargato, che considera il costo del personale sportivo e gli ammortamenti dei giocatori, sul fatturato netto dal 74% al 66,5%, rientrando nei parametri di una gestione economica più equilibrata.

Gli ammortamenti totali sono diminuiti del 6,5%, da € 4,22 milioni a € 3,95 milioni.
I costi per servizi esterni sono aumentati a € 6.998.917,47 a € 4.005.087,50.
Il costo per l’acquisto di merci e materiale di consumo è risultato pari a € 3.018.926,71 (€ 2.214.851,39 nel 2013/14), di cui € 2.131.462,97 per materiale sportivo.
Gli oneri finanziari riguardano debiti con terzi e sono paria € 2.687.575,68, mentre nell’esercizio precedente erano pari a 1.210.691,33 Euro.

Break-even result.

Il risultato prima delle imposte è positivo per € 4 milioni, nel 2013/14 era negativo per € 8,79 milioni e nel 2012/13 era positivo per € 1,77 milioni.
Di conseguenza l’aggregato del risultato prima delle imposte, per il periodo 2012/13-2014/15, è negativo per € 3 milioni circa.
Il Malaga ha chiuso l’ esercizio 2014/15 con un utile al netto delle imposte per € 3.724.174,02.

Il Fair Play Finanziario Spagnolo.

A differenza del precedente periodo di monitoraggio (2011/12-2013/14), che presentava delle problematiche per il break-even, per il periodo di monitoraggio 2012/13-2014/15, il Malaga risulta conforme a quanto richiesto dal Regolamento di Controllo Economico della LFP .

Punto di equilibrio

Il Punto di Equilibrio richiesto dal Regolamento di Controllo Economico della LFP è sostanzialmente uguale a quello richiesto dall’UEFA. La soglia di tolleranza per le perdite è di 5 milioni di Euro.
Il Malaga rispetta quanto stabilito dall’indicatore, per il periodo 2012/2013 – 2014/2015 perché evidenzia un risultato aggregato positivo per € 895.000. Infatti, per l’esercizio 2014/2015 il Risultato del Punto di equilibrio è positivo per € 7.605.000; per l’esercizio 2013/2014 il Risultato del Punto di equilibrio è negativo per € 8.915.000 e per l’esercizio 2012/2013 il Risultato del Punto di equilibrio è positivo per € 1.695.000

Da evidenziare che nel 2014/15, è venuto meno il forte impatto negativo del Risultato del Punto di equilibrio del 2011/2012 che era negativo per € 79.446.000.

In caso di importo negativo del risultato del Punto di Equilibrio, il Regolamento Spagnolo permette di considerare la somma dei possibili risultati positivi dei due esercizi anteriori al periodo di monitoraggio.

Costi della prima squadra

In base a tale indicatore, il costo del personale della prima squadra, pari a € 20.546.000 (€ 24.262.000 nel 2013/14) non deve superare il 70% dei ricavi rilevanti, pari a € 57.831.000 (€ 42.361.000 nel 2013/14).
Dove per ricavi rilevanti si intendono: il volume d’affari netto, gli altri ricavi, il risultato netto relativo alle le cessioni dei calciatori e i ricavi finanziari. Non si considerano le poste non monetarie. Tale indice risulta conforme al Regolamento, perché è pari al 36% (57% nel 2013/14).
A differenza di quanto stabilito dal Regolamento UEFA, il Regolamento Spagnolo sembra più “elastico”, considerando anche le plusvalenze.

L’indice dell’indebitamento netto

La norma stabilisce che il rapporto tra il totale del Debito Netto e i Ricavi rilevanti non deve essere superiore a 1. Per indebitamento netto si intende i debiti finanziari a lungo termine e i debiti a breve temine diminuiti dei crediti per la cessione di calciatori e delle disponibilità liquide. Tra i debiti finanziari non si considerano gli accantonamenti, i debiti di natura commerciale e i ratei e risconti passivi. Invece, si considerando i debiti per l’acquisto di immobilizzazioni, i debiti per l’acquisto di calciatori e i debiti bancari.
Poiché l’importo dell’indebitamento netto al 30 giugno 2015 è di Euro 21.700.000 (€ 7.377.000 nel 2013/14) e i ricavi rilevanti sono pari a € 57.831.000 (€ 42.361.000 nel 2013/14), risulta che, al 30 giugno 2015, il rapporto tra Indebitamento Netto e Ricavi Rilevanti è del 38% (17% nel 2013/14) e, pertanto, soddisfa il requisito.

Conclusioni.

Dopo il forte ridimensionamento dell’esercizio 2013/14, l’esercizio 2014/15 segna un ritorno all’equilibrio economico, anche se  basato sul risultato della gestione calciatori.


Per il 2015/16 gli Amministratori hanno previsto un volume d’affari netto per € 43.389.000, di cui € 30 milioni per diritti TV; costi per il personale sportivo per € 24.310.000; plusvalenze per 18 milioni di Euro e un risultato positivo per € 10.585.000.

venerdì 20 maggio 2016

Il Bilancio 2014/15 del Sevilla Fútbol Club, S.A.D. e il circolo virtuoso dell’Europa League.



Luca Marotta


Anche il Bilancio 2014/15 della società “Sevilla Fútbol Club, S.A.D.” si è chiuso con un utile di esercizio, pari a 6,5 milioni di Euro.
Il fatturato netto pari a 85,5 milioni di Euro, mostra una crescita del 24% rispetto al 2014 e del 66% rispetto al 2013. Delle quattro componenti che compongono il fatturato: competizioni, abbonamenti, TV e Marketing; quelle che mostrano incrementi importanti sono i ricavi da competizioni, per la partecipazione a competizioni europee; e i ricavi TV a causa dell'ultima negoziazione di questi diritti realizzata individualmente da parte della Società.
Si potrebbe affermare che la società “Sevilla Fútbol Club, S.A.D.” ha instaurato un “nuovo” modello di business vincente grazie all’Europa League. Infatti, prima dei successi europei, tale modello di business era basato essenzialmente solo sul player trading.
Il successo della prima Europa League del recente trittico, ha permesso di incassare anche 2,2 milioni di Euro per la partecipazione alla UEFA Supercup 2014 e di valorizzare alcuni calciatori che hanno permesso di realizzare cospicue plusvalenze. La conquista della seconda Europa League ha permesso anche l’accesso alla fase a gironi dell’UEFA Champions League, potendone percepire i suoi ricavi importanti, oltre a incassare i ricavi per la partecipazione alla UEFA Supercup 2015 e di valorizzare alcuni calciatori, che hanno permesso di realizzare cospicue plusvalenze.

In sintesi, il successo sportivo determina anche il successo economico. Anche se gli Amministratori hanno puntualizzato che l’evoluzione positiva della situazione economica-patrimoniale e finanziaria è allo stesso tempo causa e conseguenza dei risultati sportivi della prima squadra.

L’utile 2014/15 è dovuto principalmente alla seconda vittoria consecutiva della competizione Europa League 2014/15, e all’ottimo risultato relativo alla cessione calciatori.
I dati di bilancio 2014/15 sono conformi a quanto richiesto dal Regolamento di Controllo Economico della Liga Spagnola.
Nel bilancio 2013/14, gli Amministratori avevano scritto che la realizzazione di importanti plusvalenze per le cessioni di calciatori effettuate nell'estate 2014, unitamente all’aumento dei ricavi da abbonamenti e la firma di nuovi contratti di sponsorizzazione, avevano permesso di allestire una squadra ambiziosa, e per l'esercizio 2014/15, avevano previsto il mantenimento dell’equilibrio economico, anche nell’ipotesi di un peggiore risultato nella partecipazione in competizioni europee.

Dal punto di vista sportivo, oltre alla conquista della seconda UEFA EUROPA LEAGUE consecutiva, con l’accesso diretto ai gironi di UEFA Champions League 2015/16; la prima squadra ha concluso la Liga 2014/15 al quinto posto. Nella competizione della Coppa del Re la prima squadra è stata eliminata ai quarti di finale.
La vittoria in UEFA Europa League ha permesso di disputare l'UEFA Supercup a Tbilisi il giorno 11 agosto 2015, contro il Barcellona, vincitore dell'UEFA Champions League 2014/15.

La Continuità Aziendale (going concern).

La società Ernst & Young, S.L. ha certificato il bilancio e non ha mosso alcun rilievo.
La Società ha elaborato i suoi conti annuali sotto il principio della continuità aziendale, poiché secondo gli Amministratori non esistono rischi rilevanti che possano supporre cambiamenti significativi nel valore degli attivi o passivi nell'esercizio seguente.

La struttura dello Stato Patrimoniale.

L’analisi dello Stato Patrimoniale serve per capire se la società sia dotata di una struttura robusta, per svolgere la propria attività.



Il totale dell’attivo, ossia dei mezzi che la società ha a disposizione, ammonta a € 116,9 milioni e risulta diminuito del 16,3%. Si pensi che il Siviglia compete in un campionato in cui affronta avversarie come il Real Madrid che ha un valore dell’attivo superiore al miliardo di Euro.

Il 35,8% dell’attivo del Siviglia è costituito dai diritti di acquisizione dei calciatori.

Le immobilizzazioni materiali, pari a € 8,2 milioni, rappresentano solo il 7% dell’attivo e sono composte dallo stadio per un valore contabile netto di Euro 4.988.000; da impianti e altre immobilizzazioni materiali per un valore contabile netto di Euro 3.248.000.
Il 32,5% circa del capitale investito è capitale proprio, non viene quindi fornito da banche, fornitori di merci, dipendenti ecc. e copre circa un terzo di tutto l’attivo immobilizzato. Per il resto si ricorre a capitale di terzi.

L’INDICE DI FINANZIAMENTO DEL PATRIMONIO CALCIATORI.
L’indice di finanziamento del Patrimonio Calciatori indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali alle prestazioni dei calciatori con i Mezzi Propri. Nel caso in questione è pari a 0,91 (0,72 nel 2013/14). Questo significa che non tutti i calciatori sono stati acquistati con i mezzi propri.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,48 (0,46 nel 2013/14).
Infatti, l’equity ratio è pari a 32,5% e si ricorre prevalentemente al capitale di terzi, nella misura del 67,5%.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,48 (1,46 nel 2013/14), ciò vuol dire che il club possiede dei beni il cui valore è abbondantemente sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,58 (0,39 nel 2013/14), ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.
Il capitale circolante netto è negativo per la cifra di 26,2 milioni di Euro.

Il Valore della Rosa



Al 30.06.2015, il Valore della Rosa dei calciatori risulta pari a 41,9 milioni di Euro. Rispetto all’esercizio precedente risulta un decremento di 1,9 milioni di Euro. Durante l’esercizio 2014/15, sono stati effettuati investimenti per 24,9 milioni di Euro (€ 36,7 milioni nel 2013/14), cessioni per un valore residuo contabile di 8,5 milioni di Euro e ammortamenti per 18,3 milioni di Euro.

Nell’estate 2014/15 sono stati acquistati i seguenti calciatori: Grzegorz Krychowiak (Stade Reims); Timothée Kolodziejczak (OGC Nice); Aleix Vidal (UD Almería); Éver Banega (Valencia CF); Nicolás Pareja (Spartak Mosca); Benoît Trémoulinas (Dinamo Kiev); Daniel Carriço (FC Reading); Mariano Barbosa (UD Las Palmas).
Mentre, sono stati ceduti: Alberto Moreno (FC Liverpool); Ivan Rakitic (FC Barcellona); Federico Fazio (Tottenham Hotspur); Jairo Samperio (1.FSV Mainz 05); Alberto Botía (Olympiacos Pireo); Diego Perotti (Genoa).
La cessione di calciatori dopo la chiusura dell’esercizio ha determinato un risultato netto positivo per 33 milioni di Euro. Tra i calciatori ceduti figurano: Carlos Bacca (AC Milan) e € Aleix Vidal (FC Barcelona).

Il Patrimonio Netto

Il Patrimonio Netto è positivo e ammonta a € 37,9 milioni (€ 21,5 milioni nel 2013/14).
La variazione positiva di € 4,62 milioni è dipesa dall’utile dell’esercizio.
Il Fair Play Finanziario richiede che non vi sia un patrimonio netto negativo in peggioramento.
Nel caso in questione è conforme a quanto stabilito dal Regolamento del Fair Play Finanziario.

La Posizione Finanziaria Netta



La Posizione Finanziaria Netta è positiva per circa 17 milioni di Euro.
Il saldo tra crediti e debiti per la compravendita calciatori è negativo per 508 mila Euro.
La Posizione Finanziaria Netta ai fini del Regolamento del Fair Play Finanziario è positiva per circa 16,5 milioni di Euro.

Debiti con dipendenti, fisco ed altri Enti.

Il Regolamento del Fair Play Finanziario richiede che non esista nessuna problematica di debiti scaduti  (“overdue payable”) verso altri club, il Fisco, Enti Locali e/o i propri Dipendenti.
Dal bilancio 2014/15, di “Sevilla Fútbol Club, S.A.D.” emerge l’esistenza di debiti verso il personale sportivo per un ammontare di 33,3 milioni di Euro (€ 27,7 milioni nel 2013/14), pari al 49,2% del costo del personale stesso. Questo vuol dire che al 30/06./2015 non risultavano pagati circa la metà degli stipendi, pare che sia una prassi dei club della Liga Spagnola.
Nel bilancio 2014/15 di “Sevilla Fútbol Club, S.A.D.” sono evidenziati debiti rateizzati per imposte locali verso il Comune di Siviglia per 2,7 milioni di Euro, garantiti dalla “Ciudad Deportiva José Ramón Cisneros-Palacios”, per un importo totale di 3.055.000 Euro; e un debito rateizzato nei confronti di fornitori di immobilizzazioni per € 6,6 milioni.
I debiti tributari e quelli verso Istituti Previdenziali ammontano a € 2.042.000 (€ 3.371.000  nel 2013/14). Tali debiti riguardano: le imposte differite per € 3.560.000; le imposte correnti per € 39.000; l’IVA per € 144 mila; le ritenute da versare per € 1.637.000; gli Enti Previdenziali e di Sicurezza Sociale per € 222 mila.

Il positivo andamento finanziario ha permesso di estinguere tutto il debito rateizzato con l’Agenzia delle Entrate Spagnola.

La Gestione Economica.

La gestione economica caratteristica appare squilibrata, poiché il risultato operativo è negativo. L’equilibrio economico è raggiunto con l’attività di Player trading, che impone ai club che se ne avvalgono, la cessione dei pezzi pregiati.
Il fatturato netto considerato è dato dal volume d'affari netto, pari a € 85.479.000 e dagli altri ricavi pari a € 3.066.000.
Il risultato netto dei trasferimenti calciatori ha comportato utili pari a 37,3 milioni di Euro (€ 30,4 milioni nel 2013/14).



I Ricavi

Il fatturato netto, comprensivo degli altri ricavi, ammonta a 88,5 milioni di Euro (€ 72 milioni nel 2013/14) e risulta in aumento 13,5 milioni.
I ricavi da competizioni aumentano da € 19,6 milioni a € 26,1 milioni, di cui € 20.702..000 (€ 17.111.000 nel 2013/14) per ricavi da competizioni UEFA. L’importo della distribuzione dei proventi da Europa League pubblicato dall’UEFA ammontava a € 19.144.232 (€ 14.612.120 nel 2013/14), di cui € 9.844.232 per Market Pool. E’ molto probabile che l’importo di 20,7 milioni di Euro comprenda anche gli incassi da botteghino della competizione UEFA.
La vittoria in UEFA Europa League ha permesso di disputare l'UEFA Supercup a Cardiff il 12 agosto 2014, contro il Real Madrid, vincitore dell'UEFA Champions League 2013/14, che ha permesso di incassare € 2.200.000.
La Liga ha permesso di incassare € 2.246.000 e la Copa de SM el Rey € 163 mila.
I ricavi da abbonamenti e quote dei Soci aumentano a € 8.675.000 da € 6.544.000.

I ricavi TV nazionali aumentano da € 32,6 milioni a € 39.071.000. L’aumento di € 6,4 milioni dovrebbe essere imputabile al nuovo contratto.
I ricavi commerciali aumentano del 13,8%, da € 10,2 milioni a € 11,6 milioni. Tuttavia, i ricavi per sponsorizzazioni aumentano del 14,6%, assestandosi a € 10.414.000, mentre, i ricavi per pubblicità aumentano dell’8,1% a € 1.250.000 da € 1.156.000.
Gli altri ricavi sono pari a € 3.066.000 (€ 3 milioni nel 2013/14).

Costo dei dipendenti

Il Costo del Personale complessivo ammonta a 75,1 milioni di Euro (€ 58,8 milioni nel 2013/14) e risulta in aumento di 16,3 milioni di Euro.
Il numero medio dei dipendenti è aumentato da 238 a 255.
L’incidenza sul fatturato netto, comprensivo degli altri ricavi, è dell’87,9%. Il costo del personale sportivo ammonta a 67,7 milioni di Euro (€ 51,9 milioni nel 2013/14) con un’incidenza sul fatturato netto, comprensivo degli altri ricavi, del 76,5%.
Secondo il Regolamento del Fair Play Finanziario, è auspicabile che il rapporto tra costo del personale e fatturato netto non superi il 70%.
In genere, l’incidenza del Costo del Personale indica il grado di rigidità economica della società. Quanto più è basso quanto più mostra la capacità della società di essere in equilibrio economico

L’ammortamento della rosa calciatori è pari a 18,2 milioni di Euro (€13,4 milioni nel 2013/14) con un’incidenza sul fatturato netto del 21,4%.

L’incidenza del costo del Fattore Lavoro (personale+ammortamenti) sul fatturato netto supera il 109,3%. Questo significa che il fatturato netto del Siviglia non è risultato sufficiente a far fronte al costo del fattore lavoro, pertanto è stato necessario ricorrere al Player Trading.

Gli Altri costi.

Le spese per l’acquisto di materiale di consumo e le variazioni di rimanenze aumentano del 12,7% da € 4,16 milioni a € 4,69 milioni.
I servizi esterni aumentano del 21,9%, da 7,7 milioni di Euro a 9,4 milioni di Euro. Una delle cause di questo aumento delle spese per servizi riguarda le spese per i viaggi, dovuti in parte alla partecipazione alle competizioni europee.

Il “Breakeven Result”.

Il Siviglia non presenta problemi per la Regola del Break-Even, poiché il risultato prima delle imposte è positivo per € 7,5 milioni, nel 2013/14 era positivo per € 6,1 milioni e nel 2012/13 era positivo per 2,85 milioni di Euro. Il risultato aggregato dei tre esercizi validi per il terzo periodo di monitoraggio è positivo per € 16,4 milioni.
Inoltre, non si considerano gli altri ammortamenti, le spese per il settore giovanile e altri costi.

Il Fair Play Finanziario Spagnolo.

In base a quanto emerge dai dati del bilancio 2014/15, il Siviglia rispetta anche quanto stabilito dal Regolamento di Controllo Economico della LFP .

a) Punto di equilibrio (art. 20 del Regolamento)

Il Punto di Equilibrio richiesto dal Regolamento di Controllo Economico della LFP è uguale a quello richiesto dall’UEFA. La soglia di tolleranza per le perdite è di 5 milioni di Euro. Il Siviglia, come visto precedentemente, rispetta quanto stabilito dall’indicatore.
Il risultato aggregato per il periodo 2012/13-2014/15 è positivo per € 38.477.000. In particolare, il risultato considerato per il 2014/15 è positivo per € 16.375.000; il risultato considerato per il 2013/14 è positivo per € 12.251.000 e il risultato considerato per il 2012/13 è positivo per € 9.851.000.

b) Costi della prima squadra (art. 22 del Regolamento)

In base a tale indicatore, il costo del personale della prima squadra (€ 66.133.000) non deve superare il 70% dei ricavi rilevanti (€ 126.955.000). Dove per ricavi rilevanti si intendono: il volume d’affari netto (€ 85.479.000), gli altri ricavi (€ 4.192.000) e il risultato netto relativo alle cessioni dei calciatori (€ 37.284.000).

Tale indice risulta conforme al Regolamento perché è pari al 52%.
A differenza di quanto stabilito dal Regolamento UEFA, il Regolamento Spagnolo sembra più “elastico”, considerando anche le plusvalenze.

c) L’indice dell’indebitamento netto (art. 23 del Regolamento)

La norma stabilisce che il rapporto tra il totale del Debito Netto e i Ricavi rilevanti non deve essere superiore a 1.
Per indebitamento netto si intende i debiti finanziari a lungo termine e i debiti a breve temine diminuiti dei crediti per la cessione di calciatori e delle disponibilità liquide.
Tra i debiti finanziari non si considerano gli accantonamenti, i debiti di natura commerciale e i ratei e risconti passivi. Invece, si considerando i debiti per l’acquisto di immobilizzazioni, i debiti per l’acquisto di calciatori e i debiti bancari.
Al 30 giugno 2015, il Siviglia non evidenzia un saldo da indebitamento netto, poiché i crediti e le altre componenti dell’attivo considerate superano i debiti di € 7,6 milioni. Pertanto il Siviglia mostra un risultato conforme a quanto richiesto da Regolamento.
Al 30 giugno 2014, invece, risultava un rapporto tra Indebitamento Netto e Ricavi Rilevanti del 14% e del 12% al 30 giugno 2013, in entrambi i casi entro il limite del 100%.

d) Indice del passivo rettificato

Il regolamento Spagnolo prevede che il Passivo rettificato sia inferiore al volume d’affari netto aumentato del 25%.
Il Passivo rettificato corrisponde alla somma del passivo Non Corrente e Corrente, diminuita degli accantonamenti e dei debiti con scadenza superiore ai 2 anni e delle disponibilità liquide.
Nel 2014/15 il Passivo Rettificato risulta pari a € 52.797.000 e nel 2013/14 era pari a € 50.428.000.
In entrambi i casi risulta inferiore al 125% del volume di affari netto che nel 2014/15 è di € 85.479.000 e che nel 2013/14 era di € 69 milioni.

Il Bilancio Preventivo 2015/2016.

Le società e i club iscritti alla Liga Spagnola devono formulare il bilancio preventivo. Tale obbligo rientra nella fase di controllo economico “a priori” esercitata dalla Liga sui club.
Nel caso del Siviglia, il Consiglio di Amministrazione ha previsto, un bilancio preventivo con un risultato in pareggio. Il volume d’affari netto previsto è di € 91,1 milioni, il risultato netto delle cessioni dei calciatori previsto è di 33 milioni di Euro, il costo del personale sportivo previsto è di 70,6 milioni e gli ammortamenti della rosa calciatori previsti sono pari a 18,2 milioni.

Conclusioni.

Gli Amministratori si sono dichiarati soddisfatti per l'evoluzione della Società, sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista sportivo.
Per l'esercizio 2015/16, è previsto il mantenimento dell’equilibrio economico, grazie anche all’aumento dei ricavi per la partecipazione alla Champions League. Ovviamente la vittoria della terza UEFA Europa League consecutiva fa ritenere che i 91,1 milioni di Euro previsti come ricavi per il 2015/16 siano destinati ad essere superati.


mercoledì 18 maggio 2016

I conti dei club della Ligue 1 del 2014/15.



Luca Marotta


I conti dei club della “Ligue 1” relativi alla stagione sportiva 2014-15, delineano uno scenario che conferma, ancora una volta, il dominio economico, patrimoniale e finanziario del PSG.

Il fatturato netto 2014/15, pari a 1,42 miliardi di Euro, risulta in lieve calo rispetto all’esercizio precedente. Il fatturato netto 2013/14 della “Ligue 1” era pari a circa 1,49 miliardi di Euro; nel 2012/13 era pari a circa 1,29 miliardi di Euro.



Il fatturato sembrerebbe dipendere in modo non eccessivo dai diritti televisivi, anche se occorre evidenziare l’importo notevole della voce “altri ricavi” del Paris Saint-Germain, che corrisponde, da solo, al 14,5% dell’intero fatturato netto della stessa “Ligue 1”.

L’aggregato del risultato prima delle tasse di tutti i club è negativo per € 54,9 milioni.

Il Fatturato Netto.

Il fatturato netto 2014/15 della “Ligue 1” è di 1,4 miliardi di Euro. I primi quattro club per fatturato hanno occupato i primi quattro posti della classifica della stagione sportiva 2014/15.
Il Club col maggior fatturato netto è stato il Paris Saint Germain con € 483,9 milioni, che si è classificato al primo posto in campionato 2014/15. Il secondo fatturato è quello dell’AS Monaco con € 117,4 milioni, che, invece, si è classificato al terzo posto nella “Ligue 1” 2014/15. Il terzo fatturato è quello dell’Olympique Marseille con € 109,7 milioni, che si è classificato al quarto posto nella “Ligue 1” 2014/15. Il quarto fatturato è quello dell’Olympique Lyonnais con € 96,3 milioni, che è giunto al secondo posto nella “Ligue 1” 2014/15.
Da notare che già dal quarto fatturato si scende al di sotto dei 100 milioni di Euro; invece, per la Serie A italiana 2014/15, dal settimo posto. La Premier League 2014/15 vede tutti i club partecipanti con un fatturato superiore ai 100 milioni di Euro.



Gli ultimi tre posti sono occupati dalle tre squadre retrocesse: Evian; FC Metz e RC Lens.



Il fatturato netto del PSG, pari a 483,9 milioni di Euro, rappresenta il 34,1% dell’intero fatturato netto della “Ligue 1”. A distanza segue l’AS Monaco con 117, 4 milioni di Euro, pari all’8,3% dell’intero fatturato della “Ligue 1”. Il terzo club, per fatturato netto, è l’Olympique de Marseille con 109,7 milioni di Euro e un’incidenza del 7,7% sul fatturato netto totale della “Ligue 1”. Al quarto posto si trova l’Olympique Lyonnais con 96,3 milioni di Euro.

I ricavi per diritti televisivi

I Ricavi televisivi totali, della “Ligue 1”, compresi i ricavi da competizioni europee, sono pari a 628,4 milioni di Euro. L’importo è molto più basso della Premier League Inglese, ma anche della Liga Spagnola e della Serie A italiana. Rispetto alla Bundesliga risulta inferiore di circa 103 milioni di Euro.
Anche sul fronte dei ricavi televisivi domina il PSG con circa 107,2 milioni di Euro. Tuttavia, la differenza con gli altri club è meno marcata. Infatti, l’AS Monaco segue con 80,3 milioni di Euro per via della partecipazione alla Champions League 2014/15. L’Olympique Lyonnais si colloca al terzo posto con 45,8 milioni di Euro. L’ Olymipque Marseille è quarto con 44,7 milioni di Euro. All’ultimo posto di trova F.C. Metz con 12,6 milioni di Euro.
Sull’importo complessivo incidono anche le competizioni europee. I primi due posti sono occupati da club che hanno disputato la UEFA Champions League. Rispettivamente PSG ha percepito € 56,157,000 e AS Monaco € 52,395,000. Per i club che hanno partecipato all’Europa League i compensi sono stati nettamente inferiori: LOSC Lille ha percepito € 4,337,614, AS Saint Etienne ha percepito € 4,437,614 e Guingamp ha incassato € 7,727,963.



Gli ultimi tre posti sono occupati dai club retrocessi.

I ricavi da Match Day.

Il totale dei ricavi da Match Day della “Ligue 1” 2014/15 è stato pari a 165,1 milioni di Euro. Il PSG si colloca al primo posto con 42,4 milioni di Euro, pari a circa il 25,7% degli incassi della “Ligue1”.

Complessivamente i ricavi da Match Day incidono per l’ 11,6% sul fatturato netto escluse le plusvalenze.



Da notare che solo i primi 4 club superano i 10 milioni di Euro. Il club col minore importo è il Toulouse FC con 2,2 milioni di Euro.

I ricavi commerciali.

Per i ricavi commerciali da sponsor e pubblicità, in base alla riclassificazione operata dalla DNCG, rispetto al 2013/14 vi è un cambio per il primo posto, che è occupato dal PSG con 129,2 milioni di Euro. Nel 2013/14 al primo posto figurava l’AS Monaco con 140 milioni di Euro e al secondo il PSG con 79 milioni di Euro. L’AS Monaco nel 2014/15 figura al quarto posto con 15,8 milioni di Euro.
I ricavi commerciali da sponsor e pubblicità incidono per il 21,6% sul fatturato netto. Il totale complessivo ammonta a € 306,5 milioni, che è una cifra di poco inferiore ai ricavi commerciali della Serie A italiana 2014/15.
Il PSG catalizza il 42,2% di tutto il fatturato della “Ligue 1” riguardante le sponsorizzazioni e la pubblicità. Ben 15 club, sono al di sotto dei 15 milioni di Euro di fatturato.



Gli Altri ricavi



La differenza più importante, in termini di fatturato, tra il PSG e le altre squadre della “Ligue1” riguarda la voce “Altri Ricavi”. Il Paris Saint Germain espone una voce “Altri Ricavi” pari a 205 milioni di Euro (€270,3 milioni nel 2013/14), che equivale al 64,5% del totale della stessa voce per tutta la “Ligue 1” e al 14,5% dell’intero fatturato netto della stessa “Ligue 1”.
La Deloitte “riclassifica” la voce “Altri Ricavi” come “Ricavi  Commerciali”. Infatti, a differenza di quanto riportata dalla DNCG, secondo la classifica “Football Money League” della Deloitte, i ricavi totali del PSG sono pari a 480,8 milioni di Euro, di cui € 297 milioni peri ricavi commerciali, € 78 milioni per ricavi da Match Day, € 105,8 milioni per ricavi televisivi.
In effetti, nella voce “altri ricavi” del PSG sembrerebbe sia allocato l’accordo con QTA.

Il Player Trading.

I costi per la gestione dei calciatori (“Les Coûts des mutations”) comprendono sia gli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori che le provvigioni spettanti agli agenti sui trasferimenti. Tali costi ammontano complessivamente a € 252 milioni. Il risultato complessivo relativo alle cessioni dei calciatori 2014/15 è pari a € 196 milioni e non riesce a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori. Il risultato complessivo del Player Trading è negativo per € 56 milioni.
Il club col miglior Player Trading è il LOSC Lille con un risultato positivo di € 21,7 milioni. Il club col maggior costo per ammortamenti calciatori è il PSG con € 94,3 milioni. Il club col miglior risultato in tema di cessione calciatori è il Monaco con € 43,1 milioni, anche grazie alla cessione di James Rodriguez al Real Madrid.



Non è un caso, forse che il club col peggior risultato relativo al Player Trading è occupato dal PSG.

Il Costo del Personale.

Il Costo totale del personale dei club della “Ligue 1” 2014/15 è di circa 953,4 milioni di Euro e assorbe circa il 67,2% del Fatturato Netto.
I quattro club col maggior costo del personale hanno occupato i primi quattro posti anche nella stagione sportiva 2014/15.
Il club col maggior costo del personale è risultato il PSG con € 254,9 milioni, seguito dall’Olympique de Marseille con € 96,8 milioni e il Monaco con € 84,2 milioni. Il Costo dell’Olympique Lyonnais si colloca al quarto posto con € 75.1 milioni.



Il club col costo del personale più basso è risultato l’Evian con 17,1 milioni di Euro, che è retrocesso.
Il club con la maggiore incidenza del costo del personale sul fatturato netto è lo Stade Rennais FC con il 94,5%, seguito dall’Olympique de Marseille e dal Bordeaux. Paradossalmente il PSG col l’elevatissimo fatturato ha la penultima incidenza del costo del personale sul fatturato netto col 52,7%. Il club con l’incidenza più bassa è il Nantes col 50,3%.
Sono tredici i club che si pongono sopra la media.

Il Risultato Netto aggregato.

Il Risultato Netto aggregato della “Ligue 1” 2014/15 è negativo per 56,1 milioni di Euro.



Risultano undici club con un dato negativo.
Il club con la maggiore perdita è stato l’Olympique Lyonnais con 21,5 milioni di Euro.
Il rapporto tra risultato netto e fatturato netto è negativo per il 4%, ciò significa che ogni 100 euro di fatturato netto, se ne perdono 4.

La Situazione Patrimoniale.

Il valore totale dell’attivo fornisce indicazioni sul valore totale dei mezzi a disposizione per svolgere l’attività. Nel caso della “Ligue 1” 2014-15 il valore dell’attivo è pari a 2 miliardi di Euro. Nel 2013/14 tale valore era pari a 1,7 miliardi di Euro.

Il PSG domina in tale classifica, perché ha a disposizione il 31,4% dei mezzi di tutta la “Ligue 1”. Ovviamente tali mezzi a disposizione si traducono soprattutto nel valore dei calciatori. Al secondo posto si colloca Olympique Lyonnais con il 23%.

L’attivo è finanziato con mezzi propri per circa il 14,1%.

Il club con l’attivo più basso, e quindi con minori mezzi a disposizione è il Caen con 14 milioni di euro, che si è classificato in campionato al tredicesimo posto.



Il valore della rosa calciatori

Il 22,5% dell’attivo della “Ligue 1” è costituito dal valore contabile netto della rosa dei calciatori.
Il Club col maggior valore contabile netto della rosa dei calciatori è il PSG con 203,3 milioni di Euro seguito dal Monaco con 112,3 milioni di Euro. L’Olympique de Marseille è il terzo club per valore contabile netto della rosa dei calciatori con 33,7 milioni di Euro. Ben 10 club non superano il valore di 5 milioni di Euro.
Il dato 2014-15 risulta in calo rispetto al 2013-14 di circa 142 milioni di Euro, soprattutto per il ridimensionamento dell’AS Monaco, oltre che per gli ammortamenti.

Il Club col maggior Patrimonio Netto è il PSG, con 585,6 milioni di Euro, seguito dall’Olympique Lyommais, con 331 milioni di Euro e AS Monaco con 227,4 milioni di Euro.
Il Club col maggior Equity Ratio è il Montpellier Herault, con il 53,4%, seguito dal Lens con 40,5% e Stade de Reims e Toulouse con 40,1%.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Si è solvibili quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più si è solvibili.
L’insieme dei club della “Ligue 1” 2014/15 evidenzia  un indice di solvibilità totale superiore a 1, essendo pari a 1,16, ciò vuol dire che il valore dei beni a disposizione è sufficiente a pagare i debiti.
Tuttavia ci per tre club il valore è inferiore a 1  e si tratta di Bastia; Olympique de Marseille e OC Nice. L’indice di solvibilità di OC Nice è il più basso essendo pari a 0,82. Non a caso presenta un Patrimonio netto negativo per € 4,5 milioni.

Conclusioni.

Lo “strapotere” economico del PSG è chiaro e manifesto a livello di “Ligue 1” ed è iniziato con l’avvento degli sceicchi. I campionati 2012/13, 2013/14 e 2014/15 sono stati vinti facilmente, perciò appare incomprensibile il mancato successo nel campionato 2011/12, che fu vinto dal Montpellier. Anche la “Ligue 1” 2015/16, è stata vinta facilmente dal PSG.
Invero, la “potenza” economica del PSG, non si limita solo alla “Ligue 1”; infatti, nella classifica “Football Money League” della Deloitte, relativa ai fatturati dei principali club europei, il PSG risulta essere al quarto posto, dietro Real Madrid, Barcellona, e Manchester United, davanti al Bayern Munich.
Forse il lieve calo del fatturato è da mettere in relazione al ridimensionamento di AS Monaco, e al freno posto dal Fair Play finanziario agli “altri ricavi” del PSG; infatti, l’accordo raggiunto con il CFCB ha determinato il valore del contratto tra PSG e l'Autorità del Turismo del Qatar in base ad un “fair value”, per un importo significativamente inferiore a quello attribuito dal club.
Molto probabilmente anche i risultati economici del 2015/16 vedranno il dominio del PSG.


sabato 14 maggio 2016

Bilancio Genoa 2015: perdita da 10,5 milioni e 60 milioni di debiti tributari.



Luca Marotta


Il bilancio 2015 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha evidenziato una perdita di 10,5 milioni di Euro, nonostante che in bilancio figurino plusvalenze per ben 30,9 milioni di Euro. Al 31 dicembre 2015, il Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2447 del Codice Civile”, ossia: riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, con un patrimonio netto negativo e deteriorato. Il totale della voce debiti è aumentata del 9,11%, da € 173.816.319 a € 189.659.139. Molto importante è l’entità dei debiti tributari pari a 60 milioni di Euro.
L’esercizio 2014 si era chiuso con una perdita rilevante di 26 milioni di Euro; mentre l’esercizio 2013 si era chiuso con un sostanziale pareggio, mostrando un utile di € 381.602 e l’esercizio 2012 evidenziava una perdita di € 14.846.953. Occorre ricordare che il pareggio di bilancio conseguito nel 2013 fu frutto di eventi straordinari di gestione, come il conferimento del ramo d’azienda avente ad oggetto le attività commerciali legate allo sfruttamento del “Brand Genoa” nella società “Genoa Image Srl”, controllata al 100%.

Le cause che hanno determinato la perdita rilevante di bilancio sono da ricercarsi negli oneri finanziari per € 4,9 milioni di Euro e negli oneri da compartecipazione ex art. 102 bis NOIF per 9,5 milioni di Euro. Le plusvalenze sono state determinanti per l’equilibrio della gestione operativa calcistica.

Il bilancio 2015, riguarda il secondo semestre della stagione sportiva 2014/15 conclusasi al sesto posto, che comportava il diritto a partecipare all’Europa League, che non è stato esercitato per il mancato ottenimento della Licenza UEFA, e il primo semestre della stagione sportiva 2015/16, conclusasi a metà classifica.

La continuità aziendale.

La Relazione della Società di Revisione “Audirevi Srl” contiene dei richiami di informativa, in merito a quanto riportato dagli Amministratori, nella Relazione sulla Gestione, nella sezione "Continuità aziendale". Nella Relazione, i Revisori hanno “fotografato” la situazione patrimoniale economica e finanziaria del Genoa nel seguente modo: “Il bilancio d'esercizio alla data del 31 dicembre 2015 chiude con una perdita di Euro 10,5 milioni che unitamente a capitale e riserve per Euro 14,6 milioni e perdite portate a nuovo per Euro 12,9 determina un Patrimonio Netto Negativo pari ad Euro 8,8 milioni, portando la società nella fattispecie disciplinata dall'art. 2447 del Codice Civile”, ossia: riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
Nella Relazione sulla Gestione, gli Amministratori hanno evidenziato le ragioni per cui “la società possa disporre di adeguate risorse economiche e patrimoniali per continuare la normale operatività nel prevedibile futuro”. Nello specifico, gli Amministratori hanno evidenziato che con il mercato invernale 2016, sono state realizzate delle plusvalenze per complessivi Euro 15,5 milioni. Pertanto, hanno redatto e approvato una situazione economico-patrimoniale alla data del 29 febbraio 2016, che attesta il pieno ripristino dell'integrità patrimoniale della società e il conseguente superamento anche della fattispecie di cui all'art. 2446 del codice civile. decidendo di redigere il bilancio al 31 dicembre 2015 adottando il presupposto della continuità aziendale.
Gli amministratori hanno elencato tra le plusvalenze realizzate del mercato di gennaio 2016 quella di Perotti ceduto all’AS Roma e quella di Mandragora ceduto alla Juventus.
La Juventus Football Club S.p.A. ha comunicato di aver perfezionato l’acquisto a titolo definitivo di Rolando Mandragora a fronte di un corrispettivo di € 6 milioni, che potrà incrementarsi di ulteriori massimi € 6 milioni al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi.
L’A.S. Roma S.p.A. ha comunicato “di aver sottoscritto con il Genoa Cricket and F.C. S.p.A. il contratto per l’acquisto a titolo temporaneo, fino al 30 giugno 2017, dei diritti alle prestazioni sportive del calciatore Diego Perotti Almeira, a fronte di un corrispettivo fisso di 1 milione di euro. L’accordo prevede inoltre il diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo, a decorrere dalla stagione sportiva 2017/2018, e condizionato al verificarsi di determinate situazioni sportive, per un valore di 9 milioni di euro.”

Nel richiamo di informativa è stato fatto riferimento al fatto che nel bilancio 2015 sono stati contabilizzati proventi da consolidato fiscale per Euro 1,6 milioni e che il pagamento del credito da consolidato fiscale, che alla data del 31 dicembre 2015 ammonta ad Euro 25,8 milioni, è sottoposto a delle condizioni.

La Struttura Patrimoniale.

Il totale dell’Attivo è aumentato del 5% da € 175 milioni a € 183,8 milioni. Il valore della partecipazione in imprese controllate ammonta a € 23.473.000 e riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2015 con una perdita di Euro 2.064.060, con un patrimonio netto di Euro 17.834.865. Il valore della partecipazione in imprese collegate ammonta a € 6.225 e riguarda la partecipazione nella società “Luigi Ferraris S.r.l.”, costituita unitamente a U.C. Sampdoria, con lo scopo di ottenere la gestione dello stadio.
Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante per € 25.802.911 (€ 24.225.298 nel 2014).



L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è addirittura negativo perché è pari a -0,046 (-0,035 nel 2014).
Infatti, anche l’equity ratio è negativo per -4,8%. Il capitale di terzi finanzia tutto l’attivo.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 0,95 (0,96 nel 2014)), ciò vuol dire che il valore dei beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, non è sufficiente a pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 1,35 (0,89 nel 2014), ciò vuol dire che l’attivo a breve è in grado di pagare i debiti a breve.

L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 1,37, superiore alla soglia minima del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,4.
In caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità nella misura minima, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

L’Indicatore di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2015 ammontano a € 189.659.139 ed il Valore della Produzione al 31.12.2015 è pari ad € 100.629.423, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 91.026.347.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 2,08, superiore alla soglia massima del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la Serie A che è di 2. Tale soglia è destinata a ridursi nel 2017/18 a 1,5.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato della FIGC.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso del Genoa il valore è di 0,78, se si considerasse tutto il costo del personale. Tale valore sarebbe entro il limite richiesto dalla FIGC per la Serie A per le stagioni sportive 2015/16-2016/17-2017/18, che è rispettivamente di 0,9; 0,85 e 0,8.

Grado Copertura Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è negativo.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è negativo per 8,8 milioni di Euro risulta deteriorato rispetto a al patrimonio netto del 2014 che era negativo per Euro 6,3 milioni.

La variazione è stata determinata dalla perdita di esercizio di € 10.491.387 e dall’apporto nella riserva versamento in c/futuro aumento di capitale di € 8 milioni.

L’indebitamento finanziario.



I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, aumentano da € 67,7 milioni a € 69,3 milioni e finanziano per il 37,7% (38,7% nel 2014) il totale dell’attivo.
I debiti verso le banche diminuiscono da € 15,1 milioni a € 14,1 milioni. Le banche con cui lavora il Genoa sono Unicredit e Banca Carige. I debiti bancari a medio-lungo termine pari a € 10,3 milioni (€ 13,2 milioni nel 2014) riguardano dei mutui accessi nel 2011 con Banca Carige.
I debiti verso altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 55,1 milioni (€ 52,6 milioni nel 2014) e registrano un incremento di € 2,56 milioni. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Carige, Emilia Romagna Factoring, Banca IFIS.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 69,3 milioni (€ 67,6 milioni nel 2014), considerando le disponibilità liquide pari a circa € 7 mila, risulta in aumento rispetto al 2014 di circa € 1,5 milioni.
L’EBITDA è positivo per € 21.772.430 (€ 5.579.041 nel 2014) e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 3,18 (12,13 nel 2014). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 67,4 milioni (€ 36,5 milioni nel 2014), mentre i debiti verso Enti-settore specifico, pari a € 40,5 milioni (€ 17,5 milioni nel 2014), finanziano il 22% dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo positivo di € 26,9 milioni, che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario si ridurrebbe a € 42,3 milioni, cifra al di sotto del fatturato netto.

I debiti verso l’Erario e gli altri debiti.

I debiti verso l’Erario aumentano da € 47.236.615 a € 60.039.704, di cui € 16.162.870 a breve termine. Tali debiti rappresentano il 32,7% delle fonti di finanziamento dell’attivo.
Il maggior importo riguarda i debiti per IVA, IRAP e 770 di vari anni, rateizzati. L’importo rateizzato è di € 54.616.582; l’importo pagato è di € 15.374.084; l’importo risultante a debito, il 31.12.2015, è di € 39.242.498. Gli importi rateizzati maggiori riguardano l’IVA. Per l’IVA 2014 rateizzata residua un debito di € 12.705.413; per l’IVA 2013 rateizzata residua un debito di € 10.996.643; per l’IVA 2011 rateizzata residua un debito di € 8.172.405.
Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le ritenute Irpef per retribuzioni tesserati ammontano a € 3.877.494 (€ 4 milioni nel 2014), quelle relative ai premi sono pari a € 1.775.050 (€ 1,6 milioni nel 2014). Risultano debiti per IVA 2015 pari a € 13.187.757 (€ 11,5 milioni nel 2014) e debiti per IRAP 2015 pari a  € 1.956.905 (€ 3,6 milioni nel 2014).
Al 31.12.2015 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 157.976.
I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 2.429.579 (€ 2,7 milioni nel 2014), di cui € 1.727.769 riguardano il debito ENPALS rateizzato.
La voce “debiti diversi” diminuisce da € 11,4 milioni a € 9,7 milioni. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.

Il Valore della Rosa.



Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 24.057.834 (€ 46.320.419 nel 2014), diritti sportivi dei calciatori delle giovanili per € 3.303.113 (€ 2.450.057 nel 2014). Il decremento complessivo è stato del 43,9%.
Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore contabile netto della rosa si sia sgonfiato, pur rimanendo sostanzialmente costante il costo del personale.



Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei costi del vivaio, allocata tra le immobilizzazioni immateriali per 8,1 milioni di Euro, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore giovanile.

La Gestione economica.

Il valore della produzione aumenta da € 78,7 milioni a € 100,6 milioni, con un variazione positiva del 27,9%.
I costi della produzione sono pari a € 99,3 milioni (€ 102,8 milioni nel 2014) e sono diminuiti del 3,4%, in controtendenza rispetto all’aumento del valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è positiva per € 1,3 milioni, nel 2014 era negativa per € 24,1 milioni.



I Ricavi.

Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i proventi televisivi, aumentati da € 36,3 milioni a € 39,3 milioni, con un’incidenza del 65,5% sul fatturato netto e del 39,1% sul valore della produzione (46,2% nel 2014).
La rappresentazione grafica seguente mostra chiaramente la “teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei diritti televisivi.



I ricavi da gare sono diminuiti del 15,8%, a € 3,9 milioni da € 4,6 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 3,9% e sul fatturato netto per il 6,5%. Il decremento è dovuto ai ricavi da gare di campionato, che sono diminuiti a € 1.136.647 da € 1.772.603, mentre i ricavi da abbonamenti sono diminuiti di poco, a € 2.756.545 da € 2.822.622.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 2.290.969 (€ 2.946.449 nel 2014) e risultano in diminuzione del 22,2%. Lo Sponsor Ufficiale ha pagato € 760.361 (€ 1.250.000 nel 2014), lo Sponsor Tecnico contribuisce con € 1.382.036 (€ 1.294.228 nel 2014) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 148.573 (€ 402.221 nel 2014).
I proventi pubblicitari risultano in calo del 9,4% e sono pari a € 1.450.000 (€ 1,6 milioni nel 2014) e si riferiscono principalmente alla cartellonistica all’interno dello stadio. I proventi commerciali e da royalties ammontano a € 564.500 (€ 1.153.680 nel 2014) e riguardano ricavi da merchandising e licensing e la cessione alla RAI dei diritti di sfruttamento delle immagini dell’archivio storico per € 550.500.
Notevole è l’importo evidenziato nel valore della produzione che riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio, che ammonta a € 3,23 milioni (€ 3,46 milioni nel 2014).

Il “Player trading”.

Il bilancio del Genoa, ad eccezione dell’esercizio 2014, tradizionalmente evidenzia una dipendenza da player trading notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate a causa della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni e il meccanismo delle compartecipazioni. Nel 2015, le plusvalenze, pari a € 30,9 milioni, sono riuscite a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 15,6 milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 6,5 milioni e gli oneri da compartecipazione sono risultati pari alla cifra di € 9,5 milioni (€ 7,4 milioni nel 2014).



Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 3,6 milioni. Nel 2014 era negativo per € 18,3 milioni. Nella sostanza, nell’esercizio 2015, le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali per € 30,9 milioni (€ 13,2 milioni nel 2014), che rappresentano il 16,8% del valore della produzione.
Le maggiori plusvalenze realizzate hanno riguardo: Andrea Bertolacci, ceduto alla Roma per € 17 milioni, con una plusvalenza di € 15.861.016; Iago Falque ceduto alla Roma per € 7 milioni, con una plusvalenza di € 5.787.300; Matteo Franchetti ceduto all’Hellas Verona per € 3.500.000, con una plusvalenza di pari importo; Antonelli Luca ceduto al Milan per € 4.500.000, con una plusvalenza di € 2.213.333; Pinella ceduto all’Atalanta per € 2 milioni, con una plusvalenza di pari importo; Ragusa Antonino ceduto al Cesena per € 2,5 milioni con una plusvalenza di € 1.050.000.
I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori aumentano da € 853 mila a € 2,2 milioni. L’importo maggiore riguarda Iago Falque (AS Roma), per € 1.000.000. Il prestito di Mandragora al Pescara, nel 2015, ha fruttato 100.000 Euro.
I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a € 2.415.000 (€ 2.047.804  nel 2014) e l’importo maggiore riguarda Costa (Spartak Mosca) per € 700.000, seguito da Ansaldi (Zenit) per € 650.000. Il prestito di Pavoleti dal Sassuolo nell’anno solare 2015 è costato € 500.000.
Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a € 6.481.017 (€ 2.356.043 nel 2014). L’importo maggiore riguarda la cessione di Luka Krajnc al Cagliario, ceduto per € 1.750.000, con una minusvalenza di € 3.250.000. La cessione di Kucka al Milan per € 3.000.000, ha determinato una minusvalenza di € 250.000.
I proventi da compartecipazione ex art 102 bis Noif dell’anno 2015 sono stati pari a € 2.950.000 (€ 2,7 milioni nel 2014), mentre gli oneri da compartecipazione ex art 102 bis Noif risultano pari a € 9,5 milioni (€ 7,4 milioni nel 2014).
La risoluzione della compartecipazione di Luka Krajnc col Cesena ha comportato un provento finanziario di € 2.100.000, quella di Tommasone con l’Inter € 850.000.
Tra gli oneri da compartecipazione spiccano: Andrea Bertolacci (AS Roma) per € 7,5 milioni; Ragusa Antonino (Pescara) per € 775.000. e Ventre (Inter) per € 920.000.
Nel comunicato dell’AS Roma del 23 giugno 2015 era scritto: “L’A.S. Roma S.p.A. rende noto di aver sottoscritto con il Genoa Cricket and F.C. S.p.A. la liquidazione consensuale in favore dell’A.S. Roma, dell’accordo di partecipazione relativo al calciatore Andrea Bertolacci, a fronte di un corrispettivo netto di 8,5 milioni di euro.
In effetti, contabilmente il Genoa ha registrato la vendita di Bertolacci per 17 milioni realizzando una plusvalenza di circa 15,8 milioni di Euro ed un onere da compartecipazione di 7,5 milioni di Euro. Al 31.12.2014, per Andrea Bertolacci risultava un debito da compartecipazione da 1 milione di Euro.

I costi.

I costi del personale pari a € 47.062.450 (€ 47,6 milioni nel 2014), rappresentano il 46,8 % del valore della produzione, ma, se considerassimo il Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 78,3%. L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 47,9%. Il costo del personale tesserato ammonta a € 42.866.069 (€ 43.093.726 nel 2014).
Gli ammortamenti totali sono pari a € 20,3 milioni (€ 29,7 milioni nel 2014). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 15,6 milioni (€ 24,7 milioni nel 2014), di cui Euro 1.014.444 per i calciatori del settore giovanile.
Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 62,3%.
I costi per prestazioni di servizi diminuiscono dell’1,8%, da € 8.900.800 a € 8.744.255. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici pari a € 2.946.286, riguardanti le consulenze tecnico sportive per l’acquisto di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori.

Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato netto, tuttavia dal 2014 vi è una tendenza verso il riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto.



I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.280.559 (€ 2.114.816 nel 2014). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 684.000 (€ 1.402.500 nel 2014), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il settore giovanile risulta pari a € 126.029 (€ 144.484 nel 2014).
La gestione finanziaria, escludendo il meccanismo delle compartecipazioni è negativa per € 4,9 milioni (- € 4,4 milioni nel 2014) a causa degli interessi passivi verso banche per € 2,7 milioni e altri interessi passivi per € 2,16 milioni.
Il risultato prima delle imposte è negativo per 10,1 milioni di Euro, nel 2014 per € 33,2 milioni, mentre nel 2013 era negativo per circa € 14 milioni.
Tali risultati negativi, mettono a rischio il rispetto della soglia di tolleranza di 30 milioni di perdita aggregata, per gli esercizi 2013, 2014 e 2015, prevista dal “Break-even rule” del Fair Play Finanziario, tenuto conto che l’aggregato dei risultati prima delle imposte 2011 e 2012 è negativo.
L’IRAP corrente per € 1.956.905 e i proventi da consolidato fiscale per € 1.577.613, determinano un risultato netto negativo per € 10.491.387.

Conclusioni.

In sintesi, il bilancio 2015 mostra una perdita di 10,5 milioni; un patrimonio netto negativo deteriorato, l’importo dei debiti in crescita, tra cui € 60 milioni di debiti tributari. Questa situazione deve confrontarsi anche con le nuove regole della FIGC che richiedono il rispetto di nuovi indicatori, tra cui quello dell’indebitamento in rapporto al valore della produzione.