domenica 29 giugno 2014

La proprietà del "Nuovo Stadio” della A.S. Roma


Luca Marotta


La pubblicazione del Prospetto Informativo depositato presso la CONSOB in data 26 giugno 2014, relativo all’aumento di capitale di AS Roma, permette di fare luce sull’aspetto legato alla proprietà del Nuovo Stadio della AS Roma.

In particolare, si potrebbe iniziare a trovare delle risposte ad alcune domande:

- Chi metterà i soldi?
- Chi gestirà lo Stadio?
- Di chi sarà la proprietà?

Nel paragrafo 6.1.2.7 del Prospetto Informativo, intitolato "Il progetto “Stadio della Roma”" si trovano delle risposte, o per lo meno, degli indizi di risposte.

Nella parte iniziale, in modo generico, è scritto che il nuovo stadio verrà costruito da soggetti privati e rappresenterà la sede per le partite casalinghe disputate della Prima Squadra.
Dopo tale affermazione, è aggiunto che il nuovo stadio “costituirà un impianto con possibilità di ospitare eventi di intrattenimento di qualsiasi genere 365 giorni l’anno”. Tale affermazione è conforme al concetto di utilizzo dei nuovi stadi di calcio, che devono essere in grado di ospitare altri eventi, come i concerti musicali, meeting aziendali e quant’altro, che costituiscono fonte di ricavo aggiuntivo per i moderni club di calcio.

Dopo tali affermazioni di carattere generico, nello stesso paragrafo, è affermato che il  Nuovo Stadio  “sarà totalmente finanziato e gestito da soggetti privati”. Per quanto riguarda la gestione vi è l’eccezione delle partite casalinghe disputate della Prima Squadra di calcio

Evidentemente solo la gestione delle partite casalinghe della Prima Squadra sarà di competenza dell’AS Roma, tutto il resto sarà di competenza di “soggetti privati”. Ovviamente, la società AS Roma, per la gestione di sua competenza avrà diritto a percepire ricavi derivanti da tali eventi. 

L’affermazione che chiarisce ogni dubbio è la seguente: :: "lo “Stadio della Roma” sarà autonomo ed indipendente rispetto alla Società".
.
Dopo tale periodo, già di per sé molto chiaro, vi sono delle frasi che ribadiscono il concetto, come la seguente: “La realizzazione del progetto non vedrà il coinvolgimento economico finanziario da parte della Società”.

Il concetto espresso, quindi, è molto chiaro: la gestione di AS Roma non sarà esposta ad indebitamenti di carattere finanziario, con il sostenimento dei relativi oneri, per costruire lo stadio.

Altro aspetto rilevante, riguarda le modalità attraverso le quali la società AS Roma potrà usufruire del Nuovo Stadio.

Il Prospetto Informativo specifica che le modalità attraverso cui l’AS Roma potrà usufruire delle strutture del Nuovo Stadio “saranno oggetto di specifici accordi che saranno sottoscritti con la società proprietaria dell’impianto”. Quanto scritto ribadisce ulteriormente il concetto che AS Roma non diventerà la “proprietaria” del Nuovo Stadio, ma per poter usufruire dello stadio AS Roma deve stipulare degli "accordi" con la società proprietaria dello stadio.

Dal punto di vista “burocratico” sembrerebbe “fondamentale”, quasi come se fosse una condizione "necessaria", che via sia un accordo tra chi costruisce lo stadio ed una società di calcio, per avviare le procedure della “Nuova Legge sugli Stadi”. Infatti, nel Prospetto informativo è scritto quanto segue:
"Con riferimento al progetto “Stadio della Roma”, si rende noto che in data 27 maggio 2014 AS Roma, AS Roma SPV LLC ed EURNOVA S.r.l. – società proprietaria dell’area situata nella zona di Tor di Valle in cui sorgerà il nuovo “Stadio della Roma”, hanno sottoscritto un accordo per dar corso alle procedure amministrative previste dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147 (“Nuova legge sugli Stadi”) volte ad ottenere il rilascio dei permessi e delle autorizzazioni necessarie a costruire lo stadio e le infrastrutture accessorie accluse al progetto.
Ai sensi di tale accordo, AS Roma SPV LLC ed EURNOVA S.r.l. si sono tra l’altro impegnate a realizzare il progetto stadio ed a concedere l’utilizzo dello stesso, una volta costruito, ad AS Roma che, secondo termini e condizioni che saranno in seguito concordati tra le parti, vi disputerà i propri incontri casalinghi."

L'ipotesi che la società AS Roma diventi proprietaria del Nuovo Stadio, è contemplata in un passaggio del Prospetto Informativo. In riferimento all’accordo Media Package con Infront Italy S.r.l., infatti, si contempla anche l’ipotesi che AS Roma possa diventare “proprietaria” del Nuovo Stadio, che si può cogliere nel seguente passaggio:

“Il contratto prevede inoltre un impegno delle parti a rinegoziare in buona fede il contenuto e il corrispettivo del Media Package ove AS Roma dovesse diventare proprietario di, o la Prima Squadra dovesse iniziare a giocare le proprie partite casalinghe in, un nuovo stadio inclusivo di una nuova area ospitalità …”

Dal punto di vista contabile, la voce “Crediti verso imprese controllanti”, pari a 0,7 milioni di euro, contiene gli oneri per studi e progettazione del nuovo stadio, sostenuti da A.S. Roma e Soccer per conto della controllante Neep, risultano in attesa della costituzione di una NewCo cui tali costi saranno riaddebitati.

Sempre, sulla questione stadio, pare ci sia un contenzioso con dei progettisti, riguardante la progettazione di un nuovo stadio di proprietà dell’A.S. Roma, avvenuta alcuni anni fa. I suddetti progettisti reclamerebbero il risarcimento del danno di € 1,25 milioni per presunto inadempimento contrattuale.

In conclusione, stando così le cose, nel caso di AS Roma, difficilmente si possa parlare di “stadio di proprietà”, inteso come lo si fa per i grandi club Europei. A questo punto, resta tutta da verificare l’ipotesi dell’eventuale canone di locazione.



sabato 28 giugno 2014

Il contratto Nike – AS Roma. Alcuni aspetti economici.



Luca Marotta


La pubblicazione del Prospetto Informativo depositato presso la CONSOB in data 26 giugno 2014, relativo all’aumento di capitale di AS Roma, ha permesso di conoscere alcuni dettagli del contratto che legherà Nike alla AS Roma.

Il 12 marzo 2013, è stato stipulato il contratto (“preliminare”) di sponsorizzazione tecnica tra AS Roma e Nike.

In base a tale contratto, Nike doveva pagare un “signing bonus” di 3 milioni di Euro alla data di stipula del contratto. In effetti, nel bilancio 2012/13 erano allocati tra i “risconti passivi” dei proventi da sponsorizzazione, per la cifra di € 3 milioni. Il motivo per cui erano stati allocati tra i "risconti passivi" e non tra i ricavi, risiede nel fatto che per tali proventi, inizialmente, era stata prevista la contabilizzazione nel bilancio chiuso al 30 giugno 2013, poi tale contabilizzazione “economica” è stata posticipata all’esercizio 2013/14, poiché l’accordo definitivo, sottoscritto nel mese di agosto 2013, ha previsto delle diverse condizioni contrattuali.

Oltre il “signing bonus”, il contratto con Nike prevede ulteriori bonus per un importo di 3 milioni di Euro alla data di stipula del “Long-Form Contract”, che è stato sottoscritto in data 5 Agosto 2013.

Nei resoconti finora pubblicati, relativi all’esercizio 2013/14, risulta la contabilizzazione per competenza tra i ricavi, sotto la voce "proventi da sponsorizzazione" della cifra di € 6 milioni relativa ai bonus del contratto Nike.
Pur avendo il contratto una durata di 10 anni, a partire dalla stagione 2014/2015, precisamente dal 1 giugno 2014 al 31 maggio 2024, lo stesso ha esplicitato alcuni importanti effetti economici già nel 2013/14.

Il compenso fisso annuale pattuito è di 4 milioni di Euro, con delle eccezioni.
Per il 6° e il 7° anno di contratto, è previsto un aumento in funzione dell’eventuale aumento dell’indice ISTAT entro un limite massimo del 3%.
Un’altra eccezione riguarda l’eventuale apertura del Nuovo Stadio. Infatti, per l’eventuale anno di apertura del un Nuovo Stadio, il compenso fisso verrà incrementato al massimo di un milione di Euro.
Infine, per gli anni successivi all’apertura del Nuovo Stadio, il compenso base aumenterà a 5 milioni di Euro.

Oltre al compenso fisso, il contratto prevede delle componenti remunerative “variabili”.
Per quanto riguarda le vendite nette effettuate nel corso di ciascun anno, è prevista una percentuale, che varia tra il 7,5% e il 12% in funzione dell’effettivo fatturato netto.
Per quanto riguarda la vendita di qualunque prodotto commercializzato con i nomi, loghi, marchi o diritti di immagine collettiva della squadra di proprietà o nella disponibilità del Club è prevista la percentuale del 50% dei proventi netti.
Inoltre sono previsti alcuni bonus in caso di raggiungimento di alcuni specifici obbiettivi sportivi. Il contratto non prevede la corresponsione di una royalty minima da parte di Nike, salvo il verificarsi di alcune condizioni.

Tra i fattori di rischio previsti nel contratto, si segnala che Nike si riserva il diritto di ridurre il compenso fisso annuale e l’eventuale royalty minima nel caso in cui si verifichino delle condizioni specifiche.
Ad esempio, Nike potrà ridurre il compenso fisso annuale e l’eventuale royalty minima nel caso in cui la Roma non partecipi a competizioni calcistiche europee per due Stagioni Sportive consecutive.
Ovviamente anche il caso di mancato utilizzo, da parte del Club giallorosso, dei prodotti o del marchio Nike può dar luogo alla riduzione del corrispettivo dovuto da Nike.
Poiché il contratto riconosce a Nike particolari accorgimenti volti a dare visibilità e rilievo al marchio Nike nel perimetro di gioco, se ciò dovesse essere pregiudicato, Nike avrà la facoltà di ridurre il corrispettivo.
Pare che il contratto preveda una clausola risolutiva espressa a favore di Nike, che potremmo osare definire “intuitu personae”, quasi che Nike abbia stipulato il contratto, facendo "affidamento" sull’attuale proprietà o assetto azionario.
Infatti, Nike ha diritto di terminare il contratto, “prima che la Prima Squadra inizi a giocare le proprie partite casalinghe presso il Nuovo Stadio, in caso di cambio di controllo del Club o della persona o entità che direttamente o indirettamente lo controlla, di fusione o di altro trasferimento in forza di legge che coinvolga o riguardi il Club o tutti, o sostanzialmente tutti, i beni del Club ad una persona o entità che non ne avevano il controllo alla data di stipula del contratto”.


Nel bilancio 2012/13, risultava che i Proventi da sponsorizzazione tecnica, erano pari a € 6.660.000 (€ 6.150.000, al 30 giugno 2012), in virtù degli accordi contrattuali in essere con Basic Italia (Kappa). 

Bilancio Atalanta 2013 in pareggio, grazie a Schelotto e Peluso.



Luca Marotta

L’Atalanta ha chiuso il bilancio dell’esercizio 2013 in pareggio, evidenziando un utile al netto delle imposte di € 10.187, mentre il bilancio 2012 si era chiuso con una perdita di € 2.158.300. Trattasi di un bilancio che dipende dal “player trading” che evidenzia plusvalenze per € 14,7 milioni. Le direttrici strategiche per le operazioni di calciomercato sono improntate ad un’attenta valutazione delle operazioni, al fine di rinforzare la squadra per raggiungere l’obiettivo della permanenza in Serie A e l’investimento nel settore giovanile, considerato come punto di forza della società.
Il bilancio 2013 di Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A. riguarda la seconda parte della stagione sportiva 2012/13 e la prima parte del campionato 2013/14, entrambi disputati in Serie A. Tale circostanza ha permesso di stabilizzare il Fatturato Netto intorno ai 45 milioni.
Dal punto di vista sportivo, la prima squadra nel campionato di calcio 2012/2013 ha raggiunto l'obiettivo stagionale della permanenza in serie A (nonostante i due punti di penalizzazione) e, alla data di chiusura dell'esercizio 2013, l'Atalanta ha totalizzato 18 punti in classifica in 17 partite disputate, raggiungendo la salvezza alla chiusura del campionato avvenuta nel 2014.

Il Gruppo.
La società Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A. è una società soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Odissea S.r.l., ma è controllata attraverso per il 79,32% attraverso la società “La Dea S.r.l.”. La società “Odissea S.r.l.” è stata costituita il 27.11.2012 ed il 27.07.2013, ha perfezionato la fusione per incorporazione di “SMALG S.r.l.” (già “SMALG S.p.A.”).  A causa di tale fusione si è registrata l’interruzione del regime di consolidato fiscale, cui “Atalanta Bergamasca Calcio SpA” aveva aderito negli anni precedenti.
L’Ing. Antonio Percassi è il presidente del Consiglio di Amministrazione ed è stato anche calciatore dell’Atalanta, nel periodo 1970-1977.
Il bilancio 2012 di Smalg Spa si era chiuso con un utile di 5,5 milioni e con un patrimonio netto di 151,3 milioni che finanzia il 69,1% dell’attivo.

I rapporti con parti correlate.
Gli amministratori ribadiscono, nella Relazione sulla Gestione, che le operazioni con parti correlate rispondono all’interesse di Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A. e tali operazioni, concluse in base a rapporti contrattuali, rispondono a condizioni in linea a quelle di mercato.
Con le parti correlate, al 31 dicembre 2012, risultano crediti per € 958 mila, debiti per € 2,6 milioni, ricavi per € 600 mila e costi per € 300 mila .
Comunque l’importo maggiore riguarda il debito finanziario verso la controllante “Odissea S.r.l.” per € 2.250.000 e come componenti negativi di reddito il rapporto con la controllata “Atalanta Service S.r.l.”, relativo al servizio di procacciamento di contratti di sponsorizzazione, per  € 200.000.

La continuità aziendale.

La società di revisione Fidital Revisione Srl, nella sua relazione non ha mosso rilievi o fatto richiami.

Il Patrimonio Netto.



Il patrimonio netto risulta positivo per € 4.955.482, nel 2012 era positivo per € 2.770.294. La variazione di € 2,18 milioni è dovuta oltre che all’utile di esercizio, anche all’aumento di capitale sociale, che era stato ridotto in precedenza per coprire le perdite pregresse. L’aumento di capitale sociale è stato di € 2.175.000.
I mezzi propri finanziano solo il 5,9% (3,7% nel 2012) delle attività e il 12,7% dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori. Per la restante parte si fa ricorso al capitale di terzi.

L’indebitamento finanziario.



La posizione finanziaria netta risulta negativa per € 25,7 milioni (- € 18,3 milioni nel 2012), ma è di molto inferiore al valore della produzione. L’EBITDA del bilancio 2013 è positivo per € 15 milioni (+ € 6,6 milioni nel 2012), pertanto, la gestione operativa ha generato liquidità per pagare l’indebitamento finanziario. Il rapporto NET DEBT / EBITDA è pari a 1,72.
L’importo residuo del prestito obbligazionario, risultante nel bilancio 2012, è stato rimborsato. I debiti verso le banche aumentano da € 7,5 milioni a € 12,2 milioni, di cui € 4,4 milioni (€ 2,8 milioni nel 2012) con scadenza entro l’esercizio successivo.
Esiste un debito per mutuo garantito da fideiussione verso il Credito Sportivo, acceso nel 2005, per residui € 689.740 (in origine l’importo era di € 3.188.088).
Nel 2009, è stato acceso un altro mutuo ipotecario presso il Credito Sportivo. L’importo residuo al 31/12/2013 è di € 440.119. Il Credito Bergamasco, in data 24 febbraio 2011, ha concesso un finanziamento in forma di apertura di credito con iscrizione di ipoteca per 14 milioni sul centro sportivo di Zingonia. L’importo residuo verso il Credito Bergamasco al 31/12/2013 è di € 3.496.980. Nel 2013, il Credito Sportivo ha concesso un ulteriore finanziamento garantito di € 5.424.264. Al 31.12.2013, l’importo residuo era di € 5.153.051. L’esposizione a breve in conto corrente verso le banche è di € 2.437.855.
Nei debiti verso altri finanziatori pari a € 13.991.429, è compreso un finanziamento infruttifero di interessi per € 2.250.000 da parte della società controllante. La parte restante riguarda anticipazioni di ricavi degli esercizi futuri.
I crediti da calciomercato ammontano a € 20.132.000 (€ 12.925.000 nel 2012), per quanto riguarda le società calcistiche di Lega.
I debiti verso Enti settore specifico ammontano a € 13.841.000 (€ 15.429.034 nel 2012).
Il saldo tra debiti e crediti da calciomercato pertanto risulta positivo per € 6,3 milioni e l’indebitamento finanziario valutato ai fini del Fair Play Finanziario, resta al di sotto del fatturato netto.

Gli Altri debiti.
I debiti tributari sono pari a € 5,5 milioni (€5,9 milioni nel 2012) e finanziano il 6,58% delle attività. Tali debiti comprendono € 1.292.234 (€ 2.058.964 nel 2012) per debiti di imposta relativi ai periodi dal 2001/2002 al 2004/2005, come conseguenza della rateizzazione ottenuta. Al 31/12/2010 i debiti pregressi ammontavano a € 3.956.767.
I debiti verso l’Erario per ritenute effettuate ammontano a € 3.005.566 (€ 3.036.176  nel 2012).
Nei fondi rischi e oneri, pari a € 392.888, risultano accantonate € 180.130 per un verbale di accertamento ENPALS di Milano ed € 115.577 per un contenzioso con un ex tesserato.
Gli altri debiti ammontano a € 7,4 milioni (€ 7,7 nel 2012) e finanziano il 9,9% dell’attivo. Tali debiti comprendono i debiti verso il personale per € 3.401.731 (€ 3.697.320 nel 2012). Il rapporto tra debiti e costo del personale è del 9,9% ed è fisiologico.
I debiti verso gli agenti dei calciatori ammontano a € 3.960.442 (€ 3.970.254 nel 2012) pari a circa il 15,38% del valore globale della Rosa.

Il Valore della Rosa dei calciatori.



Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammonta a € 39.032.419 (€ 27.190.153 nel 2012) e rappresentano il 46,3% dell’attivo.
I crediti per calciatori ceduti in compartecipazione diminuiscono da € 6.443.250 a € 1.572.250. L’importo principale corrisponde a Barlocco Luca in compartecipazione con la Juventus per € 1.250.000.
I debiti per calciatori acquisiti in compartecipazione aumentano da € 2.000.000 a € 9.425.000. Tale debito riguarda principalmente Livaja (Inter) per € 2,5 milioni, Cigarini (Napoli) per € 2.375.000 e James Troisi, acquisito in compartecipazione dalla Juventus per € 2 milioni.
Per quanto scritto sopra il valore contabile netto potenziale della rosa dell’Atalanta è stimabile in circa 31,2 milioni di euro, comprensivi di Masiello, che ha un valore residuo di contratto di € 4,9 milioni (acquisito dal Bari per € 7 milioni) e 4,5 anni di contratto residui. Andrea Masiello è anche il calciatore della Rosa col valore residuo più elevato, seguito da da Cigarini con € 4.552.380 (costo storico € 5.058.200) Moralez con € 2.570.087 (costo storico € 5.140.175). Molti talenti, richiesti dal mercato come Baselli e Bonaventura provengono dal vivaio e possono generare delle importanti plusvalenze.

Le Infrastrutture sportive.
Da sottolineare la presenza tra le immobilizzazioni materiali del Centro Sportivo Bortolotti. La voce terreni e fabbricati espone un valore contabile residuo di € 5,3 milioni. Nel 2013, sono stati effettuati degli investimenti riguardanti il Centro Sportivo per € 3.719.280 che figurano tra le immobilizzazioni in corso, in attesa della chiusura lavori.

La Gestione Economica.

Il valore della produzione è aumentato del 6,1% da € 59,6 milioni a € 63,3 milioni. I costi della produzione sono diminuiti del 5,8% da € 64,9 milioni a € 61,1 milioni. La differenza tra valore della produzione e costi della produzione è positiva per € 2,2 milioni, mentre nel 2012 era negativa per € 5,2 milioni.



I ricavi.
Il fatturato al netto delle plusvalenze e di altri proventi riguardanti il Player Trading e dello storno dei costi del vivaio, risulta aumentato da € 44,2 milioni a € 45,5 milioni.
I proventi televisivi conseguiti nell'esercizio 2013 ammontano a circa € 29,7 milioni, contro i 30,6 milioni di euro conseguiti nel 2012.
I ricavi da gare sono pari a € 4 milioni (€ 4,2 milioni nel 2012). In particolare gli abbonamenti diminuiscono da € 2,6 milioni a € 2,1 milioni.
I ricavi da sponsorizzazioni ammontano a € 6,4 milioni (€6.101.664 nel 2012).
La capitalizzazione dei costi del vivaio, che rappresenta uno storno di costi, è stata effettuata per € 2.933.292 (€ 3.023.521 nel 2012).

Il Player Trading.



L’attività legata alla gestione calciatori, durante il 2013, considerando anche i relativi ammortamenti, ha generato un risultato positivo di circa € 4,6 milioni (€ 4,9 milioni nel 2012). La gestione di Pierpaolo Marino, iniziata a giugno 2011, sta facendo sentire i suoi effetti.
Le plusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori ammontano a € 14,7 milioni (€ 12,4 milioni nel 2012) e riguardano principalmente Schelotto ceduto all’Inter con una plusvalenza di € 5,7 milioni, Peluso ceduto alla Juventus con una plusvalenza di € 4,6 milioni e Barlocco ceduto alla Juventus con una plusvalenza di € 2,5 milioni.
I proventi da cessione temporanea calciatori ammontano a € 180.265 (€51.705  mila nel 2012).
Le minusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori, allocate tra gli oneri diversi di gestione, ammontano a € 72.368 (€1.004.264 nel 2012).
I costi relativi alle prestazioni di calciatori in prestito sono allocati tra i costi per il godimento beni di terzi e ammontano a € 1.517.250 (€2.528.952 nel 2012) e riguardano principalmente i prestiti 2012/13 di Cigarini, De Luca e Biondini.
I proventi da compartecipazione ex art. 102 bis Noif, inclusi tra i proventi finanziari, ammontano a € 877.750 (€3.599.000 nel 2012), tra cui spiccano la risoluzione Baselli per € 803.000.
Gli oneri da compartecipazione sono pari a € 281.500(€ 52.000 nel 2012).
Gli ammortamenti della rosa calciatori ammontano a € 9,2 milioni (€ 7.472.546 nel 2012).

I costi.
I costi del personale diminuiscono del 4% a € 34,2 milioni e incidono per il 75,2% sul fatturato netto e rappresentano 56% dei costi della produzione.
Gli ammortamenti e le svalutazioni pari a € 12,8 milioni (€ 11,8 milioni nel 2012) rappresentano il 21 % dei costi della produzione.
Il rapporto tra costo del personale e fatturato netto risulta elevato, da qui la necessità di ricorrere al “Player Trading” come fonte alternativa di ricavo. Per questo motivo, il costo effettivo di gestione del personale (salari e ammortamenti) incide per il 68,6% sul valore della produzione, che comprende i ricavi del “player trading”.
I costi per servizi ammontano a € 8,9 milioni (€9,5 milioni nel 2012) e comprendono € 306.411 (€499.941 nel 2012) per costi specifici tecnici, che riguardano i costi delle squadre sovvenzionate e i costi per osservazione prove calciatori. I compensi a terzi ammontano a € 2.587.916 (€2.116.108 nel 2012) e riguardano per lo più i compensi agli agenti dei calciatori ai consulenti legali e ai consulenti esterni.

Il punto di pareggio.
Il risultato prima delle imposte è positivo per € 1,4 milioni. Nel 2012 il risultato prima delle imposte era negativo per € 2,6 milioni. Nel 2011 si era registrato un risultato negativo per € 14,7 milioni. Gli ultimi sei mesi del 2010 si era registrato un risultato positivo di 636 mila euro. Il bilancio 2009/10 aveva evidenziato un risultato prima delle imposte negativo per 8 milioni.
Sembra che l’Atalanta si stia avviando verso una gestione economica equilibrata. A tal fine, fermo restando della necessità di un’attenta gestione dei costi, segnatamente il costo del personale, l’Atalanta necessita dei proventi televisivi derivanti dalla partecipazione al campionato di Serie A e di un buon risultato del player trading, che copra gli ammortamenti dei calciatori.

Conclusioni.


Anche per il 2014 gli Amministratori punteranno su una gestione finalizzata al raggiungimento dell’equilibrio economico, cercando di stabilizzare i ricavi e ottimizzando i costi di gestione. Rimane fermo l’obiettivo della valorizzazione del patrimonio rappresentato dai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori. Nel mercato invernale la cessione a titolo definitivo del calciatore Cais ha permesso di realizzare una plusvalenza di € 3,1 milioni.

giovedì 19 giugno 2014

La competenza economica della risoluzione della compartecipazione di Ciro Immobile.



Luca Marotta


La questione riguardante la competenza economica della risoluzione della compartecipazione di Ciro Immobile, sul fronte Juventus, si presta a diverse interpretazioni. Di seguito cercherò di esporre alcune argomentazioni a sostegno della tesi, forse minoritaria, che la competenza economica dell’operazione riguardi l’esercizio 2013/14.

La questione inizia con un comunicato ufficiale del BorussiaDortmund, datato 02/06/2014.
In tale comunicato, sono due le frasi chiave.
La prima è la seguente: “ … will be joining the eight-time German champions from Torino FC on 1 July 2014.”
Nella sostanza, il 02/06/2014, si affermava ufficialmente che Ciro Immobile, dopo la mezzanotte del 30/06/2014, diventerà un calciatore del Borussia Dortmund.
Un altro dettaglio importante è “from Torino FC”. Quindi, almeno formalmente, è il Torino che ha venduto, in qualità di proprietario al 100%.
La seconda frase importante del comunicato è la seguente:  “Both clubs have agreed not to disclose details of the deal.”
Ossia, entrambi i club hanno concordato  di non divulgare i dettagli dell’operazione di vendita. E’ ovvio che la Juventus non poteva essere uno dei due club, perché quotata in borsa. Non a caso, la Juventus il 18/06/2014 ha divulgato i dettagli della risoluzione della compartecipazione col Torino.

Il comunicato della Juventus del 18/06/2014, dava certezza dell’ipotesi che fosse stato il Torino a riscattare Immobile e a venderlo al Borussia Dortmund, al contrario di quanto scritto e ipotizzato sulla stampa specializzata.
Con tale comunicato, Juventus Football Club S.p.A. rendeva noto la risoluzione a favore di Torino Football Club S.p.A. della partecipazione al diritto alle prestazioni sportive di Ciro Immobile, per un importo di 8 milioni di Euro.
Nel comunicato è specificato il dettaglio finanziario ossia che gli 8 milioni di Euro saranno pagabili interamente nella stagione 2014/2015.
Per quanto riguarda l’effetto economico, il comunicato si limita ad affermare che tale operazione genera un effetto economico positivo di circa 8 milioni di Euro e richiama il fatto che, già nel 2011/12, Ciro Immobile aveva generato una plusvalenza di € 4 milioni.
Tale comunicato, tuttavia, apre la discussione sull’esercizio di competenza degli effetti economici dell’operazione.
Ai lettori, più attenti, di comunicati, non sarà sfuggito il fatto che nel comunicato, al contrario di tutti gli altri pubblicati per vicende analoghe, non si faccia riferimento all’esercizio di competenza dell'effetto economico.
Per quanto riguarda il “quantum” dell’effetto economico,  bisogna evidenziare che è scritto “circa” 8 milioni di Euro. Secondo la mia personale ricostruzione, l’effetto economico, in miglia di Euro, potrebbe derivare da quanto segue:
 8000 (prezzo) -1321 (valore contabile) = 6679 (plusvalenza) + 1299(plusvalenza sospesa) = 7978

Per quanto riguarda il discorso della plusvalenza sospesa, nella semestrale al 31/12/2013, era scritto che la plusvalenza derivante dalla cessione della compartecipazione relativa a Ciro Immobile al Torino F.C. S.p.A., pari a Euro 1.299 migliaia, è stata temporaneamente sospesa, in quanto non si era di fatto modificato lo "status" contrattuale, ed era in attesa della definizione della compartecipazione nel giugno 2014.
Parrebbe, che una volta definita la compartecipazione, la plusvalenza di € 1.299.000, cessi di essere configurata come “sospesa” e diventi "definitiva". Nello specifico è divenuta definitiva il 18/06/2014. In tal caso, si potrebbe propendere per la tesi della competenza 2013/14, almeno per la plusvalenza sospesa.

Nei principi di redazione del bilancio della Juventus è scritto:  “le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dalla risoluzione delle compartecipazioni ex art. 102 bis delle N.O.I.F. sono contabilizzate sulla base della data del visto di esecutività apposto sui contralti della Lega Nazionale Professionisti Serie A.”
Occorre evidenziare, che nel caso specifico della risoluzione consensuale di Immobile, a favore di  Torino Football Club S.p.A. non ha luogo una variazione di tesseramento, perché il calciatore figura già come un tesserato del Torino Football Club S.p.A., che aveva il diritto alle prestazioni sportive del calciatore. Nella sostanza, Juventus Football Club S.p.A. aveva diritto solo agli effetti economici sul calciatore Ciro Immobile, che sono cessati con la risoluzione avvenuta in data 18/06/2014.
Rimane, comunque, il dettaglio fondamentale e “sostanziale” che Torino Football Club S.p.A. vende al Borussia Dortmund con effetto dal 01/07/2014 e che, prima del 30/06/2014, Juventus Football Club S.p.A. non ha alcun diritto su Ciro Immobile.

Il presente scritto è stato stimolato dal confronto di idee con:

che si ringrazia.

martedì 17 giugno 2014

Consolidato Milan 2013: perdita da 15,7 milioni e Patrimonio Netto negativo.



Luca Marotta


Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2013 del Gruppo Milan evidenzia una perdita di € 15,7 milioni, mentre nel 2012 la perdita consolidata, al netto delle imposte, ammontava a € 6.857.000.
Tuttavia, la perdita del bilancio consolidato è nettamente inferiore a quella del bilancio di esercizio della società AC Milan SpA, che è pari a € 22.519.944,11 (perdita di € 14.894.334,56 nel 2012), perché le altre società controllate, tra cui Milan Entertainment S.r.l. e Milan Real Estate S.p.A., hanno generato degli utili.
Nell’Assemblea relativa all’approvazione del bilancio 2012, l’Amministratore Delegato Galliani, prevedeva per il 2013 un'importante riduzione della voce salari e stipendi. In effetti, nel 2013 il costo del personale risulta diminuito del 17,7%, da € 183,8 milioni a € 151,3 milioni. Tuttavia, anche il valore della produzione è diminuito del 15,4%, da € 329,3 milioni a € 278,7 milioni; ma, i costi della produzione sono diminuiti solo del 14,1%, ossia in misura meno che proporzionale.
Durante, l’assemblea Galliani ha esposto il nuovo investimento immobiliare “Casa Milan”, acquistabile nel 2019, ad un prezzo prefissato.
Dal punto di vista sportivo, nell’anno solare 2013, il Milan, nel primo semestre relativo alla seconda parte della stagione sportiva 2012/13, è giunto terzo in campionato e, nel secondo semestre relativo alla prima parte della stagione sportiva 2013/14, ha superato il girone di Champions League.

La continuità aziendale.

Come già evidenziato negli esercizi precedenti, nel punto 4 della Relazione della Società di Revisione, Reconta Ernst & Young S.p.A., al bilancio consolidato del Gruppo Milan, si mette in rilievo che, per quanto riguarda la continuità aziendale, essa è garantita dall’Azionista Fininvest S.p.A., “che ha assunto l’impegno a fornire un adeguato supporto finanziario” per almeno dodici mesi dalla data di approvazione del bilancio al 31/12/2013, che è stato approvato il 16 aprile 2014. Pertanto, la gestione del Gruppo Milan non si autofinanzia e continua ad aver bisogno del supporto finanziario del suo Azionista di maggioranza. Si aggiunga che il Milan gode di linee di credito a fronte di lettere di “patronage” della controllante Fininvest S.p.A. per un ammontare di 390 milioni di Euro.

Il Valore del Milan.

L’A.C. Milan S.p.a. è società soggetta all’attività di direzione e coordinamento da parte di Fininvest S.p.a., che ne possiede il 99,93% delle azioni, pari a n. 47.966.271.
A.C. Milan S.p.a. controlla al 100% Milan Entertainment S.r.l. e Milan Real Estate S.p.A. oltre a Fondazione Milan –Onlus e controlla al 50% M-I Stadio Srl.
Nel bilancio al 31.12.2012 di Fininvest S.p.A., la partecipazione di controllo di AC Milan S.p.a. era esposta per un valore € 357.678.000.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.



Il 59,4% dell’attivo è rappresentato da immobilizzazioni e i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori incidono per il 33,2% sul totale dell’attivo. La voce terreni e fabbricati incide sul totale dell’attivo solo per il 3,3% (5,4% nel 2012), rispetto all’esercizio precedente risente dell’alienazione della sede aziendale.
Le immobilizzazioni immateriali sono aumentate a € 185,8 milioni a € 171,2 milioni, anche per l’aumento del valore del parco calciatori.
I debiti totali però sono saliti di € 33,3 milioni, da € 342,5 milioni a € 375,8 milioni.
I crediti sono aumentati da € 120,9 milioni a € 131,5 milioni.
Il Capitale circolante netto è negativo per 260,7 milioni a causa del prevalere del passivo corrente sull’attivo corrente.

Il Patrimonio Netto.



Il patrimonio netto consolidato è ancora una volta negativo per € 66,9 milioni. Anche negli esercizi precedenti il Patrimonio Netto consolidato era negativo: nel 2012 per € 54,9 milioni; nel 2011 per € 77,1 milioni; nel 2010 per € 96,7 milioni e nel 2009 per € 71,9 milioni. Ai fini del Financial Fair Play il patrimonio netto negativo è un segnale di criticità, soprattutto se risulta “deteriorato” rispetto all’esercizio precedente. Il Regolamento UEFA sul Financial Fair Play, precisamente all’articolo 62, comma 3, punto ii), evidenzia come secondo parametro fondamentale, la necessità che non vi sia un Patrimonio Netto negativo deteriorato.
Nel corso dell'esercizio 2013, l'azionista di maggioranza Fininvest ha provveduto ad effettuare versamenti in conto capitale e/o copertura perdite per € 3.750.000.
Quindi, la variazione negativa di € 12 milioni rispetto al 2012 è dovuta alla perdita del 2013 di € 15,7 milioni e al versamento in conto capitale di € 3,7 milioni.
In data 15 aprile 2014, l’azionista di maggioranza "Fininvest S.p.A." ha effettuato un versamento di € 16.925.000, di cui € 1.890.614,14 utilizzato come versamento in conto capitale e/o ripianamento perdite. Inoltre, Fininvest S.p.A. ha provveduto alla copertura della perdita d’esercizio di AC Milan, oltre che con le riserve anche con la rinuncia al credito di € 9.075.000 per un finanziamento soci postergato, risultante al 31 dicembre 2013.

L’Indebitamento Finanziario Netto.



L’Indebitamento Finanziario Netto al 31/12/2013 è pari a € 256,4 milioni. Anche nei predenti esercizi, la Posizione Finanziaria Netta era negativa: nel 2012 per € 247,4 milioni; nel 2011 per € 290,8. La Posizione Finanziaria Netta, risulta inferiore al valore della produzione, ma è di poco superiore al fatturato netto, senza plusvalenze. L’importo è dovuto a debiti bancari per € 144,1 milioni (€ 107,1 milioni nel 2012), debiti verso altri finanziatori per € 106,4 milioni (€ 135 milioni nel 2012), debiti verso soci per € 9,1 milioni e disponibilità liquide per € 3,2 milioni (€ 3,7 milioni nel 2012).
Per quanto riguarda i debiti bancari, nella nota integrativa è scritto che la cifra di € 142.852.000 si riferisce alla “normale operatività con il sistema bancario”, mentre € 1.226.000 si riferiscono a un mutuo ipotecario sul Centro Sportivo Milanello, contratto da Milan Real Estate S.p.A.. L’importo dei debiti verso altri finanziatori riguarda: per € 99,7 milioni (€ 116, milioni nel 2012) i debiti verso società di factoring per anticipazioni; per € 6,5 milioni (€ 12,8 milioni nel 2012) debiti per mutuo con l’Istituto del Credito Sportivo; per € 203 mila (€ 227 mila nel 2012) debiti verso società di leasing per acquisto del pullman ufficiale.
Nel 2012, figuravano € 5,2 milioni come debiti verso società di leasing per acquisto di immobili, che, durante il 2013, sono stati anticipatamente rimborsati, a causa del riscatto anticipato della sede di via Turati n. 3, successivamente alienata.
I debiti bancari e i debiti verso altri finanziatori rappresentano il 70,64% del totale delle attività (72,4% nel 2011), questo significa che per ogni 100 euro investiti nel Gruppo Milan, circa 71 provengono dal sistema creditizio.
Il finanziamento soci, come detto, è stato utilizzato a copertura perdite.
I crediti verso Enti settore specifico aumentano a € 7,2 milioni da € 709 mila. Tali crediti si riferiscono per € 6.666.000 al credito verso la società F.C. Schalke 04 per la cessione di Boateng e per € 480 mila all’accollo da parte del Manchester City dei premi di valorizzazione (“meccanismo di solidarietà”) del calciatore Balotelli.
I debiti verso Enti settore specifico aumentano a € 40,5 milioni da € 30,7 milioni del 2012. Circa € 22 milioni riguardano debiti verso la Lega per la compensazione delle campagne acquisti e € 16 milioni a favore del Manchester City per Balotelli.
Considerando il saldo delle poste di crediti e debiti derivanti da operazioni di calciomercato, la situazione dell’indebitamento finanziario netto, ai fini del Financial Fair Play, peggiorerebbe di € 33,3 milioni circa e supererebbe il fatturato netto, senza plusvalenze.
Dopo la chiusura dell’esercizio, alcuni Istituiti di Credito, per far fronte alle esigenze finanziarie correnti il Gruppo Milan, si sono resi disponibili a concedere due linee di credito. La prima linea di credito è per l’importo di € 60 milioni e la seconda di € 36,3 milioni. Tali linee possono essere utilizzate a fronte della sottoscrizione di contratti di factoring con la cessione pro solvendo dei crediti, per un importo complessivo di €  111,3 milioni, derivanti dalla vendita dei diritti tv e dalla vendita di pacchetti promo-pubblicitari per il 2014/15. 
Poiché l’EBITDA è pari a circa € 52 milioni, il rapporto “NET DEBT/EBITDA” risulta essere pari a 4,9.

Debiti verso dipendenti, Fisco ed Enti previdenziali.

I debiti verso tesserati e dipendenti raddoppiano a € 12.732.000 (€6,7 milioni nel 2012) e si riferiscono a premi e mensilità saldate regolarmente nei primi mesi del 2014. Come previsto dal Financial Fair Play.
I debiti tributari, complessivi sono pari a € 16 milioni (€15,7 milioni nel 2012), di cui € 15,9 milioni (€ 13,4 milioni  nel 2012) per ritenute sui redditi di lavoro, che sono state regolarmente versate alla scadenza come quelle previdenziali (735 mila euro).

Il Valore della “Rosa”.



I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, come valore contabile netto, sono aumentati a € 117,6 milioni. Nel 2012 erano pari a € 108,9 milioni e nel 2011 erano pari a 136,3 milioni, che resta il valore contabile netto più elevato negli ultimi 6 anni.
Per i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono stati investiti 81,7 milioni di Euro (€ 37,6 milioni nel 2012), sono stati ceduti calciatori con un valore contabile residuo di € 32,5 milioni (€ 20,8 milioni nel 2012) e sono stati calcolati ammortamenti per 40,7 milioni di euro (€ 44,2 milioni nel 2012).
Negli ultimi 6 anni sono stati investiti in totale, nell’acquisto di calciatori, circa 403,2 milioni di Euro, con una media annua di 67,2 milioni di Euro.
Al 31.12.2013, il calciatore col valore contabile residuo più elevato è Balotelli con € 18.277.778 (costo storico € 23.500.000). El Sharawy ha un valore contabile residuo di € 12.624.232 ed un costo storico di € 20.235.000 (comprensivo di oneri accessori). Il valore contabile residuo di Pazzini è di € 6.500.000, essendo stato acquistato il 22/08/2012 per 13 milioni e con 1,5 anni residui di contratto; Robinho ha un valore contabile netto di € 5.875.929, con un costo storico di € 21.098.000 (acquistato il 31/08/2010) e con 2,5 anni residui di contratto (dopo il prolungamento); Matri (acquistato il 30/08/2013) figura con un valore contabile di € 9.625.000, con un valore d’acquisto di 11 milioni. Il valore residuo di Zapata è di € 6.509.000 (costo storico € 7.810.000, con 2,5 anni di contratto residui) e il valore residuo di Constant è di € 6.545.455 (costo storico € 8 milioni, con 4,5 anni di contratto residui).
I crediti per calciatori ceduti in compartecipazione ammontano a € 7,8 milioni (€ 7 milioni nel 2012). La metà di Paloschi ceduto in compartecipazione al Chievo vale € 3,5 milioni, quella di Verdi ceduto in compartecipazione al Torino vale € 2,5 milioni e quella di Salamon Bartosz in compartecipazione con la Sampdoria è valutata € 1,6 milioni.
I debiti per calciatori acquisiti in compartecipazione ammontano a € 10 milioni (€ 7,3 milioni). La metà di Saponara acquisito in compartecipazione dal Parma è valutata € 3.750.000, quella di Poli acquisito in compartecipazione dalla Sampdoria è valutata € 3 milioni e quella di Comi (Torino) € 2.350.000.

La Gestione Economica.

Il valore della produzione è diminuito a € 278,7 milioni da € 329,3 milioni del 2012, con un decremento del 15,4%, dovuto alla riduzione delle plusvalenze e dei ricavi da Champions League, ma con la plusvalenza di € 3.277.000 per la vendita della sede di via Turati n. 3.
I costi della produzione, pari a € 278 milioni (€ 324,3 milioni nel 2012), sono diminuiti del 14,1%.



I Ricavi.

I ricavi da gare diminuiscono di circa € 5 milioni, a € 28,7 milioni da € 33,7 milioni del 2012.
I proventi da cessione diritti televisivi complessivi diminuiscono a € 119,5 milioni da € 139,8 milioni.
I proventi da cessione diritti TV nazionali ammontano a € 77,4 milioni (€ 84,3 milioni nel 2012). I proventi da partecipazione a competizioni UEFA pari ad € 42 milioni, risultano in forte calo di € 13,4 milioni, rispetto al dato 2012, che risultava pari a € 55.519.000. Il decremento è dovuto al peggior piazzamento rispetto all’edizione 2012/13, ma anche al minore “market pool” riconosciuto dalla UEFA per effetto della partecipazione di 3 squadre italiane alla Champions 2013/14 in luogo delle 2 squadre della Champions 2012/13 e per la disputa degli ottavi 2012/13 in luogo dei quarti della Champions 2011/12.
Nel 2013 i proventi da sponsorizzazioni di A.C. Milan Spa sono risultati sostanzialmente stabili, essendo pari a € 34.726.000 (€ 34.571.850 nel 2012). Lo Sponsor Ufficiale Emirates contribuisce con € 12.750.000 (€ 13.750.000 nel 2012; € 14.450.000 nel 2011 ed € 11.875.000 nel 2010), di cui € 1 milione (circa € 2 milioni nel 2012) come premio per il raggiungimento di specifici obiettivi. Il contratto con Emirates scade il 30 giugno 2015.
Lo Sponsor Tecnico Adidas contribuisce con € 17.347.000 (€ 16.726.000 nel 2012; € 17.495.000 nel 2011 ed € 14.918.000 nel 2010). Il contratto con Adidas scade il 30 giugno 2017.
Gli Sponsor Istituzionali, i Fornitori Ufficiali e i Partner commerciali hanno contribuito con € 3.918.000 (€ 3,7 milioni nel 2012).
I ricavi commerciali risultano pari a € 43,5 milioni (€ 44,9 milioni nel 2012) e riguardano principalmente la voce “royalties e proventi promo-pubblicitari”, che risulta pari a € 28.470.000 (€ 28.985.000 nel 2012). Tale voce è costituita dai proventi derivanti dalla vendita di pacchetti promo-pubblicitari multi-prodotto a vari partner commerciali, come Beiersdorf AG, Dolce & Gabbana Srl, Banca Popolare di Milano S.p.A., M.S.C. Crociere S.A., SuissGas S.p.A., Telecom Italia S.pA. e Volkswagen Group Italia S.p.A.
Inoltre, tra i proventi commerciali, figurano anche i ricavi da gestione stadio, che diminuiscono a € 4.760.000 da € 5.792.000 del 2012. Tali ricavi provengono dalla fatturazione di servizi relativi a determinate categoria di abbonamenti come “Sky Box” e “Sky Lounge” e a ricavi derivanti da attività extra-sportive svolte nello stadio. Gli Amministratori attribuiscono il decremento di tale voce alla congiuntura economica negativa.  Infine, tra i ricavi commerciali sono compresi i ricavi da attività di merchandising, licensing e “cambio merce” per € 9,9 milioni (€ 10.108.000  nel 2012). Per tale voce assume particolare rilevo l’accordo con Volkswagen Group Italia S.p.A. e Adidas Italia S.r.l.
Il Milan è la squadra italiana con il maggior volume di ricavi commerciali.
La voce del valore della produzione “incremento immobilizzazioni per capitalizzazione costi del vivaio”, che non dovrebbe essere considerata come “ricavo rilevante” ai fini del Financial Fair Play, diminuisce da € 7,9 milioni a € 7,3 milioni.
Tra gli altri ricavi figura la plusvalenza di € 3.277.000 per la vendita della sede di via Turati n. 3.

Il Player Trading.



L’attività relativa alla gestione economica dei diritti pluriennali dei calciatori al contrario del 2012, caratterizzata dalle notevoli plusvalenze di Thiago Silva e Ibrahimovic, è risultata negativa per € 21,9 milioni. Nella sostanza, le plusvalenze non sono riuscite a pagare gli ammortamenti del 2013.
Le plusvalenze diminuiscono da € 53,4 milioni a € 24,1 milioni. La plusvalenza più elevata è stata quella relativa a Pato ceduto al Corinthians  per € 15 milioni, con una plusvalenza di € 9.908.000. Boateng ceduto allo Schalke 04 per € 10 milioni ha determinato una plusvalenza di € 5.917.000. Antonini ceduto alla Sampdoria per € 3 milioni ha determinato una plusvalenza di € 2.380.000.
Mesbah ceduto al Parma  per € 3 milioni ha determinato una plusvalenza di € 2.067.000.
I ricavi per la cessione temporanea di calciatori ammontano a € 500 mila (€ 326 mila nel 2012) e riguardano il prestito di Emanuelson al Fulham.
Le minusvalenze sono trascurabili, perché ammontano a € 770 mila (€ 275 mila nel 2012). La minusvalenza maggiore è stata quella di Taiwo (Bursaspor) pari a € 467 mila. I costi per acquisizione temporanea calciatori sono stati pari a € 775 mila (€ 1 milione nel 2012). L’importo maggiore ha riguardato il prestito di Zapata dal Villareal per € 400 mila, mentre il prestito di Bojan Krkic, è costato € 125 mila, entrambi per la prima parte del 2013.
I proventi da compartecipazione risultano pari a € 30 mila (€ 60 mila nel 2012) e gli oneri da compartecipazione sono stati pari a € 4,5 milioni (€ 300 mila nel 2012).
Gli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono stati pari a € 40.697.000. Il dato risulta in calo dell’8% rispetto a quello del 2012, pari a € 44.224.116.

I Costi.

Durante l’anno solare 2013, il costo del personale è stato pari a € 151 milioni (€ 183,8 milioni nel 2012). Il costo del personale risulta diminuito di 32,8 milioni (-17,5%), con un’incidenza sul valore della produzione del 54,3% (55,8% nel 2012), che aumenta al 61,3% (68,7% nel 2012) se si considerasse il fatturato al netto di plusvalenze e della capitalizzazione dei costi del vivaio. Tali indicatori evidenziano il tentativo in atto di riequilibrio economico, rispetto agli esercizi precedenti, soprattutto in chiave Financial Fair Play. Nel 2012, la sostanziale riduzione del costo del personale era dovuta al mancato rinnovo di contratti in scadenza. Nel 2013, si è cercato di perseguire la stessa linea.
Gli ammortamenti totali sono stati pari a € 51,9 milioni (€ 56,9 milioni nel 2012), in diminuzione del 4%. Gli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali sono diminuiti da € 53,7 milioni a € 50,8 milioni, di cui € 40,7 milioni (€ 44,2 milioni nel 2012) per ammortamento diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori.
La differenza tra costo e valore della produzione è positiva per € 57 mila, mentre nel 2012 era positiva per € 5 milioni.
Gli oneri finanziari pesano per € 8,3 milioni (12,7 milioni nel 2012). Gli interessi passivi bancari ammontano a € 4,1 milioni e gli interessi passivi da finanziamento a € 2,7 milioni.

Il Punto di Pareggio.

Il risultato prima delle imposte è negativo per € 12,8 milioni, nel 2012 era negativo per € 957 mila.
La sommatoria del risultato 2012 e 2013 è negativa per € 13,8 milioni.
Per quanto riguarda le imposte sul reddito dell’esercizio è stata evidenzia l’IRAP per € 5.648.000, ma anche la remunerazione delle imposte da trasferire per € 5.474.000, grazie al consolidato fiscale, per un saldo di € 174 mila, cui si devono aggiungere le imposte anticipate e differite per € 2,7 milioni.
A seguito delle imposte, la perdita consolidata dell’esercizio risulta pari a € 15,7 milioni, mentre nel 2012 è stata di € 6,8 milioni.

Conclusioni.

Per il 2014, sull’obiettivo del raggiungimento dell’equilibrio economico, con la conseguente autonomia finanziaria, peseranno la mancata qualificazione sia in Champions League che in Europa League e le spese per l’affitto della nuova sede “Casa Milan”.


lunedì 16 giugno 2014

Juventus: il Market Pool definitivo 2012/13 e le sopravvenienze attive 2013/14.



Luca Marotta


Nel “Financial Report 2012/13” dell’UEFA, reso pubblico il 27 marzo 2014 ad Astana durante il “XXXVIII Ordinary UEFA Congress”, è riportata una tabella con il riepilogo della distribuzione dei ricavi da Champions League 2012/13, tra cui il Market Pool definitivo.



Il totale dei proventi distribuiti, ad esclusione dei contributi ai club eliminati nei play-offs, ammonta a € 929.570.000 e differisce da quello risultante dalla tabella diffusa nel mese di agosto 2013, che era pari a € 904.600.000.



La differenza riguarda il totale del Market Pool.
Nella tabella diffusa ad Agosto 2013, il Market Pool totale distribuito era pari a € 409.600.000, mentre in quella definitiva del “Financial Report 2012/13” è di € 434.570.000. La differenza è di € 24.970.000 e coincide con la differenza tra i totali dei proventi distribuiti.

La Juventus.

In particolare, per quanto riguarda la Juventus, il totale risultante nella tabella di Agosto 2013 era pari a € 65.315.000, con un Market Pool di € 44.815.000. Mentre, nella tabella del “Financial Report 2012/13” il totale dei proventi da Champions League è pari a € 67.114.000, con un Market Pool di € 46.614.000.
In effetti, nel bilancio 2012/2013, era evidenziata la cifra di € 65.300.000, come importo derivante dai ricavi per la partecipazione alla Champions League 2012/13. Tuttavia, nella semestrale al 31/12/2013, la Juventus ha contabilizzato € 1.799.000 come sopravvenienza attiva derivante dal conguaglio UEFA Champions League della stagione 2012/2013, come da comunicazione della UEFA del 14 ottobre 2013.

Il Market Pool Italiano 2012/2013.

Considerando anche il Market Pool definitivo distribuito al Milan per il 2012/13, pari a € 36.670.000, il Market Pool Italiano definitivo risulta essere pari a € 84.284.000.
In modo induttivo, troverebbe conferma l’ipotesi che la quota del Market Pool, distribuita in base al posizionamento in campionato, sia stata suddivisa per circa il 55% alla Juventus e per circa il 45% al Milan. La percentuale al millesimo dipenderà forse dalle cifre arrotondate rese disponibili. Mentre “nulla quaestio” per la quota determinata in base al numero delle partite.




Il Market Pool degli altri club.

Tutti i club hanno beneficiato di un maggior Market Pool definitivo, rispetto a quello provvisorio della tabella di Agosto 2013. La maggior differenza, in valore assoluto l’ha percepita la Juventus.



Il Market Pool definitivo per Nazioni.


Se provassimo ad analizzare il Market Pool definitivo per Nazioni emergerebbe che l’Italia è la nazione col maggior importo di Market Pool.




Per quanto riguarda il mercato televisivo della Champions League, paradossalmente, l’Italia contribuisce di più, con un minor numero di club. Si potrebbero aprire delle riflessioni sul fatto che il “pacchetto Champions” italiano sia “ipervalutato” e che con la precoce eliminazione dei club italiani, la Champions potrebbe inevitabilmente perdere di valore per il mercato televisivo italiano e di conseguenza anche la parte trattenuta dalla UEFA, per la solidarietà e le spese organizzative, potrebbe ridursi di molto.
In effetti, il Market Pool 2012/13 di Juventus, pari a € 46,6 milioni, e Milan, pari a € 37,7 milioni, supera il Market Pool delle Inglesi. Infatti, l’Arsenal ha incassato € 16,7 milioni; il Manchester City € 19,5 milioni; il Chelsea € 19,5 milioni e il Manchester United € 20,4 milioni,  per un totale di € 76.120.000.

domenica 15 giugno 2014

Bilancio Consolidato UEFA 2012/13: perdita da 21,4 milioni di Euro e dipendenza da Champions League.



Luca Marotta


Il bilancio consolidato dell’UEFA 2012/2013 si è chiuso con una perdita consolidata netta di 21,4 milioni di Euro. Il confronto con il bilancio consolidato 2011/2012, chiusosi con un utile di 128,8 milioni di Euro, risente dell’apporto economico della manifestazione “EURO 2012”.

L' UEFA (Union des Associations Européennes de Football) è un’organizzazione internazionale non governativa e non-profit costituita in forma di associazione secondo il diritto svizzero.
Dal bilancio consolidato al 30 giugno 2013, risulta che l’UEFA controlla 3 società: UEFA Events SA (Service company), registrata in Svizzera e controllata al 100%; Euro 2008 SA (Service company) registrata in Svizzera e controllata al 100%; Euro 2016 SAS, registrata in Francia e controllata al 95%.

Il Conto Economico.

Le manifestazioni organizzate dall’UEFA generano dei ricavi le cui principali fonti sono la cessione di diritti televisivi, la cessione dei diritti commerciali, come sponsorizzazioni e la biglietteria.



I ricavi relativi alla cessione dei diritti complessivamente ammontano a € 1,6 miliardi (€ 2,5 miliardi nel 2011/12) e riguarda la cessione dei diritti televisivi e la cessione dei diritti commerciali.
Nel 2012/13, i ricavi per la cessione dei diritti televisivi sono stati pari a 1,3 miliardi di Euro, mentre nel 2011/12 erano pari a 1,9 miliardi di Euro. La differenza è imputabile ai ricavi di “EURO 2012”, che erano pari a 837,2 milioni di Euro. I ricavi per la cessione dei diritti televisivi della UEFA Champions League aumentano a € 1,1 miliardi da € 892,3 milioni. I ricavi per la cessione dei diritti televisivi della UEFA Europa League risultano pari a € 217,9 milioni, mentre nel 2011/12 erano pari a € 206 milioni. I ricavi per la cessione dei diritti televisivi di altre competizioni, come quelle femminili, Under-21 e giovanili, risultano pari a 9,9 milioni di Euro.
I ricavi commerciali ammontano a 313,2 milioni di Euro, mentre nel 2011/12 erano pari a 593,4 milioni di Euro. La differenza è imputabile ai ricavi commerciali di “EURO 2012”, che erano pari a  313,9 milioni di Euro. I ricavi commerciali della UEFA Champions League aumentano a € 291,4 milioni da € 260,9 milioni. I ricavi commerciali della UEFA Europa League risultano pari a € 17,1 milioni, mentre nel 2011/12 erano pari a € 12,9 milioni. I ricavi commerciali per altre competizioni risultano pari a 4,7 milioni di Euro.
I ricavi per biglietti crollano, sempre a causa di “EURO 2012”, da € 139 milioni a € 19,5 milioni. I ricavi per biglietti di EURO 2012 erano pari a 136,1 milioni di Euro. I ricavi per biglietti relativi alle competizioni dei club aumentano da € 2,6 milioni a € 18,2 milioni. Per tale tipologia di ricavo bisogna evidenziare che dipende dalla capacità di posti a sedere degli stadi utilizzati. Inoltre, dal 2012/13, i ricavi da biglietteria sono contabilizzati al lordo e non al netto. Il ricavo lordo generato nel 2011/12 era di 13,6 milioni di Euro.
Anche i ricavi per “hospitality” risentono di “EURO 2012”, diminuendo da € 112 milioni a € 19,6 milioni.
Gli altri ricavi sono pari a € 21,5 milioni (€ 15 milioni nel 2011/12) e comprendono i proventi da multe pari a € 10,1 milioni. I proventi da multe servono anche per finanziare vari progetti con finalità sociale.

La principale voce di costo è costituita dalla ripartizione tra le squadre dei proventi legati alle manifestazioni UEFA.
Tra i costi figura la ripartizione tra le squadre dei proventi legati alle manifestazioni UEFA.



Nel 2012/13 i proventi distribuiti tra le squadre sono stati pari a 1,2 miliardi di Euro.
In particolare, sono aumentati i proventi distribuiti per la Champions League da € 836,9 milioni a € 974,4 milioni e i proventi destinati ai club che hanno partecipato all’Europa League, che sono passati da € 164,3 milioni a € 226,3 milioni. I proventi destinati alle squadre nazionali si sono azzerati a causa di EURO 2012.
I contributi alle associazioni sono diminuiti da € 50 milioni a € 36,2 milioni.

Le spese relative all’organizzazione di eventi sono diminuite da € 453,7 milioni a € 117,3 milioni. Le spese riguardanti l’evento “EURO 2012”, che hanno inciso sul bilancio 2011/12, erano pari a € 281,4 milioni.
Nello specifico le spese strettamente legate agli eventi comprendono costi quali contributi per gli organizzatori locali, noleggio di stadi e infrastrutture, sicurezza e materiale. Tali spese sono diminuite da € 121 milioni a € 27 milioni.
Nella voce di costo generale, sono compresi il costo di produzione di contenuti televisivi e i costi legati al marketing e altri costi come il catering per l’hospitality e tutti gli altri servizi messi a disposizione degli ospiti aziendali, sponsor e funzionari per le partite più importanti, come il Campionato Europeo per squadre nazionali e la finale di UEFA Champions League.

Le spese per gli arbitri diminuiscono da € 33,9 milioni a € 29,2 milioni a causa di EURO 2012. Tale importo include tutte le spese arbitrali per le partite ufficiali, come compensi, viaggio e alloggio.

Le spese non capitalizzate per “Information and communications technology” (ICT) risultano diminuita da € 114,2 milioni a € 47,7 milioni. In particolare, i costi connessi direttamente al sito della UEFA, come l'hosting e dei costi redazionali, nonché gli investimenti non capitalizzati in relazione alla progettazione del sito web, ammontano a € 8 milioni. Il resto dei costi si riferisce al sistema della rete, ai programmi software, ai sistemi audiovisivi.

I costi del personale sono diminuiti da € 117,7 milioni a € 59,8 milioni, a causa di numerosi contratti a tempo determinato, stipulati per Euro 2012 e giunti a scadenza senza rinnovo. Inoltre, è stata effettuata l’esternalizzazione della gestione dei diritti media e commerciali per le competizioni a squadre nazionali UEFA.

La voce altre spese pari a € 68,7 milioni comprende le spese per viaggi, alberghi e indennità giornaliere per i funzionari UEFA (esclusi gli arbitri) e personale per un importo di € 22,8 milioni. Le spese per consulenze ammontano a € 38,7 milioni.

Altra voce importante dei costi è quella relativa ai contributi di solidarietà, che diminuiscono da € 642,3 milioni a € 159,8 milioni. I fondi utilizzati provengono principalmente dal Campionato Europeo per Squadre Nazionali ogni quattro anni e, su base annuale, dalla UEFA Champions League. In genere, i fondi provenienti da UEFA EURO sono destinati: al programma HatTrick per associazioni, per finanziare progetti di investimento come lo sviluppo delle infrastrutture; alle associazioni per progetti straordinari approvati e ai club i cui calciatori abbiano partecipato al Campionato Europeo. Altra fonte dei contributi di solidarietà è quella proveniente dai ricavi relativi alle principali competizioni per club. Tali contributi vengono destinati ai club eliminati nelle fasi preliminari. Un’altra parte di questi contributi è destinata alle attività di sviluppo dei giovani nel calcio professionistico.

I Proventi finanziari sono notevoli e ammontano a € 22 milioni (€ 38,7 milioni nel 2011/12).
I Costi finanziari risultano inferiori essendo pari a € 6,3 milioni (€ 2,8 milioni).

Lo Stato Patrimoniale.

La struttura dello Stato Patrimoniale è molto liquida. Le disponibilità liquide e le attività finanziarie correnti costituiscono il 56% dell’attivo. Le disponibilità liquide ammontano ad € 327,5 milioni. Le Attività finanziarie sono pari a € 983,2 milioni. I fabbricati di proprietà ammontano a € 97,9 milioni e i terreni a € 13 milioni.



I Crediti ammontano a € 676,8 milioni, Nel 2011/12, i crediti erano pari a € 498,6 milioni. L'incremento dei crediti rispetto al 2011/12 è dovuto al minor numero di pagamenti anticipati ricevuti. I crediti relativi alle competizioni per club sono aumentati da € 473 milioni a € 656,2 milioni.
Tra la attività finanziarie non correnti pari a € 166,6 milioni, nel 2011/12 era evidenziato un anticipo di € 8 milioni fatto alle Federazioni di Ucraina e Polonia per EURO 2012 e il prestito di € 16,3 milioni fornito ai comitati organizzatori locali (LOC), al fine di finanziare il costo organizzativo di UEFA EURO 2012. Tali prestiti sono stati compensati nel 2012/13.
I mezzi propri rappresentano il 25,7% dell’attivo. La variazione dell’importo dei mezzi propri è dipesa dalla perdita dell’esercizio.
I debiti diminuiscono da € 641,8 milioni a € 406,7 milioni. La maggior parte riguarda i debiti verso le Associazioni per € 394,9 milioni.
I ratei e risconti passivi ammontano a € 958,4 milioni. L’importo relativo ai risconti passivi è di € 914,5 milioni. I ricavi anticipati si riferiscono alle competizione per club per € 805,2 milioni e i ricavi anticipati per €  UEFA EURO 2016 per € 69,2 milioni. Risultano accantonati a fondo rischi l’importo di 289,5 milioni, soprattutto per i progetti relativi ai contributi di solidarietà.

Il Rendiconto Finanziario.

Il rendiconto finanziario dimostra come le disponibilità liquide, al netto delle differenze di cambio, siano aumentate di € 147,4 milioni, grazie soprattutto ai disinvestimenti effettuati. Infatti, l’attività operativa ha drenato flussi di cassa netti per € 530,7 milioni di Euro e l’attività di investimento ha comportato afflussi di cassa per € 678,1 milioni di Euro.

Conclusioni.


Fatta eccezione per gli anni in cui si disputano i Campionati Europei per Squadre Nazionali, il bilancio dell’UEFA dipende soprattutto dagli introiti per la cessione dei diritti della Champions League. Trattandosi, per la Champions League, di cifre rilevanti, vicine a 1,5 miliardi di Euro, è comprensibile la minaccia della creazione di una “Super Lega Europea”, che organizzi la competizione sostituendosi all’UEFA.