sabato 28 luglio 2012

I conti 2010/11 del Montpellier Herault Sport Club: budget destinato a raddoppiarsi.



Luca Marotta                        28 luglio 2012

Il Montpellier Herault Sport Club (in sigla “MHSC”) è una SASP, ossia una società per azioni sportiva professionistica, molto simile alla société anonyme classica, ma  destinata alla gestione di un club sportivo, con consiglio di amministrazione. MHSC risulta avere un capitale sociale di 770.700,00 euro. Il Presidente del consiglio di Amministrazione è Louis Nicollin, il Direttore generale delegato è suo figlio Laurent Nicollin. Le SASP hanno un’associazione di supporto e il rapporto tra associazione e SASP è oggetto di apposita convenzione.
Faremo riferimento ai dati di bilancio 2010/11 pubblicati dalla Ligue de Football Professionnel, che sono un aggregato del bilancio della SASP e dell’Association Sportive "Montpellier Herault Sport Club ".
Invero, il bilancio 2010/11 rispecchia i dati di una stagione sportiva non brillante, chiusasi col conseguimento del 14° posto in campionato, ma che alla luce del successo in “Ligue 1” 2011/12 possono dare un’idea circa le potenzialità del club transalpino, destinato a raddoppiare, come minimo, il proprio budget.
Il fatturato al 30/06/2011, con esclusione delle plusvalenze, è stato pari a 36,6 milioni e segna un decremento di circa 2 milioni pari al 5,1% in meno.
La composizione del fatturato è la seguente: cessione per diritti televisivi per 19,7 milioni, con un’incidenza del 53,8%; ricavi da sponsor e pubblicità per 6,9 milioni, con un’incidenza del 18,9%; ricavi da gare per 3,6 milioni, con un’incidenza del 9,8% e altri ricavi per 6,4 milioni, con un’incidenza del 17,5%.
Il totale dei costi è stato pari a 43,6 milioni e risulta in aumento di 10,6 milioni, segnando un 32% in più rispetto al 2009/10.
Il costo del personale è stato pari a 29,4 milioni, con un’incidenza sul fatturato senza plusvalenze dell’80,4%. Nel 2009/10 il costo del personale era pari a 23,4 milioni ed aveva un’incidenza sul fatturato senza plusvalenze del 60,8%. Il risultato operativo, senza il saldo economico determinato dai trasferimenti calciatori, è negativo per 7 milioni, mentre nel 2009/10 era positivo per 5,5 milioni.
Il saldo economico determinato dai trasferimenti calciatori è positivo per 14 milioni.
La gestione finanziaria è stata positiva per 30 mila euro.
La gestione straordinaria ha registrato un saldo negativo di 7,1 milioni, mentre nel 2009/10 era negativa per 4,9 milioni.
Il risultato dell’esercizio prima delle imposte è in perfetto pareggio. Il meccanismo di calcolo delle imposte ha determinato un utile netto d’esercizio per 18 mila euro, mentre nell’esercizio precedente l’utile netto era pari a 406 mila euro.
Il patrimonio netto, al 30 giugno 2011, è positivo per 950 mila euro e risulta in aumento di 212 mila euro. Il patrimonio netto finanzia solo il 4,6% dell’attivo pari a 20,8 milioni. Molto importante, come fonte di finanziamento, è il finanziamento soci, che è pari a 6,5 milioni e che finanzia il 31% dell’attivo. I debiti finanziari sono assenti e i debiti per l’acquisto di calciatori ammontano a circa 2,4 milioni.
Mentre il patrimonio netto finanzia il 18,2% delle immobilizzazioni, il patrimonio netto unitamente al finanziamento soci finanzia il 142,1% delle immobilizzazioni. Segnale di una situazione finanziaria sostanzialmente equilibrata. Non a caso le disponibilità liquide, pari a 4,4 milioni, rappresentano il 21% dell’attivo.
Le immobilizzazioni immateriali relative ai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono pari a 2,7 milioni, mentre nel 2009/10 erano pari a 2,6 milioni.
Le altre immobilizzazioni risultano pari a 2,5 milioni e registrano un aumento di 1 milione circa.
I crediti per le cessioni dei calciatori ammontano a 6,2 milioni e, pertanto, il saldo tra crediti e debiti da trasferimento calciatori è positivo per 3,8 milioni. La posizione finanziaria netta pur essendo negativa per 2,1 milioni è determinata esclusivamente dal finanziamento soci, a causa dell’assenza di debiti finanziari. Ai fini del Financial Fair Play, bisogna considerare gli ultimi due dati, che determinano un saldo positivo di 1,7 milioni, “virtuosamente” in linea con quanto stabilito dal regolamento.
Possiamo concludere, affermando che trattasi di dati destinati ad un miglioramento “esplosivo” in quanto il 2011/12 beneficerà del clamoroso successo in Ligue 1 e il 2012/13 beneficerà dei proventi della UEFA Champions League. Tuttavia, nel 2012/13, il “David” Montpellier dovrà confrontarsi col “Golia” Paris Saint Germain, che per il 2012/13 metterà in campo l’artiglieria pesante: Ibrahimovic, Thiago Silva e Lavezzi, oltre a quelli che hanno perso nel 2010/11.

mercoledì 25 luglio 2012

Bilancio SpVgg Greuther Fürth 2010/11: svantaggio competitivo, ma conti in ordine.


Luca Marotta
Il club tedesco che ha vinto la “2. Bundesliga” (Serie B tedesca) 2011/12, fa capo ad una società, che in base al diritto societario tedesco, corrispone alla nostra accomandita per azioni, denominata: “Spielvereinigung Greuter Fürth GmbH & Co. KGaA.”. Tale società è posseduta al 100% dall’associazione registrata “SpVgg Greuther Fürth e.V.”.
Il 25 giugno 2008, è stata costituita la società “SpVgg Greuther Fürth Stadion GmbH”, con un capitale sociale di 25 mila euro, che corrisponde al capitale minimo per una GmbH. Tale società ha come oggetto sociale la gestione dello stadio “Trolli Arena” (ex Playmobilstadion), che è non è di proprietà del club. In precedenza, lo stadio si chiamava Ronhof, e negli anni ottanta fu venduto al proprietario della Playmobil. In seguito, sono stati costruiti anche degli edifici, regolati da un contratto di locazione con possibilità di riscatto.
Il bilancio 2010/11 si riferisce alla stagione conclusasi col conseguimento del 4° posto con 61 punti.
La società ha la sede a Fürth, vicino a Norimberga.
Le Attività.
Il totale dell’attivo al 30 giugno 2011 è pari a 3,5 milioni e registra un lieve aumento dello 0,7%.
Le immobilizzazioni rappresentano solo il 16,6% dell’attivo. Le immobilizzazioni immateriali, pari a € 212.267, hanno un’incidenza del 6,1% sull’attivo ed hanno registrato un decremento del 14,4%.
Le immobilizzazioni materiali sono pari a € 95.296, mentre la voce impianti e attrezzature è pari a  250 mila euro. Le immobilizzazioni finanziarie riguardano la partecipazione totale in “SpVgg Greuther Fürth Stadion GmbH” valutata 25 mila euro.
Il totale dei crediti è aumentato da € 1.733.837,99 a € 2.540.517,10. I crediti verso la società controllata “SpVgg Greuther Fürth Stadion GmbH” ammontano a € 621.000 e riguardano investimenti per il miglioramento dello stadio. I crediti verso l’associazione controllante ammontano a 401 mila euro.
Le disponibilità liquide, pari a € 97 mila,  rappresentano il 2,8% dell’attivo ed evidenziano una riduzione del 90% rispetto al 2009/10 (€ 971 mila).
I ratei e risconti attivi sono pari a € 95.280,40 (€ 74.909,41 nel 2009/10) e i crediti per imposte sono esposti per 37 mila euro.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto oltre ad essere positivo, finanzia abbondantemente l’attivo, quindi il ricorso a capitale di terzi è ridotto rispetto ai bilanci di altre squadre di calcio.
Il patrimonio netto è pari a € 1.614.935,77 ed è fonte di finanziamento per il 46% dell’attivo, indicatore di una struttura finanziaria sostanzialmente equilibrata, anche perché rappresenta il 277% delle immobilizzazioni. La variazione del patrimonio netto rispetto all’esercizio precedente è dovuta esclusivamente al conseguimento dell’utile di esercizio.
All’interno del Patrimonio Netto è rilevante la presenza di strumenti finanziari partecipativi (“Genussrechtskapital”) pari a € 625 mila. Tali strumenti che attribuiscono diritti patrimoniali e/o diritti amministrativi, ad esclusione del diritto di voto in assemblea, rappresentano il 38,7% del patrimonio netto.
Le Passività.
Risultano accantonati nei fondi per rischi ed oneri € 710.500 (€ 881.500 nel 2009/10).
I debiti sono pari a € 939.469,05 e risultano in diminuzione di 504 mila euro. I debiti finanziano solo il 26,8% dell’attivo.
SpVgg Greuther Fürth opera con due banche: Sparkasse Fürth e Commerzbank Nürnberg. Le due banche hanno confermato fino al 30 giugno 2012 le linee di credito concesse.
I ratei e risconti passivi ammontano a € 235 mila (€ 173 mila nel 2009/10).
Il Conto economico.
I proventi lordi riportati nel conto economico sono stati pari a € 15.370.539,81. Nel 2009/10 erano pari a € 15.403.951,14.
Dalla stagione 2010/2011 lo sponsor “Trolli” ha dato un nuovo nome allo stadio. Il contratto potrebbe essere esteso fino al 2018.
Le Spese per il personale risultano in diminuzione del 10,3%, assestandosi a 8,1 milioni.
Gli ammortamenti risultano pari a 614.209,83, segnando una diminuzione del 13,9%. Quelli riguardanti le immobilizzazioni immateriali sono pari a € 511.939.
Gli altri costi operativi ammontano a  5,9 milioni, mentre nel 2009/10 erano pari a 6,3 milioni.
La gestione finanziaria è di poco positiva per € 1.470, mentre la gestione straordinaria è negativa per 60 mila euro. Nell’esercizio precedente, la gestione straordinaria era positiva per 347 mila euro.
L’utile netto d'esercizio sale a € 635.875,44 da € 587.596,48 del 2009/10.
Conclusioni.
Pur puntando molto sul settore giovanile, su cui viene fatta leva, favorendo l’ingresso di giovani in prima squadra, gli amministratori ribadiscono che il Greuther Fürth è in condizioni di svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti per trattenere giovani talenti. Il Centro di Formazione Giovanile del Greuther Fuerth soddisfa i requisiti della DFL. In ogni caso è una società sana che chiude i bilanci in utile e ha ottime prospettive sia sportive che economiche per il 2012/13, considerando che ha vinto il campionato di seconda divisione tedesca 2011/12.

mercoledì 11 luglio 2012

Bilancio Bari 2010: un ramo da 21,5 milioni.




Luca Marotta             11 luglio 2012

Nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2010 dell’Associazione Sportiva Bari S.P.A., si cita come operazione rilevante dell’esercizio la cessione di ramo d’azienda avvenuta in data 31 marzo 2010.
In tale data l’Associazione Sportiva Bari S.P.A. ha ceduto alla società correlata denominata “Servizi Sportivi S.r.l.” il ramo d’azienda concernente l’area che accoglie le attività di comunicazione, marketing, merchandising e lo sfruttamento del marchio aziendale, al prezzo di 21,5 milioni di euro. In tal modo, si è realizzata una plusvalenza di € 21.500.000. La cessione è avvenuta in base ad una perizia, redatta da un esperto indipendente, in data antecedente, che ha determinato il valore del ramo d’azienda ed in particolare quello del marchio. Come quasi tutte le cessioni di ramo d’azienda, avvenute nel mondo del calcio italiano, tra le due società si è proceduto alla stipula di un contratto contestuale di “affitto”. Infatti, la società “Servizi Sportivi S.r.l.” ha concesso all’A.S. Bari l’uso del marchio mediante il pagamento di un canone annuo di 1 milione di euro.
Al 31/12/2010 i crediti verso la società Servizi Sportivi S.r.l., per la cessione del ramo d’azienda, ammontavano a € 12.500.000. Infatti, il contratto prevedeva che nel corso del 2010 fossero incassati 9 milioni, mentre per la quota residua, maggiorata degli interessi, era prevista una scadenza di 4,5 milioni entro il 20 giugno 2012 e 10 rate annuali di 800 mila euro a partire da giugno 2013 e fino a giugno 2022.
Tale operazione, in riferimento al bilancio chiuso il 31 dicembre 2009, ha permesso di evitare gli adempimenti previsti dall’art. 2447 del codice civile, che disciplina il caso di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, imponendo agli amministratori l’obbligo di convocare senza indugio l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo di legge, o la trasformazione della società. Infatti, il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2009 presentava un patrimonio netto negativo per circa 13,3 milioni di euro e l’operazione in questione ha permesso di redigere un bilancio straordinario al 31 marzo 2010 con un risultato positivo, pari a 18 milioni, che ha permesso di evidenziare un patrimonio netto positivo per 4,6 milioni. Come conseguenza, l’assemblea già convocata per l’approvazione del bilancio 2009 è stata riconvocata senza la parte straordinaria per il ripianamento delle perdite come previsto dall’articolo 2447 del Codice Civile.
Il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2010 del Bari si è chiuso con un utile netto di € 14.175.598, che, ovviamente, risente della plusvalenza di 21,5 milioni, determinata dalla cessione del ramo d’azienda. Tuttavia, il patrimonio netto scende, rispetto al 31 marzo 2010, a € 870.653, con un totale debiti che sale da € 45.731.515 a € 76.186.113. 

martedì 10 luglio 2012

Bilancio Torino 2010: compartecipando …



Luca Marotta                                             10 luglio 2012

Il bilancio 2010 di FC Torino Spa si è chiuso con una perdita di 11,1 milioni, che peggiora quella registrata nel 2009, che era pari a 8,4 milioni. Invero, sono risultati che riflettono l’andamento sportivo del club. L’anno solare 2010 comprende il secondo semestre della stagione sportiva 2009/10, terminata con il 5° posto nel campionato di serie B, e il primo semestre della stagione sportiva 2010/11, conclusasi con l’8° posto.
Il Gruppo.
In base ai dati forniti nel bilancio 2010, la società Torino FC Spa risultava controllata al 97,5% da UT Communications Spa, il restante 2,5% risultava posseduto dalla società MP Service Srl, che a sua volta è controllata al 100% da UT Communications.
La continuità aziendale.
Il collegio Sindacale, nella sua relazione al bilancio 2010, ha evidenziato che “lo sviluppo e la continuità aziendale dipendono anche dal mantenimento di un adeguato sostegno finanziario” da parte della proprietà e tale sostegno è stato assicurato. Infatti, durante il 2010, UT Communications ha effettuato finanziamenti infruttiferi per 21 milioni e ne ha trasformato una parte, pari a 14,5 milioni, in versamenti in conto copertura perdite.
Anche nel corso del 2011 UT Communications ha effettuato finanziamenti infruttiferi per € 3.150.000, trasformando, nel mese di marzo 2011, 2,5 milioni in versamenti in conto copertura perdite, che costituiscono una posta del patrimonio netto.
Da quanto descritto, risulta evidente che FC Torino Spa non si autofinanzia e che ha bisogno del supporto finanziario del suo “mecenate”.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è positivo per 5,1 milioni. Durante l’esercizio, si è verificato un incremento di 3,4 milioni, dovuto a versamenti per copertura perdite per € 14.500.000 e alla perdita di esercizio di 11,1 milioni. Il patrimonio netto finanzia solamente il 12% dell’attivo e il 36% dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori.
L’indebitamento finanziario.
L’indebitamento finanziario è rappresentato dai debiti verso la controllante pari a 6,5 milioni. Tali debiti sono infruttiferi e finanziano il 15% dell’attivo. Considerando le disponibilità liquide pari a 586 mila euro, si ha un indebitamento finanziario netto di 5,9 milioni. Non esistono debiti bancari e debiti verso altri finanziatori. L’indebitamento finanziario netto è inferiore al valore della produzione, ma superiore al Margine Operativo Lordo, che è negativo per 3,2 milioni. Si aggiunga che anche la differenza tra attività correnti e passività correnti è negativa per 14,8 milioni.
I crediti verso società calcistiche ammontano a € 11.045.000. Il maggior importo riguarda il Parma con € 4.550.000.
I debiti verso squadre di calcio sono pari a € 11.708.000. Il maggior importo riguarda il Parma con € 2.275.000.
Pertanto si ha un saldo, tra crediti e debiti da trasferimenti, di poco negativo, che determina un indebitamento finanziario netto ai fini del Financial Fair Play, in ogni caso, al di sotto dei ricavi.
Il valore della rosa.
Il totale dell’attivo nell’anno 2010 ammontava a 43,8 milioni. Il 58% dell’attivo è rappresentato da immobilizzazioni. I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, rappresentano il 56% delle immobilizzazioni e ammontano a 14,2 milioni, nel 2009 erano pari a 20,1 milioni. Il calciatore col valore contabile residuo più elevato risulta essere Alain Stevanovic per 3,5 acquistato dall’Inter per 4 milioni. Seguono Rolando Bianchi con 2,5 milioni, acquistato dal Manchester City con un costo storico di 5 milioni e Antimo Iunco con 1,5 milioni, acquistato dal Chievo per 2 milioni.
I crediti per compartecipazioni cedute, allocati tra le immobilizzazioni finanziarie, aumentano a 6,3 milioni, nel 2009 erano inesistenti e rappresentano il 24% delle immobilizzazioni. Tali crediti riguardano Dzemaili ceduto al Parma con un valore del 50% pari a 3,5 milioni, Simone Benedetti ceduto al 50% all’Inter per 2 milioni e Dominique Malonga in compartecipazione col Cesena per 750 mila euro.
I debiti per compartecipazioni acquisite sono uguali a 3,8 milioni, mentre nel 2009 erano pari a 2 milioni. Essi riguardano Alain Stevanovic in compartecipazione con l’Inter per 2 milioni, Antimo Iunco in compartecipazione col Chievo per 1 milione e Nicolas Gorosbov in compartecipazione col Vicenza per 800 mila euro.
Da notare che i calciatori in compartecipazione sono anche tra quelli col valore contabile più elevato.
Il valore contabile potenziale della rosa ammonta a 16,7 milioni.
Il Player Trading.
L’attività di player trading, durante il 2010, ha generato un risultato positivo di circa 8,7 milioni.
Le plusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori ammontano a 11,2 milioni. Nel 2009 erano pari a 9,6 milioni. Tali plusvalenze sono state determinate dalle cessioni di Dzemaili per 5,5 milioni, Simone Benedetti per 4 milioni, Dominique Malonga per 1,3 milioni ed un bonus per Rosina di 300 mila euro. Anche in questo caso trattasi quasi esclusivamente di calciatori ceduti in compartecipazione.
I proventi da cessione temporanea calciatori ammontano a 605 mila euro. Nel 2009 erano pari a 984 mila euro. Tali proventi si riferiscono alla cessione in prestito di Dzemaili e Paolo Zanetti. I proventi per la valorizzazione calciatori ammontano a € 160 mila.
Le minusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori, allocate tra gli oneri diversi di gestione, ammontano a € 2.895.000. Nel 2009 erano pari a € 1.410.000. La cessione di Riccardo Colombo ha determinato una minusvalenza di 990 mila euro, quella di David Di Michele € 875 mila.
I costi relativi alle prestazioni di calciatori in prestito sono allocati tra i costi per il godimento beni di terzi e ammontano a 559 mila euro.
I costi per la valorizzazione dei calciatori e per le indennità di formazione ammontano a 927 mila euro (62 mila nel 2009). Tali costi riguardano i premi di valorizzazione, pari a € 530.000 per i prestiti riguardanti David Di Michele (180 mila); Marco Pisano (120 mila); Massimo Loviso (120 mila) e Riccardo Colombo (25 mila).
I proventi da compartecipazione ex art. 102 bis Noif, inclusi tra i proventi finanziari, ammontano a € 1.419.000 e sono dovuti alle risoluzioni di Loviso (€ 900 mila), Rachid Arma (€ 349 mila) e Salgado (€ 170 mila).
Gli oneri da compartecipazione pari a circa € 300 mila, riguardano la risoluzione di D’Ambrosio.
I ricavi.
Il valore della produzione, comprensivo di plusvalenze, risulta diminuito di 17,4 milioni (-35,3%), passando da 49,3 a 31,9 milioni. I ricavi da gare diminuiscono da 5,3 a 3,4 milioni. La capitalizzazione dei costi del vivaio, che rappresentano uno storno di costi, diminuiscono da 2 a 1,5 milioni, che significa minori investimenti nel relativo settore. Oltre alle plusvalenze la voce più importante di ricavo è rappresentata dalla voce “Contributi/Mutualità”, pari a 7,7 milioni. Tale voce include € 3.750.000 a titolo di “paracadute retrocessione”. I ricavi da sponsor ufficiali e sponsor tecnico ammontano a 1,9 milioni.  Gli altri sponsor hanno contribuito con € 572 mila. I proventi pubblicitari, che alimentano i rapporti con le parti correlate, ammontano a 1,4 milioni.
I proventi radiotelevisivi risultano trascurabili essendo pari a € 877 mila.
I costi.
I costi della produzione registrano un calo del 20,5%, diminuendo da 60,4 a 48 milioni.
I costi del personale pari a 22,1 milioni incidono per il 69% sul valore della produzione e rappresentano il 46% dei costi della produzione. La variazione in diminuzione rispetto al 2009 è stata di 9,8 milioni, pari al 30,7%, segnale di un robusto ridimensionamento.
Gli ammortamenti e le svalutazioni pari a 11,2 milioni diminuiscono di 3,4 milioni e rappresentano il 23% dei costi della produzione. Gli ammortamenti per immobilizzazioni immateriali sono diminuiti di 3,3 milioni.
Il punto di pareggio.
Il 2009 e il 2010 hanno registrato perdite nette rilevanti per un totale complessivo di 19,5 milioni. Se considerassimo il risultato prima del calcolo delle imposte, il valore negativo salirebbe a 25,4 milioni. Bisogna considerare che per il raggiungimento del pareggio di bilancio in futuro, si potrà usare la leva dell’aumento dei ricavi, segnatamente quelli radiotelevisivi.
Il consolidato fiscale.
FC Torino Spa aderisce al consolidato fiscale, che vede nella veste di consolidante UT Communications Spa. La società consolidante può “utilizzare” la perdita della consolidata ai fini IRES, riducendo il suo imponibile fiscale. Le imposte correnti presentano un saldo positivo di € 4.923.000. Il saldo è determinato dal compenso riconosciuto alla controllante per € 5.191.000 diminuito dell’IRAP dell’esercizio per € 268.000.
I crediti verso le imprese controllanti ammontano a € 1.209.000 e includono il credito per il consolidato fiscale.
Le imposte differite accantonate sono state pari a € 1.545.000 e il fondo per imposte differite, che allocato tra le passività, è aumentato da 2,9 a 4,4 milioni.
Le imposte anticipate sono state pari a € 460.000 e i crediti per imposte anticipate, esposti nell’attivo circolante, per € 750 mila, sono ritenuti recuperabili perché la società è inclusa nel consolidato fiscale di UT Communications Spa.
I rapporti con parti correlate.
Nella relazione sulla gestione è scritto che i rapporti con le parti correlate sono stati effettuati al costo. Nel 2010 i ricavi con parti correlate rappresentano il 4,5% del valore della produzione.
Cairo Pubblicità Srl, controllata da Cairo Communications Spa, ha stipulato un accordo di concessione per la vendita di spazi pubblicitari a bordo campo e di pacchetti di sponsorizzazione promo-pubblicitari. Tale contratto prevede una percentuale di retrocessione al club granata dell’85% al netto delle commissioni di agenzia del 2%.
Cairo Editore Spa ha ottenuto spazi pubblicitari per 100 mila euro.
Mp Service srl è azionista di Torino F.C. Spa e si occupa, tra le altre cose, della gestione di impianti sportivi per usi commerciali. In bilancio risulta che il Torino paga 400 mila euro all'azionista MP Service per l'utilizzo del centro SISPORT.
Conclusioni.
Il bilancio 2010 di FC Torino Spa è un bilancio che segnala un ridimensionamento gestionale e necessiterebbe di un ricapitalizzazione robusta, anche a causa della mancanza di proventi radiotelevisivi, che caratterizzano i bilanci delle squadre di Serie A.

lunedì 9 luglio 2012

La “Clausola Paolillo”



Luca Marotta Lunedì 09 Luglio 2012 22:11


In un’intervista a Panorama del 20.01.2012 di Giovanni Capuano, sul tema del Financial Fair Play, Ernesto Paolillo veniva presentato nel seguente modo:"Ernesto Paolillo, amministratore delegato dell'Inter, un passato nel mondo della finanza, braccio destro del presidente Uefa Platini sul tema del Fair Play Finanziario".Vista e considerata l’introduzione di Panorama, aggiungendo le obiettive competenze in tema di finanza e bilanci di Paolillo, a giudizio di chi scrive potrebbe essere proprio la bravura di Paolillo dietro una clausola, molto importante e forse strategica per molti bilanci, tra cui quello dell’Inter, ai fini del Financial Fair Play, essendo l’ex manager interista tra i più preparati in materia.
Nell’allegato XI del Regolamento Uefa sul Financial Fair Play, che riguarda gli altri fattori da considerare ai fini del raggiungimento del requisito del pareggio di bilancio, al punto 2, è previsto che nei primi due periodi di monitoraggio, che riguardano la stagione 2013/14, con valutazione dei bilanci 2011/12 e 2012/13. e la stagione 2014/15, con valutazione dei bilanci 2011/12, 2012/13 e 2013/14, il Club Financial Panel Control dell’UEFA dovrà tenere in considerazione un altro fattore aggiuntivo: “i giocatori sotto contratto prima del 1° giugno 2010”.Nella sostanza, se una squadra accumula un deficit che sfonda il limite del break-even tollerato (€ 45 milioni), potrà rientrarvi a due condizioni:
1) dimostrare un'inversione di tendenza, con l’attuazione di una strategia concreta per un futuro adeguamento;
2) dimostrare che il disavanzo, oltre la soglia di tolleranza, è stato causato dai contratti con i giocatori registrati prima del 1° giugno 2010.
Invero, tale ultimo punto è preso in considerazione solo per il bilancio che si chiude nel 2012. Nella norma è anche specificato che, a scanso di dubbi, tutte le rinegoziazioni dei contratti avvenute dopo il 1° giugno 2010 non saranno prese in considerazione.La finalità di tale norma consiste nel fatto che un club che evidenzia un deficit che supera la deviazione accettabile, ma che soddisfa entrambe le condizioni di cui sopra, non deve essere sanzionato. La norma cerca di recuperare quei club che intendono mettersi sulla buona strada, ma su cui pesa il fardello di gestioni passate.
Il problema si pone su ciò che sembrerebbe facile da interpretare, ossia le rinegoziazioni.Secondo un’interpretazione letterale, vanno conteggiati nel costo del personale (e sono dunque esclusi dalla clausola Paolillo), tutti quei contratti che siano stati rinnovati dopo il 1° giugno 2010. In base a tale interpretazione un contratto come quello di Milito (che risale al 2009 ed è stato rinnovato ad agosto 2010) sarebbe escluso dalla 'clausola Paolillo' e verrebbe conteggiato nel costo del personale per il calcolo del punto di pareggio (break-even), che ha una soglia di tolleranza di 45 milioni. Tra i sostenitori di questa tesi troviamo il sito svizzero Swissramble.blogspot.com, che ha valutato l’impatto di tale clausola per circa 66 milioni di euro sul bilancio dell’Inter 2011/12. 
Secondo un’altra interpretazione, più estensiva, esposta a chi scrive da Paolo Ciabattini, autore del libro “Vincere con il Fair Play Finanziario” (Editore: Il Sole 24 Ore), che forse tiene conto delle finalità della norma stessa, per i contratti rinnovati dopo il 1° giugno 2010 (come quello, succitato, di Milito), dalla clausola Paolillo non viene escluso l'intero contratto, ma solo la parte di esso che è 'nuova' (ritocco e/o aumento), mentre la parte 'vecchia' (preesistente) rientra nel bonus della clausola; ai fini del break-even verrebbero dunque conteggiati nel costo del personale solo gli aumenti di ingaggio (dovuti ai rinnovi contrattuali avvenuti dopo il 1° giugno 2010: nel caso di Milito 3 milioni). mentre invece non verrebbe considerata come costo rilevante, in virtù della 'clausola Paolillo', la base di ingaggio antecedente al 1° giugno 2010 (nel caso di Milito: 7 milioni).
Tirando le somme, il bilancio 2011/12 dell’Inter, grazie alla “clausola Paolillo”, potrebbe rientrare nei parametri del Financial Fair Play. Il problema resterebbe per il bilancio 2012/13, privo di ricavi da Champions e della “clausola Paolillo”; in quest’ottica troverebbe la sua lettura la “smobilitazione” verificatasi ultimamente, concretizzatasi nella rescissione di Lucio e quella molto probabile di altri.

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martedì 3 luglio 2012

Bilancio Sampdoria 2011: rimpiangendo Cassano

Luca Marotta Martedì 03 Luglio 2012 19:33
jstargio@gmail.com

Il bilancio al 31 dicembre 2011 di U.C. Sampdoria Spa riflette i risultati sportivi della seconda parte della stagione sportiva 2010/11, terminata con la retrocessione in serie B, e della prima parte della stagione 2011/12, relativa al campionato di serie B.
Il bilancio 2011 si è chiuso con una perdita di 15,6 milioni.
La continuità aziendale.
I revisori di Reconta Ernst & Young S.p.A. hanno rilevato, al punto 4 della loro relazione, che la società ha conseguito, nell’esercizio 2011, come nei precedenti, “significative” perdite operative; e anche per il 2012, in base alle previsioni degli amministratori, il riequilibrio economico e finanziario dipenderà dalla manifestata disponibilità dei soci ad ulteriori interventi.
In parole povere la Sampdoria non si autofinanzia e necessita dell’intervento del suo “mecenate”.
Il valore della rosa.
I diritti pluriennali alle prestazioni calciatori espongono un valore di 30,7 milioni, evidenziando una riduzione del 27,5%. La variazione negativa di 11,6 milioni è dovuta ad investimenti per 24,8 milioni, cessioni con un valore contabile di 21,6 milioni, ammortamenti per 14,7 milioni e svalutazioni per 139 mila euro.
Durante il 2011, gli acquisti col valore più elevato sono stati Biabiany per 7 milioni dall’Inter, Cassano per 5 milioni dal Real Madrid, Piovaccari per 3,5 milioni dal Cittadella e Maccarone per 2,7 milioni dal Palermo.
Per quanto riguarda le cessioni, si è registrato un incasso complessivo di 28,4 milioni che, a fronte di un valore contabile di 21,6 milioni, ha determinato un’eccedenza di plusvalenze per 6,8 milioni. Tra i calciatori ceduti spiccano: Pazzini all’Inter per 19 milioni, Marilungo all’Atalanta per 4,7 milioni, Cassano al Milan per € 3.334.000 ed Eramo ceduto (con successiva compartecipazione) al Crotone per 600 mila euro. Paradossalmente, la cessione di Cassano ha determinato una minusvalenza di € 1.666.000.
Nelle immobilizzazioni finanziarie figura la metà del valore dei calciatori ceduti in compartecipazione, che aumenta da 622 mila euro a 1,1 milioni. Tra i calciatori in compartecipazione col maggiore valore ritroviamo Rossini (Udinese), la cui metà è stata valutata 500 mila euro ed Eramo (Crotone) con un valore del 50% pari a 300 mila euro.
I debiti per i calciatori acquisiti in compartecipazione diminuiscono da 11 a 3,9 milioni. La metà di Tissone risulta in bilancio con un valore di 3 milioni.
Considerando anche le compartecipazioni, potremmo stimare un valore contabile ipotetico della rosa di € 27,9 milioni, circa un quinto di quello del Genoa.
La risoluzione delle compartecipazioni nel 2011 ha determinato proventi per 7,4 milioni e oneri per 701 mila euro. Con la Roma la risoluzione della compartecipazione di Curci ha determinato proventi per 2,2 milioni e quella di Guberti per 1,5 milioni. La compartecipazione di Mannini col Napoli ha comportato proventi per 3,5 milioni.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è positivo per 11,9 milioni e finanzia il 17% dell’attivo. La variazione in diminuzione di 2,2 milioni è dovuta all’evidenziazione della perdita d’esercizio per 15,6 milioni e ad un versamento in conto capitale per 13,4 milioni. La perdita dell’esercizio precedente di 12,1 milioni risulta coperta con precedenti versamenti in conto capitale.
Il rapporto tra patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è pari al 39%.
L’indebitamento finanziario.
Il debito finanziario lordo risulta dimezzato passando da 23,3 a 11,1 milioni.
I debiti bancari sono aumentati da 1,1 milioni a 9,6 milioni. La Sampdoria ha una linea credito con Monte dei Paschi di Siena fino a 8 milioni con scadenza 30 settembre 2012.
I debiti verso altri finanziatori, pari a 1,5 milioni, riguardano i debiti per factoring verso MPS Factoring. L’anno precedente erano pari a 17,2 milioni.
Considerando le disponibilità liquide pari a 577 mila euro, si ha un indebitamento finanziario netto pari a 10,5 milioni inferiore al valore della produzione.
I crediti verso società calcistiche sono pari a 15,8 milioni. Il maggior credito riguarda quello verso l’Inter per Pazzini pari a 6,9 milioni.
I debiti verso enti settore specifico ammontano a 20,7 milioni. Di questi, 20,5 milioni riguardano debiti verso squadre di calcio. Il maggior debito ammonta a 3,5 milioni e riguarda l’Empoli per Pozzi, seguito dal debito per Piovaccari col Cittadella per 2,8 milioni e dal debito di 2,5 milioni verso l’Inter per Biabiany.
Il saldo tra crediti e debiti verso squadre calcistiche è negativo per 4,7 milioni. Anche se aggiungessimo tale saldo all’indebitamento finanziario netto si otterrebbe una cifra comunque inferiore al valore della produzione.
Gli altri debiti.
I debiti tributari diminuiscono da 4,5 a 3,8 milioni. Essi sono costituiti per 2,9 milioni da debiti per ritenute su lavoro dipendente, relative alle retribuzioni di ottobre, novembre e dicembre 2011 e per 747 mila euro per debiti IRAP. I debiti per ritenute d’acconto su lavoro dipendente sono stati pagati dopo il 31 dicembre 2011. 
Anche la Sampdoria nel dicembre 2011 ha ricevuto avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per l’IVA e l’IRAP sulle compartecipazioni.
I debiti verso i dipendenti si riducono da 2,7 a 2,3 milioni e si riferiscono alle mensilità di novembre e dicembre, oltre ai premi. Nella nota integrativa è specificato che gli stipendi vengono pagati puntualmente.
I debiti verso istituti previdenziali pari a 200 mila euro sono stati pagati nel mese di gennaio 2012.
I debiti verso agenti e intermediari dei calciatori ammontano a 437 mila euro.
I Ricavi.
Il valore della produzione, pari a 54,3 milioni, risulta diminuito dell’8,5%. I ricavi da gare sono crollati del 39%, diminuendo da 7,2 a 4,4 milioni. I proventi radiotelevisivi si sono ridotti a 18,2 milioni e si riferiscono quasi interamente al primo semestre disputato in serie A: 17,8 milioni; il secondo semestre 2011, disputato in serie B, ha fruttato infatti solo 386 mila euro. Tali proventi incidono per il 34% sul valore della produzione. 
Le plusvalenze incidono per il 35% sul valore della produzione e ammontano a 19 milioni.
I proventi da sponsor risultano pari a 3 milioni. Erg ha contribuito con € 1.350.000 per il secondo semestre 2010/11, mentre Gamenet ha contribuito con 300 mila euro per il primo semestre 2011/12. Il resto dei ricavi da sponsor riguarda lo sponsor tecnico.
I proventi pubblicitari ammontano a 1,5 milioni. 
Gli altri ricavi pari a 7,3 milioni, includono 5 milioni come indennizzo da retrocessione.
I Costi.
I costi della produzione, pari a 78,9 milioni, risultano aumentati dell’1,66%.
Il costo del personale, pari a 35,9 milioni, risulta diminuito del 18% ed incide sul valore della produzione per il 66%.
Gli ammortamenti sono pari a 15,2 milioni e aumentano di 137 mila euro. Gli ammortamenti sui diritti pluriennali alla prestazioni dei calciatori rappresentano la voce preponderante, essendo pari a 14,7 milioni. 
Il costo complessivo di gestione del personale (stipendi e ammortamenti) incide per il 93% sul valore della produzione.
Nelle spese per servizi, pari a 6,9 milioni, sono ricomprese le spese per agenti e intermediari pari a 1,3 milioni.
Gli oneri diversi di gestione, pari a 19,2 milioni, comprendono 12,2 milioni di minusvalenze e costi per il prestito di calciatori per 2,6 milioni.
La differenza tra valore e costi della produzione è negativa per 24,6 milioni, mentre nel 2010 era negativa per 18,2 milioni.
Il punto di pareggio.
La gestione finanziaria è positiva per 6,2 milioni e contribuisce ad esporre, prima delle imposte, una perdita pari a 17,9 milioni, che a causa del saldo positivo delle imposte, dovuto al calcolo delle imposte anticipate, si riduce ad una perdita netta di 15,6 milioni.
Gli esercizi dal 2007 al 2011 si sono chiusi tutti in perdita. La somma di tali perdite è pari a 52,6 milioni. Tuttavia le perdite più rilevanti si sono concentrate negli ultimi tre esercizi, dal 2009 al 2011, raggiungendo la cifra complessiva di 44,1 milioni.
L’adesione al consolidato fiscale.
U.C. Sampdoria S.p.A. aderisce al consolidato fiscale, che vede come consolidante San Quirico S.p.A.. In parole povere, la perdita fiscale di U.C. Sampdoria S.p.A. serve a ridurre l’imponibile fiscale del soggetto consolidante. Il discorso vale per l’IRES e non per l’IRAP. Nel caso della Sampdoria risultano stanziati in bilancio crediti per imposte anticipate pari a 8,3 milioni (2,6 milioni nel 2010). Le imposte anticipate a fronte della perdita fiscale 2011 da trasferire ammontano a circa 7,6 milioni, mentre quelle relative agli interessi passivi ammontano a 136 mila euro.
Conclusioni.
Come scritto dagli amministratori la retrocessione in serie B ha pesato in modo significativo sul conto economico dell’esercizio. Tuttavia, a giudizio di chi scrive, è la “cessione” di Cassano al Milan che è costata cara in termini economici, finanziari e sportivi.
Sul piano sportivo, se Cassano fosse rimasto, difficilmente la Sampdoria sarebbe retrocessa, conservando i proventi TV anche per il secondo semestre 2011. Chi ha studiato la carriera di Cassano dovrebbe sapere che quando giocava nella Primavera del Bari trasformò in un promettente “grande goleador” il centravanti di quella squadra, di cui adesso nessuno ricorda il nome. Estremizzando il concetto, con le dovute proporzioni, anche per il Pazzini 2011/12, si è notata la mancanza di Cassano, tanto da accostarlo a quel centranti del Bari Primavera. Sul piano economico, la cessione di Cassano, che, tra le altre cose, è anche un calciatore della Nazionale, ha determinato una notevole minusvalenza. Dal punto di vista finanziario la Sampdoria è stata costretta a sborsare 5 milioni di euro al Real Madrid.
Possiamo concludere affermando che la promozione in serie A, ottenuta nel campionato 2011/12, risulterà fondamentale, per il bilancio 2012, soprattutto per i diritti TV del secondo semestre.




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