Luca Marotta
La notizia della sospensione dell’efficacia del Fair Play
Finanziario è stata ripresa dalla maggioranza dei mezzi di informazione con
pochi dettagli. Tuttavia, facendo anche una ricerca sui mezzi di informazione
stranieri, emergerebbe che l’avvocato Dupont, per conto di alcuni agenti e tifosi
(segnatamente PSG e Manchester City), sia riuscito ad ottenere la sospensione
del Regolamento UEFA sul Financial Fair Play solo in relazione alla seconda
fase di attuazione dello stesso.
Il provvedimento emesso dal “Tribunal de Première Instance
de Bruxelles”, sul “dossier Striani” (nome di uno degli agenti ricorrenti), ha
sentenziato che la seconda fase di attuazione del fair-play finanziario,
che vietava ai club di avere, per il periodo di monitoraggio, un deficit aggregato superiore a 30 milioni di Euro,
è sospesa.
Di conseguenza, i club penalizzati dal regolamento dell’UEFA
possono evidenziare un deficit aggregato, per il periodo di onitoraggio, con la soglia di tolleranza fino a 45 milioni.
Questo scenario, di “parziale vittoria” da parte
dell’avvocato Dupont, costituisce solo il primo tempo della partita in gioco.
Perché l'intera questione del Fair Play Finanziarioè stata rinviata alla Corte di Appello di Giustizia dell'Unione Europea. Infatti, il tribunale di prima istanza di Bruxelles ha deciso di rinviare la denuncia di Striani all’organismo competente che è la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, per giudicare se il Financial Fair Play non
violi le libertà fondamentali dell'Unione Europea. Secondo il dossier dell'agente
belga Daniel Striani, il fair play finanziario incide sul diritto di libera
concorrenza, la libertà di circolazione dei capitali e degli investimenti, la
libera circolazione dei lavoratori e la libera prestazione dei servizi.
Inoltre, pare che l’UEFA presenterà appello avverso il
provvedimento e che la semplice presentazione dell’appello impedisca la
sospensione disposta dal “Tribunal de Première Instance de Bruxelles” e di
conseguenza fino al giudicato della Corte di Appello di Giustizia dell'Unione Europea, per
il terzo periodo di monitoraggio, che include i bilanci che si chiudono nel
2013; 2014 e 2015, la soglia di tolleranza, come deficit aggregato, valida è quella di 30 milioni di
Euro.
Per quanto riguarda Roma e Inter, tecnicamente, non si può
parlare di "società sanzionate" in base al Regolamento del Fair Play Finanziario,
perché in base al regolamento stesso, le due società hanno sottoscritto un "Settlement
Agreement", ossia un accordo transattivo "volontario".
Il contenuto normativo dell’accordo transattivo ha come
riferimento la “Fase 1” del Regolamento del Fair Play Finanziario, che non è
stata toccata da quanto sentenziato dal “Tribunal de Première Instance de
Bruxelles”.
Nello specifico i problemi della Roma con il Fair Play
Finanziario sono rilevabili a pagina 30 del Prospetto Informativo relativo
all'aumento di capitale, in cui era scritto:
“Alla Data del Prospetto, l’Emittente non risulta in linea
con i parametri stabiliti dal Fair play finanziario in quanto:
- il risultato aggregato su base consolidata dei tre anni
2011/2012, 2012/2013 e 2013/2014, non rispetterà la soglia, pari ad un
risultato negativo complessivamente non superiore a 5 milioni di euro, ovvero a
45 milioni di euro in caso di ricapitalizzazione, definita per il rispetto
della ‘Break-Even Rule’.
- presenta un patrimonio netto consolidato è negativo.
Alla Data del Prospetto la Società, ai sensi degli artt. 14
e 29 del nuovo regolamento denominato “Procedural Rules Governing the Uefa Club
Financing Control Body, potrà essere passibile di sanzioni disciplinari,
quali a titolo esemplificativo e non esaustivo: avvertimento, ammonizione,
ammenda, e, nei casi più gravi: punti di penalizzazione, rintenzioni dei
proventi da partecipazioni a competizioni UEFA ed esclusioni dalle stesse
competizioni, allo stato non determinabili e non quantificabili.”
Nell’accordo transattivo della AS Roma si fa espresso
riferimento alla violazione della relativa all’obbligo di pareggio, ma viene
evidenziato anche che i risultati economici del Club mostrano un trend positivo
di miglioramento e che il club dovrebbe essere in grado di rispettare le norme
UEFA in materia nel prossimo futuro, anche a seguito del cambio di proprietà.
L’AS Roma ha accettato volontariamente gli obblighi previsti
nel "Settlement Agreement" in particolare l'obbligo di break-even per
il periodo di monitoraggio che copre i diversi periodi che terminano nel 2015,
2016 e 2017. E’ bene ricordare che il periodo di monitoraggio che include i tre
esercizi citati prevede una soglia di tolleranza di 30 milioni.
Quindi, nel caso dell'AS Roma, non si è tecnicamente in
presenza di un provvedimento sanzionatorio, ma di un accordo “volontario” tra
le parti, il cui mancato rispetto determinerebbe il venir meno della
sospensione della quota “patteggiata”, per la violazione dell’obbligo di
pareggio, che prevedeva la soglia di tolleranza dei 45 milioni, che non è stata
messa in discussione dal “Tribunal de Première Instance de Bruxelles”.
La quota patteggiata da AS Roma è di 6 milioni di Euro, di
cui 4 milioni condizionati, al rispetto dell’accordo “volontario”.
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