venerdì 27 febbraio 2015

Il Player Trading della Serie A 2013/14.



Luca Marotta


Nello schema di bilancio dei club inglesi, la gestione economica legata ai trasferimenti dei calciatori viene evidenziata separatamente, al fine di valutare se l'attività di “Player Trading”, riesca a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori, rappresentati dagli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori stessi. Quindi, come attività di “Player Trading” si può considerare l’attività legata all’acquisto e alla cessione di calciatori, che dal punto di vista economico produce plusvalenze e/o minusvalenze, ricavi e/o costi per prestiti oltre ad altri ricavi e oneri accessori. Pertanto, obiettivo del Player Trading è quello di far fronte al costo degli ammortamenti della rosa calciatori, una specie di “autofinanziamento” dei diritti pluriennali.
Per quanto riguarda la peculiarità dei bilanci della Serie A italiana, è opportuno far rientrare nel conteggio i proventi e gli oneri da compartecipazione ex articolo 102 bis NOIF. Il meccanismo della compartecipazione al momento della risoluzione della stessa può genere proventi oppure oneri di natura finanziaria, a seconda dell’importo della risoluzione. Tale caratteristica dei bilanci della Serie A, verrà meno dalla stagione sportiva 2015/16.
I limiti dei risultati che saranno oggetto di commento, sono rappresentati dal fatto che i dati non sono omogenei. Infatti, alcune società terminano l’esercizio il 31 dicembre e altre società il 30 giugno. Alcuni bilanci si riferiscono da una parte della stagione sportiva disputata in Serie A e altri ad una parte della stagione sportiva disputata in Serie B. Infine, le tre società quotate in borsa applicano i principi contabili internazionali e le altre i principi contabili nazionali.

La “Teledipendenza” del calcio italiano, i ricavi da gare trascurabili, la presenza di ricavi commerciali che al confronto degli altri club europei sono “poca cosa”, determinano l’importanza dell’attività del Player Trading, che tuttavia a livello sistemico, per il 2013/14, ha fallito di poco il suo obiettivo, perché non è riuscita a coprire del tutto i costi annuali dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori.

In sintesi, gli ammortamenti pari a € 425,8 milioni, hanno prevalso di 11,7 milioni sul risultato netto della gestione economica dei diritti dei calciatori, pari a € 414,1 milioni.

I Proventi da gestione diritti calciatori

I componenti economici positivi sono: le plusvalenze, i ricavi da cessione temporanea, gli altri ricavi derivanti dalla gestione economica dei calciatori, i proventi da compartecipazione ex art. 102 bis delle NOIF.


Il totale complessivo di tutta la Serie A, per quanto riguarda la classifica dei Proventi da gestione diritti calciatori derivante dal Trasferimento dei Calciatori, ammonta a € 578,4 milioni. Le plusvalenze totali sono state pari a € 424 milioni. I ricavi da cessioni temporanee calciatori compresi gli altri proventi ammontano complessivamente a € 87,9 milioni. I proventi da compartecipazione ex art. 102 bis delle NOIF sono stati pari a circa € 66 milioni.
Al primo posto, per quanto riguarda la classifica dei Proventi da gestione diritti calciatori derivanti dalle operazioni di trasferimento, troviamo il Napoli con 72,7 milioni, seguito dal Parma con € 66,8 milioni, la Roma con 59,1 milioni e il Genoa con 54,6 milioni, però con un dato riferito all’anno solare 2013. Al quinto posto si trova l’Udinese con € 45,7 milioni. Il sesto posto è occupato dalla Fiorentina con € 41,1 milioni, con il dato dell’anno solare 2013, che beneficia della plusvalenza di Jovetic (Manchester City) per € 22.089.218, seguita da quella di Ljajic (Roma) per € 9.661.080.

Il Napoli, si trova al primo posto perché ha beneficiato della plusvalenza di Cavani, che è stata pari a 64.399.084,00 e rappresentava da sola il 27,2% del valore della produzione 2013/14 del Napoli.
La Roma occupa il terzo posto grazie alle plusvalenze di Aoas Correas (Marquinhos) per € 27.470.000, ceduto al PSG per € 31.451.000; Lamela per € 15.284.000, ceduto al Tottenham per € 27.175.000; Osvaldo per € 5.272.000, ceduto al Southampton per € 15.116.000; Bradley per € 5.003.000, ceduto per € 7.308.000.
Occorre dire che il risultato del Parma beneficia di un calciatore prima venduto e poi riacquistato, infatti, l’importo maggiore delle plusvalenze riguarda Belfodil per € 9.159.375, ceduto all’Inter per € 11,5 milioni e riacquistato per lo stesso prezzo a fine stagione.

Il Parma occupa il primo posto sia per i proventi da compartecipazione ex art. 102 bis NOIF, pari a € 18,6 milioni. Per i proventi da compartecipazione l’Udinese si colloca al secondo posto con € 11,8 milioni e il Genoa al terzo posto con € 9,4 milioni.

La Juventus, rispetto ad altri anni registra un miglioramento nella classifica occupando il settimo posto. Gli ultimi proventi registrati nel 2013/14 hanno riguardato la cessione di Immobile e Zaza e sono stati importanti a fini della classifica.
Sampdoria, Milan, Lazio e Bologna hanno superato la soglia dei 20 milioni di Euro di ricavi derivanti dalla gestione economica dei trasferimenti dei calciatori.

Gli Oneri da gestione diritti calciatori

I componenti economici negativi comprendono: le minusvalenze, gli oneri da cessione temporanea, gli altri oneri da gestione calciatori e gli oneri da compartecipazione ex art. 102 bis NOIF. Nel 2013/14, per la Serie A, tali componenti negativi di reddito ammontano complessivamente a 164,2 milioni di Euro.



Le minusvalenze complessive sono state pari a € 44,6 milioni e gli oneri da acquisizioni temporanee calciatori, compresi gli altri oneri, ammontano complessivamente a € 63,5 milioni. Gli oneri da compartecipazione ex art. 102 bis delle NOIF sono pari a € 56,2 milioni.
Al primo posto, per quanto riguarda la classifica degli Oneri da gestione diritti calciatori derivanti dalle operazioni di trasferimento, si trova la Roma con 28,3 milioni di Euro. Il Genoa occupa il secondo posto con € 27,4 milioni, con dati riguardanti l’anno solare 2013, seguito dal Parma con 26,9 milioni di Euro e dall’Udinese con € 25,6 milioni. Il Napoli è quinto con € 9,5 milioni di Euro.
Non a caso le prime cinque squadre classificate ai primi posti nella classifica dei proventi, risultano prime nella classifica degli oneri, ma il Napoli da primo diventa quinto, ciò sta a significare che ha beneficiato maggiormente dei ricavi rispetto alle altre squadre.

In ogni caso, tale dato sta a significare che esiste una componente di rischio nel Player Trading, legata alla movimentazione dei calciatori, che in alcuni casi non determina i risultati sperati. Oppure in alcuni casi si opera con la “Legge dei Grandi Numeri”.

In tale classifica la Juventus occupa l’undicesimo posto con 3,8 milioni di Euro e la maggior parte riguarda gli Oneri accessori su diritti pluriennali calciatori non capitalizzati, pari a € 2.995.000, di cui 1,5 milioni di Euro per Pogba.
Come nella precedente classifica, il club che ha registrato minori oneri è la Lazio.

Da notare che per quanto riguarda gli oneri da compartecipazione il Parma occupa il primo posto con 16,7 milioni di Euro e l’Udinese il secondo posto con 15,5 milioni di Euro.
La Roma ha speso molto per l’acquisto temporaneo di calciatori e gli altri oneri della gestione. In particolare, gli Altri oneri della gestione calciatori, pari a 14,1 milioni di euro, sono relativi a bonus riconosciuti in relazione ai contratti di cessione di diritti alle prestazioni sportive di calciatori e si compongono, per 5.7 milioni di euro, di bonus a società di calcio ed intermediari sportivi, e, per 8,5 milioni di euro, da commissioni riconosciute ad intermediari sportivi.

La Gestione Operativa Netta Trasferimento Calciatori.

La Gestione Operativa Netta derivante dal Trasferimento dei Calciatori è determinata dalla differenza tra i componenti economici positivi e componenti economici negativi e risulta positiva per € 409,9 milioni.



Al primo posto, per quanto riguarda la classifica della Gestione Operativa Netta derivante dal Trasferimento dei Calciatori, troviamoli Napoli con un risultato positivo di 63,2 milioni di Euro.
Al secondo posto troviamo il Parma con 39,8 milioni di Euro. La Fiorentina occupa il terzo posto con 36,2 milioni di Euro e al quarto posto si piazza la Juventus con 32,6 milioni di Euro che supera la Roma, nonostante le maxi plusvalenze di quest’ultima.
Genoa, Lazio e Sampdoria superano la soglia dei 20 milioni di Euro.
Meno brillante, rispetto agli altri anni è il risultato dell’Udinese, al nono posto, con un risultato positivo di circa € 20,9 milioni, che si colloca avanti al Bologna e al Milan.

Gli ammortamenti.

Gli ammortamenti rappresentano il costo annuale del cartellino dei calciatori, che in genere viene ripartito per la durata del contratto.
A livello sistemico la Serie A registra un ammontare complessivo di ammortamenti pari a circa 443,6 milioni di Euro.
In linea teorica ai primi posti dovremmo trovare i grandi club, che hanno una rosa di campioni con un valore contabile notevole.
In effetti, in tale classifica, ai primi quattro posti ritroviamo: l’Inter con € 66,7 milioni, il Napoli con € 59,3 milioni, la Juve con € 50,8 milioni e il Milan con € 40,7 milioni (anno solare 2013). Subito dopo a ridosso delle prime tre grandi, al quinto posto, per ammontare complessivo di ammortamenti, troviamo il Genoa con 32,8 milioni di Euro.
Occorre dire che il Napoli è penalizzato dall’applicazione delle aliquote di ammortamento decrescenti, ma ha pur sempre una rosa calciatori importanti e che è costata molto, si pensi a Higuain.
Agli ultimi posti, invece, risultano presenti squadre “penalizzate” in parte dall’effetto serie B, come Sassuolo e Livorno.
Hellas Verona occupa il penultimo posto con 3,2 milioni di Euro. Da notare che il Catania, nell’anno in cui ha registrato maggiori ammortamenti rispetto agli altri club è retrocesso.



Il risultato del Player Trading

Il risultato del Player Trading a livello sistemico è negativo per € 29,5 milioni. Tale dato sta a significare che la Serie A non riesce a coprire i costi annuali dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori con il risultato netto della gestione economica dei diritti stessi.



La classifica del Player trading vede il Parma al primo posto con € 17,5 milioni, ovviamente anche grazie alla plusvalenza di Belfodil, successivamente riacquistato. Infatti, tale risultato è fortemente condizionato dalla plusvalenza di 9,1 milioni di Euro derivante dalla cessione di Belfodil all’Inter, successivamente riacquistato allo stesso prezzo di cessione iniziale.

Al terzo posto si colloca la Lazio con € 15,5 milioni di risultato positivo.
Anche sul secondo posto della Lazio si potrebbe obiettare la considerazione che nel prospetto della Rosa dei calciatori, al 30.06.2014, Zarate figura con un valore contabile residuo di € 4.043.318,73 e con zero anni residui di contratto. Evidentemente l’ammortamento di Zarate è stato sospeso.

La Roma con un risultato positivo di € 2,9 milioni è undicesima, ma forse sarebbe piazzata meglio senza gli effetti delle considerazioni fatte in precedenza. 

La Sampdoria è seconda con circa 10 milioni di Euro. Il Napoli è ottavo con 3,8 milioni di Euro, penalizzato dall’impennata degli ammortamenti dovuti agli investimenti effettuati per riutilizzare i proventi di Cavani, e anche all’applicazione delle aliquote di ammortamento decrescenti.
Ben 7 club presentano un risultato negativo, tra cui: Livorno, Torino, Cagliari, Genoa, Juventus, Milan e Inter. La Juventus è diciottesima con un risultato negativo di € 18,2 milioni. Il Milan e penultimo con un risultato negativo di € 21,9 milioni. L’ultimo posto è occupato dall’Inter , con un risultato negativo di 55,1 milioni.
Il 2013/14 non è stato un buon anno per l’Udinese, che occupa il quinto posto. Il non eccellente risultato del player trading, rispetto agli anni precedenti, ha contribuito alla evidenziazione nel bilancio 2013/14, di una perdita per € 12,1 milioni. Negli anni precedenti, il risultato dell’attività di player trading è stato fondamentale per l’evidenziazione dell’ utile.

Conclusioni.

L’attività di player trading esercita i suoi effetti positivi, soprattutto quando le plusvalenze derivano da cessioni “reali” e non derivino da “scambi” alla pari di gruppi di calciatori, perché in quest’ultimo caso si genera solamente volume, senza benefici in termini di flussi finanziari reali. Spesso capita, che una frenetica attività di player trading, ispirata dalla “legge dei grandi numeri”, possa esplicare effetti negativi sul bilancio, soprattutto in caso di andamento sportivo non esaltante, perché, per quei calciatori acquistati nella speranza di realizzare una plusvalenza e che, purtroppo, non si è riusciti a vendere, si corre il rischio dell’aumento del costo degli ammortamenti e del volume degli ingaggi da pagare.

domenica 22 febbraio 2015

La cessione del marchio porta in utile Hellas Verona.



Luca Marotta


Secondo gli Amministratori della società “Hellas Verona Football Club S.p.A.”, l’operazione di cessione del marchio alla società “Hellas Verona Marketing & Communication S.r.l.”, avvenuta “a normali condizioni di mercato”, ha rappresentato un’operazione “di forte impatto economico patrimoniale e finanziario”.
La variante sul tema “cessione marchio”, che ha visto di recente protagoniste il Siena, il Bari e il Parma, è l’ingresso successivo nel capitale della cessionaria da parte della società cedente il marchio, che utilizza il credito sorto dall’operazione per sottoscrivere l’aumento di capitale.

Il bilancio 2013/14 di “Hellas Verona Football Club S.p.A.” ha evidenziato un utile netto di € 5,3 milioni, mentre nell’esercizio precedente si era registrata una perdita netta di € 5,3 milioni.
Appare decisiva la plusvalenza derivante dalla cessione del marchio per 15,9 milioni di Euro.
Inoltre, mentre il bilancio 2013/14 riguarda il campionato di Serie A, il bilancio 2012/13 si riferiva alla stagione sportiva disputata in serie B e culminata con la promozione in serie A, al secondo anno dopo il ritorno in serie B.
La differenza principale tra i due bilanci riguarda i ricavi per i diritti TV.

La Società.

“Hellas Verona Football Club S.p.A.” è controllata dalla società “HV7 S.r.l.”, ma non è soggetta ad attività di direzione e coordinamento da parte dell’unico azionista. La società intrattiene con “HV7 S.r.l.” un contratto relativo all’utilizzo della sede sociale, ad un canone, per i primi tre anni, pari a € 78 mila, al netto della rivalutazione ISTAT.
A partire dall’esercizio 2012-2013 “Hellas Verona Football Club S.p.A.” ha esercitato l’opzione per l’adesione al consolidato fiscale, in qualità di soggetto consolidato, con la società “Seven 23 S.r.l.”  in qualità di consolidante.
Con la correlata “Hellas Verona Marketing & Communication S.r.l.”, “Hellas Verona Football Club S.p.A.” intrattiene un contratto di servizi commerciali, marketing e comunicazione. Tale rapporto è stato ridefinito anche perché durante il 2013/14 si è verificata l’operazione “cessione marchio”.

La Continuità Aziendale (going concern).

La società di Revisione, nella sua Relazione, ha evidenziato il fatto che il conto economico e lo stato patrimoniale sono influenzati dai proventi straordinari per Euro 15.985 migliaia relativi all’operazione di cessione del marchio Hellas Verona alla società correlata Hellas Marketing & Communication Srl oltre che dagli effetti fiscali relativi alle imposte differite passive per Euro 3.517 migliaia.

Lo Stato Patrimoniale.

Il totale dell’Attivo, ossia il totale dei mezzi a disposizione, è aumentato da € 19,1 milioni a € 66,4 milioni. L’aumento riflette soprattutto il potenziamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori aumentati da € 5,8 milioni a € 22,7 milioni e l’evidenziazione della Library che ha fatto aumentare i diritti di brevetto e dell’utilizzazione delle opere dell’ingegno da € 25 mila a € 4,2 milioni. Le immobilizzazioni immateriali incidono per il 41,3% sull’attivo. I crediti sono aumentati da € 11,7 milioni a € 32,6 milioni e rappresentano il 49,16% dell’attivo. La principale voce dei crediti riguarda i crediti verso le imprese collegate, ossia “Hellas Marketing & Communication Srl”, pari a € 17,4 milioni.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,13, ciò vuol dire che, adottando il principio di continuità aziendale, al 30.06.2014, il club possedeva dei beni il cui valore era sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,68, ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe sufficiente per pagare i debiti a breve termine.
Anche non considerando i ratei e i risconti passivi, pari a € 4.176.552, l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,13.
Infatti, l’equity ratio, ossia l’indice di autonomia patrimoniale, è molto basso ed è pari a 11,5%. Il ricorso al capitale di terzi risulta eccessivo, perché pari all’89,5%.

Tuttavia, la voce di debito più rilevante è verso la società controllante HV7 srl, per € 14,5 milioni, pari al 21,9% dell’attivo e al 31,3% dei debiti, riguardante principalmente un’anticipazione finanziaria per la campagna trasferimenti per circa € 14 milioni. Nella sostanza tale prestito è servito per il riscatto del calciatore Iturbe, che è stato successivamente venduto all’AS Roma.

SOSTENIBILITA’ DEL PASSIVO
A fronte di un totale delle passività, intese come “liabilities” pari a € 58,7 milioni, si contrappone un EBITDA di € 5.895.564, ed il rapporto tra il totale lordo delle passività e l’EBITDA sarebbe pari a 9,96. In altri, termini la gestione economica, da sola senza l’ausilio dei valori dell’attivo, impiegherebbe 9,96 anni per pagare il totale delle passività.
Mentre se si considerasse il totale delle passività al netto dell’attivo circolante e dei ratei e risconti attivi, il rapporto in questione diminuirebbe a 4,17 e se si escludesse, per ipotesi di eventuale capitalizzazione, il “prestito Iturbe”, il rapporto sarebbe addirittura pari a 1,71.

Il Valore della Rosa.

Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori rappresenta il 34,25% del totale dell’attivo.



Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori aumenta da € 5,8 milioni  a  € 22,7 milioni. La variazione è dovuta ad investimenti per € 23,7 milioni (€ 7,8 milioni nel 2012/13), a cessioni per un valore contabile residuo di € 3,2 milioni (€ 284 mila nel 2012/13), ad ammortamenti per € 3,2 milioni (€ 722 mila nel 2012/13) e svalutazioni per € 383 mila.
L’acquisto più oneroso è stato il “riscatto” di Iturbe dal Porto per € 15 milioni, seguito da Gonzalez (Penarol) per € 2,4 milioni e Christodoulopoulos per € 1,8 milioni dal Bologna.
Tra le cessioni con l’importo più rilevante spicca: Jorginho al Napoli per € 9 milioni con una plusvalenza di € 8.990.217.
I crediti per compartecipazione ex art. 102 bis NOIF ammontano a € 4,5 milioni (€ 375 mila nel 2012/13) e riguardano principalmente Jorginho (Napoli) per € 4,5 milioni.
I debiti per compartecipazione ex art. 102 bis NOIF ammontano a € 625 mila (€ 2,77 milioni nel 2012/13) e riguardano solo 2 calciatori. L’importo maggiore riguarda Bianchetti (Inter) per € 350 mila.
Al 30 giugno 2014, il valore contabile teorico della rosa ammonta a circa € 26,6 milioni.

Il Grado Copertura Patrimonio Calciatori con i mezzi propri.
Il Grado Copertura Patrimonio Calciatori indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. E’ auspicabile che tale rapporto sia almeno pari a 1. Nel caso in questione il rapporto tra mezzi propri e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è pari a 0,34, tuttavia se escludessimo l’operazione Iturbe, per la quale è intervenuta la controllante con un prestito “ad hoc”, il rapporto in questione sarebbe pari a 1.

Il Patrimonio Netto.



Il Patrimonio Netto è positivo e ammonta a € 7,6 milioni. Rispetto al 2012/13 si è verificata un incremento di € 5,3 milioni, pari all’utile dell’esercizio.
I mezzi propri finanziano solo l’11,5% dell’attivo.
Tuttavia, essendo positivo, il Patrimonio Netto è conforme a quanto richiesto dall’indicatore 2) del Fair Play Finanziario.

La Posizione Finanziaria Netta.



L’indebitamento di natura finanziaria 2013/14 al netto delle disponibilità liquide è aumentato da € 1,2 milioni a € 18,6 milioni. Tuttavia, la maggior parte del debito finanziario è costituito da debiti verso la controllante, per l’importo di 14,5 milioni di Euro, di cui Euro 14 milioni riguardanti un prestito, erogato il 26 maggio 2014, quale anticipazione per la campagna trasferimenti. Tale prestito deve essere rimborsato il 31 marzo 2015.
Nell’esercizio 2012/13, grazie anche alla completa esecuzione dell’aumento del capitale sociale da € 120.000 ad € 3.000.000 la Società aveva mantenuto un livello di indebitamento finanziario abbastanza contenuto.
I debiti bancari diminuiscono da € 1,5 milioni a € 275 mila.
Tali debiti riguardano un mutuo con Unicredit per un importo residuo di € 275 mila e scadenza 31/12/2016.
Le disponibilità liquide risultano in aumento da € 377 mila a € 1,2 milioni.
Il saldo tra crediti e debiti per la compravendita calciatori è negativo per € 3,8 milioni (-€ 1,9 milioni nel 2012/13). I crediti verso enti settore specifico ammontano a circa € 8,7 milioni. L’importo maggiore riguarda il credito verso il Napoli di € 3 milioni per Jorginho.
I debiti verso enti settore specifico ammontano a € 12,5 milioni (€ 4,9 milioni nel 2012/13). L’importo maggiore riguarda la Lega Nazionale Professionisti per € 7,1 milioni.
I diritti TV 2014/15 sono stati anticipati, in quota parte per € 5 milioni circa, perché Hellas Verona ha definito con MPS leasing e factoring un contratto di factoring per i diritti televisivi di Serie A.
Ovviamente, tali debiti sono “autoliquidanti” e hanno di fatto “drenato” parte della liquidità 2014/15, per l’esercizio 2013/14.

Altri debiti.

I debiti tributari ammontano a € 2,2 milioni (€ 243 mila nel 2012/13), di cui € 1,6 milioni per IRAP corrente, e i debiti verso Istituiti previdenziali risultano pari a € 260 mila (€ 271 mila nel 2012/13). Nella Nota Integrativa è specificato l’adempimento degli obblighi nel mese di competenza.
I debiti verso i propri Dipendenti ammontano a € 6.590.000 (€ 3.192.000 nel 2012/13) e si riferiscono alle mensilità di maggio e giugno 2014 oltre ai premi maturati. Nella Nota Integrativa è specificato il puntuale pagamento alle scadenze.
I debiti verso dipendenti rappresentano circa il 22,6% del costo del personale.
Il fondo rischi e oneri aumenta da € 509 mila a € 7.634.614, soprattutto a causa dell’accantonamento al fondo imposte differite per € 5,5 milioni ed ad un accantonamento generico prudenziale per € 2 milioni. Il contenzioso con tre ex allenatori tesserati nel 2008 e un ex dirigente del 2012, è stato definito con un accordo, resta da definire una questione riguardante l’applicazione delle norme sugli steward, per la quale risulta un accostamento di € 301 mila.

La Gestione Economica.

Il valore della produzione è aumentato di 39 milioni di Euro, da € 14,1 milioni a € 53,6 milioni, per effetto soprattutto dei maggiori ricavi per la cessione dei diritti TV, che aumentano di 22 milioni di Euro, grazie alla Seria A. Invero, anche le plusvalenze hanno contribuito con un incremento di 9,5 milioni.
Tuttavia, i costi della produzione restano superiori, perché sono aumentati, anche se in misura meno che proporzionale, da € 20,9 milioni a € 54 milioni, a causa soprattutto dell’incremento del costo del personale da € 12,7 milioni a € 29,1 milioni. La differenza tra valore e costi della produzione è negativa per € 401.093, mentre nell’esercizio precedente era negativa per € 6,8 milioni.



I Ricavi

Il fatturato, al netto delle plusvalenze realizzate, degli altri ricavi da Player Trading e degli storni dei costi per il vivaio, risulta aumentato da € 13,3 milioni a € 42,7 milioni.
Il motivo dell’incremento, risiede nel fatto che il bilancio 2013/14 registra un incremento nei ricavi TV, a seguito della partecipazione al campionato di Serie A.
Infatti, i diritti TV aumentano da € 785 mila a € 22.823.000.
I ricavi commerciali pari a € 3,6 milioni (€ 4,5 milioni nel 2012/13), riguardano proventi da sponsorizzazioni per € 1.615.000 (€ 1.123.000 nel 2012/13), proventi pubblicitari per € 1.819.000 (€ 3.081.000 nel 2012/13) e proventi commerciali e royalties per € 153 mila (€ 303 mila nel 2012/13). Gli sponsor ufficiali (Agsm Verona Spa, Leaderform Spa, Antress Industry SpA, Franklin & Marshall) hanno contribuito con € 1.450.000 (€ 860.000 nel 2012/13). Lo sponsor tecnico Nike  ha contribuito con € 165 mila (€ 363.000 con Asics nel 2012/13).
I ricavi da gare aumentano da € 3,2 milioni a € 5,3 milioni, a causa soprattutto dell’aumento dei ricavi per abbonamenti che aumentatano da € 2 milioni a € 3,5 milioni. La campagna abbonamenti relativa alla stagione sportiva 2013/14 ha visto la sottoscrizione di n. 16.129 abbonamenti (n. 11.564 nel 2012/13).
Mentre, la campagna abbonamenti 2014/15 ha registrato la sottoscrizione di n. 14.107 abbonamenti per un incasso lordo di Euro 3,955 milioni.
Secondo gli Amministratori, il numero di abbonamenti, pone la società Hellas Verona tra le prime in Italia.

Tra i ricavi e proventi diversi pari a € 4,9 milioni, figura l’accordo transattivo con la RAI per € 3,5 milioni.
Infatti, come fatto da altre società, Hellas Verona ha raggiunto un accordo transattivo con la RAI, in forza del quale la “RAI” ha riconosciuto ad Hellas Verona la titolarità della “library archivio immagini” ed Hellas Verona ha attribuito a “RAI” alcuni diritti di sfruttamento dell’archivio.
Il fatto che Hellas Verona, sia divenuta titolare della “library” ha permesso di raggiungere un accordo con “Infront” per l’utilizzo e lo sfruttamento dell’archivio, che ha fruttato € 650 mila.
Altra conseguenza dell’accordo è l’evidenziazione tra le immobilizzazioni immateriali dei diritti relativi all’archivio per € 4,3 milioni.

Il Player Trading.



Il risultato economico delle operazioni di mercato, ossia i ricavi e le plusvalenze al netto delle minusvalenze e dei costi legati al trasferimento dei calciatori, non è riuscito a coprire il costo degli ammortamenti dei calciatori.
Le plusvalenze realizzate sono pari a € 10,2 milioni (€ 746 mila nel 2012/13).
La plusvalenza più importante è stata quella legata alla cessione del calciatore Jorginho, che è stato ceduto al Napoli per € 9 milioni e che ha determinato una plusvalenza di € 8.990.000. Le altre plusvalenze riguardano la cessione dei calciatori Albertazzi (Milan) per € 669 mila e Rivas (Spezia) per € 500 mila.
Le minusvalenze sono state rilevate solo per € 30 mila.
I proventi derivanti dalla risoluzione dei contratti di compartecipazione sono stati pari a € 878 mila.
Gli oneri derivanti dalla risoluzione dei contratti di compartecipazione sono stati pari a € 125 mila.
Gli ammortamenti dei calciatori sono aumentati da € 722 mila a € 3,2 milioni.

Il prestito di Iturbe è costato € 307 mila.
Il 16 luglio 2014, AS Roma Spa ha comunicato di aver acquistato a titolo definitivo il calciatore Iturbe per la cifra di € 22 milioni oltre a 2,5 milioni di bonus legati al conseguimento di alcuni risultati. Tale operazioni frutterà per Hellas Verona una plusvalenza almeno di € 7 milioni, che sarà evidenziata nel bilancio 2014/15.

I Costi.

Il costo del personale, pari a € 29,1 milioni (€ 12,7 milioni nel 2012/13), risulta aumentato del 129,9%, evidentemente per la partecipazione al campionato si Serie A.
L’incidenza del costo del personale sul fatturato netto è stata del 68,2% circa.
Il Regolamento del Fair Play Finanziario auspica che tale rapporto sia inferiore al 70%.
Gli ammortamenti e le svalutazioni complessive sono pari a € 3.995.057 (€ 832 mila nel 2012/13), di cui € 3,2 milioni per ammortamento calciatori, € 270 mila per ammortamento delle altre immobilizzazioni immateriali ed Euro 383 mila per svalutazione di 5 calciatori.
Tale voce incide per il 7,4% sui costi della produzione.
Risulta accantonamenti al fondo rischi per € 2,3 milioni, di cui € 2 milioni di natura “prudenziale”.
Le spese per servizi aumentano di circa € 5,5 milioni da € 3,7 milioni a € 9,2 milioni. I costi per le competenze dei procuratori aumentano da € 232 mila a € 2 milioni. I costi amministrativi e generali ammontano a € 2,7 milioni, di cui € 500 mila per i servizi resi da HV7 srl.
Non avendo infrastrutture sportive di proprietà, Hellas Verona paga € 690 mila per l’affitto di impianti sportivi comunali, € 268 mila per l’affitto di campi sportivi ed € 142 mila per l’affitto di altri locali (di cui € 82 mila verso HV7 srl).
Per quanto riguarda la gestione finanziaria, gli interessi passivi verso altri finanziatori sono aumentati da € 13 mila a € 320 mila, per il maggior ricorso al factoring.

La gestione straordinaria è positiva per € 15,7 milioni, perché beneficia della plusvalenza relativa alla cessione del marchio per € 15.985.000. Tale plusvalenza ha determinato l’accantonamento di imposte differite per € 3,5 milioni.

Il Consolidato Fiscale e le operazioni con parti correlate.

Per quanto riguarda la gestione tributaria, poiché Hellas ha aderito al consolidato fiscale, ha registrato dei componenti negativi per imposte anticipate per l’importo di € 2.896.211 (€ 2.018.114 nel 2012/13), che rappresentano il risultato dell’importo fiscale trasferito alla consolidante.
A causa dell’IRAP di competenza dell’esercizio, pari a € 1.799.017 (€ 185 mila nel 2012/13) e delle imposte differite, pari a € 5.494.558, l’impatto negativo della gestione tributaria ammonta a € 10,2 milioni esercitando il suo effetto sul risultato prima delle imposte che era pari a € 15.466.546, determinando un utile netto di € 5.276.760.
HV7 srl ha prestato in data 26 maggio 2014 la cifra di 14 milioni per l’operazione Iturbe, ha inciso sui costi per € 82 mila per l’affitto della sede sociale e per € 500 mila per i servizi amministrativi.
Durante il 2013/14, precisamente nel mese di dicembre 2013, si è proceduto alla cessione del marchio “Verona” per lo sfruttamento commerciale, marketing e comunicazione, alla società correlata “Hellas Verona Marketing & Communication S.r.l.”, preservando l’esclusiva titolarità del marchio ai fini del c.d. “titolo sportivo” in capo ad “Hellas Verona Football Club S.p.A.”.
Tale cessione è avvenuta per l’importo di € 16 milioni (da pagarsi ratealmente entro il 30 giugno 2017).
Nella sostanza tale cessione ha determinato una plusvalenza tale da comportare l’utilizzo delle imposte differite attive iscritte nel bilancio dell’esercizio al 30 giugno 2013.
Nel corso del 2013/14 la società correlata ha già pagato la cifra di Euro 750 mila.
Nella relazione sulla gestione si legge che Hellas Verona interverrà nell’aumento di capitale della correlata “Hellas Verona Marketing & Communication S.r.l.”, utilizzando il credito sorto dall’operazione di cessione del marchio.
  
Prospettive 2014/15.

La partecipazione al campionato di Serie A per il 2014/15 permette di prevedere una gestione economica-finanziaria il continuità con il 2013/14.
La plusvalenza di Iturbe di almeno 7 milioni, il prestito di Romulo alla Juventus, permetteranno di avere proventi economici da trasferimento calciatori, in linea col 2013/14.
La campagna trasferimenti luglio-agosto 2014, chiusa con un saldo finanziario positivo per € 21.307.817, ha determinato cessioni per € 34,6 milioni e acquisizioni per € 13,3 milioni, con costi per assistenza trattative per € 4,685 milioni.
Ovviamente, anche l’importo dei diritti TV caratterizzerà positivamente il bilancio 2014/15.
Inoltre, la campagna abbonamenti 2014/15 ha confermato, sostanzialmente, il buon rapporto di fidelizzazione dei tifosi dell’Hellas Verona, che risultano tra le prime tifoserie in Italia.

Tuttavia, bisogna evidenziare che nel bilancio 2014/15 non figureranno la plusvalenza da cessione marchio e i proventi relativi all’accordo transattivi con la RAI, pertanto spetterà alle capacità gestionali degli Amministratori quella di mantenere i costi in linea con i componenti positivi di reddito.

sabato 14 febbraio 2015

Bilancio Parma 2013/14: incertezze significative sulla continuità aziendale.



Luca Marotta


La recente cronaca ha messo in rilievo sia le vicende legate all’alternanza dell’assetto proprietario, sia le vicende legate a difficoltà finanziarie, concernenti soprattutto il mancato pagamento degli stipendi dei calciatori di “Parma Football Club Spa”.

Non a caso, il 13.02.2015, la COVISOC ha deferito i legali rappresentanti della società “per non aver documentato agli Organi Federali competenti l’avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per le mensilità di luglio, agosto e settembre 2014, nei termini stabili dalla normativa federale”

Per quanto riguarda l’alternanza dell’assetto proprietario, determinata dal passaggio del pacchetto di maggioranza della controllante Eventi Sportivi Spa, per effettuare alcune considerazioni occorre prendere visione del seguente link: http://www.football-league.co.uk/documents/cellino-v-fl-ltd-no-2-pcc-decision549-2213237.pdf  “DECISION (NO. 2) ON THE APPEAL OF MR MASSIMO CELLINO”, che dimostra come sia difficile acquistare un club della Football League inglese, equivalente alla nostra Serie B, da parte di chi è stato presidente di una squadra di Serie A.

Ritornando al bilancio al 30 giugno 2014 della società “Parma Football Club Spa”, lo stesso si è chiuso con una perdita di € 13,7 milioni, che ha determinato il verificarsi delle condizioni previste dall’articolo 2446 del Codice Civile. In tale articolo, al primo comma, è scritto: “Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, gli amministratori o il consiglio di gestione, e nel caso di loro inerzia il collegio sindacale ovvero il consiglio di sorveglianza, devono senza indugio convocare l'assemblea per gli opportuni provvedimenti.”
Sul significato delle parole “senza indugio” e “opportuni provvedimenti”, la dottrina ha scritto molto e nel caso in cui si manifesti uno stato di insolvenza che è il presupposto del fallimento, il significato delle parole potrebbe diventare molto importante, come molto importante sarà stabilire il "quando".

Nell’esercizio precedente, il Parma ha fatto ricorso alla cessione del ramo di azienda contenente il marchio, che è uno strumento cui sono ricorsi anche il Siena di Mezzaroma e il Bari dei Matarrese.

La Gestione Sportiva.

Dal punto di vista sportivo, la stagione 2013/14, ha visto la squadra conseguire il sesto posto nel campionato di serie A, mentre, in Coppa Italia, è stata eliminata agli ottavi di finale dalla Lazio.
Gli amministratori hanno scritto che la società è dotata di un’importante struttura per la gestione del settore giovanile nella quale annualmente investe notevoli risorse finanziarie. Non a caso i costi capitalizzati durante l’esercizio per il settore giovanile ammontano a € 4,4 milioni (€ 3,8 milioni nel 2012/13).

Nella Relazione sulla Gestione scritta in data 19.12.2014, gli Amministratori hanno scritto: “nel corso della presente stagione sportiva, alla luce dei risultati correnti, prevediamo che la squadra possa raggiungere una tranquilla posizione che permetta la salvezza.”


Il Gruppo.

“Parma Football Club Spa” rientra nel perimetro di consolidamento del bilancio consolidato redatto da parte della società controllante “Eventi Sportivi S.p.A.”. Il bilancio al 30 giugno 2013 di “Eventi Sportivi S.p.A.” si è chiuso con una perdita di € 357.282 (perdita di € 277.160 nel 2011/12) ed un patrimonio netto positivo per € 12.352.387 (€ 12.709.670 nel 2011/12).
Gli amministratori evidenziano che i rapporti intrattenuti con la società controllante Eventi Sportivi SpA sono sia di natura finanziaria che commerciale e sono intrattenuti a normali condizioni di mercato.
Nell’Assemblea Ordinaria di “Parma Football Club Spa” del 27.12.2014 figura tra i presenti anche il socio Energy T.I. Group Spa.

L’Operazione di Fusione Eventi Sportivi - Parma FC Brand srl.

In data 17.12.2014 si è concluso l’iter di fusione della società controllante Eventi Sportivi e la società da questa controllata Parma FC Brand srl.
Nel bilancio 2012/13, gli Amministratori scrissero che già nel corso dell’esercizio 2013/2014 sarebbe stata perfezionata l’operazione di fusione per incorporazione di “Parma FC Brand Srl” in Eventi Sportivi SpA.
L’operazione di fusione avrebbe determinato che le partite a credito vantate da “Parma Football Club Spa” nei confronti di “Parma FC Brand Srl” per circa complessivi Euro 47 milioni (Iva inclusa), sorte a seguito delle operazioni straordinarie, si sarebbero consolidate nei confronti della società incorporante “Eventi Sportivi SpA”.
Poiché la società “Eventi Sportivi SpA” era, a sua volta, creditrice di “Parma Football Club Spa”, a causa del trasferimento in capo alla stessa dei debiti per Iva, pari a circa 26,6 milioni di Euro al 30 giugno 2013, si sarebbe dato luogo ad una compensazione contabile.
PARMA FC BRAND S.r.l. era detentrice dei marchi, poiché nel mese di giugno 2013, si è dato luogo al trasferimento dei Marchi registrati della squadra di calcio PARMA Football Club a PARMA FC BRAND S.r.l., che è parte correlata della stessa. Contestualmente al trasferimento del marchio, Parma Football Club SpA ha ceduto a PARMA F.C. BRAND Srl, per l’importo di 8 milioni di Euro oltre IVA, la titolarità del contratto con la società concessionaria della pubblicità.

La Continuità aziendale.

La Società di Revisione Audirevi S.r.l. ha scritto, nella sua Relazione, che non è in grado di esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio del Parma Football Club S.p.A. al 30 giugno 2014, a causa di dell’esistenza di “un’incertezza significativa che può far sorgere significativi dubbi sulla capacità dell’impresa  di operare in continuità aziendale”.
Inoltre, la Società di Revisione, ha scritto che a causa dell’ammontare della perdita di esercizio, il Parma versa nella situazione prevista dall’articolo 2446 del Codice Civile.

Invero, già nella Relazione al bilancio 2012/13 redatta dalla Società di Revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A., era stato mosso un rilievo riguardante una questione di premi e diritti di immagine e la stessa conteneva 2 richiami di informativa riguardanti le “possibili tensioni di liquidità”, di natura temporanea, che avrebbero potuto manifestarsi nell’esercizio successivo e la vicenda della cessione dei Marchi e del contratto con la con la società concessionaria della pubblicità sportiva.

Sul tema della continuità aziendale, nella Relazione sulla gestione, redatta il 19.12.2014, gli Amministratori hanno scritto:
“A seguito della cessione della maggioranza delle azioni della società controllante Eventi Sportivi, avvenuta in data odierna mediante girata delle azioni certificata dal Notaio Giovanni Posio di Brescia e registrata ai numeri 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34 e 35 del registro delle girate dello stesso Notaio, il nuovo socio Dastraso Holdings Ltd ha confermato in sede di atto quanto segue:
omissis … resta inteso tra le parti che, a seguito delle cessioni di cui al presente accordo, parte cessionaria si impegna a supportare, in modo continuativo e irrevocabile, da punto di vista societario, finanziario e patrimoniale la società ceduta al fine di garantire la continuità aziendale tanto di questa quanto delle controllate Parma FC spa e Parma Brand srl, consentendo alle stesse di poter regolarmente adempiere a tutte le obbligazioni sociali”.

Per quanto scritto sopra, il bilancio 2013/14 è stato redatto in base al principio della continuità aziendale, che non è altro che l’attitudine dell’impresa a durare nel tempo.

Tale passaggio è stato ripreso anche nella Relazione del Collegio Sindacale. In tale Relazione, datata 27.12.2014, si ribadisce quanto stabilito dall’articolo 2446 del Codice Civile, ossia che gli Amministratori dovranno “senza indugio” convocare un’apposita Assemblea per gli “opportuni provvedimenti”.

La mancanza di una bilancio certificato, che rechi un giudizio sulla continuità aziendale, da parte di una Società di Revisione esterna, non è conforme a quanto richiesto dall’indicatore 1) del Fair Play Finanziario.

La Struttura dello Stato Patrimoniale

Ovviamente, il giudizio sulla struttura dello Stato Patrimoniale dipende dall’aver adottato il principio della continuità aziendale tra i criteri di valutazione del bilancio.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,045, ciò vuol dire che, adottando il principio di continuità aziendale, al 30.06.2014, il club possedeva dei beni il cui valore era di poco sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,485, ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.
Anche non considerando i ratei e i risconti passivi, pari a € 13.855.610, l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,045.
Infatti, l’equity ratio è molto basso ed è pari a 4,3%. Il ricorso al capitale di terzi risulta eccessivo.

Sembrerebbe che dal 2009/10 sia cresciuta, sempre, più, l’incidenza delle anticipazione di ricavi futuri come fonte di finanziamento dell’attivo. In bilancio, le anticipazioni dei ricavi futuri si possono rintracciare nelle voci debiti verso altri finanziatori (debiti per factoring ecc.) e ratei e risconti passivi (abbonamenti della stagione successiva, ecc.).




Il Patrimonio Netto.



Il Patrimonio Netto è positivo per € 9,6 milioni (€ 23,3 milioni nel 2012/13) e riesce a finanziare solo il 4,3% dell’attivo (10,9% nel 2012/13), per la restante parte di fa ricorso al capitale di terzi.
Rispetto all’esercizio precedente si registra una diminuzione di € 13,7 milioni, causata dalla perdita di esercizio.
Essendo positivo, il Patrimonio Netto è conforme a quanto richiesto dall’indicatore 2) del Fair Play Finanziario.
L’Assemblea dei soci del 27.12.2014 ha deciso, con l’astensione del socio Energy T.I. Group SpA, di coprire solo parzialmente le perdite pregresse e la perdita 2013/14, la cui somma complessiva ammontava a € 21.598.308. La parziale copertura è avvenuta mediante l’utilizzo della posta versamento soci in conto capitale per € 10.500.000, mediante l’utilizzo della posta delle riserve straordinarie per € 625.215 e mediante l’utilizzo della riserva legale per € 33.348.
Dopo tale deliberazione, residuano ancora perdite da coprire per € 10.439.745.

La Posizione Finanziaria Netta.



La posizione finanziaria netta è negativa per € 62,8 milioni e risulta in peggioramento di 12,5 milioni di Euro rispetto all’esercizio precedente.
I Debiti verso banche, al 30 giugno 2014 ed al 30 giugno 2013 ammontano rispettivamente a € 7,7 milioni e € 5,8 milioni e riguardano affidamenti di conto corrente con Banca Monte Parma, UBI Banco di Brescia, Montepaschi Siena, Banco Popolare e IBB per anticipo crediti.
I Debiti verso altri finanziatori, aumentano da € 33,9 milioni a € 40,6 milioni. Trattasi di incassi per anticipi ricevuti dalle società di Factor per i diritti televisivi 2014/15 e crediti derivanti dalla campagna trasferimenti calciatori. Nella Nota integrativa è scritto che tali debiti sono da considerarsi “autoliquidanti”. Il termine “autoliquidanti” significa che si liquidano da soli. Evidentemente l’incasso futuro è già canalizzato verso chi ha anticipato le somme di denaro.
I debiti finanziari verso la controllante si riferiscono ai seguenti finanziamenti: € 11.625.000 (€ 8.935.000 nel 2012/13) infruttifero di interessi; € 3.244.000 (€ 2.355.000 nel 2012/13) fruttifero di interessi.
Ai fini del Fair Play Finanziario bisogna considerare anche il saldo tra crediti e debiti verso società di calcio. I crediti verso enti settore specifico ammontano a € 28,7 milioni (€ 12,9 milioni nel 2012/13) e i debiti verso enti settore specifico ammontano a € 25 milioni (€ 23.007.154 nel 2012/13) con una differenza positiva di € 3,7 milioni.
In definitiva, la posizione finanziaria, ai fini del Fair Play Finanziario, è negativa per € 59,1 milioni, ed è superiore al fatturato netto.

Altri Debiti.

I Debiti verso il personale ammontano a € 12.887.812 (€ 6.581.571 nel 2012/13). Il rapporto debiti verso il personale/costo del personale è pari al 24,8%.
Gli Amministratori hanno scritto che gli emolumenti dovuti ai calciatori tesserati sono stati regolarmente pagati, mentre a causa di “intervenute difficoltà di natura finanziaria” ha provveduto a pagare solo parzialmente quanto dovuto per la stagione 2014/15.
I debiti verso fornitori aumentano da € 28,6 milioni a € 37,7 milioni. In sei anni, i debiti verso fornitori hanno registrato un incremento del 246% e finanziano il 17,05% dell’attivo.



I Debiti tributari aumentano da € 12.036.857 a € 16.746.682, di cui € 8.443.982 per debiti verso l’Erario per ritenute su redditi di lavoro dipendente (€ 5.409.515 nel 2012/13) e € 7.218.189 per debiti IRAP.

Per quanto riguarda i contenziosi di natura fiscale attualmente in essere, gli amministratori ritengono ragionevolmente certo, in base anche al parere del proprio consulente in materia, che a seguito della risoluzione degli stessi non debbano generarsi passività di rilievo per la società.

I debiti verso la controllante per IVA di Gruppo ammontano a € 33.145.034 (€ 26.592.333 nel 2012/13)

Durante il 2013/14 è stato completamente utilizzato il “Fondo a fronte del rischio di potenziali contenziosi in genere”, che nel 2012/13 era pari a € 1.891.107 e che accoglieva accantonamenti per contenziosi di varia natura.
Tra i contenziosi in essere alla data del 18 marzo 2014 figurano alcuni relativi a società di Calcio come Olympique Lyonnais per la cessione di Belfodil all’Inter. La società francese reclama € 1.800.000, per il trasferimento del calciatore all’Inter, ma successivamente lo stesso calciatore è stato riacquistato dal Parma.
Un altro contenzioso riguarda il Panathinaikos FC per Sotiris Ninis.

Il Valore della Rosa.



Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è pari a € 85,8 milioni (€ 77,8 milioni nel 2012/13) e risulta aumentato di € 8 milioni. La variazione è dovuta ad investimenti per € 97,9 milioni (€ 47,6 milioni nel 2012/13) e a cessioni per un valore contabile residuo di € 67,6 milioni (€ 25,2 milioni nel 2012/13) ad ammortamenti per € 22,3 milioni (€ 24,8 milioni nel 2012/13).
L’acquisto più oneroso è stato il “riacquisto” di Belfodil Ishak dall’Inter per € 11,5 milioni, seguito da Pedro Mendes per € 5 milioni dal Sassuolo e Criseting dall’Inter per € 4.750.000. Evidentemente, per Belfodil, l’Inter si era riservata una specie di opzione “put”, ossia il diritto di rivendere allo stesso prezzo di acquisto.
Tra le cessioni con l’importo più rilevante spiccano: Belfodil Ishak all’Inter per € 11,5 milioni con una plusvalenza di € 9.159.375; Chisbah Yussif ceduto al Sassuolo per € 5 milioni con una plusvalenza di € 3.735.000; Parolo Marco ceduto per € 4,5 milioni alla Lazio con una plusvalenza di € 3.220.000 e Rosi Alejandro ceduto per € 3.825.000 al Genoa con una plusvalenza di € 3.881.000.
Il Parma ha fatto largo ricorso alla pratica della compartecipazione, che è stata abolita dal 1 luglio 2015.
I crediti per compartecipazione ex art. 102 bis NOIF ammontano a € 9,2 milioni (€ 22,9 milioni nel 2012/13) e riguardano circa 16 calciatori. L’importo maggiore riguarda sia Manzoni Diego che  Tamasi Zsold per € 1,7 milioni seguiti da Storani Emiliano per € 1,6 milioni.
I debiti per compartecipazione ex art. 102 bis NOIF ammontano a € 4.990.000 (€ 21,4 milioni nel 2012/13) e riguardano circa 9 calciatori. L’importo maggiore riguarda Rossini (Cesena) per € 1,6 milioni.
Al 30 giugno 2014, il valore contabile teorico della rosa ammonta a circa € 90 milioni.

Il Grado Copertura Patrimonio Calciatori con i mezzi propri.
Il Grado Copertura Patrimonio Calciatori indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. E’ auspicabile che tale rapporto sia almeno pari a 1. Nel caso in questione il rapporto tra mezzi propri e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è pari a 0,11.

La Gestione Economica.

Il valore della produzione pari a € 103,1 milioni (€ 83,2 milioni nel 2012/13), aumenta del 23,9%. I costi della produzione pari a € 111,7 milioni (€ 104,4 milioni nel 2012/13), aumentano in misura meno che proporzionale, ossia del 6,9%.



Per quanto riguarda il valore della produzione è evidente l’eccessiva dipendenza dalle plusvalenze. Per quanto riguarda il fatturato netto è altrettanto evidente la dipendenza dai diritti TV.




I Ricavi delle vendite e delle prestazioni sono pari a € 4.097.634 e si riferiscono ai ricavi conseguiti dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti. Nel 2012/13, erano pari a € 3.733.889. L’incidenza di tali ricavi sul valore della produzione è del 4%.
I Proventi televisivi ammontano a € 37.247.810 (€ 33.937.422 nel 2012/13), aumentano di € 3.310.388 ed incidono sul valore della produzione per il 36,1%.
I ricavi da sponsorizzazioni sono pari ad € 2.750.000 e si riferiscono ai corrispettivi pagati dallo Sponsor Ufficiale per € 1.750.000 e ai corrispettivi pagati dallo Sponsor Tecnico per € 1 milione.
I Proventi pubblicitari pari ad € 4.159.251 (€ 4,5 milioni nel 2012/13) riguardano i ricavi relativi alla cartellonistica pubblicitaria all’interno dello stadio.
Gli Altri ricavi e proventi pari diminuiscono a € 2.227.501 (€ 11,1 milioni nel 2012/13), perché nel 2012/13 erano contabilizzati € 8 milioni per il corrispettivo relativo alla cessione a “Parma FC Brand Srl” del contratto in essere con la società Gsport.

Il costo del personale pari a € 51,9 milioni (€ 43,5 milioni nel 2012/13), registra un aumento del 19,5% rispetto all’esercizio precedente. Il numero dei calciatori mediamente in forza durante l’esercizio è di 67, ossia 18 in più rispetto al 2012/13. Il rapporto tra costo del personale e valore della produzione è pari a 50,41% (52,3% nel 2012/13). L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 46,5% (41,6% nel 2012/13).

Il “Costo del Fattore Lavoro”, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti della rosa calciatori, è pari a € 74,2 milioni.
Il “Costo del Fattore Lavoro” incide sul fatturato netto per l’147,1%. Quindi ogni 100 euro che si fatturano, ne vengono destinate 147,1 al personale tra stipendi e ammortamenti, quindi diventa “vitale” ricorrere al Player Trading.

I costi per servizi aumentano da € 9,4 milioni a € 14,7 milioni. Tali costi comprendono le spese amministrative, pubblicitarie e generali per € 3,7 milioni (€ 1,8 milioni nel 2012/13) e la voce Altri costi per servizi pari ad € 7,5 milioni (€ 3,8 milioni nel 2012/13) riguarda: spese di viaggio e spese di rappresentanza.

I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.794.159, di cui € 1.350.000 per affitti vari.

Il Player Trading.



Il risultato del Player Trading del 2013/14 torna ad essere positivo per € 17,5 milioni, mentre nel 2012/13 era negativo per € 13,4 milioni.
Le Plusvalenze per cessioni diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori aumentano da € 22,5 milioni a € 47,5 milioni. L’importo maggiore riguarda Belfodil per € 9.159.375, ceduto all’Inter per € 11,5 milioni.
L’incidenza sul valore della produzione è del 47% (27,1% nel 2012/13).
Gli ammortamenti dei diritti calciatori diminuiscono da € 24,8 milioni a € 22,3 milioni, registrando un decremento del 10,1%.
Le minusvalenze diminuiscono da € 3,7 milioni a € 3,4 milioni.. La minusvalenza più elevata è stata quella di Djuric (Cesena) per € 549.000.
I premi di valorizzazione diminuiscono da € 7,2 milioni a € 6.876.000.
Tra i proventi da compartecipazione, pari a € 18.645.000, spicca Pedro Mendes (Sassuolo) per € 2 milioni.
Tra gli oneri da compartecipazione, pari a € 16.709.000, spicca Criseting Lorenzo (Inter) per € 3.250.000 e Galli (Padova) per € 2 milioni.

Il punto di pareggio.

Il risultato prima delle imposte al 30 giugno 2014 è negativo per € 11,9 milioni, mentre al 30 giugno 2013 era negativo per € 1,8 milioni. Il risultato prima delle imposte al 30 giugno 2012 era positivo per € 84 mila.
Il risultato negativo 2013/14 supera quello del 30 giugno 2009, che, a causa della serie B, fu negativo per € 9,9 milioni.
Occorre ricordare che il bilancio 2012/13 ha usufruito dell’effetto economico positivo della cessione del Marchio e del contratto.

Conclusioni.


Solo una robusta iniezione di capitali, che permetta di pagare anche gli stipendi arretrati, appare, nell'immediato, come l’unica soluzione per uscire dalla situazione di crisi. Bisogna tener conto che se fosse risolto il problema immediato degli stipendi sportivi, ci sarebbe il problema del pagamento dei fornitori e soprattutto dell’andamento sportivo, con il rischio concreto della retrocessione in Serie B. La Serie B italiana è un problema, perché determina la necessità di ridurre drasticamente i costi, poiché è priva dei diritti TV di cui gode la Serie A. E i casi di Siena e Bari fanno riflettere.

domenica 8 febbraio 2015

Bilancio Chelsea 2013/14: utile per £ 18,4 milioni, con ricavi TV, commerciali e plusvalenze record.



Luca Marotta


Il comunicato stampa che ha annunciato i risultati economici e finanziari del Chelsea, relativi alla stagione 2013/14 (vedasi: http://www.chelseafc.com/news/latest-news/2014/11/chelsea-fc-announces-annual-profit.html), ha fatto riferimento al consolidato di Chelsea FC plc, che si analizzerà di seguito.

“Chelsea FC plc” è una società “sub-holding” del gruppo cui fa capo il “Chelsea Football Club”. Il gruppo ha come holding “Fordstam Limited” e come controllore di ultima istanza Roman Abramovich.
Chelsea FC plc, ha chiuso il bilancio consolidato, al 30 giugno 2014, con un risultato netto positivo pari a £ 18,4 milioni, pari a circa € 22 milioni (cambio: £1 =  €1,1958), mentre nel 2012/13 si era registrata una perdita di £ 49.440.000 e nel 2011/12 era evidenziato un utile netto di £ 1.378.000.

Il nuovo accordo per i diritti radiotelevisivi della FAPL ha contribuito in modo significativo all’esposizione del risultato positivo come hanno fatto del resto anche i proventi commerciali.
Invero, anche le plusvalenze, sono state determinanti, soprattutto quella derivante dalla cessione di David Luiz al PSG.

Per quanto riguarda l'introduzione delle regole UEFA sul fair play finanziario, gli Amministratori hanno dichiarato che rappresenta una sfida importante. La squadra di calcio ha bisogno di coniugare il successo sportivo sul campo con i dettami di questo nuovo regime.
Secondo gli Amministratori, il Chelsea sarà in regola anche per il secondo periodo di monitoraggio ai fini del Financial Fair Play.
In effetti, la simulazione elaborata alla fine del presente scritto confermerebbe l’affermazione degli Amministratori del Chelsea, che potranno comunque far ricorso alla clausola dell’esclusione degli ingaggi in essere al 1 giugno 2010 per il risultato del 2011/12.
Grazie al supporto della proprietà, l’indebitamento finanziario netto è assente, il Patrimonio Netto è positivo, ma la continuità aziendale continua ad essere garantita dall’azionista di riferimento.

Tra le curiosità bisogna segnalare che nella sezione relativa alle operazioni con le parti correlate è segnalato l’acquisto di “corporate hospitality box”, da parte di Roman Abramovich è in diminuzione essendo pari a £ 1 milione, mentre nel 2012/13 era pari a £ 2.038.000, e nel 2011/12 aveva speso £ 3.000.000.

Dal punto di vista sportivo, il 2013/14 il Chelsea è stato semifinalista di Champions League (2013: vincitore Europa League), è giunto terzo in Premier League (2013: terzo posto) e in FA Cup ha raggiunto il 5° turno (2013: semi-finalista).


La continuità aziendale.

Gli Amministratori hanno scritto che “Chelsea FC plc” fa affidamento sul continuo supporto finanziario della capogruppo “Fordstam Limited”. La società ha ricevuto conferma dalla capogruppo, che verranno forniti fondi sufficienti per finanziare l'attività per il prossimo futuro. Pertanto, gli Amministratori, nella preparazione del bilancio, hanno adottato il principio della continuità aziendale.
Invero, durante il 2013/14, la capogruppo “Fordstam Limited”, supportata dal proprietario finale, Mr Roman Abramovich, ha sottoscritto un aumento di capitale di n. 2.700.000 azioni del valore nominale di £ 0,01 al prezzo di £ 20. L’apporto della proprietà è stato di £ 54.000.000 (£ 85.000.000 nel 2012/13).

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è positivo per £ 370,6 milioni (€ 443,2 milioni) ed in aumento rispetto al dato dell’esercizio precedente, che era positivo per £ 298,9 milioni. La variazione di £ 71,5 milioni è dovuta, come già scritto, principalmente a causa di un’operazione di aumento di capitale per circa £ 54 milioni, derivante dal collocamento di 2.700.000 azioni a £ 20, che ha determinato un aumento del capitale sociale per £ 27.000 e un aumento della riserva da sovrapprezzo azioni per £ 53.973.000. Ovviamente sulla variazione ha esercitato i suoi effetti anche l’utile di esercizio pari a £ 18,4 milioni. Il Patrimonio Netto finanzia il 64,7% dell’attivo.



L’indebitamento.

Il bilancio consolidato al 30 giugno 2014, mostra una posizione finanziaria netta positiva per £ 25 milioni (€ 29,9 milioni). Determinata da disponibilità liquide per £ 19,9 milioni (€ 23,8 milioni) e crediti verso controllate per £ 5 milioni. Non esistono debiti finanziari.
Se considerassimo la struttura del gruppo fino al livello di “Chelsea FC plc”, potremmo affermare che l’assenza di debiti finanziari è frutto della scelta, di finanziarsi con apporti di capitale, tuttavia nella controllante “Fordstam Limited”, almeno fino al 2012/13, l’azionista ha preferito rimanere “creditore del gruppo” per i finanziamenti necessari agli apporti di capitale da destinare alle società controllate.
Nel 2011/12 la posizione finanziaria netta era positiva per £ 18.146.000.
L’entità dell’indebitamento finanziario netto, cui bisogna aggiungere il saldo tra debiti e crediti da calciomercato, è conforme al regolamento del Fair Play Finanziario in quanto inferiore ai ricavi.
I debiti con durata inferiore all’esercizio successivo ammontano a £ 169,5 milioni, mentre nel  2012/13 erano pari a £ 154,3 milioni. Questi debiti comprendono i ricavi anticipati per abbonamenti relativi alla stagione 2014/15 per l’importo di £ 41,8 milioni (£ 35,1 milioni nel 2012/13).
I debiti commerciali nel complesso sono pari a £ 103,9 milioni (£ 80,6 milioni nel 2012/13), di cui £ 71,1 milioni, hanno scadenza entro l’esercizio successivo.
I debiti tributari e previdenziali ammontano a £ 13,9 milioni, mentre nel 2012/13 erano pari a £ 14,9  milioni.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 1,83.
Infatti, l’equity ratio è molto alto ed è pari a 64,7%. Il ricorso al capitale di terzi è inferiore all’apporto di mezzi propri.

La struttura dell’attivo patrimoniale.

Il totale dell’attivo ammonta a £ 573,1 milioni (£ 482,3 milioni nel 2012/13) e risulta in aumento del 18,8%.
Al 30 giugno 2014, le attività non correnti rappresentano il 72,3% (78,2%  nel 2012/13) del totale dell’attivo e ammontano complessivamente a £ 414 milioni (£ 377 milioni nel 2012/13).
Si è verificato un incremento del 9,8%.
Le immobilizzazioni immateriali nette, rappresentano il 40,2% dell’attivo e risultano diminuite da £ 195,7 milioni a £ 230,2 milioni. La voce avviamento ammonta a £ 636 mila (£ 729 mila nel 2012/13), al netto del fondo ammortamento di224 £  mila. L’evidenziazione dell’avviamento fu dovuta all’acquisizione del 31 gennaio 2012 del 100% di Chelsea Digital Media Limited.
Le immobilizzazioni materiali, rappresentano il 32,1% dell’attivo e ammontano a £ 183,8 milioni; nel 2012/13 erano pari a £ 181,3 milioni. La maggior parte degli investimenti effettuati sono stati spesi per il miglioramento delle strutture dello Stamford Bridge e del campo di allenamento a Cobham. Come nel 2012/13, sono stati capitalizzati costi finanziari per £ 2.003.000.
Le attività correnti rappresentano il 27,7% dell’attivo e ammontano complessivamente a £ 159 milioni, con un incremento del 51% rispetto all’esercizio precedente.
Le disponibilità liquide diminuiscono da £ 26,1 milioni a £ 19,9 milioni.

Il Valore della Rosa.

Al 30 giugno 2014, il valore contabile netto della rosa calciatori ammonta a £ 225,9 milioni (€ 270 milioni) e risulta in aumento di £ 30,9 milioni. La variazione è stata causata da investimenti per £ 152,7 milioni, cessioni per un valore netto contabile residuo di £ 30,5 milioni, ammortamenti per £ 72,3 milioni e svalutazioni per £ 18,9 milioni.



In base ad una valutazione effettuata, la rosa del Chelsea al 30 giugno 2014 avrebbe un valore di mercato pari a £ 352.950.000 (£ 272,2 milioni al 30.06.2013 e £ 278.5 milioni al 30.06.2012).

Il Fatturato.



Il fatturato consolidato netto, per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2014, risulta pari a £ 319,8 milioni. Il fatturato netto del 2012/13 era pari a £ 255,8 milioni. L’aumento del fatturato, rispetto all’esercizio precedente, è stato di £ 64 milioni, ossia del 25,1%.
I Ricavi Media, come per tutti i club della Premier League, aumentano. Precisamente, l’aumento è stato del 7,5% da £ 105,4 milioni a £ 139,8 milioni (€ 167,2 milioni). La differenza è dovuta principalmente all’aumento dei diritti TV della FAPL.
I ricavi commerciali aumentano da £ 79,6 milioni a £ 108,9 milioni. Nel 2013/14 sono stati raggiunti accordi per nuove partnership con Rotary, Hackett, Coral, William Lawson’s, Indosat e Guangzhou R&F Football Club.
I ricavi da gare (“match day”) aumentano da £ 70,693,000 a £ 71,019,000.
La media spettatori del 2013/14 è stata di 40.979, mentre nel 2012/13 era di 40.072 e nel 2011/12 era di 40.344.
Il settore dei ricavi da match day è rimasto praticamente invariato (+0,46%). Non vi era alcuna possibilità di una crescita significativa, perché i prezzi praticati sono stati come quelli del 2011/12.



Le Spese operative.

Le spese operative ordinarie ammontano complessivamente a £ 349,2 milioni (£ 317 milioni nel 2012/13) e registrano un incremento di £ 32,1 milioni pari al 10,1%.
Sono evidenziati componenti straordinari di reddito operativo per circa £ 16,8 milioni (£ 3.983.000 nel 2012/13).
Tra gli altri costi operativi si segnala l’ammortamento delle immobilizzazioni dei costi di registrazione dei calciatori ammontante a £ 72,4 milioni (£ 58,8 milioni nel 2012/13), in aumento del 23,1%. L’ammortamento delle immobilizzazioni materiali è stato di 8,3 milioni di sterline (£ 8 milioni nel 2012/13). L’ammortamento dell’avviamento è stato pari a £ 93 mila.

Il Costo del Personale.

Il costo del personale ammonta a £ 190,6 milioni e registra un incremento del 7,9% rispetto ai 176,6 milioni di sterline del 2012/13. L’incidenza del costo del personale sul fatturato, senza plusvalenze, è pari al 59,6% (69% nel 2012/13), nel limite del 70%, auspicato dal Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario. Il costo del personale riguarda 669 unità (629 nel 2012/13) di cui 89 appartenenti alla gestione sportiva (giocatori e staff compreso).
Nel 2013/14, il costo del personale comprende anche un componente positivo straordinario di £ 2.132.000.
Per quanto riguarda la regola sul contenimento dei costi del personale della Premier League, che stabiliva che l’incremento per il 2013/14, non poteva superare £ 4 milioni se non attingendo ai fondi diversi da quelli provenienti dalla Premier League, ossia i diritti TV; occorre evidenziare che i ricavi commerciali risultano aumentati di £ 29,3 milioni e che il Chelsea dovrebbe risultare in linea con quanto richiesto dalla regola.

Il “Costo del Fattore Lavoro”, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti della rosa calciatori, è pari a £ 262,9 milioni.
Il “Costo del Fattore Lavoro” incide sul fatturato netto per l’82,2%. Quindi ogni 100 sterline che si fatturano, ne vengono destinate 82,2 al personale.

Player Trading.



La differenza tra plusvalenze e minusvalenze realizzate con le cessioni di calciatori è positiva per £ 65,1 milioni (£ 14,5 milioni, nel 2012/13).

Questo risultato positivo è dovuto principalmente alle cessioni del difensore David Luiz al Paris Saint Germain, del centrocampista Juan Mata al Manchester United e di Kevin De Bruyne al Wolfsburg.
Nel 2012/13 furono ceduti: Daniel Sturridge al  Liverpool e Raul Meireles al Fenerbahce.
L’importo realizzato con le plusvalenze non è sufficiente a coprire gli ammortamenti pari a £ 72,4 milioni e pertanto la gestione del “player trading è in perdita per £ 7,3 milioni, anche se in netto miglioramento rispetto al 2012/13.

Il “Break-even result”.



Al 30 giugno 2014, il risultato prima delle imposte è positivo per £ 18.906.000; mentre al 30 giugno 2013, il risultato prima delle imposte era negativo per £ 50.712.000, mentre, al 30 giugno 2012, era esposto un risultato positivo consolidato di £ 1.378.000.
Ai fini del calcolo del Break-even Result, occorre esprimere gli importi in Euro e bisogna considerare il cambio medio dell’esercizio e non quello alla data di chiusura del bilancio.
Il Chelsea dovrebbe rispettare, quanto stabilito dal Financial Fair Play. In ogni caso può ricorrere alla clausola dell’esclusione dal bilancio 2011/12 degli stipendi, relativi ai contratti in essere al 1 giugno 2010.
Si potrebbe stimare l’importo di tale clausola in 69 milioni di sterline, pari a circa 81,2 milioni di Euro al cambio medio del periodo di 1 £ = € 1,1773, considerando i seguenti calciatori: Petr Čech; Branislav Ivanović; Ashley Cole; Michael Essien;Frank Lampard; Didier Drogba; Mikel John Obi;Florent Malouda; José Bosingwa; Paulo Ferreira;Salomon Kalou; Ross Turnbull; Daniel Sturridge;John Terry; Hilário; Nicolas Anelka.
In linea teorica, il Chelsea potrebbe chiudere l’esercizio 2014/15 con una per di € 25 milioni.

Conclusioni.


Secondo gli Amministratori, gli ultimi risultati finanziari combinati con quelli dei due anni precedenti portano ad affermare che per il secondo periodo di monitoraggio del Financial Fair Play il Chelsea risulterà ampiamente entro i limiti stabiliti dalla UEFA. Tra l’altro, anche per il primo periodo di monitoraggio, è risultato che il Chelsea ha rispettato i criteri del Financial Fair Play.