Luca Marotta
Nel sito della Borsa di Francoforte Deutsche Bank è definita
come “una banca universale leader a livello mondiale”. Le sue attività
comprendono una vasta gamma di prodotti e servizi nel settore bancario degli
investimenti, corporate e retail, nonché in attività e gestione patrimoniale.
Il Gruppo opera in tutte le regioni del mondo. Deutsche Bank è leader nel
mercato interno tedesco e gode di una posizione di rilievo in Europa. Deutsche
Bank ha anche una posizione competitiva forte in Nord America e nei mercati emergenti,
in particolare in Asia.
L’attività di Deutsche Bank si articola in cinque divisioni
aziendali: Corporate Banking & Securities (CB&S), Global Transaction
Banking (GTB), Asset & Wealth Management (AWM), Private & Business
Clients (PBC) e Non-Core Operations Unit (NCOU).
Uno dei primi dati, ben messo in evidenza, nell’ Annual
Review 2014 di Deutsche Bank, è che l’utile prima delle tasse è di 3,1 miliardi
di Euro, e che è superiore di 1,6 miliardi rispetto al 2013.
Il risultato prima delle imposte (IBIT) della gestione “Core
Bank”, nel 2014, è stato di 6 miliardi di Euro, in aumento di 1.1 miliardi
rispetto al 2013. I ricavi netti, con esclusione delle svalutazioni per perdite
su crediti, sono stati pari a circa 32 miliardi di Euro e risultano
sostanzialmente stabili rispetto al precedente esercizio. Il record fu
registrato nel 2012, con 33,7 miliardi di Euro.
Il margine di interesse, relativo al 2014, è positivo per
14,27 miliardi di Euro. Nel 2013 il margine di interesse è stato migliore,
perché pari a 14,8 miliardi di Euro.
Il netto prevalere di tale fonte di reddito, come fonte
principale, era la caratteristica distintiva della banca tradizionale rispetto
a quella universale. La banca tradizionale si limitava a remunerare i depositi
dei risparmiatori, pagando i relativi
interessi, e incassava gli interessi sui capitali prestati ai clienti, che corrispondevano
alle imprese produttive o a privati che necessitavano di prestiti per acquistare
beni come la casa. Questa attività era definita come intermediazione bancaria
tradizionale. Tale modello ha ormai ceduto il passo ad altri modelli e i conti
economici delle banche evidenziano l’aumento di peso percentuale dei ricavi
indiretti rispetto a quello dei ricavi diretti. Il grafico mostra l’evoluzione
dei ricavi netti “interest” e “Noninterest” di Deutsche Bank dal 2007 al 2014.
Nel 2014, l’accantonamento per perdite su crediti, pari a
1,1 miliardi di Euro, riduce il margine di interesse netto a 13,1 miliardi di
Euro; mentre, nel 2013 era pari a 12,7 miliardi, a causa di un maggior
accantonamento per perdite su crediti.
Dal bilancio consolidato 2014 di Deutsche Bank, emerge che il
reddito non legato agli interessi, ma alle atre attività svolte dalla banca, è
stato positivo per 17,68 miliardi di Euro. Nel 2013, tale risultato è stato
inferiore di 595 milioni di Euro. Tra le componenti reddituali che incidono di
più col 70,2%, emergono le commissioni con 12,4 miliardi di Euro.
Nel 2008, con 1,16 miliardi di Euro, e nel 2010, con 12,98
miliardi di Euro il margine “non-intrest” risultò inferiore al margine netto
degli interessi. In particolare, nel 2008, furono registrate perdite per 9,99
miliardi di Euro sulla valutazione al fair value di attività e passività
finanziarie.
Il totale delle spese operative non dovute agli interessi è
pari a 27,7 miliardi di Euro e segnano un calo del 2%. Infatti, nel 2013, tali
spese erano pari a 28,4 miliardi di Euro. Il costo del personale, in senso
stretto, è aumentato da 12,33 miliardi di Euro a 12,51 miliardi di Euro.
Il risultato prima delle imposte è positivo per 3,1 miliardi
di Euro (€ 1,45 miliardi nel 2013).
Le imposte risultano pari a 1,4 miliardi di Euro (nel 2013:
775 milioni di Euro)
L’utile al lordo delle interessenze di terzi è pari a 1,69
miliardi di Euro, circa un miliardo di Euro in più rispetto al 2013.
Il record di utile netto realizzato fu nel 2007, prima della
crisi mondiale, con 6,5 miliardi di Euro. Nel 2008, anno di inizio della crisi
mondiale, fu realizzata una perdita importante per 3,9 miliardi di Euro.
Lo Stato
Patrimoniale.
Il totale dell’attivo aumenta del 6%, da 1.611 miliardi di
Euro a 1.708 miliardi di Euro.
Nell’attivo è presente l’importo positivo relativo alla
rilevazione del valore di mercato di strumenti finanziari derivati per 630
miliardi di Euro (504,6 miliardi nel 2013). L’incidenza di tale importo sul
totale dell’attivo è del 36,9%.
Nel passivo è presente l’importo negativo relativo alla
rilevazione del valore di mercato di strumenti finanziari derivati per 610
miliardi di Euro (483,4 miliardi nel 2013). L’incidenza di tale importo sul
totale delle ‘Liabilities’ è del 37,3%.
I crediti per prestiti effettuati aumentano del 7.7%, a
405,6 miliardi di Euro ed incidono per il 23,7% sul totale dell’attivo.
L’incidenza dei debiti per depositi, pari a 532,9 miliardi
di Euro, sulle ‘Liabilities’ è pari al 32,6%.
Il Patrimonio Netto, al lordo delle interessenze di terzi, aumenta
di 18,25 miliardi di Euro, da 54,96 miliardi di Euro a 73,22 miliardi di Euro.
Il Patrimonio Netto, al netto delle interessenze di terzi,
(“Shareholders’equity”) ammonta a 68,4 miliardi di Euro (€ 54,7 miliardi nel
2013).
L’esposizione sui
Derivati.
L’esposizione lorda per derivati è di circa 52 trilioni di
Euro, precisamente 52.002 miliardi di Euro.
Nel 2013 era di circa 54,65 trilioni di Euro.
Inoltre, è specificato che l’esposizione per OTC (Over The Counter), regolati attraverso
controparti centrali, al 31.12.2013, era di 12,5 trilioni di Euro. Gli OTC in
genere riguardano dei prodotti derivati privi degli elementi standard definiti
dalle Autorità di Mercato e con delle caratteristiche sovente decise dalle
banche, in modo unilaterale.
L’esposizione al
rischio del Debito Sovrano.
L’analisi dell’esposizione al rischio del Debito Sovrano,
evidenzia che al 31.12.2010 Deutsche Bank era esposta nei confronti dello Stato
Italiano per circa 8 miliardi di Euro, con la Spagna per circa 2,28 miliardi di
Euro e con la Grecia per 1,6 miliardi di Euro.
Al 31.12.2011, l’esposizione verso gli “Stati a rischio
dell’area Euro” si riduce del 65,6%. Deutsche Bank era esposta nei confronti
dello Stato Italiano per circa 1,8 miliardi di Euro, con la Spagna per circa
1,32 miliardi di Euro e con la Grecia per 448 milioni di Euro.
La drastica riduzione dell’esposizione al rischio Italia da
parte di Deutsche Bank è individuata, secondo una tesi, come una delle cause
dell’impennata dello spread italiano ai tempi del governo Berlusconi e del suo
avvicendamento col governo Monti.
In effetti, la riduzione dell’esposizione lorda verso lo
Stato Italiano, fu del 77,4%, nettamente superiore alla media. Per la Spagna fu
solo del 42,1%.
Al 31.12.2012, l’esposizione verso gli Stati a rischio
dell’area Euro aumenta a 5,9 miliardi. Deutsche Bank era esposta nei confronti
dello Stato Italiano per circa 3 miliardi di Euro, con la Spagna per circa 1,65
miliardi di Euro e con la Grecia per 40 milioni di Euro.
La situazione al 31.03.2015 evidenzia un’esposizione lorda
complessiva verso gli Stati a rischio dell’area Euro per 6,25 miliardi di Euro.
L’esposizione lorda verso il debito sovrano dell’Italia è di 5,5 miliardi di
Euro. Praticamente, il debito sovrano dell’Italia è quello cui è maggiormente
esposta Deutsche Bank nell’ambito dell’esposizione complessiva verso gli Stati
a rischio dell’area Euro. Precisamente, l’88,66%.
ALCUNI INDICATORI
GESTIONALI.
Indicatori di
efficienza.
Gli indicatori di efficienza, danno informazioni sulla
capacità della banca di trovare il giusto equilibrio tra costi e ricavi.
Uno dei principali “ratios” è il “cost/income”.
Il “Cost / income
ratio”, dato dal rapporto tra spese operative “non-interest” e margine
degli interessi prima delle svalutazioni più margine “non-interest”, è pari
all’86.7 %, nel 2013 era pari all’89.0 %. Nel 2007 tale rapporto era molto più
basso, perché pari a 69,6%, ma nel 2008, anno di inizio della crisi mondiale
era addirittura pari al 134,3%.
Compensation ratio.
I costi per “compensation and benefits” (remunerazioni e
benefits), pari a 12,51 miliardi di Euro, e corrispondenti all’incirca al costo
del personale, incidono sul margine di interesse, prima delle svalutazioni per
perdite, più il margine “non-interest”, per il 39,2%. Nel 2013, incidevano per
il 38,6%. Nel 2008, raggiunsero un’incidenza del 70,6%.
Noncompensation Ratio
Il “Noncompensation ratio” fornisce indicazioni circa il peso
delle “noninterest expenses”, senza compensi e benefit, sul totale del margine
di interesse prima delle svalutazioni per perdite su crediti aumentato del “noninterest
income”.
Nel 2014 il Noncompensation ratio è pari a 47,5 % (50,3 %
nel 2013).
Indicatori di
redditività.
Gli indicatori di redditività, forniscono informazioni circa
la capacità dell’azienda di generare reddito.
Il ROE (Return on Equity), ossia risultato economico su
patrimonio netto, che misura la redditività del patrimonio investito,
utilizzabile, oltre che per fare confronti con altre banche, anche per fare
confronti con investimenti alternativi.
Nel 2014, il rapporto tra risultato prima delle imposte e la
media tra inizio e fine periodo del
patrimonio netto, senza interessenze di terzi, è stato del 5,0 % (2,6 %
nel 2013).
Invece, il rapporto tra risultato netto e la media tra
inizio e fine periodo del patrimonio
netto, senza interessenze di terzi, è stato del 2,7 % (1,2 % nel 2013).
Indicatori di
solvibilità.
Gli indicatori di solvibilità, evidenziano sia la
rischiosità degli impieghi sia la capacità del patrimonio di coprire i rischi.
Il parametro più utilizzato per valutare la solidità di una
banca è il “Cet 1 ratio”, ossia il rapporto tra Cet 1 (Common Equity Tier 1,
per semplificare: il capitale ordinario versato) e le attività ponderate per il
rischio. Le attività ponderate per il rischio, o Risk-Weighted Assets (RWA),
rappresentano la sintesi dei principali fattori di rischio riconducibili a una
data attività finanziaria.
Secondo le norme della Bce, il “Cet 1 ratio” deve essere
superiore all'8%.
Nel
caso del bilancio 2014 della Deutsche Bank, il “Common Equity Tier 1 capital
ratio”, in base alla disciplina transitoria “CRR/CRD IV” (Capital Requirements
Regulation/Capital Requirements Directive IV), è pari al 15,2 % (12,8 % nel
2013). In tal caso, il Common Equity Tier 1 considerato è pari a 59,6 miliardi
di Euro e le attività ponderate per il rischio sono pari a 396,4 miliardi di
Euro.
Il Common Equity Tier 1 capital ratio, in base alla
disciplina integrale “CRR/CRD IV”, è pari all’11,7 % (12,8 % nel 2013). In tal
caso, il Common Equity Tier 1 considerato è pari a 45,5 miliardi di Euro e le
attività ponderate per il rischio sono pari a 396,4 miliardi di Euro.
Leverage ratio
La leva finanziaria nel settore bancario è definita
rapportando il capitale netto della banca con il totale delle attività. La leva
finanziaria è un indice importante, perché fornisce indicazioni sull’uso di capitali
propri. Il rischio quando la leva è eccessiva è che una svalutazione di parti
dell'attivo - titoli, ma anche di derivati - comporti un'erosione del
patrimonio.
Nel caso di Deutsche Bank, il Leverage Ratio è pari al 3,5%,
usando la definizione integrale di “Tier 1 capital” della normativa “CRR/CRD
IV”. Gli Amministratori di Deutsch Bank hanno evidenziato che hanno ridotto l’esposizione
di leva in modo significativo, anche grazie all'emissione di nuovo capitale. L’obiettivo
è quello di mantenere il 3,5% anche per il 2015.
Il numeratore utilizzato per il calcolo “Tier 1 capital
fully loaded” è pari a 50,7
miliardi di Euro e il denominatore “Total Exposures” è pari a 1.445 miliardi di
Euro. Il denominatore deriva dal rischio netto per l’esposizione da derivativi,
pari a 358 miliardi di Euro; dal totale dell’esposizione per transazioni
finanziarie garantite per 152 miliardi di Euro; dal totale delle
esposizioni fuori bilancio per 127
miliardi di Euro e da altre attività per 827 miliardi di Euro.
L’Andamento in Borsa.
Il prezzo di chiusura delle azioni quotate, alla fine del 2014,
è stato di € 24,99 (€ 33,07 nel 2013).
Il prezzo più alto registrato nel 2014, è stato di € 38,15 (€
36,94 nel 2013).
Il prezzo più basso registrato nel 2014, è stato di € 22,66
(€ 28,05 nel 2013).
Dal sito della Borsa di Francoforte emerge che il 13.07.2015
la quotazione ha chiuso a 29,48 Euro (Xetra), segnando una capitalizzazione di
borsa per 40,65 miliardi. Il numero delle azioni è di 1,38 miliardi. L’ultimo
dividendo pagato il 22.05.2015, è stato di 0,75 per azione, pari a 765 milioni
di Euro complessivi.
Tra gli azionisti figurano anche: BlackRock Inc. col
6.12% e Paramount Services Holdings Ltd.
5.83%.
Il Rating
Il Long-term rating di Deutsche Bank, per Moody’s Investors Service è A3, per Standard
& Poor’s è A e per Fitch Ratings è A+.
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