mercoledì 30 novembre 2011

Bilancio Bayern 2010/11 e il “teorema di Hopfner”



Luca Marotta Giovedì 01 Dicembre 2011 00:21
jstargio@gmail.com

Karl Hopfner, Vice Presidente Esecutivo di “FC Bayern München AG”, ha affermato, durante l’Assemblea dei soci tenutasi all’“Audi Dome”, che il suo club possiede i requisiti per rispettare in maniera più che soddisfacente quanto richiesto dal Fair Play Finanziario della UEFA. In effetti, per quanto riguarda il Fair Play Finanziario, il Bayern München è un modello cui ispirarsi; infatti, considerando i dati del 2010-11, il club bavarese rientra pienamente nei parametri stabiliti, in quanto, sia a livello di bilancio consolidato che a livello di bilancio societario, mostra un patrimonio netto abbondantemente positivo, ha un indebitamento inferiore ai ricavi, indebitamento che, tra l’altro, riguarda esclusivamente l’investimento stadio; il rapporto tra costo del personale e ricavi è nettamente inferiore al livello del 70%. Gli ultimi tre esercizi per il bilancio consolidato hanno registrato un risultato positivo cumulato per 6,7 milioni, superando a pieni voti quanto stabilito dal regolamento UEFA. Lo stesso dicasi per il bilancio di esercizio del club, che da ormai sette esercizi consecutivi chiude con un risultato positivo, al netto delle imposte, e che evidenzia ingenti disponibilità liquide.
La squadra di calcio del Bayern fa capo alla società “FC Bayern München AG”, che è una società per azioni controllata con una quota dell’81,8% da un’associazione registrata (“Eingetragener Verein”) denominata “FC Bayern München eV” con 171.365 soci (162.187 nel 2009-10). Nell’esercizio precedente la percentuale di controllo era superiore, essendo pari all’87,4%. Adidas AG e Audi AG detengono il 9,1% ciascuna.
La società FC Bayern München AG è la società capogruppo che controlla direttamente Allianz Arena München Stadion GmbH (la società proprietaria dello stadio denominato: “Allianz Arena”) e indirettamente con quote di partecipazione le seguenti società: Allianz Arena Payment GmbH, Arena Stadium Beteiligungs Gmbh & Co. Kg e FC Bayern Tours Ltd (al 50%).
Per Allianz Arena München Stadion GmbH l’esercizio 2010/11 si è chiuso con un utile di 0,9 milioni di euro. Il 30 giugno 2010, tale società aveva rilevato una perdita di esercizio di 3,227,069.31 euro (10.417.967,84 nel 2009) e mostrava debiti verso banche per 162.457.500,00 (166.966.000,00 nel 2009), tuttavia il 64,58% del debito verso banche presentava una scadenza superiore ai 5 anni. Tra i componenti negativi di reddito più importanti della società che gestisce lo stadio figurano gli ammortamenti e gli oneri finanziari.
Secondo Hopfner: "il successo sportivo porta sempre al successo economico", e dal punto di vista sportivo la stagione 2010-11 è stata meno brillante della precedente, perché ha visto il Bayern München raggiungere gli ottavi in Uefa Champions League, conseguire il terzo posto in Bundesliga e la semifinale della DFB Pokal. La Juventus, in questi anni, ha potuto sperimentare il corollario del “teorema di Hopfner”, ossia: “l’insuccesso sportivo porta sempre al disastro economico”.
I dati del consolidato.
I risultati del gruppo, al 30 giugno 2011, sono inferiori, in termini di fatturato, rispetto a quelli dell’anno precedente, anche se bisogna precisare che, secondo lo schema di classificazione delle voci di bilancio della DFL ossia “Deutsche Fußball Liga GmbH”, i proventi derivanti dai trasferimenti dei giocatori vengono inseriti tra i ricavi ordinari e considerati quali componenti del fatturato, mentre le relative minusvalenze vengono inserite sotto la voce “altri costi di gestione”.
I ricavi del consolidato sono diminuiti del 6,2%, variando da 350,2 a 328,5 milioni e rappresentano il secondo risultato mai raggiunto dopo quello del 2009-10.
L’EBITDA consolidato, ossia il risultato d’esercizio calcolato prima di interessi, tasse e ammortamenti, è risultato pari a 62,3 milioni, mentre nel 2009-10 era pari a 86,5 milioni. La variazione negativa è stata del 27,98%. Anche l'utile consolidato al netto delle imposte è inferiore; infatti, ammonta a 1,3 milioni, in diminuzione del 55,17% rispetto ai 2,9 milioni registrati nella stagione precedente.
Dal punto di vista patrimoniale, ancora una volta, il gruppo appare solido. Il totale delle attività ammonta a 518,6 milioni di euro ed è composto per il 63,59% da immobilizzazioni (77,61% nel 2009-10). Tuttavia, le immobilizzazioni consolidate nette diminuiscono da 399,7 a 329,8 milioni di euro. Quelle immateriali registrano un forte calo, esponendo la cifra di 37,2 milioni, mentre nel 2009-10 erano pari a 83,7 milioni. Le immobilizzazioni materiali e finanziarie si riducono solo del 7,41%, assestandosi a 292,6 milioni (316 nel 2009-10). L’attivo circolante (rimanenze, crediti, disponibilità liquide) espone un incremento del 60,63%, essendo pari a 179,10 milioni (111,5 nel 2009-10). I ratei e i risconti attivi ammontano a 3,7 milioni di euro (3,8 nel 2009-10).
Il patrimonio netto è positivo e ammonta a 238,8 milioni. Rispetto al 2009-10 si è registrato un incremento del 35,07%. Esso rappresenta il 46,05% delle attività (34,33% nel 2009-10) e “copre” il 72,4% delle immobilizzazioni. Gli accantonamenti a fondi ammontano a 26,4 milioni (24,7 nel 2009-10), i debiti del gruppo diminuiscono a 177,7 milioni da 242,6 milioni di euro del 2009-10 e i ratei e i risconti passivi per ricavi anticipati registrano la cifra di 75,7 milioni di euro (70,9 nel 2009-10).
I debiti bancari del gruppo fanno capo esclusivamente ad Allianz Arena München Stadion GmbH. Tale indebitamento, in considerazione delle scadenze e dell’EBITDA, appare sostenibile.
Il bilancio d’esercizio.
Per quanto riguarda il bilancio d’esercizio di FC Bayern München AG, il fatturato è diminuito del 6,76%, registrando la cifra di 290,9 milioni. La diminuzione rispetto ai 312 milioni di euro del 2009-10 è stata di 21,1 milioni. Comunque il livello raggiunto è superiore ai 268,7 milioni del 2008-09. Bisognerebbe evidenziare che, se escludessimo la voce riguardante i proventi da trasferimenti giocatori, risulterebbe un fatturato stabile, che diminuisce solo di un milione di euro passando da 284,8 a 283,8 milioni.
La composizione del fatturato risulta essere la seguente:
- ricavi da gare 104,5 milioni di euro. Tali proventi riguardano gli incassi delle partite casalinghe della Bundesliga, partite amichevoli, DFB-Pokal e UEFA Champions League. Tale voce incide per il 35,92% sul totale dei ricavi (36,82% escludendo le plusvalenze). Nell’esercizio precedente ammontava a 111,6 milioni di euro e pertanto si registra un decremento del 6,36%;
- ricavi da sponsorizzazioni e marketing per 82,3 milioni di euro. Tale voce incide per il 28,29% sul totale dei ricavi (29% escludendo le plusvalenze). Nell’esercizio precedente ammontava a 82,6 milioni di euro e pertanto si registra un decremento dello 0,36%;
- ricavi da diritti TV e radio per 39,2 milioni di euro (per partite di Bundesliga, Coppa di Germania e Amichevoli). Di questi, 30,7 (28,6 nel 2010) derivano dalla ripartizione dei diritti TV della Bundesliga. Tale voce incide per il 13,48% sul totale dei ricavi (13,81% escludendo le plusvalenze). Nell’esercizio precedente si sono registrati proventi per diritti radiotelevisivi per un importo di 38,5 milioni di euro e pertanto si è avuto un incremento dell’1,82%. Bisogna annotare, che in Germania i diritti TV sono centralizzati.
- proventi da trasferimenti giocatori per 7,1 milioni di euro. Tale voce incide per il 2,44% sul totale dei ricavi. Nell’esercizio precedente ammontava a 27,2 milioni di euro e pertanto si registra una diminuzione di ricavi notevole per 20,1 milioni.
- proventi di merchandising per 43,9 milioni di euro. Tale voce incide per il 15,09% sul totale dei ricavi (15,47% escludendo le plusvalenze). Nell’esercizio precedente ammontava a 38,9 milioni di euro e pertanto registra un incremento del 12,75%.
- altri ricavi per 13,9 milioni di euro (tra cui: affitti e locazioni, New Media, indennità DFB per giocatori nazionali, ricavi FC Bayern II, squadre giovanili e donne). Tale voce incide per il 4,78% sul totale dei ricavi (4,90% escludendo le plusvalenze). Nell’esercizio precedente ammontava a 13,2 milioni di euro e pertanto registra un incremento del 5,30%.
Le spese per il personale ammontano complessivamente a 156,3 milioni di euro e rappresentano il 53,73% dei ricavi (55% escludendo le plusvalenze). Tali spese registrano una diminuzione del 5,22% rispetto ai 164,9 milioni di euro del 2009-10.
I costi per acquisti di materiale e servizi, al netto delle spese operative, ammontano a 20,3 milioni di euro risultano in aumento dell’1,5%, rispetto ai 20 milioni di euro dell’esercizio precedente.
Gli altri costi operativi raggiungono la cifra di 71,9 milioni di euro (65,9 nel 2009-10).
L’EBITDA, ossia il risultato calcolato prima degli interessi, delle tasse e degli ammortamenti, risulta positivo per 42,4 milioni di euro, in diminuzione del 30,72% rispetto ai 61,2 milioni dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2010.
Gli ammortamenti sono in diminuzione del 34,44% e risultano pari a 35,4 milioni di euro, di cui 32,9 per ammortamento rosa giocatori. Nell’esercizio precedente ammontavano a 54 milioni di euro (di cui 51,4 per ammortamento immobilizzazioni immateriali).
I proventi netti finanziari ammontano a 1,8 milioni di euro (1,6 nell’esercizio precedente).
Il risultato operativo di FC Bayern München AG risulta positivo per 8,8 milioni di euro.
L’utile di competenza derivante dalla partecipazione nella società Allianz Arena München Stadion GmbH è stato di 0.9 milioni di euro, mentre nell’esercizio precedente c’era una perdita di 3,2 milioni di euro.
Le imposte sul reddito ammontano a 7,5 milioni di euro, nell’esercizio precedente erano pari a 2,7 milioni di euro.
FC Bayern Monaco AG evidenzia un utile al netto delle imposte per 1,3 milioni di euro, in diminuzione del 55,17% rispetto al 30 giugno 2010, quando ha segnato la cifra di 2,9 milioni.
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale, il totale delle attività ammonta a 360,3 milioni e risulta in aumento del 13,73%.
Le immobilizzazioni nette totali al 30 giugno 2011 ammontano a 192,6 milioni di euro, nel 2010 risultavano pari a 217,8 milioni di euro. Quelle immateriali nette diminuiscono a 37,2 milioni da 83,7 milioni di euro. Quelle materiali e finanziarie ammontano a 155,4 milioni con un incremento del 15,88%.
L’attivo circolante, al 30 giugno 2011, complessivamente risulta pari a 159,3 milioni di euro, nel 2010 era pari a 96,4 milioni di euro. In questa voce sono comprese le ingenti disponibilità liquide che ammontano a 129,1 milioni in crescita più del doppio, rispetto ai 63,7 milioni del 2009-10. 
Il Patrimonio Netto della società FC Bayern München AG, al 30.6.2011, ammonta a 268,3 milioni e risulta in aumento di 61,9 milioni rispetto al valore del 30 giugno 2010.
I fondi rischi risultano pari a 15 milioni, mentre nel 2009/10 erano pari a 20,9 milioni di euro. 
L’ammontare dei debiti è pari a 64,2 milioni e risulta diminuito di 24,7 milioni rispetto al 2009-10.
I risconti passivi per ricavi anticipati aumentano da 0,6 a 12,8 milioni di euro del 30 giugno 2010.
Il rapporto tra patrimonio netto e totale delle attività, pari al 74,4%, testimonia e conferma, ancora una volta, l’indipendenza finanziaria del club e la scarsa dipendenza dalle fluttuazioni del mercato.


Pubblicato su:
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/3627-bilancio-bayern-201011-e-il-teorema-di-hopfner.html

http://sportbusinessmanagement.blogspot.com/2011/12/bilancio-bayern-201011-e-il-teorema-di.html

http://www.sporteconomy.it/Calcio+-+Bilancio+Bayern+2010-11+e+il+%27teorema+di+Hopfner%27_41086_9_1.html

giovedì 24 novembre 2011

Bilancio Inter: costi incomprimibili per vincere

Luca Marotta Venerdì 25 Novembre 2011 00:50
jstargio@gmail.com

La filosofia gestionale, che traspare dalla lettura del bilancio di esercizio al 30 giugno 2011 di F.C. Internazionale Milano S.p.A., è che per allestire una squadra di “assoluto valore mondiale” sia necessario “spendere”, anche non tenendo conto dei ricavi, perché, ove ce ne fosse bisogno, ci sarebbe il socio di riferimento ad onorare gli impegni. Da alcuni tale filosofia gestionale è definita come “mecenatismo”.
Tuttavia, il “colpo grosso” di mercato, tanto aspettato dai tifosi nerazzurri, non è stato l’acquisto di un “top player”, ma l’acquisto dell’archivio RAI relativo alle immagini e video delle prestazioni della squadra e dell’archivio delle autoproduzioni del canale tematico “Inter Channel” dal 2000 al 2008. L’acquisto è stato effettuato in data 24 giugno 2011. A seguito di tale contratto, l’incremento registrato nella voce dell’attivo “concessioni, licenze e marchi” è stato di 32,8 milioni di euro. L’asset acquisito sarà ammortizzato in 30 anni, con decorrenza 1° luglio 2011, sulla base di un’apposita perizia redatta da un esperto. Con la stessa RAI è stato siglato un accordo transattivo per l’importo di 13,3 milioni, per l’utilizzo pregresso della Library mentre, per il diritto ad utilizzare la Library, dal 30 giugno 2041 al 30 giugno 2071, la Rai sborserà 2,5 milioni di euro. L’accordo transattivo con la RAI ha generato una sopravvenienza attiva per 13,3 milioni di euro, che ha contribuito a ridurre l’importo della perdita, evidenziato per soli 87 milioni di euro.
Il presidente Moratti ha affermato, durante l’assemblea dei soci convocata per l’approvazione del bilancio 2010-11, che la perdita verificatasi al 30 giugno 2011 è giustificata dall’aver voluto mantenere la prima squadra a livelli di “assoluto valore mondiale”, come testimoniano i risultati sportivi raggiunti: conquista della FIFA World Cup, conquista della settima Coppa Italia–Tim Cup e raggiungimento del secondo posto nel Campionato. La nuova strategia sul fronte dei ricavi, per il club milanese, è quella di aumentare i ricavi commerciali e quelli sul fronte della comunicazione. 
Il rapporto con R.C.S.
Nella Relazione sulla gestione viene evidenziato che, nel corso dell’esercizio 2010-11, la società controllata Inter Brand s.r.l. ha proseguito con “determinazione” lo sviluppo delle attività promo–pubblicitarie, in collaborazione con RCS. Per quanto riguarda le sponsorizzazioni il risultato conseguito con RCS registra un aumento di fatturato del 25% rispetto al 2009-10.
Il rapporto con Telecom.
La società Telecom ha rinnovato la sponsorizzazione per il biennio 2010-12 per un importo annuo di 2,5 milioni.
Il rapporto col Gruppo Pirelli.
Il Gruppo Pirelli è considerato come parte “correlata” e nella Relazione sulla Gestione si legge che la società nerazzurra ha intrattenuto, col Gruppo capeggiato da Tronchetti Provera, rapporti di natura commerciale che hanno portato un beneficio economico per € 11.950.000. A tal proposito, nella nota integrativa si specifica che trattasi di attività di sponsorizzazione e “consulenze tecniche”.
La continuità aziendale.
La continuità aziendale, ossia la capacità di poter far fronte e quindi di onorare i futuri impegni finanziari, è uno dei punti cardine del Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario, non sarebbe sbagliato affermare che sia un “prerequisito”. L’importanza è tale che si richiede che il bilancio sia certificato da un revisore esterno con l’attestazione della sussistenza del requisito della stessa continuità aziendale (“going concern”). La società Deloitte & Touche S.p.A., che ha certificato il bilancio al 30 giugno 2011 di F. C. Internazionale Milano S.p.A., al punto 4 della sua relazione, ha rilevato “che il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la Società e su tale presupposto è stato redatto il presente bilancio di esercizio nella prospettiva della continuità aziendale.”
Quanto rilevato dai revisori conferma che non si è in presenza di una gestione economica che si autofinanzia, ma di una gestione che necessita dell’intervento del suo socio di riferimento per far fronte agli impegni finanziari. Nello stesso punto, la società di revisione ha rilevato che la società nerazzurra, a seguito delle significative perdite, pari a Euro 87 milioni, che hanno determinato, al 30 giugno 2011, una situazione di deficit patrimoniale per € 24.179.237, si trova nella situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile, ossia “Riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale”. Pertanto, il socio di riferimento è intervenuto in data 10 agosto 2011 con un versamento di 10 milioni a copertura perdite ed un ulteriore versamento successivo di 15 milioni di euro.
La “ratio” del Regolamento del Fair Play Finanziario è quella di obbligare le società di calcio ad adottare sistemi gestionali che si autofinanzino, col principio del “non spendere più di quanto si guadagni”. Una gestione che si autofinanzi non ha bisogno dell’impegno del suo socio di riferimento, perché è in grado, da se stessa, di creare le risorse finanziarie per far fronte agli impegni.
Il Patrimonio Netto.
Come già detto è negativo per € 24.179.237. Essendo negativo non è conforme a quanto stabilito dal Regolamento sul Fair Play Finanziario.
Il patrimonio netto al 30 giugno 2011 risulta composto da un capitale sociale pari ad € 42.439.114, da riserve per 30 milioni, da perdite pregresse portate a nuovo per € 9.804.565 e la perdita dell’esercizio 2010-11 è di € 86.813.786.
In sede di assemblea ordinaria si è deciso di ridurre le perdite ad € 41.618.351, mediante l’utilizzo delle riserve per € 30 milioni e l’utilizzo dei 25 milioni di euro versati dal socio di riferimento successivamente al 30 giugno 2011. Dopo questa operazione il patrimonio netto ritorna positivo per 820 mila euro.
Nella parte straordinaria dell’assemblea è stato posto all’ordine del giorno un aumento di capitale sociale per 40 milioni di euro.
L’Indebitamento Finanziario Netto. 
Per il regolamento del Fair Play Finanziario l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità, unitamente al saldo tra crediti e debiti per la compravendita calciatori, non deve essere superiore ai ricavi. Nel caso dell’ultimo bilancio d’esercizio di F.C. Internazionale questo dato risulta essere conforme a quanto stabilito dal Fair Play Finanziario.
I debiti verso le banche ammontano a € 68.889.091 e risultano in diminuzione del 3,38% rispetto al 2009-10. I debiti verso altri finanziatori ammontano a € 8.830.539, di cui 8,5 milioni verso Barclays Bank per la cessione del credito verso il Barcellona per Ibrahimovic.
Le disponibilità liquide sono pari a € 126.098, mentre nell’esercizio precedente erano pari a € 385.899.
I crediti verso società calcistiche ammontano a 73,3 milioni. Gli importi maggiori riguardano il Genoa per 11,7 milioni, il Manchester City per 11 milioni, il Barcellona per 9 milioni, il Parma per 6,8 milioni, la Sampdoria per 5,9 milioni ed il Besiktas per 5,8 milioni. I crediti per compartecipazioni ex art. 102 NOIF ammontano a 5,5 milioni. Gli importi maggiori riguardano Alen Stevanovic (Torino) e René Khrin (Bologna), entrambi esposti per 2 milioni.
I debiti verso società calcistiche nazionali ammontano a 82 milioni. Gli importi maggiori riguardano il Genoa per 25,5 milioni, la Sampdoria per 16 milioni, il Parma per 13,3 milioni e il Cesena per 11,2 milioni. I debiti verso società calcistiche estere ammontano a 7,2 milioni di cui 6,4 milioni riguardano il Porto. Il debito per compartecipazioni ex art. 102 NOIF ammonta a 5,8 milioni. L’importo maggiore riguarda Benedetti Simone in compartecipazione col Torino per 2 milioni.
Gli altri debiti.
Una novità positiva è rappresentata dalla notevole riduzione dei debiti verso il personale, che diminuiscono del 59,25%, passando da 61,1 a 24,9 milioni di euro. Un dato da considerare “fisiologico” e rientrante nei canoni del Fair Play Finanziario.
Da segnalare l’aumento dei debiti per cessione dei crediti pro soluto, che aumentano da 40 a 66,7 milioni di euro. Questi debiti riguardano la cessione ad un primario Istituto di Credito dei diritti TV 2011-12. Dal punto di vista gestionale, quindi, si è fatto leva sui ricavi della stagione 2011-12, per creare liquidità nel 2010-11.
I debiti verso fornitori sono ingenti, poiché “coprono” il 20% delle attività, e aumentano da 64,4 milioni a 90,2 milioni, con un incremento del 40,13%. Notevolissimo è l’importo del debito verso gli Agenti FIFA, che è pari a 37,5 milioni di euro (8% delle attività).
Altrettanto notevoli sono i debiti verso le controllate, che risultano pari a 89 milioni. Tali debiti si riferiscono ai canoni di licenza d’uso dei marchi da pagare alla controllata Inter Brand S.r.l.. La loro incidenza sul totale delle attività è del 19,5%. A tal proposito nell’attivo tale voce è bilanciata da “Risconti attivi pluriennali per licenza d’uso marchi” pari a 72 milioni di euro.
I debiti tributari ammontano a 18,8 milioni e l’importo maggiore, come scritto nella nota integrativa, riguarda la voce “Debiti I.R.P.E.F. lavoratori dipendenti, autonomi e tesserati" relativa al mese di novembre e dicembre, ammontante a 14,5 milioni di euro.
Dal punto di vista della gestione fiscale, F.C. Internazionale Milano SpA, aderendo all'impostazione fornita dalla Lega Nazionale Professionisti, nonostante l’orientamento contrario espresso dall'Agenzia delle Entrate, ritiene di non dover assoggettare a tassazione ai fini IRAP le plusvalenze generate dalla cessione rdei calciatori. A seguito di tale impostazione, si sono verificati dei contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, con riguardo agli anni dal 2001-02 al 2006-07. Altro campo oggetto di contenzioso fiscale è stato quello riguardante i rapporti tra la società, i propri tesserati e gli agenti sportivi. Per il Fair Play Finanziario ciò che è oggetto di contenzioso tributario non può essere classificato come “debito scaduto”.
I Ricavi.
Il valore della produzione risulta pari a 268,8 milioni di euro e registra un decremento del 17% rispetto al 2009-10. La voce più importante riguarda i proventi televisivi pari a 86,4 milioni, che hanno un incidenza del 32,1% e che hanno subito una riduzione di circa 15 milioni. La seconda voce per importanza è rappresentata dalle plusvalenze pari a 51,4 milioni, con un’incidenza del 19,1% ed una riduzione di 21,4 milioni. Balotelli, ceduto a 22 milioni, ha comportato una plusvalenza di € 21.856.000, mentre Burdisso ha fatto registrare una plusvalenza di 7,6 milioni. Al terzo posto si colloca la voce relativa ai proventi televisivi da competizioni UEFA pari a 38 milioni, con un’incidenza del 14,2% ed una riduzione di 10,7 milioni. I ricavi da gare in casa sono pari a 17,7 milioni, con un’incidenza del 6,6%; mentre gli abbonamenti sono pari a 14,6 milioni, con un’incidenza del 5,5%. Le sponsorizzazioni sono pari a 28,6 milioni, con un’incidenza del 10,6%. Pirelli ha contribuito con 11,9 milioni, lo sponsor tecnico con 12,1 milioni. I ricavi da pubblicità registrano la cifra di 3,3 milioni ed un’incidenza dell’1,3%.
Le cause della riduzione dei ricavi sono da ricercare nelle minori plusvalenze, nei minori introiti per diritti TV in conseguenza della vendita “collettiva” e nella meno brillante partecipazione alla Champions rispetto al successo del 2009-10.
Il costo dei dipendenti.
Al 30 giugno 2011 il costo dei dipendenti in rapporto al valore della produzione supera di poco il limite massimo del 70%, stabilito dal Regolamento UEFA sul Fair Play finanziario. In questo caso il Panel di controllo dell’UEFA potrà richiedere dei chiarimenti. In effetti, il costo del personale risultante dal bilancio di esercizio è pari a € 190.179.218 e rappresenta il 70,74% del valore della produzione. La diminuzione rispetto all’esercizio precedente è stata di € 43.840.749 (-18,73%). Nel 2009-10 il rapporto tra costo del personale e valore della produzione era maggiore, essendo stato pari al 72,34 %.
Possiamo intuire che, a fronte di una riduzione dei ricavi, si è proceduto ad una riduzione del costo del personale, forse non ancora sufficiente: da qui forse la decisione di privarsi del giocatore con l’ingaggio più pesante, per la stagione 2011-12.
L'ammortamento delle immobilizzazioni immateriali incide per il 21,09% sul valore della produzione essendo pari a € 56.704.839, in diminuzione del 12,55% rispetto all’esercizio precedente. Questa voce, composta per la quasi totalità dall’ammortamento dei diritti alle prestazioni pluriennali dei calciatori, rappresenta il 97% degli ammortamenti, indice dell’assenza di uno stadio di proprietà. Il costo di gestione del personale, dato dalla somma dei salari e degli ammortamenti, incide sul valore della produzione per il 91,83% e migliora di poco il dato del 2009-10 pari al 92,38%. Nella sostanza ogni 100 di ricavi 92 sono spesi per il personale (stipendi e cartellini).
Lo stesso presidente Moratti, durante l’assemblea, ha affermato che i costi di produzione sono elevati a causa del costo del personale e degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori. 
Gli altri costi.
I costi per godimento beni di terzi registrano un lieve incremento dell’1,16%, esponendo la cifra di € 22.425.291. L’importo maggiore, riguarda il canone di licenza d’uso dei marchi per 16 milioni. Trattandosi di operazione con società controllata questo importo non ha effetti nel bilancio consolidato, che è il bilancio da considerare ai fini del Fair Play Finanziario. Come va detto che il bilancio di Inter Brand s.r.l., chiuso con un utile di 3,7 milioni, non potrà apportare benefici al bilancio consolidato, dovendo annullare la corrispondente voce di ricavo proveniente da F.C. Internazionale Milano S.p.A.. Sarà interessante conoscere, a questo proposito, se la valutazione del “Panel” di controllo UEFA si estenda anche retroattivamente all’esposizione del valore del marchio, derivante da un “contratto con se stessi”, nel bilancio consolidato.
Le minusvalenze da cessioni diritti pluriennali subiscono un forte aumento, passando da 617mila euro a 20,7 milioni. La cessione di Quaresma ha comportato una minusvalenza di € 13.294.000, mentre Amantino Mancini ha determinato una minusvalenza di € 5.469.000.
Il “Breakeven Finanziario” 
Nonostante il decremento dei costi della produzione per 53 milioni ed una sopravvenienza attiva (grazie alla RAI) di 13,3 milioni, la perdita dell'esercizio è stata di € 86.813.786 e peggiora il risultato dell’esercizio precedente, che esponeva un risultato negativo per € 69.045.804.
Negli ultimi tre esercizi la somma delle perdite è stata di € 310.283.059. E’ una cifra che si pone al di sopra della soglia di tolleranza di Euro 45 milioni, che entrerà in vigore per i periodi  2013-14 e 2014-15.
Se i ricavi fossero confermati nella loro entità, anche nelle stagioni successive, sembrerebbe obbligata la scelta della riduzione dei costi. Il presidente, invece, ritiene che la società “debba e possa” aumentare i ricavi di natura commerciale e di comunicazione per allinearsi al livello dei più grandi club e pareggiare i costi della produzione, che sono incomprimibili per mantenere una squadra a livello internazionale.


Pubblicato su:
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/3611-bilancio-inter-costi-incomprimibili-per-vincere.html

lunedì 21 novembre 2011

Bilancio Consolidato 2010/11 Manchester City: perdita record



Luca Marotta Lunedì 21 Novembre 2011 23:04
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Il bilancio consolidato al 31 maggio 2011 del Manchester City sembra confortare la tesi che per vincere di più bisogna spendere di più. Tuttavia, anche durante la stagione 2010/11, il Manchester City ha speso più di quanto abbia incassato. La perdita consolidata registrata è stata di £ 197,5 milioni, pari a circa 225,7 milioni di euro (ad un cambio: 1 €= £ 0,875). Tale comportamento, per le proporzioni assunte, non risulta conforme al principio cardine del Regolamento Uefa sul Fair Play Finanziario, ossia: “non spendere più di quanto si guadagni”. Appare logico affermare che il Fair Play Finanziario, per i “Citizens”, costituisca un”problema”, anche per la via scelta per risolverlo, ossia la cessione dei diritti del nome dello stadio a favore di una parte correlata. Tale scelta è caduta nel mirino della UEFA, che giudicherà se sia avvenuta ad un “valore equo”. Durante la stagione 2010/11 si è ripetuto, ancora una volta, un forte squilibrio economico strutturale, perché ad un fatturato record di £ 153 milioni (€ 175 milioni), in crescita del 22,5%, si contrappongono un costo del personale per £ 174 milioni (€ 199 milioni) e ammortamenti della rosa giocatori per £ 83,8 milioni (€ 96 milioni), cui bisogna aggiungere una svalutazione degli stessi per £ 29,4 milioni.
Graham Wallace, Chief Operating Officer, assicura che una perdita di questa entità non si ripeterà(pena l’esclusione dalle manifestazioni UEFA, aggiungeremmo), coerentemente con la nuova strategia del Club volta a perseguire una gestione sostenibile in funzione dell’entrata a regime delle regole UEFA sul “fair play finanziario”. Forse non a caso, con i risultati del 2010/11 si è toccato il fondo dal punto di vista finanziario. A dimostrazione che il City intende perseguire una gestione sostenibile, Wallace evidenzia l’atteggiamento del City nella campagna trasferimenti. Dopo aver acquistato, durante la stagione 2010/11, sette giocatori di livello internazionale, nell’estate 2011 il City ha ridotto l’acquisto di nuovi giocatori a sei, vendendone altrettanti e prestandone 16. Si aggiunga che il Club ha continuato ad investire nel settore giovanile. Da considerare positivamente il fatto che, per il 2011/12, vi saranno i previsti benefici della partecipazione alla UEFA Champions League. Nel luglio 2011 c’è stata la firma di un contratto decennale di partnership tra il Club e Etihad Airways, che dovrebbe avere un forte impatto positivo sulla posizione finanziaria del club nel corso del decennio successivo. Il contratto comprende la proroga dei contratti già esistenti per la sponsorizzazione della maglia, i diritti del nome sia per “Etihad Stadium” che per il “Campus Etihad”, oltre alla cooperazione in materia di iniziative di media, imprese e territorio della Comunità di Manchester. Il valore dell’accordo decennale, secondo gli organi di stampa inglese, si aggirerebbe intorno a £ 400 milioni, pari a circa 457 milioni di euro.
Nonostante i buoni “auspici”, la campagna trasferimenti dell’estate 2011, che interesserà il bilancio 2011/12, ha registrato l’acquisto di giocatori del livello di Sergio Agüero (Atletico di Madrid), Gael Clichy e Samir Nasri (Arsenal FC), Denis Suarez (Celta Vigo) e Stefan Savic (FK Partizan); mentre si sono registrate le cessioni di Jerôme Boateng (Bayern Monaco), Shay Given (Aston Villa FC), João de Silva (Sport Club Internacional), Craig Bellamy (Liverpool FC), Felipe Caicedo (Levante UD) e Shaun Wright-Phillips (Queens Park Rangers). La spesa netta per queste operazioni è stata di circa £ 53.6 milioni (€ 61,3 milioni).
Il bilancio consolidato considerato è quello della società Manchester City Limited, che è la società capogruppo, ha sede in Inghilterra e controlla il gruppo di società cui fa capo il club di calcio inglese “Manchester City”. Le società controllate al 100% sono quattro: Manchester City Football Club Limited; Manchester City Investments Limited; Manchester City Property Limited; Manchester City Developments Limited. A sua volta, Manchester City Limited è controllata dalla società “Abu Dhabi United Group Investment & Development Limited”, dello sceicco Mansour, una società registrata nel Jebel Ali Freezone (una “zona franca” del Dubai). Lo sceicco Mansour ha acquisito il controllo del Manchester City nel 2008.
La gestione economica.
Durante la stagione 2010-11, come già detto, il fatturato è aumentato del 22,5%, passando da 125 a 153,2 milioni di sterline. Per la prima volta nella sua storia, il Manchester City ha superato la soglia dei 150 milioni di sterline. Ricordiamo che, al 31 maggio 2009, il fatturato ammontava a £ 87 milioni e al 31/05/2008 era pari a £ 82,3 milioni.
I ricavi da gare sono passati da £ 18,2 milioni a £ 19,7 milioni, con un incremento dell’8%, a causa dell’aumento medio di presenze, della partecipazione all’UEFA Europa League e alle partite di FA Cup. Lo stadio ha ospitato un numero record di partite, tra campionato e coppe, pari a 30.
Si è raggiunta una media spettatori di 45.880 per le partite di campionato e 29.934 per le partite di coppa, con una partecipazione record di 47.393 per la partita con l’Arsenal nel mese di ottobre 2010.
I ricavi da diritti Tv sono aumentati a £ 68.8 milioni da £ 54 milioni, con un incremento del 27,5%, determinato dalla posizione finale in Premier League, la partecipazione alla UEFA Europa League e la vittoria storica del club nella Coppa d'Inghilterra.
I ricavi commerciali sono aumentati del 22,47%, da 52,8 a 64,7 milioni di sterline (€ 73,9 milioni). Il risultato dei ricavi commerciali è determinato dall'impatto sull'intero esercizio degli accordi di partnership a lungo termine con Etihad Airways, Umbro, Aabar, Abu Dhabi Tourism Authority e Etisalat.
Il totale dei costi operativi ordinari ammonta a £ 313,7 milioni, mentre nel 2009/10 era pari a £ 251,2 milioni e registra un incremento del 24,89%.
I costi operativi ordinari sono il doppio del fatturato; infatti, per ogni sterlina fatturata, si spendono 2,05 sterline in costi operativi ordinari. Il dato peggiora ulteriormente se si considerassero anche i costi operativi straordinari pari a £ 34,4 milioni (di cui £ 29,4 per svalutazione calciatori), assenti nell’esercizio precedente. 
I costi del personale hanno subito un incremento del 30,51% passando da 133,3 a 174 milioni di sterline. Il rapporto tra costi del personale e fatturato è pari a 113,6%, peggiorando il dato dell’esercizio precedente pari a 106,6%. In base al Regolamento sul Fair Play Finanziario, potranno essere richiesti maggiori approfondimenti ed analisi ai club che presentino un costo del personale superiore al 70% dei ricavi.
Gli ammortamenti della rosa giocatori passano da 71 a 83,8 milioni di sterline, con un incremento del 18,08%.
I costi generati dalle immobilizzazioni materiali, tra ammortamenti e leasing, ammontano a 5,8 milioni di sterline (€ 6,7 milioni) e registrano un incremento del 31,21%.
Gli altri costi hanno subito un incremento del 17,94%, assestandosi a £ 49,9 milioni (€ 57,1 milioni).
L’eccedenza di plusvalenze per la cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori diminuisce da 10,3 a 5,3 milioni di sterline, con una diminuzione del 47,92%.
La gestione finanziaria risulta negativa per £ 4,5 milioni (€ 5,2 milioni), mentre nel 2009/10 era negativa per £ 3,3 milioni.
Il risultato d’esercizio espone una rilevante perdita di £ 197,5 milioni (€ 225,7 milioni), che peggiora sia il dato del 31 maggio 2010 negativo per £ 121,3 milioni (€ 138,6 milioni), sia il dato al 31 maggio 2009, che esponeva una perdita consolidata di 92,6 milioni (€ 105,8 milioni), sia il dato del 31 maggio 2008 che registrava una perdita di 32,6 milioni (€ 37,3 milioni). Il trend delle perdite, se fosse confermato anche in futuro, dimostrerebbe che il Manchester City non potrebbe adeguarsi a quanto stabilito dal Fair Play Finanziario. Ricordiamo che per le prime due stagioni di applicazione, ossia il 2013/14 e 2014/15, la soglia di tolleranza per le perdite è fissata in 45 milioni di euro; mentre per le stagioni successive fino al 2017/18, la soglia di tolleranza scende a 30 milioni di euro.
La situazione patrimoniale e finanziaria.
Il totale dell’attivo risulta pari a £ 519,1 milioni (€ 593,3 milioni), con un incremento del 3,5% rispetto al 31 maggio 2010. 
Le attività non correnti ammontano a £ 445,8 milioni (€ 509,5 milioni) e registrano un incremento del 9,73%. Le immobilizzazioni immateriali nette sono pari a £ 231,8 milioni (€ 264,9 milioni), con un incremento del 16,45% rispetto al 2010. Esse rappresentano il 44,65% del totale delle attività, mentre le immobilizzazioni materiali, pari a £ 214 milioni (€ 244,6 milioni), ne rappresentano il 41,23%. Per quanto riguarda la rosa dei giocatori sono stati effettuati investimenti per £ 165,1 milioni (145,4 nel 2009/10), pari a circa € 188,6 milioni. I giocatori più importanti acquistati durante il 2010/11 sono: Yaya Touré, David Silva, Mario Balotelli, Aleksandar Kolarov, James Milner, Jerôme Boateng e Edin Dzeko. Da evidenziare le svalutazioni per £ 29,4 milioni, sintomi di acquisti effettuati in passato ad un prezzo eccessivo. Le immobilizzazioni materiali sono composte da: terreni e fabbricati di piena proprietà per £ 30,1 milioni (£ 30,7 milioni nel 2010); terreni e fabbricati in leasing a breve per £ 2,4 milioni (£ 2,5 milioni nel 2010); terreni e fabbricati in leasing a lungo termine per £ 158,8 milioni (£161,4 milioni nel 2010); arredi e attrezzature per £ 20,9 milioni (£12,7 milioni nel 2010); son poi da aggiungere immobilizzazioni in corso di costruzione per £ 1,8 milioni. Il 5 agosto 2003 il vecchio stadio “Maine Road” fu scambiato per una concessione in affitto per 250 anni dello stadio "City of Manchester". Il contratto fu concepito alla stregua di un leasing finanziario, con un complesso meccanismo di rivalutazione basato anche sulla media degli spettatori, stimata in 42.500 unità.
Le attività correnti sono pari a £ 73,3 milioni (€ 83,7 milioni), nell’esercizio precedente erano pari a £ 95,3 milioni (€ 108,9 milioni). I crediti per la cessione di calciatori ammontano a £ 18,4 milioni. Le disponibilità liquide passano da 34,6 a 30,3 milioni di sterline (€ 34,6 milioni).
I debiti con scadenza entro l’anno sono pari a £ 132,9 milioni e aumentano del 52,25%. Tra questi debiti sono compresi quelli per l’acquisto di calciatori, che ammontano a £ 76 milioni (61,7 nel 2010).
I debiti esigibili oltre l’esercizio successivo ammontano a £ 83,4 milioni e registrano un decremento del 9,66% rispetto all’esercizio precedente. I debiti a lungo termine per l’acquisto di calciatori sono pari a £ 12,4 milioni (19,1 nel 2010).
I debiti complessivi per l’acquisto di calciatori ammontano a 88,4 milioni di sterline (€ 101 milioni). Il rapporto tra debiti per l’acquisto di calciatori e valore lordo delle immobilizzazioni immateriali è del 28,84%.
I debiti finanziari ammontano complessivamente a £ 73,2 milioni (€ 83,7 milioni) e risultano diminuiti del 2,72% rispetto al 31 maggio 2010. Essi sono composti da debiti per il leasing finanziario riguardante lo stadio ammontanti a £ 38,9 milioni (£ 39,3 nel 2010) e altri titoli di debito ammontanti a £ 34,4 milioni (€ 39,2 milioni). I debiti finanziari con scadenza superiore ai 5 anni rappresentano l’85% dell’importo.
I risconti passivi per ricavi anticipati ammontano a £ 30,1 milioni, con un incremento del 5,75% rispetto al 2009/10.
Il Patrimonio Netto è pari a £ 272,66 milioni (€ 311,6 milioni), nell’esercizio precedente era positivo per £ 293,5 milioni (€ 335,4 milioni). Durante l’anno si è provveduto all’emissione di 83.345.329 nuove azioni ordinarie. Il corrispettivo totale è stato £ 176.692.100, di cui £ 168.357.567 per sovrapprezzo azioni. Il patrimonio netto rappresenta il 52,5% delle attività, che in analisi finanziaria rappresenta un buon indice, ma che deve fare i conti con una pessima gestione economica. Questa espansione della base patrimoniale della Società è coerente con la prassi del periodo precedente, volta a rafforzare il bilancio del Club attraverso l'emissione di nuove azioni, piuttosto che ricorrere all’indebitamento.
Dopo il 31 maggio 2011, sono state emesse 53.860.400 azioni per 114,2 milioni sterline, versate il 29 luglio 2011 dalla capogruppo Abu Dhabi United Group Investment & Development Limited.
L’indebitamento finanziario netto è aumentato a £ 42,9 milioni, mentre nell’esercizio precedente era pari a £ 40.667.000. Tuttavia ai fini del fair play finanziario bisognerebbe considerare anche il saldo tra crediti e debiti per la compravendita di calciatori che, per il 2010/11, è negativo per £ 70 milioni (72,3 nel 2009/10). Considerando i due dati si ha un importo negativo per £ 112,9 milioni, comunque inferiore al totale dei ricavi rilevanti, ammesso che i rapporti con le parti correlate, come le sponsorizzazioni, siano considerate valutate in modo corretto “al valore equo”.
Il Manchester City dovrà aumentare necessariamente il fatturato ma, anche nell’ipotesi di un forte incremento dello stesso, con la partecipazione alla Champions League e con i proventi per i diritti del nome dello stadio, rimane il problema della struttura dei costi, che determinano perdite rilevanti, al di sopra della soglia di tolleranza del Fair Play Finanziario.



Pubblicato su:
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/3603-bilancio-consolidato-201011-manchester-city-perdita-record.html

martedì 15 novembre 2011

Gestione Moratti: il “post-Calciopoli” costa il doppio di prima




Nel febbraio 1995, in base alle cronache dell’epoca, Moratti acquistò l’Inter da Pellegrini con un’operazione che comportava un esborso di circa 70 miliardi delle vecchie lire. Le stesse cronache, infatti, riportarono che Moratti acquistò il credito del Gruppo Pellegrini verso la società nerazzurra per circa 24 miliardi di lire; si accollò i pagamenti del debito residuo relativo all’acquisto di giocatori come Bergkamp, Jonk, Pagliuca, Bia, Orlandini e Pancev per circa 30 miliardi e pagò a Pellegrini 15 miliardi per l’acquisto delle azioni. Traducendo in euro l’importo complessivo dell’operazione, avremmo circa 35,7 milioni dell’epoca e circa 49 milioni come valore rivalutato ai nostri giorni.
Per quanto detto sopra, la stagione 1994/95, che si chiuse con una perdita di circa 16,6 milioni di euro, dovrebbe far capo alla “gestione Pellegrini”: per questo considereremo come stagione iniziale quella del 1995/96.
Dall’analisi dei bilanci di esercizio di F.C. Internazionale Milano Spa dal 1995/96 al 2010/11 emerge che durante i cinque anni del periodo del “post-Calciopoli” (2006/07-2010/11) la somma delle perdite nette supera quella del periodo antecedente (1995/96-2005/06). Si aggiunga, che questa analisi non considera i bilanci consolidati, che elidono l’operazione “infragruppo” relativa alla “cessione del marchio”, la quale apportò nel bilancio di esercizio 2005/06 dell’Inter una plusvalenza di circa 158 milioni di euro.
Nei 16 bilanci dal 1995/96 al 2010/11, l'Inter ha cumulato perdite nette per circa 1,2 miliardi di euro e ha ricevuto apporti dai soci per una cifra superiore al miliardo di euro. Cifre da manovra finanziaria!
Fino al 2005/06 le perdite cumulate dei bilanci di esercizio erano pari a 511 milioni con un apporto dei soci pari a circa 521 milioni di euro. In relazione a tale periodo, ove si volesse considerare il bilancio consolidato del 2005/06, la perdita cumulata raggiungerebbe la cifra di 661 milioni. Nel periodo “post-Calciopoli”, ossia dal 2006/07 al 2010/11, la somma delle perdite relative ai bilanci di esercizio risulta pari a circa 665 milioni di euro. Quindi, “inaspettatamente”, risulta che nelle cinque stagioni del “post-Calciopoli” la somma delle perdite è superiore a quella delle undici stagioni precedenti.
I “freddi” numeri dicono che nelle stagioni “vincenti” l’Inter ha vinto molto, perché ha speso il doppio di quelle precedenti; in effetti, anche il dato relativo al costo del personale conferma che, negli ultimi cinque anni, l’Inter ha speso quanto la somma degli undici anni precedenti.
Per concludere, resta un interrogativo che ci si deve porre: per vincere di più, bisogna spendere di più?


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