lunedì 16 novembre 2009

Recensione del film: Pride & Prejudice (2005)

Titolo originale del film: Pride & Prejudice (2005)
Regia: Joe Wright
Musica: Dario Marianelli
Cast:
Elizabeth Bennet: Keira Knightley
Mr. Darcy: Matthew Macfadyen
Jane Bennet: Rosamund Pike
Mr. Bingley: Simon Woods
Mr. Bennet: Donald Sutherland
Mrs. Bennet: Brenda Blethyn
Charlotte Lucas: Claudie Blakley
Mr. Collins: Tom Hollander
Lady Catherine de Bourg: Judi Dench
Caroline Bingley: Kelly Reilly
Mr. Wickham: Rupert Friend
Mary Bennet: Talulah Riley
Lydia Bennet: Jena Malone
Kitty Bennet: Carey Mulligan
Georgiana Darcy: Tamzin Merchant
CHIAVE Dl LETTURA
Chi ricerca l'ideale, ossia qualcosa di più grande: la perfezione e/o l’assoluto, riesce a dominare, anche se con molte fatiche e dispiaceri, tutti i fattori che cercano dl limitare il compimento di tale ricerca. Nel film la chiave di svolta è data dallo splendore dell'arte, che dà luce all'animo e al vero sentimento. Chi lascia la ricerca dell'ideale si adegua ad una vita piatta e monotona, fatta di compromessi, piena di sottomissioni, con augusti spazi di libertà come la stanza di Charlotte Lucas.
Elizabeth Bennet è vittima del pregiudizio “figlio dell’astrazione”, ossia delle idee campate in aria, senza fondamento di verità, che minano la ricerca della sua verità: i1 vero sentimento. Il pregiudizio l'acceca, le fa perdere la luce. La bellezza dell'arte, in particolare lo splendore delle statue del palazzo di Darcy, le fa ritrovare la luce e vedere chiaramente. Darcy è vittima dell'orgoglio di classe, del suo patrimonio, della sua cultura, ma la sua sensibilità lo porta a ricercare qualcosa di più grande e autentico, che trova in Elizabeth. Nel film forse si dà prevalenza ad un orgoglio che maschera la timidezza rispetto all’orgoglio usato come una corazza per difendersi dalle cattiverie degli altri. L'ambiente che circonda i due protagonisti, con le sue regole ed i suoi personaggi cerca di condizionarne le sorti.
La famiglia Bennet è apparentemente felice, sembra che al suo interno domini l'allegria. Ma le regole del tempo (mancanza dl un erede maschio, che possa ereditare la tenuta; la fuga di Lydia), e le condlzioni economiche cercano di minare questa armonia. I1 padre, dominato dalle donne, sembra estraniarsi, lascia fare, rifugiandosi nella sua stanza; alla fine si capisce i1 perché: vuole che Elizabeth trovi qualcuno che abbia almeno il suo valore. I1 suo estraniarsi e rifugiarsi nella stanza sembra indicare una sfiducia nelle regole del tempo.
I personaggi di contorno, tutti ottimamente interpretati, sono funzionali alla storia.
Mr Bingley rappresenta l'entusiamo inebriante dell'amore e/o infatuazione a prima vlsta, forse basato solo sull'estetica. Jane Bennet rappresenta i1 disincanto della consapevolezza della propria bellezza.
L'amica dl Elizabeth, Charlotte Lucas, amica confidente, che condivideva la ricerca dell'ideale, accettando la proposta di Mr Colllns, si adegua alla realtà del tempo e al ruolo che era imposto alla donna, ma conquista solo un piccolo spazio di libertà: una piccola stanza dove accoglie Elizabeth.
Tra i personaggi che operano per i1 mantenimento dello “status quo”, che pongono ostacoli al raggiugimento dell'ideale, c’è Caroline Bingley, che rappresenta l'invidia nei confronti della realizzazione del sogno di Jane. Poi troviamo Lady Catherine de Bourgh, che rappresenta l'arroganza del potere, della ricchezza e del potere precostituito. Mr Colllns rappresenta l'asservimento e la devozione completa a tale potere. Mr Wickham rappresenta la furbizia e l'arrivismo, con tutte le sue ambiguità.
LA SPIEGAZIONE “CANUDIANA'' Dl UN CAPOLAVORO CINEMATOGRAFICO
Il film esprime il tentativo riuscito di trovare la sintesi di tutte le arti nell’arte cinematografica. Secondo l'Estetica Cinematografica di Ricciotto Canudo, il Cinema è la settima arte, sintesi di tutte le altre. Le due arti fondamentali Architettura e Musica, rappresentative di spazio e ritmo, hanno generato altre quattro arti. L'Architettura ha generato la Scultura e la Pittura. La Musica, invece, ha generato la Poesia e la Danza. L'Arte Cinematografica ne è la sintesi. Nel caso del film in questione, la presenza dell'arte nel film oltre che evidente è fondamentale e la finzione cinematografica ne esprime la sintesi.
La Danza permette solo una conoscenza superficiale, non riesce a dominare il pregiudizio e l'orgoglio, comunque la conoscenza e lo scontro permette al regista di “astrarre” il ballo di Elizabeth e Darcy dal contesto della sala, isolando i due nel loro confronto.
La Musica avvicina i due protagonisti, ed è fosse il sottile filo che 1i tiene ancora legati, Elizabeth fa leva sulla musica per riallacciare i fili di un dialogo interrotto (ricordando il suo modo di suonare a Rosing). La colonna sonora detta il ritmo dello scorrere degli eventi. La musica è sufficiente a se stessa, ma il canto viene messe a tacere.
La Poesia sembra allontanarli, il giudizio sui sonetti dedicati a Jane è differente da parte di Elizabeth che dà più importanza al sentimento, mentre Darcy 1i considera “nutrimento dell'amore”.
La Pittura, con l'inquadratura degli affreschi del palazzo dl Darcy, induce Elizabeth al cambiamento del suo status d'animo, sembra abbia voglia di distaccarsi da terra per raggiungere la bellezza degli affreschi. C'è la descrizione della voglia dl elevarsi con l'abbandono della dimensione orizzontale con i suoi gravami, per la dimensione verticale. Anche a Netherfield viene inquadrato continuamente un quadro esposto in salotto.
Lo splendore della Scultura, in particolare la statua di Darcy, rivela a Elizabeth ciò che stava cercando. Rimane estasiata davanti alla statua di Darcy. Nello studio di Darcy si trova anche la statua di Giano Bifronte, simbolo dei due aspetti della personalità orgoglioso da un lato e generoso e leale dall’altro.
L'Architettura serve a mostrare la ricchezza e la potenza degli uomini, come il castello di Lady Catherine de Bourgh. Inoltre l’architettura serve come scenario per la prima dichiarazione di Darcy che avviene sotte un colonnato di un edlficio circolare con cupola, il Tempio di Apollo di Stourhead Garden, mentre piove. Ed è proprio in questo luogo che Darcy abbandona il suo orgoglio. Anche la bellezza architettonica del palazzo di Darcy suscita l'ammirazlone di Elizabeth.
Il Cinema che è la settima arte, la sintesi di tutte le arti, ci restituisce un capolavoro.
Luca Marotta

Nessun commento: