giovedì 21 giugno 2018

I conti dei club della Premier League 2016/17.




Luca Marotta


I conti dei club della Premier League relativi alla stagione sportiva 2016-17, mostrano, nel complesso, uno stato di salute buono, sotto il profilo del fatturato, della capacità di generare utili e della solidità patrimoniale.  
Il fatturato netto 2016/17 rispetto al fatturato 2015/16 risulta in aumento del 25,5%, aumentando di £ 926,8 milioni (circa 1,08 miliardi di Euro, ad un cambio medio annuale di 1£ = 1,1637 €)
A causa dell’aumento di £ 844 milioni dei ricavi per la cessione dei diritti TV, la Premier League 2016/17 accentua la sua dipendenza dai proventi derivanti dalla cessione dei diritti TV, dal 52,9% del 2015/16 al 60,7% del 2016/17.
Dai dati esposti emergerebbe, senza dubbio, l’importanza dei diritti televisivi come fonte principale di ricavo per il fatturato netto. Nel 2016/17, i ricavi per diritti TV superano la somma dei totali delle altre fonti di ricavo. Il tutto è merito delle condizioni contrattuali favorevoli che la Premier League è riuscita a spuntare.
Molto “saggia” appare la norma che riguarda  le misure del controllo dei costi a breve termine che impone ai Club della Premier League di non aumentare i costi della rosa attingendo ai fondi provenienti dai i diritti TV della Premier League  se non nell'ambito di determinati limiti. Tale norma che ha carattere prudenziale, potrebbe essere interpretata anche come misura di salvaguardia del sistema.



Nel 2016/17, per la Premier League risulta un risultato netto dopo le imposte positivo per circa £ 498,7 milioni (€ 580,3 milioni). Invece, per la Serie A italiana 2016/17 il risultato netto aggregato di tutti i club risulta negativo per circa € 36 milioni e la voce ricavi TV supera nettamente la somma dei totali delle altre fonti di ricavo, con un’incidenza sul fatturato netto, che si avvicina al 56%, pertanto risulta necessario ricorrere alle plusvalenze per far quadrare i conti. Comunque bisogna evidenziare che i ricavi TV della Premier League 2016/2017 pari a circa £ 2,77 miliardi (€ 3,222 miliardi) sono quasi il triplo di quelli della Serie A 2016/17 pari a circa 1,26 miliardi di Euro.
Si può affermare che i ricavi della Premier League 2016/2017, oltre ad essere nettamente superiori a quelli della Serie A italiana 2016/2017, fanno pensare anche ad un modello organizzativo meglio gestito oltre a migliori condizioni economiche generali di sistema.

Il Fatturato Netto.

Il fatturato netto 2016/17 della Premier League è di £ 4,56 miliardi (£ 3,6 miliardi nel 2015/16 e £ 3,3 miliardi nel 2014/15), pari a circa 5,3 miliardi Euro.
I primi sei club per fatturato hanno occupato i primi sei posti della classifica della stagione sportiva; mentre nel 2015/16 ci fu il caso Leicester che giunse primo in Premier League con l’ottavo fatturato e il Southampton, che conquistò il sesto posto in campionato con il decimo fatturato.

Nella stagione sportiva 2016/17, risulta che il Club col maggior fatturato netto, come anche nel 2015/16 e 2014/15, è stato il Manchester United con £ 581,2 milioni (£ 515,3 milioni nel 2015/16; £ 395,2 milioni nel 2014/15), che si è classificato al sesto posto in campionato 2015/16 (5° posto nel 2015/16; 4° nel 2014/15). Il Manchester City con il secondo fatturato pari a £ 473,4 milioni si è piazzato al terzo posto in EPL (£ 391,8 milioni nel 2015/16 e 4° posto in EPL). L’Arsenal con £ 415,4 milioni ha il terzo fatturato e si è piazzato al quinto posto in EPL (£ 347,4 milioni e 2° posto nel 2015/16), facendo peggio di due posizioni rispetto alla classifica del fatturato.



Se si considerasse il teorema secondo cui esiste una stretta correlazione tra fatturato e posizione in classifica, risulterebbe che i club che ha fatto meglio in Premier League rispetto alla classifica del fatturato sono tre: Chelsea, Bournemouth e Tottenham che hanno scalato quattro posizioni; mentre i club che hanno fatto peggio sono il Manchester United e il Leicester che hanno perso cinque posizioni; il Sunderland ne ha perse quattro.



Dal grafico emerge che i club che hanno fatto meglio in Premier rispetto al fatturato sono nove: Hull City; Burnley; Stoke City; West Bromwich Albon; Bournemouth; Southampton:Everton; Tottenham e Chelsea.
I club che hanno fatto peggio sono otto: Sunderland: Middlesbrough; Crystal Palace; Leicester; West Ham; Manchester United; Arsenal e Manchester City.
I club la cui posizione in base alla classifica della Premier League 2016/17 coincide con la posizione in classifica del fatturato sono solo tre: il Liverpool; il Watford e lo Swansea.

Negli ultimi tre posti della classifica del fatturato, figurano due squadre retrocesse: Middlesbrough e Hull City. L’altro club retrocesso, il Sunderland, mostrava il sedicesimo fatturato.

In sintesi, anche nel 2016/17, la classifica finale della Premier League, come nel 2015/16, ha smentito la tesi che “vince chi fattura di più”.

L’Incidenza dei Ricavi TV sul Fatturato Netto (TV and Broadcasting/Turnover).

I ricavi per “TV and Broadcasting” della Premier League 2016/17 ammontano a circa 2,77 miliardi di sterline (1,9 miliardi di Sterline nel 2015/16). Considerando il fatturato netto, senza plusvalenze, pari a £ 4,56 miliardi, si ottiene un’incidenza del 60,7 %.
Sull’importo complessivo incidono anche le competizioni europee. I club che hanno disputato la UEFA Champions League 2016/17, sono stati Manchester City; Chelsea; Arsenal, Leicester e Tottenham. Il Manchester United ha vinto la competizione UEFA Europa League 2016/17 ed il Southampton ha partecipato alla stessa competizione; mentre, il West Ham è stato eliminato nei play-offs di UEFA Europa League.
Il club col maggior fatturato televisivo è il Manchester City con £ 203,5 milioni, pari a circa 231,4 milioni di Euro, seguito da Arsenal con £ 198,6 milioni, pari a circa 225,9 milioni di Euro e Manchester United con £ 194,1 milioni. Il Leicester ha fatturato £ 190,8 milioni (£ 94,7 milioni nel 2015/16), pari a circa 217 milioni di Euro, e risulta al quarto posto, perché ha goduto anche dei ricavi della UEFA Champions League.



Gli ultimi tre posti sono occupati dai club retrocessi: Middlesbrough con £ 100,6 milioni (€ 114,4 milioni); Sunderland con £ 95,6 milioni (€ 108,7 milioni) e Hull City con £ 93,9 milioni (€ 106,8 milioni), che per la Serie A sono una cifra da quarto posto.

Per quanto riguarda la differenza con la Serie A italiana ammonta a circa 1,5 miliardi di Euro. Il dibattito riguardante sullo squilibrio interno e della differenza con i proventi di altre Leghe Europee si è concentrato soprattutto sui criteri di ripartizione dei diritti e non sulla struttura organizzativa della stessa Lega Serie A


I ricavi da Match Day.

Complessivamente i ricavi da Match Day incidono per il 13,5% sul fatturato netto escluse le plusvalenze e risultano pari a £ 614,5 milioni, circa 715,1 milioni di Euro.
Per le prime posizioni, la classifica rispecchia quella dell’anno precedente, con al primo posto il Manchester United, seguito dall’Arsenal e col sorpasso del Liverpool sul Chelsea. Da notare che il primo posto è occupato dal club che ha la maggiore capacità dello stadio e che l’ultimo posto è occupato dal Bournemouth, che ha lo stadio più piccolo. La differenza tra Arsenal e Manchester United dipende, oltre che dalla capacità dello stadio, anche dal numero di partite casalinghe disputate, tra competizioni nazionali, tra cui le coppe nazionali, e le competizioni europee.



Il club col maggiore importo è il Manchester United con £ 111,6 milioni, seguito dall’Arsenal con £ 100 milioni. Il Liverpool si colloca al terzo posto con £ 73,5 milioni seguito dal Chelsea con £ 65,5 milioni.
Il Manchester City occupa il quinto posto con £ 51,9 milioni, seguito dal Tottenahm con £ 45,3 milioni. All’ultimo posto si colloca il Bournemouth con £ 5,2 milioni.
Bisogna evidenziare che gli ultimi tre posti non sono occupati dai club retrocessi. In particolare, il Bournemouth, è il club con lo stadio con minore capacità.

I ricavi commerciali.

I ricavi commerciali, compresi i ricavi da “Corporate Hospitality” e gli altri ricavi, incidono per il 25,9% sul fatturato netto. Il totale complessivo ammonta a 1,18 miliardi di sterline, pari a circa 1,37 miliardi di Euro, che è una cifra nettamente superiore ai ricavi TV della Serie A italiana 2016/17.
Al primo posto si colloca il Manchester United con £ 275,5 milioni, pari a circa 320,6 milioni di Euro. Il Manchester City, anche con l’aiuto delle sponsorizzazioni con parti correlate si colloca al secondo posto con £ 218 milioni. Il Liverpool, si colloca al terzo posto con 136,4 milioni; mentre il Chelsea risulta quarto con £ 133,3 milioni, superando l’Arsenal con £ 117,2 milioni.
Il Sunderland, che è retrocesso, occupava il decimo posto con £ 21,8 milioni, pari a circa 25.38 milioni di Euro,  ed il Middlesbrough il quindicesimo posto con £ 11,1 milioni, pari a circa 12,97 milioni di Euro.



Gli ultimi due posti sono occupati da Watford e Bournemouth, club di medio bassa classifica, che tuttavia hanno conseguito la permanenza in Premier League anche per il 2017/18. Il terzultimo posto è occupato dal club Hull City che è retrocesso.

Il Player Trading.

Gli Ammortamenti e l’impairment sui diritti alle prestazioni dei calciatori ammontano complessivamente a £ 933,2 milioni. Il risultato complessivo relativo alle cessioni dei calciatori 2016/17 è pari a £ 547,1 milioni e non riesce a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori. Il risultato complessivo del Player Trading è negativo per £ 386,1 milioni. Il club col miglior Player Trading è il Southampton, con un risultato positivo di £14.7 milioni, seguito dall’Everton con un risultato positivo di £ 14,6 milioni.
Il club col maggior costo per ammortamenti calciatori è il Manchester United con £ 124,4 milioni, seguito dal Manchester City con £ 121,7 milioni. Non a caso espongono il peggior risultato relativo al Player Trading, anche perché i grandi club hanno altre fonti di ricavo, cui attingere.
Il club col miglior risultato in tema di cessione calciatori è il Chelsea con £ 69,2 milioni, seguito dall’Everton con £51,9 milioni e Southampton con £ 42,1 milioni.



Non è forse un caso, che un campionato che ha un fatturato netto elevato per diritti tv, ricavi commerciali e ricavi da gare, abbia un risultato da Player Trading negativo, anche perché la possibilità di acquisire calciatori con un costo del cartellino molto elevato, comporta necessariamente l’evidenziazione di notevoli costi per ammortamento.

Il Costo del Personale.

Il Costo totale del personale dei club della Premier League 2016/17 è di circa 2,49 miliardi di Sterline e assorbe circa il 54,7% del Fatturato Netto.
Il club col maggior costo del personale è risultato il Manchester City con £ 264,1 milioni, seguito dal Manchester United con £ 263,5 milioni, dal Chelsea con £ 219,7 milioni e dal Liverpool con 207,5 milioni.
Per quanto riguarda i club che si sono classificati ai primi tre posti del campionato, il Chelsea si colloca al terzo posto con £ 219,7 milioni. Il Costo del Personale del Tottenham, giunto al secondo posto, si colloca al sesto posto con £ 126,9 milioni Il Manchester City, arrivato terzo, ha il primo costo del personale con £ 264,1 milioni.



I club retrocessi mostravano il quattordicesimo costo del personale, pari a £ 84,4 milioni, con il Sunderland; il diciottesimo costo del personale, pari a £ 64,9 milioni col Middlesbrough e il diciannovesimo costo del personale con l’Hull City.

In termini di rapporto tra costo del personale e fatturato il club che ha il rapporto più elevato risulta il Crystal Palace con il 78,3%, Seguito dallo Swansea con il 77,3%. Tali club sono anche gli unici a superare la soglia del 70%. Il club con il rapporto più basso risulta il Tottenham con il 41,4%.
I club al di sotto della soglia del 50% sono 4: Leicester col 48,3%; Arsenal col 47,9%; Manchester United col 45,3% e Tottenham col 41,4%.

Se si considerasse il Costo del Lavoro Allargato, comprensivo di costo del personale e ammortamenti, a punto, risulterebbe che il club che ha speso meno è il Bournemouth con £ 1,98 milioni a punto, seguito dal West Bromwich Albion con £ 2,04 milioni a punto realizzato. Il Tottenham risulta il terzo club che ha speso meno per ogni punto conquistato con £ 2,06 milioni.
Il Sunderland retrocesso ha speso 5,34 milioni di sterline a punto.
La media del costo del lavoro allargato a punto risulta di 3,25 milioni a punto. I club sopra la media sono otto: Manchester United; Sunderland; Manchester City: Arsenal ; Crystal Palace ; Liverpool; Middlesbrough  e Chelsea .



Il club col maggior costo del lavoro allargato, ossia il Manchester United ha speso in termini di costo del lavoro allargato, per realizzare punti in campionato, la cifra di £ 5,62 milioni a punto. Il Manchester City ha speso £ 4,95 milioni per ogni punto. Il Chelsea, che ha vinto il campionato ha speso £ 3,31 milioni a punto e  l’Arsenal 3,69 milioni a punto.


L’Incidenza del Costo del Personale sui Ricavi TV.

L’Incidenza del Costo del Personale sui Ricavi TV della Premier League 2016/17, in media è del 90,1% (116,7% nel 2015/16). Si pensi che nel 2012/13 era del 147,4%.
Ciò sta a significare che i ricavi TV della Premier League riescono a coprire il costo del personale. I segnali di miglioramento sono evidenti, perché nel 2012/13 la percentuale di copertura era inferiore essendo pari al 67,8%.
Il vantaggio della Premier League, rispetto alla Serie A, è che i ricavi TV, sono nettamente superiori, come lo sono le altre componenti del fatturato caratteristico, e sta esercitando effetti positivi la misura del controllo dei costi a breve termine.

Il Risultato Prima delle Imposte Aggregato.

Il Risultato Prima delle Imposte aggregato della Premier League 2016/17 è positivo per 571 milioni di sterline (negativo per £ 94,5 milioni nel 2015/16; positivo per £ 122,8 milioni nel 2014/15). Sul dato aggregato incide il fatto che ben 15 club, ossia i ¾ dei club della Premier League, espongono un risultato prima delle imposte superiore a 10 milioni di sterline.
Il Leicester, grazie anche alla partecipazione alla UEFA Champions League, espone il risultato positivo migliore con £ 92,5 milioni, seguito dal Tottenham con 57,9 milioni e dal Manchester United con £ 56,5 milioni;



Risulta un solo club con un dato negativo; mentre nel 2015/16 erano otto club e nel 2014/15 erano solo sei club.
Il club in perdita è stato il Sunderland con 9,9 milioni di sterline. Nel 2015/16, il club con la maggiore perdita è stato l’Aston Villa con 80, 7 milioni di sterline. Nel 2014/15 è stato il Queens Park Rangers con 45,7 milioni di Sterline.
Bisogna ricordare che nel 2015/16, sul bilancio del Chelsea pesarono enormemente le risoluzioni contrattuali anticipate: con Mourinho, per £ 8.3 milioni e con ‘adidas’, per 67 milioni e l’Aston Villa effettuò una svalutazione calciatori (“impairment”) per £ 34,8 milioni.

La Situazione Patrimoniale.

Il totale delle attività, ossia dei mezzi a disposizione, dei club della Premier League, relativi alla stagione sportiva 2016-17, ammonta a circa 7,6 miliardi di Sterline (£ 6,8 miliardi nel 2015/16), pari a circa 8,88 miliardi di Euro. Tali mezzi sono finanziati con mezzi propri per circa il 31,7%.
Per la classifica relativa all’attivo, il club con l’attivo più elevato, e quindi con più mezzi a disposizione è il Manchester United con 1,53 miliardi di sterline, che si è classificato in campionato al sesto posto; seguito dal Manchester City (terzo in campionato) con 1,06 miliardi di sterline e dall’Arsenal con 884,3 milioni di sterline (in campionato al quinto posto). Il Chelsea, che ha vinto il campionato, risulta con un attivo di 664,4 milioni di sterline, al quinto posto per mezzi a disposizione.



I club con meno di 100 milioni di sterline di attivo, ossia di mezzi a disposizione, sono solo tre: Bournemouth con 97 milioni di sterline; Burnley con £ 76,2 milioni e Hull City con £ 73,8 milioni.

Come nei due esercizi precedenti, il Club col maggior Patrimonio Netto è il Manchester City, con £ 678,2 milioni, seguito dal Manchester United, con £ 477,6 milioni ed Arsenal con £ 363,4 milioni. I club con più di £ 100 milioni di Patrimonio Netto sono solo sei: Manchester City; Manchester United; Arsenal Tottenham; Chelsea e Leicester.

Il Club col maggior Equity Ratio è il Manchester City, con 63,9%, seguito dal Leicester con 53,7%; Everton con 47,6% e Chelsea con 45,9%.
Figurano sei club con patrimonio netto negativo: Sunderland; West Ham; Middlesbrough; Stoke City; Bournemouth e Hull City. Il club che presenta il Patrimonio Netto negativo più elevato e il peggior è il Middlesbrough.
Il club che presenta l’Equity Ratio negativo peggiore è l’Hull City.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Si è solvibili quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più si è solvibili.
L’insieme dei club della Premier League 2016/17 evidenzia un indice di solvibilità totale abbondantemente superiore a 1, essendo pari a 1,46 (1,43 nel 2015/16), ciò vuol dire che il valore dei beni a disposizione è sufficiente a pagare i debiti.



Tuttavia per sei club il valore è inferiore a 1 e si tratta di West Ham; Sunderland; Stoke City; Bournemouth; Middlesbrough e Hull City.

NET DEBT



Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta complessiva è negativa per £ 797,3 milioni (-£ 862,7 milioni nel 2015/16). Tuttavia figurano nove club con una posizione finanziaria netta positiva: Tottenham; Chelsea; Burnley; Swansea; Southampton; Everton; West Bromwich Albion Leicester e Crystal Palace.
I club che superano l’importo di 100 milioni di sterline come posizione finanziaria netta negativa sono quattro: Manchester United; Liverpool; Middlesbrough e Sunderland. Gli ultimi due club son retrocessi

Conclusioni.

Dai dati relativi alla stagione sportiva 2016/17, il business della Premier League appare solido e profittevole.
Indubbiamente, l’aumento dei ricavi relativi alla cessione dei diritti TV, che è diventata la principale fonte di reddito della Premier League sia in valore assoluto che come peso percentuale, ha svolto un ruolo importante. Tuttavia, l’aumento dei ricavi relativi alla cessione dei diritti TV per la Premier League unitamente alle Regole Inglesi in tema di controllo economico-finanziario, che pongono un limite alle perdite triennali e stabiliscono delle misure di controllo dei costi del personale, unitamente ai ricavi commerciali e da botteghino, sono alcune delle cause che contribuiscono a rendere solido il business della Premier League. Altre cause bisognerebbe ricercarle nel modello organizzativo e nella dotazione di infrastrutture.
Nel medio-lungo periodo, sarà interessante seguire nel futuro, come le condizioni economiche generali, potranno influenzare la solidità del business, si pensi alla “Brexit” o ad eventuali svalutazione della sterlina.

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