giovedì 13 giugno 2019

Bilancio Genoa 2018: perdita di 4,85 milioni con 48,9 milioni di plusvalenze e 58 milioni di debiti tributari; continuità aziendale con la cessione di Krzysztof Piatek.




Luca Marotta



Il bilancio 2018 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha evidenziato una perdita di circa 4,85  milioni di Euro (-€11,7 milioni nel 2017), nonostante che in bilancio figurino plusvalenze per ben 48,9 milioni di Euro (€ 30,4 milioni nel 2017). Al 31 dicembre 2018, il Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2447 del Codice Civile”, ossia: riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, con un patrimonio netto negativo per Euro 15,7  milioni. Il totale della voce debiti è aumentata del 16,7%, da € 173.302.997 a € 202.187.510. Molto importante rimane l’entità dei debiti tributari pari a 58 milioni di Euro (€ 62,77 milioni nel 2017; € 61,9 milioni nel 2016), che finanzia circa il 26,4% dell’attivo.

Anche nel 2018, le plusvalenze sono state determinanti per adottare il principio di continuità aziendale. Come scritto dagli Amministratori nella Relazione sulla Gestione, la continuità aziendale è stata garantita da 34,4 milioni di Euro di plusvalenze realizzate dopo la chiusura dell’esercizio grazie alla cessione di Krzysztof Piatek all’AC Milan; Luca Zanimacchia alla Juventus e Pina Nunes al Chievo Verona, cui si sono aggiunti premi maturati dalle precedenti cessioni per Euro 4 milioni.

In genere, nel corso degli anni, i risultati del conto economico di Genoa Cricket and Football Club Spa hanno evidenziato il segno negativo. L’esercizio 2017 si era chiuso con una perdita di 11,7 milioni; l’esercizio 2016 si era chiuso con una perdita di € 4.069.462; l’esercizio 2015 si era chiuso con una perdita di 10,5 milioni; l’esercizio 2014 si era chiuso con una perdita rilevante di 26 milioni di Euro; mentre l’esercizio 2013 si era chiuso con un sostanziale pareggio, mostrando un utile di € 381.602 e l’esercizio 2012 evidenziava una perdita di € 14.846.953. Occorre ricordare che il pareggio di bilancio conseguito nel 2013 fu frutto di eventi straordinari di gestione, come il conferimento del ramo d’azienda avente ad oggetto le attività commerciali legate allo sfruttamento del “Brand Genoa” nella società “Genoa Image Srl”, controllata al 100%.

Le cause che hanno determinato la perdita del bilancio 2018 sono da ricercarsi, anche in considerazione dell’aumento delle plusvalenze, essenzialmente nell’importo derivante dalle imposte di esercizio correnti per € 4.464.867, inoltre nel 2018 non sono evidenziati proventi da consolidato fiscale; inoltre, gli ammortamenti calciatori sono aumentati di circa 2,8 milioni di Euro.

Dal punto di vista sportivo il bilancio 2018, riguarda il secondo semestre della stagione sportiva 2017/18 conclusasi al dodicesimo posto, e il primo semestre della stagione sportiva 2018/19, che si è conclusa con il traguardo della permanenza in Serie A al diciassettesimo posto.

La continuità aziendale.

Come negli anni precedenti, con parole molto semplici, da quello che emerge sembrerebbe che la continuità aziendale del Genoa CFC, dipenda principalmente dalle plusvalenze. Infatti sembra che la situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile sia stata superata con le plusvalenze del mercato trasferimenti invernale, che ha comportato il realizzo di plusvalenze per circa 34,4 milioni di Euro e il conseguente superamento della situazione del 2447 del Codice Civile e anche di quella prevista dall’articolo 2446 del Codice Civile. Infatti, gli Amministratori hanno redatto una situazione economico-patrimoniale al 28 febbraio 2019, che attesta il pieno ripristino dell’integrità patrimoniale e la possibilità di redigere il bilancio adottando il presupposto della continuità aziendale. Nella sessione invernale di gennaio 2018 sono state realizzate le plusvalenze relative alla cessione di Krzysztof Piatek all’AC Milan; Luca Zanimacchia alla Juventus e Pina Nunes al Chievo Verona.

I revisori di “Audirevi S.p.A.” hanno evidenziato nella loro Relazione dei richiami di informativa.

Nel Richiamo di Informativa è riportato che il bilancio 2018 chiude con una perdita di Euro 4,85 milioni ed un patrimonio netto negativo per 15,7 milioni di Euro. Il patrimonio netto negativo, ricade nella fattispecie prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile. I revisori hanno richiamato quanto scritto dagli Amministratori riguardante la circostanza che le plusvalenze realizzate nel 2019 nella sessione invernale del calciomercato, per oltre 34 milioni, hanno permesso il superamento della fattispecie prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile; inoltre, gli Amministratori hanno predisposto e approvato una situazione economico-patrimoniale alla data del 28 febbraio 2019 che attesta il pieno ripristino dell'integrità patrimoniale e il conseguente superamento della fattispecie di cui all'art. 2446 del c.c. (ossia, quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite). Per tale motivo gli Amministratori hanno adottato il presupposto della continuità aziendale, nella redazione del bilancio 2018. Inoltre i Revisori hanno richiamato all’attenzione la circostanza che nel bilancio 2018 è iscritto un credito verso la controllante Fingiochi S.r.l., per € 26 milioni, che deriva dall'applicazione nel corso degli anni del contratto di consolidato fiscale. Il pagamento di tale credito, salvo diverso accordo tra le parti, avverrà alle seguenti condizioni:
“• nel caso di utilizzo delle Perdite, delle Perdite Pregresse e delle Eccedenze di Interessi passivi e delle Eccedenze di ROL, entro la data di scadenza del versamento a saldo dell’I.R.E.S. (con valuta allineata a tale scadenza);
• in caso di mancato rinnovo per un ulteriore triennio o di interruzione della tassazione di Gruppo, le Perdite e le Perdite Pregresse trasferite ma non utilizzate, le Eccedenze di Interessi passivi e di Eccedenze di ROL trasferite ma non utilizzate, entro la data di scadenza del versamento a saldo dell'I.R.E.S. (con valuta allineata a tale data) dell'anno successivo alla scadenza del Regime di Consolidato Fiscale Nazionale.”

La Struttura Patrimoniale.

Il totale dell’Attivo è aumentato del 25,8% da € 174,4 milioni a € 219,5 milioni.
Oltre un quarto dell’attivo è finanziato con debiti tributari, precisamente il 26,4%.
Il valore della partecipazione in imprese controllate rappresenta il 10,2% dell’attivo e ammonta a € 22.473.000. Tale importo riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2018 con una perdita di Euro 482.418 (-€2.006.211 nel 2017 e -€ 1.418.589 nel 2016), con un patrimonio netto di Euro 13.927.647 (€ 14.410.065 nel 2017).
Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante per € 26.043.407 (€ 29.029.873 nel 2017) e verso controllate per Euro 7.087.232 (€ 8.922.832 nel 2017).



L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è negativo perché è pari a -0,06675 (-0,05857 nel 2017), a causa del patrimonio netto negativo.
In pratica l’erosione totale del capitale proprio determina una situazione in cui il capitale di terzi a debito finanzia tutto l’attivo.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 0,93 (0,94 nel 2017)), ciò vuol dire che il valore dei beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, non è sufficiente a pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,638, ciò vuol dire che l’attivo a breve non è in grado di pagare i debiti a breve.

L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,8 (0,98 nel 2017), superiore alla soglia minima stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,6.
In caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità nella misura minima, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

L’Indicatore di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2018 ammontano a 202.187.510, da tale aggregato deve essere sottratto l’importo delle Attività Correnti (C.U.25/A del 18 dicembre 2018 della FIGC), ed il Valore della Produzione al 31.12.2018 è pari ad € 121.808.723, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 76.627.362.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 0,9, inferiore alla soglia massima stabilita dalla FIGC che è di 1,5.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato della FIGC.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso del Genoa il valore è di 0,78 (0,78 nel 2017), se si considerasse tutto il costo del personale. Tale valore sarebbe entro il limite richiesto dalla FIGC per la Serie A che è rispettivamente di 0,8.

Grado Copertura Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è negativo, di conseguenza i diritti pluriennali di calciatori risultano finanziati totalmente dal capitale di terzi.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è negativo per € 15.702.547 e si trova nella situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile, ossia riduzione del capitale di oltre un terzo a seguito di perdite.

Nel 2017 era negativo per € 10.852.234; nel 2016 era positivo per Euro 73.011; nel 2015 era negativo per Euro 8,83 milioni e nel 2014 era negativo per Euro 6,3 milioni.

La variazione peggiorativa di 4.850.313 è stata determinata dalla perdita di esercizio di € 4.850.313.

L’indebitamento finanziario.



I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, diminuiscono da € 66,9 milioni a € 58,9 milioni e finanziano il totale dell’attivo, per il 23,7% (38,4% nel 2017).
I debiti verso le banche diminuiscono da € 11,35 milioni a € 9.023.282. I debiti verso banche, per quanto concerne i debiti a breve periodo, riguardano principalmente la linea di credito in essere con Banca Carige; mentre, i debiti bancari a medio-lungo termine, pari a € 6,82 milioni (€ 8,93 milioni nel 2017), riguardano dei mutui accessi nel 2011 con Banca Carige.
I debiti verso altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 49,9 milioni (€ 55,6 milioni nel 2017) e registrano un decremento del 10,3% e finanziano il 20% dell’attivo. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Sistema S.p.A, Banca Carige,
Emilia Romagna Factor S.p.A..
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 58 milioni (€ 66,9 milioni nel 2017), considerando le disponibilità liquide pari a circa € 897 mila, risulta in diminuzione rispetto al 2017 di circa € 8,9 milioni.
L’EBITDA è positivo per € 29.707.289 (+€ 13.809.503 nel 2017) e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 1,95 (4,85 nel 2017). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 58,1 milioni (€ 49,7 milioni nel 2017), mentre i debiti verso Enti-settore specifico, pari a € 65,18 milioni (€ 27,5 milioni nel 2017), finanziano il 26,2% dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo negativo di € 7,1 milioni, che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario aumenterebbe a € 65 16 milioni (€ 44,75 milioni nel 2017), cifra al di sotto del fatturato netto.

Occorre evidenziare che la nozione di Net debt, già nota in base alla vecchia regolamentazione, come differenza tra debiti finanziari e disponibilità liquide integrata del saldo tra debiti e crediti verso società di calcio, è stata ulteriormente integrata con la considerazione nel conteggio anche dei debiti fiscali e previdenziali non correnti. In genere tali debiti riguardano le rateizzazioni pluriennali col fisco.

L’indebitamento finanziario netto ai fini del Fair Play Finanziario pari a € 104,87 milioni risulta superiore al volume dei ricavi e non è conforme a quanto auspicato dalla normativa.

Il nuovo regolamento del Fair Play Finanziario ha introdotto la nozione di “Relevant Debt”. La nozione di debito rilevante (“Relevant Debt”) corrisponde alla nozione di “Net Debt” meno l'importo del debito direttamente attribuibile alla costruzione e/o alla modifica sostanziale dello stadio e/o alle strutture di formazione dall'inizio del debito fino a 25 anni dopo la data in cui il debito l'attività è dichiarata pronta per l'uso. Il “Relevant Debt” non deve essere superiore congiuntamente a due limiti: € 30 milioni e a 7 volte la media della differenza tra valore e costi della produzione.
Nel caso del Genoa non sono esposti importi riguardanti debiti per la costruzione dello stadio pertanto l’indicatore, risulta inferiore a 7 volte alla media dei "relevant earnings" dei due anni precedenti.


I debiti verso l’Erario e gli altri debiti.

I debiti verso l’Erario diminuiscono da € 62.774.851 a58.049.217, di cui € 18.335.984 a breve termine. Tali debiti rappresentano il 23,3% delle fonti di finanziamento dell’attivo.

Il 74,4% dei debiti tributari riguarda quelli rateizzati:



Il debito residuo rateizzato al 31/12/2018 ammonta a € 43.193.277 (€ 42.695.384 nel 2017). Gli importi rateizzati maggiori riguardano l’IVA. Complessivamente per l’IVA rateizzata residua un debito quota capitale di € 30.087.584 (€ 28.877.459 nel 2017).



Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le ritenute Irpef per retribuzioni tesserati ammontano a € 4.790.401 (€ 4.564.684 nel 2017), quelle relative ai premi sono pari a € 1.109.225
 (€ 1.126.564 nel 2017). Risultano debiti per IVA 2018 pari a € 6.278.016 (€ 12.584.164 nel 2017) e debiti per IRAP 2018 pari a € 2.678.298 (€ 1.804.055 nel 2017).
In particolare risultano: debiti per Irpef ottobre per € 1.438.096;   debiti per Irpef novembre per € 1.439.124; debiti per Irpef dicembre per € 1.396.282 e debiti per Irpef incentivi esodo per € 516.899.

Al 31.12.2018 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 147.942 (€ 93.666 nel 2017).

I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 1.070.317 (€ 1.408.384 nel 2017), di cui € 708.474 (€ 702.864 nel 2017) riguardano il debito INPS.

La voce “debiti diversi” aumenta da € 8.589.447 a € 15.255.305. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.

Il Valore della Rosa.



Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 66.222.527 (€ 25.654.138 nel 2017), diritti sportivi dei calciatori delle giovanili per € 2.326.974 (€ 3.667.377 nel 2017).
Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore contabile netto della rosa si sia sgonfiato, pur rimanendo sostanzialmente costante il costo del personale. Nel 2018 c’è un’inversione di tendenza, il valore dei diritti iscritti in bilancio torna ad essere maggior del costo del personale.



Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei costi del vivaio, allocato tra le immobilizzazioni immateriali per 8,1 milioni di Euro, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore giovanile.

La Gestione economica.

Il valore della produzione aumenta da € 93,14 milioni a € 121,8 milioni, con un variazione positiva del 30,8%.
I costi della produzione sono pari a € 115,9 milioni (€ 99,9 milioni nel 2017) e sono aumentati del 16,1%, in misura meno che proporzionale rispetto all’aumento del valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è positiva per € 5.853.443, nel 2017 era negativa per € 6.762.039.



I Ricavi.

Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i proventi televisivi. Nel 2018 i proventi televisivi risultano aumentati di circa 6,5 milioni di Euro da € 36,69 milioni a € 43.184.952, con un’incidenza del 72% sul fatturato netto e del 35,5% sul valore della produzione (39,4% nel 2017).
La rappresentazione grafica seguente, riguardante l’evoluzione del fatturato netto per componenti, mostra chiaramente la “teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei diritti televisivi.



I ricavi da gare sono diminuiti dell’ 1,2%, da € 4,65 milioni a € 4,6 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 3,8% e sul fatturato netto per il 7,7%. Il decremento è dovuto ai ricavi da gare di campionato, che sono diminuiti di € 518.120, da € 1.760.822 a € 1.242.702, mentre i ricavi da abbonamenti sono aumentati di poco, da € 2.794.240 a € 3.118.670.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 1.454.189 (€ 1.513.630 nel 2017) e risultano in diminuzione del 3,9%. Lo Sponsor Ufficiale è mancato e non figura tra i ricavi 2018 (€ zero nel 2017), lo Sponsor Tecnico contribuisce con € 1.341.189 (€ 1.349.041 nel 2017) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 113.000 (€ 164.588 nel 2017).

I ricavi televisivi aumentano di € 6.491.218, da € 36.693.734 a € 43.184.952.

I ricavi e proventi diversi risultano pari ad Euro 2.950.418 (€ 2.265.712 nel 2017).

L’importo evidenziato nel valore della produzione che riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio, ammonta a € 3.990.259 (€ 3.549.701 nel 2017).

Il “Player trading”.

Il bilancio del Genoa tradizionalmente evidenzia anche una dipendenza da player trading notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate, a causa della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni.
Non a caso nella descrizione dell’attività gli Amministratori hanno esplicitato che il Genoa Cricket and Football Club SpA svolge attività di formazione e valorizzazione di calciatori con la finalità di generare valore attraverso la cessione dei relativi diritti pluriennali alle prestazioni sportive.
Nel 2018, le plusvalenze, pari a € 48,9 milioni, sono riuscite a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 19,2 milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 2,88 milioni, gli altri oneri di gestione calciatori sono risultati pari a € 3,4 milioni e l’acquisto temporaneo di calciatori è risultato pari a € 1,2 milioni (€ 2,9 milioni nel 2017).



Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 31,09 milioni. Nel 2017 era positivo per € 16,83 milioni; nel 2016 era positivo per € 15,76 milioni. Nel 2015 era positivo per € 3,6 milioni. Nella sostanza, anche nell’esercizio 2018, le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali per € 48.927.996
 (€ 30,4 milioni nel 2017; € 31,9 milioni nel 2016 e € 30,9 milioni nel 2015), che rappresentano il 40,2% del valore della produzione. Negli ultimi tre esercizi la media delle plusvalenze realizzate è superiore ai 37,1 milioni di Euro; negli ultimi 5 anni è superiore ai 31 milioni di Euro.
Le maggiori plusvalenze realizzate hanno riguardato: Pellegri Pietro, ceduto all’AS Monaco per € 20,9 milioni, con una plusvalenza di € 20.172.727; Mattia Perin ceduto alla Juventus per € 12.000.000, con una plusvalenza di € 11.994.810; Izzo Armando ceduto al Torino per € 8 milioni, con una plusvalenza di € 7.837.333 e Diego Laxalt ceduto all’AC Milaan per € 11 milioni, con una plusvalenza di € 7.418.387. Di seguito la tabella presente nella nota integrativa del bilancio pubblicato.



I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori aumentano da € 1,44 milioni a € 1.827.500. L’importo maggiore riguarda Salcedo Eddie (FC Inter), per € 1.000.000. Il prestito di Serpe Laurens all’ Inter, nel 2018, ha fruttato 750.000 Euro.
Gli altri proventi da gestione calciatori riguardano Proventi derivanti da Premi valorizzazione e rendimento calciatori e si riferiscono ai calciatori riportati nella tabella della nota integrativa.
 Da segnalare il premio di rendimento percepito per Laxalt Diego dall’AC Milan per €3.000.000.



I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a € 1.272.417 (€ 418.250 nel 2017) e l’importo maggiore riguarda Medeiros Iuri (Sporting Clube Purtugal) per € 666.667, seguito da Lapadula (AC Milan) per € 250.000.
Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a € 2.877.420 (€ 2.913.075  nel 2017). L’importo maggiore riguarda la cessione gratuita di Brivio Davide per Risoluzione Contrattuale, che ha provocato una minusvalenza di € 1.137.778.
Gli altri oneri di gestione calciatori pari ad Euro 3.400.000, includono Euro 2.313.540 per costi per la valorizzazione dei calciatori.
Gli ammortamenti calciatori sono aumentati di circa 2,8 milioni di Euro, a causa degli investimenti effettuati.

I costi.

I costi del personale pari a € 55.626.028 (€ 51.855.822 nel 2017), rappresentano il 45,7 % del valore della produzione, ma, se considerassimo il Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 92,8%. L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 48%. Il costo del personale tesserato ammonta a € 50.959.584 (€ 46.932.445 nel 2017).
Al 31/12/2018, il numero dei dipendenti è di 163, di cui 48 calciatori (148 nel 2017, di cui 43 calciatori).

Gli ammortamenti totali sono pari a € 23.399.788 (€ 20,56 milioni nel 2017). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 19,2 milioni (€ 16,4 milioni nel 2017), di cui Euro 2.934.410 (€3.305.154 nel 2017) per i calciatori del settore giovanile.
Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 64,5%.

I costi per prestazioni di servizi aumentano del 9,81%, da € 11.470.355 a12.598.854. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici pari a € 4.680.814 (€ 4.942.668 nel 2017), riguardanti le consulenze tecnico sportive per l’acquisto di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori. Le spese amministrative, pubblicitarie e generali aumentano di € 1.348.163, da € 3.349.100 a € 4.697.263.

Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato netto, tuttavia nel 2015 sembrava confermarsi una tendenza verso il riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto. Tale tendenza è venuta meno dal 2017, anche a causa della riduzione del fatturato netto.



I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.714.537 (€ 1.940.238 nel 2017). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 861.000  (€ 1.169.333  nel 2017), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il settore giovanile risulta pari a € 307.593 (€ 177.400  nel 2017).

La gestione finanziaria, è negativa per € 6,2 milioni (- € 4,24 milioni nel 2017) a causa degli interessi passivi verso banche per € 4.688.622 (€ 2,79 milioni nel 2017) e altri interessi passivi per € 1.545.120 (€ 1.463.222 nel 2017).
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 385.446; nel 2017 era negativo per € 12.003.852, nel 2016 era negativo per € 3.401.360.
L’IRAP corrente per € 2.678.298 (€ 1.804.055 nel 2017) e l’IRES corrente ammonta a € 1.786.569. Nel 2018 mancano i proventi da consolidato fiscale che nel 2017 erano pari € 2.107.660. Le imposte determinano un risultato netto negativo per € 4.850.313 (-€ 11.700.246 nel 2017).

Il Pareggio di bilancio del Financial Fair Play dell’UEFA.

Per quanto riguarda il Financial Fair Play dell’UEFA, l’aggregato dei risultati prima delle imposte 2016-2018 è negativo per 15,79 milioni di Euro. Tale risultato migliora di molto escludendo i costi “virtuosi” del settore giovanile. La soglia di tolleranza per la stagione sportiva 2018/19 è di 30 milioni di Euro.

Conclusioni.

In sintesi, il bilancio 2018 mostra una perdita di 4,85 milioni, inferiore a quella del 2017 che era di 11,7 milioni di Euro e a quella del 2016 che era di 4,1 milioni di Euro.
Le plusvalenze realizzate nella sessione di calciomercato invernale di gennaio 2019, tra cui quella di Krzysztof Piatek, sono risultate importanti per adottare il principio di continuità aziendale.
Tale cessione seppur dettata da motivi di continuità aziendale, dal punto di vista sportivo, ha messo a rischio la permanenza del Genoa nella massima serie, che è stata realizzata l’ultima giornata.
Per l’esercizio 2019, gli Amministratori attueranno una gestione orientata alla revisione dei costi, alla realizzazione di investimenti per le strutture di allenamento, alla riorganizzazione  degli organici. Secondo gli Amministratori tale strategia permetterà di ridurre il costo del lavoro e permetterà di realizzare altre plusvalenze.


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