martedì 29 maggio 2018

Wolverampton Wanderers FC 2016-17: cambio proprietà, investimenti e perdita.




Luca Marotta


Il bilancio 2016/17 della società ‘Wolverampton Wanderers FC (1986) Limited’ si è chiuso con una perdita di £ 20,83 milioni.

L’esercizio 2016/17 non ha goduto dei benefici del “paracadute”, come il precedente.

Il fatturato è diminuito del 12,87% a £ 23,8 milioni (£ 27,2 milioni nel 2015/16). I costi operativi sono aumentati del 58,02%. Ad una lettura superficiale del bilancio appare subito in evidenza la situazione di squilibrio economico che ha determinato la rilevante perdita.

Il 2016/17 è l’esercizio la cui gestione è imputabile alla nuova proprietà, che fa capo al conglomerato cinese Fosun, guidato dal miliardario Guo Guanchang, subentrata nel controllo del club nel mese di Luglio 2016.

Dal punto di vista sportivo la stagione 2016/17 ha visto il Woverampton disputare il campionato “Football League Championship” conseguendo il 15° posto, nonostante gli ingenti investimenti.
Tale deludente risultato ha costretto ad operare importanti modifiche che hanno portato i risultati aspettati nella stagione sportiva 2017/18.

Il Gruppo.

La società controllante direttamente da ‘W.W. (1990) Limited’; tuttavia, il controllore di ultima istanza è la società ‘Fosun International Holding Limited’ che è registrata nelle ‘British Virgin Islands’.

Il Gruppo più ampio di cui la società fa parte è quindi quello cinese di ‘Fosun’, che fa riferimento al miliardario cinese Guo Guanchang.



Fonte Foto:

La continuità aziendale (“going concern”).

Gli amministratori, dopo le opportune verifiche, hanno concluso che vi è la ragionevole aspettativa che la società disponga di risorse adeguate per continuare la propria attività operativa per il prevedibile futuro e pertanto continuano ad adottare il principio della continuità aziendale.  
Inoltre, gli Amministratori hanno ottenuto una lettera da W.W. (1990) Limited, la società controllante, che conferma il sostegno finanziario, per un periodo non inferiore ad un anno dalla data della firma del bilancio d'esercizio.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.

Il totale dell’attivo aumenta da £ 63,5 milioni a £ 85,4 milioni. Questo vuol dire che la nuova proprietà ha aumentato i mezzi a disposizione della società di circa £ 22 milioni rispetto al 2015/16.



Le immobilizzazioni immateriali incidono sul totale dell’attivo per il 37,98%.

Le immobilizzazioni materiali incidono sul totale dell’attivo per il 3,17%.

Esisto crediti infragruppo pari a £ 42,39 milioni (£ 41,5 milioni nel 2015/16).

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE

Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è inferiore a 1, essendo pari a 0,92, ciò vuol dire che il valore dei beni del club non è sufficiente a pagare i debiti e occorre il sostegno dei soci. L’indice risulta in peggioramento rispetto al 2015/16, quando era pari a 1,27.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE

Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,58, ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve. L’indice risulta in peggioramento rispetto al 2015/16, quando era pari a 1,08.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO

Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è negativo essendo pari a -0,08. L’indice risulta in peggioramento rispetto al 2015/16, quando era pari a 0,27.
In effetti, anche l’equity ratio è negativo e il ricorso al capitale di terzi è prevalente.


Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è negativo per £ 7,22 milioni. Il regolamento UEFA del Financial Fair Play, considera la regola del Patrimonio Netto non negativo come uno degli indicatori fondamentali, in particolare l’esistenza di un patrimonio netto negativo deteriorato è considerata come violazione del Regolamento stesso.
Nel caso specifico del Wolverampton, il bilancio 2016/17 mostra un “deterioramento”, perché nel 2015/16 il Patrimonio Netto era positivo per £ 13,6 milioni. La variazione negativa di £ 20,83 milioni è dipesa dalla perdita dell’esercizio.

La Posizione Finanziaria Netta (“Net Debt”).

Nelle note del bilancio è indicata come cifra del “net debt” £ 56,44 milioni.



Risulta un aumento dell’indebitamento finanziario netto di circa £ 19,8 milioni.
La maggior parte del debito finanziario è infragruppo ed è pari a £ 59,57 milioni
Le disponibilità liquide ammontano a £ 3,2 milioni.
Gli altri debiti finanziari risultano pari a £ 66 mila.
Il saldo tra crediti e debiti a calciomercato è negativo per £ 21,76 milioni.
I Crediti per cessioni calciatori ammontano a £ 1,25 milioni (£ 7,66 milioni nel 2015/16).
I Debiti per cessioni calciatori ammontano a £ 23,01 milioni (£ 4,95 milioni nel 2015/16).

Il Valore della Rosa.

Il valore contabile netto della rosa ammonta a£ 8,26 milioni. Nell’esercizio precedente ammontava a £ 8,26 milioni. La variazione in aumento di £ 24,2 milioni è dovuta ad investimenti per £ 32,49 milioni; cessioni per un valore contabile residuo di £ 699 mila e ad ammortamenti per £ 7,6 milioni.



La Gestione Economica.

Nel 2016/17, il fatturato netto è diminuito a 23,74 milioni di sterline da 27,25 milioni di sterline dell’anno precedente, perché riflette il primo anno senza il vantaggio del paracadute della Premier League, il cui venir meno ha comportato una riduzione netta di 6,2 milioni di sterline per quanto riguarda il finanziamento centrale della Football League.
Ciò è stato compensato, in parte, dall'aumento dei biglietti e dei ricavi commerciali.
Il numero di abbonamenti è sceso leggermente a 13.757 (2016: 14.136), ma nonostante questo calo, le presenze medie in campionato sono aumentate a 21.572 rispetto a 20.15.7 nell'anno precedente, con un aumento di 1.2 milioni di sterline nei ricavi da biglietteria.



Il Player Trading.



Il trading di giocatori nell'anno ha generato un profitto di 2,2 milioni di sterline attraverso la cessione di giocatori, ma l’importo di questo beneficio è stato superato dalle maggiori spese di ammortamento, che ammontano a 7,6 milioni di sterline. Tali spese sono dovute principalmente a giocatori come Cota, Cavaleiro, Bodvarsson, Saiss e Gladon.
Nel 2016/17, la perdita del player trading è stata di £ 5,4 milioni.

I Costi del Personale.

Il costo del personale ammonta a £ 28,2 milioni (£ 18,24 milioni nel 2015/16). Tale costo non sarebbe conforme a quanto richiesto dal Financial Fair Play dell’UEFA, perché superiore al 70% del fatturato netto, incidendo per il 118,97%. Il costo del personale rappresenta il 60,4% dei costi operativi, che ammontano a £ 129,13 milioni. L’incremento del 54,8% del costo del personale è dovuto essenzialmente agli investimenti effettuati nell’acquisto di calciatori.

Il costo del fattore lavoro o costo del lavoro allargato, dato dalla somma di costo del personale e ammortamenti calciatori, è pari a £ 35,8 milioni (£ 21,1 milioni nel 2015/16) e incide per il 151% sul fatturato netto.

Gli altri costi operativi risultano aumentati del 32,06% d a £ 7,752,000 a £ 10,237,000.

Il Punto di Pareggio.

Il Conto economico mostra una situazione di squilibrio: i costi superano i ricavi.
Inoltre, mentre il fatturato è diminuito del 12,87%, i costi operativi risultano aumentati del 58,02%.
Il risultato prima del imposte è negativo per £ 20,8 milioni. Nell’esercizio precedente era positivo per £ 7,56 milioni.

Conclusioni.

L’esercizio 2016/17 è stato caratterizzato dall’assenza del “paracadute” e l'anno iniziale della nuova proprietà del Club, che è passata di mano a luglio 2016.

Gli Amministratori hanno dichiarato che per il 2017/18, l'obiettivo per il Club è quello di ottenere nuovamente la promozione in Premier League, sperando nell’aumento degli investimenti in nuovi giocatori da parte dei nuovi proprietari.

Al momento della redazione dei conti, il Club era al vertice del Football League Championship con notevoli prospettive per la promozione.
Il Wolverampton ha chiuso al primo posto con 99 punti il campionato di Football League Championship 2017/18, conseguendo l’accesso alla Premier League 2018/19.


giovedì 3 maggio 2018

Bilancio Genoa 2017: perdita da 11,7 milioni e 42,7 milioni di debiti tributari rateizzati.




Luca Marotta


Il bilancio 2017 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha evidenziato una perdita di circa 11,7 milioni di Euro, nonostante che in bilancio figurino plusvalenze per ben 30,4 milioni di Euro (€ 31,9 milioni nel 2016). Al 31 dicembre 2017, il Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2447 del Codice Civile”, ossia: riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, con un patrimonio netto negativo per Euro 10,85 milioni. Il totale della voce debiti è diminuita dell’8,1%, da € 188.601.644 a € 173.302.997. Molto importante rimane l’entità dei debiti tributari pari a 62,77 milioni di Euro (€ 61,9 milioni nel 2016), che finanzia circa il 36% dell’attivo.

L’esercizio 2016 si era chiuso con una perdita di € 4.069.462; l’esercizio 2015 si era chiuso con una perdita di 10,5 milioni; l’esercizio 2014 si era chiuso con una perdita rilevante di 26 milioni di Euro; mentre l’esercizio 2013 si era chiuso con un sostanziale pareggio, mostrando un utile di € 381.602 e l’esercizio 2012 evidenziava una perdita di € 14.846.953. Occorre ricordare che il pareggio di bilancio conseguito nel 2013 fu frutto di eventi straordinari di gestione, come il conferimento del ramo d’azienda avente ad oggetto le attività commerciali legate allo sfruttamento del “Brand Genoa” nella società “Genoa Image Srl”, controllata al 100%.

Le cause che hanno determinato la perdita del bilancio 2017 sono da ricercarsi nell’aumento dei costi per servizi, degli ammortamenti e del costo del personale.
Anche nel 2017, le plusvalenze sono state determinanti per adottare il principio di continuità aziendale.

Il bilancio 2017, riguarda il secondo semestre della stagione sportiva 2016/17 conclusasi al sedicesimo posto, e il primo semestre della stagione sportiva 2017/18, che si sta concludendo con il traguardo della permanenza in Serie A.

La continuità aziendale.

Come negli anni precedenti, con parole molto semplici, da quello che emerge sembrerebbe che la continuità aziendale del Genoa CFC, sia dipesa principalmente dalle plusvalenze. Infatti sembra che la situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile sia stata superata con le plusvalenze del mercato trasferimenti invernale, che ha comportato il realizzo di plusvalenze per circa 20 milioni di Euro e il conseguente superamento della situazione del 2447 del Codice Civile. Infatti, gli Amministratori hanno redatto una situazione economico-patrimoniale al 28 febbraio 2018, che attesta il pieno ripristino dell’integrità patrimoniale e la possibilità di redigere il bilancio adottando il presupposto della continuità aziendale.
Nella sessione invernale di gennaio 2018 sono state realizzate le plusvalenze relative alla cessione di Pellegri all’AS Monaco e Ricardo Centurion ceduto al Racing Club.

Infatti, la Relazione della Società di Revisione “Audirevi Srl” contiene dei richiami di informativa.
Nel Richiamo di Informativa è evidenziato che il bilancio 2017 chiude con una perdita di Euro 11,7 milioni ed un patrimonio netto negativo per 10,8 milioni di Euro. Il patrimonio netto negativo, nonostante la rinuncia dei crediti per finanziamenti per Euro 775 mila da parte della controllante Fingiochi S.r.l., ricade nella fattispecie prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile. I revisori a richiamato quanto scritto dagli Amministratori riguardante la circostanza che le plusvalenze realizzate nella sessione invernale del calciomercato hanno permesso il superamento della fattispecie prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile. Per tale motivo gli Amministratori hanno adottato il presupposto della continuità aziendale, nella redazione del bilancio 2017.
Nel richiamo di informativa è stato fatto riferimento al fatto che nel bilancio 2017 sono stati contabilizzati proventi da consolidato fiscale per Euro 2,1 milioni. Alla data del 31 dicembre 2017, il credito verso la società controllante da consolidato fiscale, ammonta ad Euro 29 milioni. Tale credito è sottoposto a delle condizioni subordinate all’utilizzo e alla cessazione del regime.

Gli Amministratori hanno evidenziato che la strategia aziendale nel 2018 sarà orientata alla razionalizzazione dei costi di struttura, al consolidamento della riorganizzazione tecnica degli organici e sperano di ridurre il costo del lavoro e degli ammortamenti allineandoli a quelli del 2016. In tal modo si potrebbero produrre flussi di cassa sufficienti ad evitare il ricorso al sostegno dell’Azionista di riferimento.

La Struttura Patrimoniale.

Il totale dell’Attivo è diminuito del 9,2% da € 192,1 milioni a € 174,4 milioni. Il valore della partecipazione in imprese controllate rappresenta il 12,9% dell’attivo e ammonta a € 22.473.000. Tale importo riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2017 con una perdita di Euro 2.006.211 (-€ 1.418.589 nel 2016 e -€ 2.064.060 nel 2015), con un patrimonio netto di Euro 14.410.065 (€ 16.516.276 nel 2016).
Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante per € 29.029.873 (€ 26.922.213 nel 2016) e verso controllate per Euro 8.922.832 (€ 7.525.323 nel 2016).



L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è negativo perché è pari a -0,05857 (+0,00038 nel 2016), a causa del patrimonio netto negativo.
In pratica l’erosione totale del capitale proprio determina una situazione in cui capitale di terzi a debito finanzia tutto l’attivo.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 0,94 (1,00038 nel 2016)), ciò vuol dire che il valore dei beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, non è sufficiente a pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,8926, ciò vuol dire che l’attivo a breve non è in grado di pagare i debiti a breve.

L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,98 (0,82 nel 2016), superiore alla soglia minima del 2017/18 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,6 (Per la stagione sportiva 2016/17 la soglia minima era di 0,5).
In caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità nella misura minima, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata. Occorre evidenziare che il bilancio 2017 dovrebbe essere oggetto di valutazione, da parte della FIGC, per la stagione sportiva 2018/2019.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

L’Indicatore di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2017 ammontano a € 173.302.997 ed il Valore della Produzione al 31.12.2017 è pari ad € 93.147.490, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 95.012.875.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 1,82 (2,09 nel 2016), superiore alla soglia massima stabilita dalla FIGC per la stagione sportiva del 2017/18 per la Serie A che è di 1,5. Tale soglia per la stagione sportiva 2016/17 era pari a 1,75.
Occorre evidenziare che il bilancio 2017 dovrebbe essere oggetto di valutazione, da parte della FIGC, per la stagione sportiva 2018/2019.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato della FIGC.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso del Genoa il valore è di 0,78 (0,75 nel 2016), se si considerasse tutto il costo del personale. Tale valore sarebbe entro il limite richiesto dalla FIGC per la Serie A per le stagioni sportive 2015/16-2016/17-2017/18, che è rispettivamente di 0,9; 0,85 e 0,8.
Occorre evidenziare che il bilancio 2017 dovrebbe essere oggetto di valutazione, da parte della FIGC, per la stagione sportiva 2018/2019.

Grado Copertura Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è negativo, di conseguenza i diritti pluriennali di calciatori risultano finanziati dal capitale di terzi.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è negativo per € 10.852.234 e si trova nella situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile, ossia riduzione del capitale di oltre un terzo a seguito di perdite.
Nel 2016 era positivo per Euro 73.011; nel 2015 era negativo per Euro 8,83 milioni e nel 2014 era negativo per Euro 6,3 milioni.

La variazione negativa di 10.925.246 è stata determinata dalla perdita di esercizio di € 11.700.246 e dall’apporto nella riserva versamento in c/futuro aumento di capitale di € 775.000.
L’importo di € 775.000 deriva dalla rinuncia dei crediti per finanziamenti da parte del socio Enrico Preziosi.

L’indebitamento finanziario.



I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, diminuiscono da € 67,19 milioni a € 66,9 milioni e finanziano il totale dell’attivo, per il 38,4% (35% nel 2016).
I debiti verso le banche diminuiscono da € 13,1 milioni a € 11,35 milioni. Le banche con cui lavora il Genoa sono Unicredit e Banca Carige. I debiti bancari a medio-lungo termine pari a € 8,93 milioni (€ 8,23 milioni nel 2016) riguardano dei mutui accessi nel 2011 con Banca Carige.
I debiti verso altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 55,6 milioni (€ 54,1 milioni nel 2016) e registrano un incremento del 2,94% e finanziano il 31,9% dell’attivo. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Carige, Emilia Romagna Factoring, Banca IFIS e Banca Sistema.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 66,9 milioni (€ 67 milioni nel 2016), considerando le disponibilità liquide pari a circa € 37 mila, risulta in diminuzione rispetto al 2016 di circa € 129 mila.
L’EBITDA è positivo per € 13.809.503 (+€ 17.574.837 nel 2016) e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 4,85 (3,81 nel 2016). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 49,7 milioni (€ 65,1 milioni nel 2016), mentre i debiti verso Enti-settore specifico, pari a € 27,5 milioni (€ 43,2 milioni nel 2016), finanziano il 15,8% dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo positivo di € 22,2 milioni, che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario si ridurrebbe a € 44,75 milioni, cifra al di sotto del fatturato netto.

I debiti verso l’Erario e gli altri debiti.

I debiti verso l’Erario aumentano da € 61.986.816 a € 62.774.851, di cui € 21.959.139 a breve termine. Tali debiti rappresentano il 36% delle fonti di finanziamento dell’attivo.

Il 68% dei debiti tributari riguarda quelli rateizzati:




Il debito residuo rateizzato al 31/12/2017 ammonta a € 42.695.384 (€ 43.175.192 nel 2016). Gli importi rateizzati maggiori riguardano l’IVA. Complessivamente per l’IVA rateizzata residua un debito quota capitale di € 28.877.459.

Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le ritenute Irpef per retribuzioni tesserati ammontano a € 4.564.684 (€ 4.123.387nel 2016), quelle relative ai premi sono pari a € 1.126.564 (€ 1.652.057 nel 2016). Risultano debiti per IVA 2017 pari a € 12.584.164 (€ 11.248.775 nel 2016) e debiti per IRAP 2017 pari a € 1.804.055 (€ 1.787.405 nel 2016).

Al 31.12.2017 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 93.666 (€ 129.896 nel 2016).

I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 1.408.384 (€ 1.927.762 nel 2016), di cui € 702.864 riguardano il debito INPS.

La voce “debiti diversi” diminuisce da € 8.589.447 a € 8.359.333. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.

Il Valore della Rosa.




Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 25.654.138 (€ 31.171.908 nel 2016), diritti sportivi dei calciatori delle giovanili per € 3.667.377 (€ 6.771.031 nel 2016).
Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore contabile netto della rosa si sia sgonfiato, pur rimanendo sostanzialmente costante il costo del personale.




Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei costi del vivaio, allocato tra le immobilizzazioni immateriali per 7,5 milioni di Euro, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore giovanile.

La Gestione economica.

Il valore della produzione aumenta da € 91,3 milioni a € 93,14 milioni, con un variazione positiva del 2%.
I costi della produzione sono pari a € 99,9 milioni (€ 91,19 milioni nel 2016) e sono aumentati del 9,5%, in misura più che proporzionale rispetto all’aumento del valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è negativa per € 6.762.039, nel 2016 era positiva per € 79.608.




I Ricavi.

Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i proventi televisivi. Nel 2017 i proventi televisivi risultano aumentati da € 33,76 milioni a € 36,69 milioni, con un’incidenza del 74% sul fatturato netto e del 39,4% sul valore della produzione (37% nel 2016).
La rappresentazione grafica seguente, riguardante l’evoluzione del fatturato netto per componenti, mostra chiaramente la “teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei diritti televisivi.




I ricavi da gare sono aumentati del 7,2%, da € 4,34 milioni a € 4,65 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 5% e sul fatturato netto per il 9,4%. L’incremento è dovuto ai ricavi da gare di campionato, che sono aumentati di € 246.995, da € 1.513.527 a € 1.760.822, mentre i ricavi da abbonamenti sono aumentati di poco, da € 2.715.221 a € 2.794.240.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 1.513.630 (€ 2.183.257 nel 2016) e risultano in diminuzione del 30,7%. Lo Sponsor Ufficiale è mancato e non figura tra i ricavi 2017 (€ 599.180 nel 2016), lo Sponsor Tecnico contribuisce con € 1.349.041 (€ 1.351.987 nel 2016) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 164.588 (€ 232.090 nel 2016).

I ricavi televisivi aumentano di € 2.929.813, da € 33.763.921 a € 36.693.734.

I ricavi e proventi diversi risultano pari ad Euro 2.265.712 (€ 6.748.043 nel 2016) e comprendono ricavi diversi per € 1.369.728 fatturati alla società controllata Genoa Image srl, per l’utilizzo del marchio.

L’importo evidenziato nel valore della produzione che riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio, ammonta a € 3.549.701 (€ 2.954.102 nel 2016).

Il “Player trading”.

Il bilancio del Genoa tradizionalmente evidenzia anche una dipendenza da player trading notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate, a causa della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni.
Non a caso nella descrizione dell’attività gli Amministratori hanno esplicitato che Il Genoa Cricket and Football Club SpA svolge attività di formazione e valorizzazione di calciatori con la finalità di generare valore attraverso la cessione dei relativi diritti pluriennali alle prestazioni sportive.
Nel 2017, le plusvalenze, pari a € 30,4 milioni, sono riuscite a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 16,4 milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 2,9 milioni, gli altri oneri di gestione calciatori sono risultati pari a € 3,5 milioni e l’acquisto temporaneo di calciatori è risultato pari a € 2,9 milioni (€ 2,1 milioni nel 2016).



Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 16,83 milioni. Nel 2016 era positivo per € 15,76 milioni. Nel 2015 era positivo per € 3,6 milioni. Nella sostanza, anche nell’esercizio 2017, le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali per € 30,4 milioni (€ 31,9 milioni nel 2016; € 30,9 milioni nel 2015), che rappresentano il 32,7% del valore della produzione. Negli ultimi tre esercizi la media delle plusvalenze realizzate è superiore ai 30 milioni di Euro; negli ultimi 5 anni è superiore ai 28 milioni di Euro.
Le maggiori plusvalenze realizzate hanno riguardato: Simeone Baldini ceduto alla Fiorentina per € 16 milioni, con una plusvalenza di € 11.607.407; Pavoletti, ceduto al Napoli per € 13 milioni, con una plusvalenza di € 10.375.000; Rincon ceduto alla Juventus per € 8.000.000, con una plusvalenza di € 7.846.872.
I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori diminuiscono da € 2,87 milioni a € 1,44 milioni. L’importo maggiore riguarda Renzetti Francesco (AC Cesena), per € 750.000. Il prestito di Ocampos Lucas al Milan, nel 2017, ha fruttato 500.000 Euro.
I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a € 418.250 (€ 2.107.000 nel 2016) e l’importo maggiore riguarda Lapadula (AC Milan) per € 250.000, seguito da Biraschi (Avellino) per € 150.000.
Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a € 2.913.075 (€ 2.224.3107 nel 2016). L’importo maggiore riguarda la cessione gratuita di Tachtsidis al Torino, che ha provocato una minusvalenza di € 1.800.000.
Gli altri oneri di gestione calciatori pari ad Euro 3.455.524, includono Euro 2.089.864 per costi per la valorizzazione dei calciatori.

I costi.

I costi del personale pari a € 51.855.822 (€ 49.397.874 nel 2016), rappresentano il 55,7 % del valore della produzione, ma, se considerassimo il Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 104,6%. L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 51,9%. Il costo del personale tesserato ammonta a € 46.932.445 (€ 44.606.043 nel 2016).
Gli ammortamenti totali sono pari a € 20,56 milioni (€ 17,4 milioni nel 2016). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 16,4 milioni (€ 13,13 milioni nel 2016), di cui Euro 3.305.154 (€ 2.402.864 nel 2016) per i calciatori del settore giovanile.
Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 73,3%.

I costi per prestazioni di servizi aumentano del 63,1%, da € 7.031.783 a € 11.470.355. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici pari a € 4.942.668 (€ 2.216.867 nel 2016), riguardanti le consulenze tecnico sportive per l’acquisto di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori. Le spese amministrative, pubblicitarie e generali aumenta di € 762.645, da € 2.586.445 a € 3.349.100.

Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato netto, tuttavia nel 2015 sembrava confermarsi una tendenza verso il riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto. Tale tendenza è venuta meno dal 2016, anche a causa della riduzione del fatturato netto.



I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.940.238 (€ 1.226.946 nel 2016). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 1.169.333 (€ 517.667 nel 2016), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il settore giovanile risulta pari a € 177.400 (€ 132.409 nel 2016).

La gestione finanziaria, è negativa per € 4,24 milioni (- € 3,4 milioni nel 2016) a causa degli interessi passivi verso banche per € 2.79 milioni (€ 2,64 milioni nel 2016) e altri interessi passivi per € 1.463.222 (€ 834.970 nel 2016).
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 12.003.852; nel 2016 era negativo per € 3.401.360 di Euro, nel 2015 per € 10,1 milioni.
L’IRAP corrente per € 1.804.055 e i proventi da consolidato fiscale per € 2.107.660, determinano un risultato netto negativo per € 11.700.246.

Il Pareggio di bilancio della FIGC e del Financial Fair Play dell’UEFA.

Per ottenere la Licenza Nazionale per la stagione sportiva 2018/2019 sarà preso in considerazione il raggiungimento del pareggio di bilancio, considerando i ricavi e costi “rilevanti” a partire dal bilancio d’esercizio al 30 giugno 2016, ovvero dal bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016, se l’esercizio sociale coincide con l’anno solare. In sede di prima applicazione (2018/2019) il periodo di rilevazione comprenderà gli esercizi chiusi nel 2017  e nel 2016. Nel caso in cui l’esercizio 2016 presenti un deficit, sarà considerato nella misura ridotta del 50%. Quindi nel caso del Genoa saranno considerati il bilancio 2016 e quello del 2017.
La deviazione tollerata è determinata in funzione del 25% della media del valore della produzione degli esercizi oggetto di rilevazione.
Il Genoa pur evidenziando un risultato aggregato negativo, dovrebbe riuscire a rispettare la soglia, considerando per il 2016 la metà del risultato negativo.
In ogni caso, il requisito di pareggio di bilancio della FIGC non è rispettato se la Società che richiede la Licenza Nazionale mostra un deficit di bilancio superiore alla soglia di tolleranza e non  copra integralmente tale deficit con l’apporto di mezzi propri.
L’elasticità del regolamento della FIGC permette di prendere in considerazione anche il surplus (se presente) risultante dalla somma dei due risultati di bilancio antecedenti al periodi di riferimento.

Per quanto riguarda il Financial Fair Play dell’UEFA, l’aggregato dei risultati prima delle imposte 2015-2017 è negativo per 25,5 milioni di Euro. Tale risultato migliora di molto escludendo i costi “virtuosi” del settore giovanile. La soglia di tolleranza per la stagione sportiva 2018/19 è di 30 milioni di Euro.

Conclusioni.

In sintesi, il bilancio 2017 mostra una perdita di 11,7 milioni, superiore a quella del 2016 che era di 4,1 milioni di Euro e a quella del 2015 che era di 10,5 milioni di Euro.
Le plusvalenze realizzate nella sessione di calciomercato invernale di gennaio 2018, tra cui quella di Pellegri, sono risultate importanti per adottare il principio di continuità aziendale.
Per l’esercizio 2018, gli Amministratori punteranno sulla riduzione dei costi del lavoro e degli ammortamenti.