Luca Marotta
L’ultimo bilancio della “Gestione Moratti” sintetizza la
stessa, che ha avuto una durata quasi ventennale e che è stata caratterizzata
da uno squilibrio economico, dovuto al costante prevalere dei costi sui ricavi,
determinante uno squilibrio patrimoniale, caratterizzato da un patrimonio netto
negativo, e uno squilibrio finanziario, dovuto al prevalere dei debiti sui
crediti. Per riequilibrare tale situazione, la proprietà è stata costretta ad
intervenire, anche più volte nello stesso anno, con cifre importanti, che
tirando le somme risultano degne di una “manovra finanziaria correttiva” a
livello statale. Forse si può intravedere in tale sintesi almeno una delle
motivazioni che hanno portato al cambio del controllo del club nerazzurro.
F.C. Internazionale Milano S.p.A. ha chiuso il bilancio
dell’esercizio 2012/13 con una perdita di
€ 79.881.808, in peggioramento rispetto all’esercizio 2011/12, che si
era chiuso con una perdita di € 77.147.926. La perdita si è
verificata nonostante la riduzione dei costi della produzione per circa € 44,3
milioni, a causa soprattutto dalla riduzione degli stipendi dei calciatori,
invece, gli ammortamenti pari a circa 60 milioni di Euro, sono rimasti praticamente
invariati. I ricavi sono diminuiti di circa 34,5 milioni di Euro, soprattutto a
causa della mancata partecipazione alla Champions League, che ha comportato il
decremento dei proventi televisivi, di sponsorizzazioni e di biglietteria. Tali
voci di ricavo sono strettamente connesse all’andamento sportivo della squadra,
che non avendo conseguito l’accesso alla UEFA Champions League 2012/13, ha costretto
a un ridimensionamento del budget.
Per i “grandi” club italiani, diventa sempre più “vitale”,
per il conto economico, in assenza di ricavi da stadio rilevanti, la
partecipazione alla Champions League.
I numeri della gestione Moratti dall’esercizio 1994/1995 all’esercizio
2012/2013, evidenziano apporti di capitale per 1,25 miliardi di Euro a fronte di perdite complessive pari a 1,35
miliardi di Euro, con un valore della produzione complessivo di circa 2,9
miliardi di Euro. In media, ogni 100 milioni di Euro di ricavi, si generavano
47 milioni di Euro di perdita.
Pensando agli studenti universitari, che spesso mi contattano
per avere suggerimenti sulla loro Tesi di Laurea, risulta subito evidente che tali
cifre possano generare delle utili piste di riflessione e approfondimento sul
tema del valore dell’investimento nel settore calcio. Infatti, affinché si possa affermare che un
investimento crei “valore” occorre che il capitale investito renda in termini
di benefici più di quanto costi in termini di sacrificio e duri il più a lungo
possibile.
Un dato oggettivo nella valutazione dell’esistenza di un
“valore”, potrebbe essere dato dal prezzo di rivendita del bene oggetto
dell’investimento. A tal proposito, potrebbe essere utile rileggere l’articolo
che ho scritto sulla cessione dell’Inter: “Bilancio Internazionale Holding: la
perdita del controllo costa 193 milioni”, al seguente link: http://luckmar.blogspot.it/2014/01/bilancio-internazionale-holding-la.html
Ovviamente, ci si dovrebbe anche interrogare se i benefici
in termini di successi sportivi possano essere misurati in termini monetari.
Paradossalmente, nel caso dell’Inter il periodo dei successi sportivi è
coinciso con quello delle maggiori perdite.
Rimane un altro interrogativo, ossia quella della
misurazione del ritorno d’immagine che può derivare dall’investimento nel
settore calcio, da sfruttare, eventualmente, nelle altre attività
dell’investitore.
Il Valore dell’Inter.
In data 15 novembre 2013 è stato deliberato, per F.C.
Internazionale Milano S.p.A., un aumento del Capitale Sociale a pagamento, per
nominali Euro 10.500.000 oltre sovrapprezzo pari a Euro 64.500.000, mediante emissione
di n. 8.166.666.667 nuove azioni ordinarie, riservato alla società “International
Sports Capital HK Limited”.
La società “International Sports Capital HK Limited” ha
assunto, tra l’altro, degli impegni di ricapitalizzazione già garantiti per almeno un triennio ed è
diventata il nuovo azionista di controllo di F.C. Internazionale Milano S.p.A.,
sottoscrivendo un numero di nuove azioni rappresentative del 70% del capitale
sociale e versando Euro 75.000.000.
Tale operazione, effettuata il 15 novembre 2013, ha permesso di
stabilire un valore di mercato che è stato utilizzato per determinare il valore
realizzabile della partecipazione al 30 giugno 2013 di Internazionale Holding
srl.
In definitiva, in
data 15 novembre 2013, il 70% di F.C. Internazionale Milano S.p.A. valeva
75.000.000 di Euro e di conseguenza il 100% valeva 107.142.857,14.
La continuità
aziendale (“Going Concern”).
La continuità aziendale deve intendersi come attitudine
dell’azienda a durare nel tempo o anche come la capacità di poter far fronte e
quindi di onorare gli impegni finanziari nel futuro, ed è uno dei punti cardine
del Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario. Non a caso a partire dalla Stagione Sportiva 2013/2014, ciascun club deve
presentare il bilancio certificato da un revisore esterno attestante la
continuità aziendale (‘going concern’).
La relazione della Società di Revisione contiene al punto 4,
due richiami di informativa. I Revisori, hanno evidenziato l’esistenza di
perdite significative per € 79,9 milioni ed un patrimonio netto negativo per €
6,6 milioni. Tuttavia, nel mese di Luglio 2013, l’Azionista di maggioranza ha
effettuato un versamento in conto copertura perdita per 11 milioni di Euro,
ristabilendo l’equilibrio patrimoniale e finanziario.
I revisori hanno richiamato l’attenzione anche sul fatto che
gli Amministratori hanno affermato che il socio di riferimento ha espresso
l’impegno a supportare economicamente e finanziariamente la Società , per dodici mesi o
fino al momento del passaggio del controllo societario, come avvenuto a novembre
2013, e su tale presupposto è stato redatto il bilancio di esercizio 2012/13 nella
prospettiva della continuità aziendale.
Nel mese di novembre 2013, come già detto, è venuto meno il
controllo in F.C. Internazionale Milano S.p.A., da parte di Internazionale
Holding Srl, che, pertanto, non risulta più essere l’azionista di riferimento
del Gruppo F.C. Internazionale Milano. Come conseguenza del nuovo assetto di
controllo societario, il supporto finanziario di breve termine al Gruppo F.C.
Internazionale Milano è stato garantito dal Gruppo di Thohir, mediante
l’aumento di capitale. L’apporto dei nuovi azionisti ha consentito di
ripristinare le condizioni di equilibrio economico e finanziario di F.C.
Internazionale Milano S.pA. e del Gruppo, necessarie per la operatività in
continuità aziendale. Inoltre, i nuovi azionisti hanno assunto l’impegno di
mantenere la continuità aziendale del Gruppo F.C. Internazionale Milano, come
già detto, per almeno tre anni.
Quanto evidenziato dai revisori, ma anche dal collegio
sindacale, conferma che, per quanto riguarda la gestione Moratti, non si era in
presenza di una gestione economica che si autofinanziava, ma di una gestione che
necessitava dell’intervento del suo socio di riferimento per far fronte agli
impegni finanziari.
E’ bene ribadire che la “ratio” del Regolamento del Fair
Play Finanziario è quella di “obbligare” le società di calcio ad adottare
sistemi gestionali che si autofinanzino, col principio cardine del “non
spendere più di quanto si guadagni”. Infatti, una gestione che si autofinanzi
non ha bisogno dell’impegno del suo socio di riferimento, perché è in grado, da
se stessa, di creare le risorse finanziarie per far fronte agli impegni.
Il Patrimonio Netto.
Come stabilito dal Regolamento del Fair Play Finanziario ciascun club deve presentare un
patrimonio netto non negativo. Nel caso in cui esistesse un Patrimonio
Netto negativo, non deve comunque evidenziare un deterioramento rispetto
all’esercizio precedente.
Il Patrimonio Netto al 30 giugno 2013, è negativo per € 6.572.103,
mentre al 30 giugno 2012 era negativo per € 21,3 milioni. La composizione, al
30 giugno 2013, del patrimonio netto era la seguente: capitale sociale pari ad €
35.000.000 (€ 40.820.763 nel 2011/12), "riserva copertura perdite in
formazione" per € 38.309.705 (€ 15 milioni nel 2011/12) e perdita dell’esercizio
pari a € 79.881.808.
In relazione alla copertura della perdita di € 79.881.808 (€
41.572.103 al netto della riserva esistente al 30 giugno 2013 di € 38.309.705
destinata a copertura perdite in formazione), il socio Internazionale Holding
s.r.l., dopo la chiusura dell'esercizio, in data 11 luglio 2013, ha effettuato
un versamento a copertura perdite di
11.000.000 di Euro, e l’Assemblea dei Soci ha deliberato di coprire le perdite
emergenti dal bilancio al 30 giugno 2013 mediante le riserve, il versamento di
11 milioni, di cui si è detto, e la riduzione del capitale sociale ad Euro 4.500.000.
L’Indebitamento Finanziario
Netto.
Per il regolamento del Fair Play Finanziario l’indebitamento
di natura finanziaria al netto delle disponibilità, unitamente al saldo tra
crediti e debiti per la compravendita calciatori, non deve essere superiore ai
ricavi.
Nel caso dell’ultimo bilancio d’esercizio di F.C.
Internazionale questo dato risulta essere conforme a quanto auspicato dal Fair
Play Finanziario.
I debiti verso le banche ammontano a € 91,2 milioni (€
87.650.213 nel 2011/12) e risultano in aumento del 4,1%. I debiti bancari a
medio termine pari a € 4,6 milioni riguardano gli anticipi delle rate
contrattuali dello sponsor tecnico Nike. I debiti verso altri finanziatori
ammontano a € 15,7 milioni (€ 24.929.310 nel 2011/12), e riguardano un mutuo
concesso dall’Istituto del Credito Sportivo a garanzia del quale c’è stata la
cessione pro solvendo del credito vantato verso lo sponsor Pirelli S.p.A.
(2012/13 e 2013/14) e una lettera di patronage da parte della controllante
Internazionale Holding Srl.
Le disponibilità liquide sono pari a € 119.166, mentre
nell’esercizio precedente erano pari a € 213.499.
I crediti verso società calcistiche ammontano a € 95,8
milioni (€ 98,7 milioni nel 2011/12). Gli importi maggiori riguardano: il Genoa
per €19,9 milioni; il Milan per € 8,7 milioni; il Cesena per € 7,8 milioni; il Bologna
per 7,1 milioni e il Liverpool per 6,7 milioni.
I debiti verso società calcistiche ammontano a € 117,1
milioni (€ 124,3 milioni nel 2011/12). Gli importi maggiori riguardano il Genoa
per € 27,3 milioni, l’Udinese per € 12 milioni, il Cesena per € 11,4 milioni, la Dinamo Zagabria
per € 11 milioni, il Palermo per € 9,6 milioni e il Porto per € 9,5 milioni.
Gli altri debiti.
In base al Regolamento del Fair Play Finanziario, le società
di calcio richiedenti la Licenza UEFA ,
non devono avere debiti scaduti verso i club, i dipendenti e/o le autorità
sociali o fiscali, a meno che tali debiti siano oggetto di contenzioso, con
valide argomentazioni a supporto.
La voce “debiti” iscritta nello stato patrimoniale è
diminuita da € 458,9 milioni a € 432,9 milioni, di cui € 91,2 milioni verso
banche, € 73,7 milioni verso fornitori, € 117,1 milioni verso altre società di
calcio, a fronte di crediti per € 145,2 milioni. Tra i debiti verso fornitori
si segnalano € 10,3 milioni di debiti verso la Rai per l'acquisto dell'archivio storico ed € 35
milioni verso agenti Fifa (ai quali sono andati nella stagione 2012/13 circa € 13
milioni).
I debiti verso il personale, aumentano da € 13,1 milioni a €
14,6 milioni. Un dato da considerare “fisiologico” e rientrante nei canoni del
Fair Play Finanziario.
I debiti per cessione dei crediti pro soluto, aumentano da €
35,3 milioni a 50,4 milioni di Euro. Questi debiti, per € 42,5 milioni,
riguardano la cessione ad un primario Istituto di Credito dei diritti TV 2013-14.
Quanto sopra significa che dal punto di vista gestionale, si è fatto leva su
parte dei ricavi della stagione 2013-14, per creare liquidità nel 2012-13.
I debiti verso fornitori aumentano da € 63,8 milioni da € 73,7
milioni. Tali debiti comprendono il debito verso la RAI per € 10,3 milioni e il
debito verso gli Agenti FIFA pari a € 35,1 milioni (€ 27,1 milioni nel 2011/12).
Nell’esercizio 2012/13 sono stati effettuati pagamenti agli agenti per € 13
milioni (€ 12,6 milioni nel 2011/12).
I debiti verso le controllate diminuiscono da € 73 milioni a 48,1 milioni di Euro. Tali debiti si
riferiscono, per € 48 milioni, ai canoni di licenza d’uso dei marchi da pagare
alla controllata Inter Brand S.r.l., la regolazione di tale debito avviene
attraverso il pagamento di € 16 milioni ad anno. Tuttavia, nell’attivo tale
voce è bilanciata da “Risconti attivi pluriennali per licenza d’uso marchi”
pari a € 40 milioni (€ 56 milioni nel 2011/12).
I debiti tributari diminuiscono da € 22,6 milioni a € 11
milioni Il decremento è dovuto alla riduzione del costo del personale. Infatti,
i debiti per IRPEF su lavoro dipendente diminuiscono di circa 4 milioni di Euro,
a € 8 milioni. Anche il debito relativo alle cartelle esattoriali connesse
all’adesione ad avvisi di accertamento per rilievi ai fini IRAP, IVA e ritenute
alla fonte per il periodo dal 2005 al 2007, diminuisce da € 7,2 milioni a € 2,5
milioni.
In Nota Integrativa si fa cenno a contenziosi fiscali a
seguito di accertamenti. Nella stessa Nota Integrativa è anche specificato che,
nel mese di dicembre 2012, il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole
alla tassazione ai fini IRAP delle Plusvalenze. In relazione agli anni
fiscalmente aperti(2008-2011) e agli avvisi di accertamento ricevuti per il
2005-2006 e 2006-2007, gli Amministratori, alla data di predisposizione del
bilancio 2012/13, erano in fase di valutazione circa gli effetti di tale
pronuncia sulla posizione fiscale della società e le conseguenti strategie da
adottare.
Il Valore della Rosa.
Il valore netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei
calciatori ammonta a € 144,8 milioni (€ 148.587.795 nel 2011/12). La variazione
è dovuta ad investimenti per € 88,3 milioni (€ 102 milioni nel 2011/12),
cessioni per un valore contabile netto di € 38,6 milioni (€ 43,8 milioni nel
2011/12) ed ammortamenti per 53,4 milioni (€ 52,6 milioni nel 2011/12).
Tra i calciatori con valore contabile residuo più elevato
spiccano: Handanovic per € 14.560.000 (costo storico: € 19,4 milioni); Kovacic per € 13.209.249
(costo storico: € 14,6 milioni);
Alvaro Pereira per € 9.571.877 (costo storico € 12.229.658);
Fredy Guarin per € 9.164.877 (costo storico € 12.219.836); Rodrigo Palacio per
€ 7.216.667 (costo storico € 10.825.000); Ricardo Alvarez per € 6.909.000
(costo storico: € 11,5 milioni);
Nagatomo per € 6.159.375 (costo storico: € 10.950.000).
I crediti per compartecipazioni ex art. 102 bis NOIF
ammontano a € 9.751.000 (€ 16 milioni nel 2011/12). Gli importi maggiori
riguardano: Marko Livaja (Atalanta) per € 2,5 milioni e René Khrin (Bologna)
per 2 milioni.
I debiti da compartecipazione ex art. 102 bis NOIF ammontano
a € 5.670.000 (€ 10,8 milioni nel 2011/12). L’importo maggiore riguarda Alessandro
Capello in compartecipazione col Bologna per 2,5 milioni, seguito da Lorenzo Tassi
in compartecipazione col Brescia per € 2.000.000.
Pertanto, si potrebbe stimare il valore della rosa al 30
giugno 2013 per € 148,7 milioni (€ 153,8 milioni nel 2011/12).
La campagna trasferimenti dell’estate 2013 ha comportato investimenti
per € 79.368.000 e cessioni per € 48.053.000. Sono stati acquistati Icardi
Mauro, Belfodile e Taider, mentre Rolando è stato acquisito in prestito. Le
plusvalenze realizzate durante la sessione estiva del calciomercato sono state
pari a € 3.290.000.
A causa soprattutto della mancata partecipazione alla UEFA
Champions League, il valore della produzione dell’Inter è diminuito del 14,6%, da
€ 235,7 milioni a € 201,2 milioni. Il fatturato netto, senza plusvalenze,
prestiti e capitalizzazione costi vivaio diminuisce da € 186 milioni a € 162,7
milioni.
I costi della produzione diminuiscono del 13,8%, da € 320,2
milioni a € 275,9 milioni. Il 46,4% di tali costi è rappresentato dal costo del
personale e il 22% dagli ammortamenti.
La differenza tra ricavi e costi della produzione rimane
negativa per € 74,7 milioni.
I Ricavi.
I ricavi derivanti dalla cessione dei diritti
radiotelevisivi diminuiscono da € 112,5 milioni a € 81,4 milioni. Di questi, €
74,7 milioni riguardano i diritti tv nazionali (€ 80,9 milioni nel 2011/2012)
ed € 6,7 milioni riguardano i proventi tv dell'Europa League, mentre nel
2011/12 i proventi della Champions League ammontavano a € 31,6 milioni.
I ricavi commerciali diminuiscono da € 29 milioni a € 27,6
milioni. Le sponsorizzazioni sono pari a € 25,6 milioni (€ 27,7 milioni nel
2011/12), con un’incidenza del 10,87% sul valore della produzione. Pirelli ha
contribuito con € 12.700.000 (€ 12.950.000 nel 2011/12), lo sponsor tecnico con
€ 10.076.000 (€ 11.442.000 nel 2011/12). Nel mese di Agosto 2013 è stato
rinegoziato il contratto con lo sponsor tecnico, con prolungamento decennale. I
ricavi da pubblicità registrano la cifra di € 2.005.000 (€ 1,7 milioni nel 2011/12)
ed un’incidenza dello 0,85% sul valore della produzione. La gestione del
marchio, con il relativo merchandising, è stata ceduta alla controllata Inter
Brand S.r.l..
I ricavi da gare, comprese le quote degli Inter club
diminuiscono da € 23,2 milioni a 19,6 milioni di euro. Tali ricavi incidono per
l’8,32 sul valore della produzione. Gli abbonamenti sono diminuiti da € 12,3
milioni a 9,6 milioni di euro, i ricavi da Coppe Internazionali sono diminuiti
da € 2,6 milioni a € 1.001.000, mentre gli incassi da gare campionato aumentano
da € 6,5 milioni a € 7,2 milioni.
I contributi in conto esercizio pari a € 7,5 milioni, nella
tabella sopra classificati tra gli altri ricavi, riguardano principalmente i
contributi della Lega legati ai premi della Tim Cup e ai ricavi collettivi esclusi
i diritti audiovisivi.
Gli altri ricavi, pari a € 26.434.000 (€ 17.653.109 nel
2011/12), si riferiscono per € 8,1 milioni ai ricavi per commercializzazione
dell’archivio televisivo, per € 5.518.000, ai ricavi per servizi resi a Inter
Brand Srl e per € 7.208.000 e a sopravvenienze per maggiori ricavi definiti
successivamente alla chiusura dell’esercizio di competenza.
La società continua ad investire nel vivaio, infatti, i
costi del vivaio capitalizzati ammontano ad € 4,6 milioni (€ 4,7 milioni nel
2011/12).
Il Player Trading.
Il Player Trading dell’Inter ha conseguito il miglior
risultato nell’esercizio 2009/10, grazie all’enorme plusvalenza realizzata con
la cessione di Ibrahimovic al Barcellona. Nel 2012/13 segna un risultato
negativo. La differenza tra plusvalenze e minusvalenze non riesce a coprire il
costo annuale dei cartellini dei calciatori rappresentato dagli ammortamenti.
Le plusvalenze risultano pari a € 33.892.437 (€ 44,4 milioni
nel 2011/12) e hanno un’incidenza sul valore della produzione del 14,38%. Il
calciatore che ha determinato la maggiore plusvalenza pari a € 7.948.800 è
stato Faraoni, ceduto per € 8 milioni all’Udinese. Le altre plusvalenze di
rilievo riguardano: per € 7.776.667 quella di Coutinho ceduto al Liverpool per
€ 10 milioni e per € 3.216.000 quella di Maicon ceduto al Manchester City per €
4 milioni. La cessione di Sneijder al Galatasaray, per € 7,5 milioni, ha determinato
una plusvalenza di 691 mila Euro.
Le minusvalenze da cessioni diritti pluriennali, pari a €
7,4 milioni, riguardano principalmente per € 2,5 milioni la minusvalenza
realizzata con la cessione di Caldirola al Werder Brema, per € 2.127.000 quella
di Diego Forlan per risoluzione contrattuale.
Per quanto riguarda, le acquisizioni di calciatori a titolo
temporaneo, ammontanti a € 5.360.000, il costo maggiore riguarda il prestito di
Silvestre dal Palermo per € 3 milioni, seguito dal prestito di Gargano dal
Napoli per € 1.250.000.
Gli ammortamenti della rosa calciatori, sono leggermente
aumentati da € 52,6 milioni a € 53,4 milioni.
I Costi della
Produzione.
Il costo dei dipendenti, al 30 giugno 2013 in rapporto al valore
della produzione incide per il 63,6%, entro il limite massimo auspicato dal
Regolamento UEFA sul Fair Play finanziario, ma se considerassimo il fatturato
netto la percentuale aumenterebbe al 78,7%. Il costo del personale risultante
dal bilancio di esercizio è pari a € 128 milioni (€ 165,3 milioni nel 2011/12)
e risulta in diminuzione del 14,6%. I
compensi contrattuali dei calciatori sono diminuiti da € 131,8 milioni a € 106,3
milioni, quelli per gli allenatori e i tecnici passano da € 13 milioni a € 5,3
milioni, mentre e i Premi rendimento diminuiscono da € 7,8 milioni a € 2,5
milioni.
Nella sostanza il dato complessivo del costo del personale corrisponde
alle previsioni fatte durante l’Assemblea che approvò il bilancio 2011/12, in
cui fu prevista una riduzione di circa 40 milioni di Eruo. Tuttavia, tale
riduzione non ha fatto fronte al venir meno dei ricavi da Champions League,
come si auspicava.
Gli ammortamenti complessivi sono pari a € 60.773.048 (€
59.513.894 nel 2011/12). Anche tale dato conferma la previsione dell’Assemblea
che approvò il bilancio 2011/12, che era di 60 milioni di Euro, a causa degli
investimenti effettuati.
Il costo di gestione del personale, dato dalla somma dei
salari e degli ammortamenti dei calciatori, incide sul valore della produzione
per il 90,1%. Nella sostanza ogni 100 euro di ricavi, 90 sono assorbiti dalla
gestione del personale (stipendi e cartellini).
L’importo maggiore dei costi per godimento dei beni di terzi,
riguarda il canone di licenza d’uso dei marchi per € 16 milioni. Trattandosi di
operazione con società controllata, questo importo non ha effetti nel bilancio
consolidato, che è il bilancio da considerare ai fini del Fair Play Finanziario.
Analogamente, nel bilancio consolidato non viene considerato il ricavo di Inter
Brand Srl.
I costi per prestazioni di servizi aumentano da € 40,8
milioni a € 41,1 milioni. Tali costi comprendono anche i costi specifici
tecnici diminuiti da € 11,1 milioni a € 9,6 milioni. Tale diminuzione è dovuta
al minor impatto dei costi per la campagna trasferimenti, che riguardano
principalmente i compensi per Agenti FIFA e che ammontano a € 7.866.000.
La gestione
finanziaria.
La gestione finanziaria netta, esclusi oneri e proventi da
compartecipazione ex art. 102 bis NOIF, è negativa per € 3,9 milioni. Tale
gestione comprende i dividendi della controllata Inter Brand per € 7 milioni e gli
oneri finanziari per € 10,9 milioni, riguardanti interessi passivi su debiti
verso banche per circa € 7,6 milioni, interessi passivi su mutui per € 486 mila
e oneri per factoring per € 2,1 milioni.
Le Operazioni con
parti correlate.
La capogruppo Internazionale Holding srl ha determinato sul
bilancio di F.C. Internazionale Milano S.p.A. dei ricavi per adesione al
consolidato fiscale per € 2.250.382 milioni e nessun costo.
Il rapporto con la controllata al 100% Inter Brand s.r.l., ha
comportato componenti positivi di reddito per € 5,5 milioni e costi per € 17.522.199,
oltre alla distribuzione di dividendi per € 7 milioni, che hanno costituito
proventi finanziari.
Il rapporto con la controllata al 100% Inter Futura
S.r.l. ha comportato solo costi per € 980
mila.
Il rapporto con M-I Stadio Srl (controllata al 50%) ha
determinato ricavi per € 1.282.776 e costi per € 4.095.204.
Nel bilancio consolidato, che sarà valutato ai fini del Fair
Play Finanziario, non vengono considerate le operazioni infragruppo.
Da notare che la sponsorizzazione Pirelli per € 12,7 milioni
è citata tra le operazioni con parti correlate. Ai fini del Fair Play
Finanziario bisognerà dimostrare la sua congruità rispetto al criterio del
“fair value”. Invero, nella nota integrativa è specificato che le transazioni
con parti correlate sono avvenute “a normali condizioni di mercato”.
Il Punto di Pareggio
del Fair Play Finanziario
Il Regolamento del Fair Play Finanziario prevede il rispetto
del ‘Break-Even Rule’ ovvero un ‘break-even result’ positivo nei due anni
precedenti l’entrata in vigore della nuova normativa U.E.F.A. (dunque nelle
Stagioni 2011/12 e 2012/13) ovvero, a regime, per i tre anni consecutivi
precedenti quello per il quale si richiede la Licenza U.E .F.A.. Nel
periodo transitorio sono previste delle soglie di tolleranza, che per il primo
periodo di monitoraggio è di € 45 milioni.
Nel caso dell’Inter, il risultato prima delle imposte è
negativo per € 79,9 milioni, mentre nell’esercizio precedente era negativo per €
76,9 milioni
E’ bene specificare che il bilancio da considerare ai fini
della valutazione del Fair Play Finanziario non sarà il bilancio di esercizio
di F.C. Internazionale Milano S.p.A., ma quello consolidato, che comunque non
si dovrebbe discostare di molto dalle cifre indicate.
Il risultato prima delle imposte 2012/13 è peggiore di quello
2011/12. Nel caso in cui l’ “aggregate break-even deficit” sfori la soglia di
tolleranza dei 45 milioni, come sembrerebbe, per poter ricorrere alla clausola
che prevede l’esclusione, per il solo bilancio 2011/12, degli stipendi dei
calciatori sotto contratto al 01/06/2010, l’Inter dovrebbe dimostrare l’esistenza
di un trend positivo nell’ “annual break-even results” e che lo sforamento
dell’ “aggregate break-even deficit” sia dovuto esclusivamente alla perdita del
2011/12, causata dagli ingaggi dei calciatori.
I calciatori acquisiti prima del 1 giugno 2010 che
potrebbero rientrare nella clausola di esclusione dal costo del personale per
il bilancio 2011/12, sarebbero: Snejder; Cambiasso; Chivu, Samuel, Julio Cesar;
Lucio; Maicon; Milito; Stankovic; Zanetti; Cordoba, Orlandoni; Thiago Motta (in
quota parte, ceduto il 31/01/12); Eto’o (in quota parte, ceduto il 23/08/2011).
Secondo delle stime molto approssimative la clausola di esclusione degli
stipendi, di cui si è detto, potrebbe valere circa 84 milioni di Euro.
Non considerando le condizioni imposte per l’applicazione di
tale clausola, ci si potrebbe “avventurare” in una proiezione “empirica” ed
“approssimativa”, il cui risultato mostrerebbe il persistere dello sforamento
della soglia di tolleranza dei 45 milioni.
Il grosso problema è che, secondo indiscrezioni riportate da
organi di stampa, anche l’esercizio 2013/14, chiuderà con in perdita.
Ipotesi sulla “nuova”
Gestione Thohir.
Prendendo spunto da alcune affermazioni, riportate da vari
organi di stampa, che attribuiscono a Thohir la volontà di improntare il
modello gestionale all’insegna dell’equilibrio economico, si potrebbero
sviluppare delle ipotesi come di seguito.
Il modello gestionale che si propone di perseguire
l’obiettivo dell’equilibrio economico, deve basarsi sul fatturato netto, ossia non
deve considerare le plusvalenze, che costituiscono un evento straordinario. A
mio modesto avviso, nel breve termine l’Inter dovrebbe puntare ad un fatturato
netto di 230 milioni. Ovviamente tale ipotesi si regge su due fondamentali
ricavi come la partecipazione alla Champions League e il raddoppio dei ricavi
commerciali, oltre al conseguente incremento dei ricavi da gare.
Una volta stabilito tale fatturato netto, come costo del
personale si dovrebbe stanziare a budget il 50% del fatturato netto, pari a
circa 115 milioni di Euro e come ammortamenti della rosa dei calciatori il 20%,
pari a circa 46 milioni di Euro.
Le cifre dei costi non si discosterebbero di molto da quelle
attuali. Come conseguenza sarà molto importante il risultato dell’andamento
sportivo e l’incremento dei ricavi commerciali.
Nel breve termine, risulta che nel bilancio al 30 giugno
2013 ci siano ben 8 calciatori con 2 anni residui di contratto, tutti “over 30” . Questo elemento, potrebbe
essere un punto di forza per la nuova gestione, che dovrà, di conseguenza, perseguire
l’obiettivo di sfoltire la rosa di calciatori “over 30” , sostituendoli con giovani promettenti
calciatori.
E’ chiaro che, se come obiettivo del lungo termine rientrasse
quello dello Stadio di proprietà, si aggiungerebbero altre fonti di ricavo.
8 commenti:
Volevo chiederti un chiarimento in merito ai costi delle produzione. In particolare sulla percentuale costo dipendenti/valore della produzione.
Non sono riuscito a capire con certezza se il famoso 70% calcolato dall'UEFA è calcolato sul valore della produzione comprese le plusvalenze oppure no. Spesso metti entrambe le percentuali nelle tue analisi, ma loro quali usano?
Ho provato a leggere anche il regolamento del fair play e non è chiarissimo, parrebbe quasi che le plusvalenze non le contino (e a quel punto non solo l'Inter sarebbe fuori col 78,7, ma anche molte altre italiane sarebbero fuori o al limite...).
Per quanto riguarda il limite del 70%, dovrebbe essere un indicatore "suppletivo", che potrebbe essere considerato in alcuni ipotesi. Gli indicatori "fondamentali" sono i 4 indicati al comma 3 dell'art. 62: 1 Going Concern; 2 Negative Equity, 3 Break-even Result; 4 Overdues payable. Tuttavia, il comma 4 dello stesso articolo aggiunge "In addition, the UEFA Club Financial Control Body reserves the right to ask". Secondo la mia interpretazione, rientra nel campo delle facoltà della commissione quella di richiedere maggiori informazioni, tra cui il rispetto del 70%. In riferimento all'indicatore del 70%, nello stesso comma è scritto "employee benefits expenses exceed 70% of total revenue", quindi si presume si faccia riferimento anche alle plusvalenze. Infatti, l'art. 58 al comma 1 quando parla dei ricavi "rilevanti" fa riferimento alle plusvalenze: "Relevant income is defined as revenue from gate receipts, broadcasting rights, sponsorship and advertising, commercial activities and other operating income, plus either profit on disposal of player registrations or income from disposal of player registrations". A volte faccio riferimento al rapporto del personale con il fatturato netto, perché mi sono fatto l'opinione che una gestione economica equilibrata dovrebbe puntare su un costo del personale al 50 % del fatturato netto e gli ammortamenti della rosa calciatori dovrebbero assestarsi intorno al 20% del fatturato netto. Il 30% rimarrebbe per le spese amministrative gli altri ammortamenti e altri costi. In questo modo le plusvalenze avendo natura straordinaria diventerebbero "grasso che cola".
Grazie mille per la precisazione.
Quello che mi lasciava dubbioso sul regolamento era capire se per loro "Total Revenue" equivale a "Relevant Income".
Il dubbio mi era venuto perché nell'Annex X fanno la lista dei Relevant Income come contenuti nell'art.58 comma 1 che hai citato, ma mettono la parola "Revenue" solo vicino a Gate receipts, Sponsorship and advertising, Broadcasting rights, Commercial activities e Other Operating Income.
Non la mettono invece vicino a Profit on disposal of player registrations, Excess proceeeds on disposal of tangible fixes assets e Finance Income.
Perciò mi chiedevo se loro intendessero come "Total Revenue" solo la somma dei cinque primi punti e come "Relevant Income" tutti e otto i punti, utilizzando quest'ultimo valore per alcuni parametri e il "Total Revenue" per altri (tipo il 70%).
Alla luce di questo dubbi mi confermi comunque che sono sinonimi all'interno del regolamento Total Revenue e Relevant Income?
In effetti, il Tuo dubbio è fondato. Se leggi a pagina 55 del file "UEFA-CL-FFP-IT-Solution-Toolkit-2013.pdf" si trova la definizione di "Total Revenue" ed è specificato che è quella utilizzata per il calcolo degli indici dell'articolo 62: 7. Total revenue
Total revenue is the aggregate of revenue from gate receipts, broadcasting rights, sponsorship and advertising, commercial activities, UEFA solidarity and prize money, and other operating income. It is automatically calculated in the profit and loss account schedule based on the input data.
Total revenue is used to determine the ratios described in Article 62, being (a) employee benefit expenses relative to total revenue, and (b) net debt relative to total revenue."
Quindi le plusvalenze non contano e per le italiane è un problema in più (o meglio, come giustamente specificavi un aggravante che potrebbe essere considerata come dato negativo in caso di conti non in ordine relativamente ai quattro vincoli fondamentali).
Secondo la tabella pubblicata da Ed Thompson al seguente link: http://www.financialfairplay.co.uk/latest-news/ffp-summary-table
per l'UEFA non vi sarebbero restrizioni in termini di salari. Mentre risulterebbero delle restrizioni per la Premier League. Secondo me quello del 70% è un parametro che viene valutato solo in caso di richiesta di ulteriori informazioni. L'esclusione delle plusvalenze danneggerebbe enormemente le squadre italiane e sarebbe molto restrittiva come regola. Le plusvalenze della Serie A 2012/13 sono pari a 465 milioni!
Sì infatti, coi ricavi scarsi che abbiamo per provare a rimanere competitivi giusto con le plusvalenze continue anno per anno molte squadre italiane si possono permettere un po' di stipendi elevati... se ci levano anche quelle...
Tecnicamente Erick Thohir é diventato ufficialmente presidente pochi giorni fa dopo il closing di Goldman Sachs, quindi il bilancio 2013/2014 sarà l'ultimo dell'era Moratti.
Thohir dovrebbe trovare un nuovo socio magari tra i Bakrie.
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