giovedì 29 ottobre 2015

I conti 2014-15 dell’Inter, condizionati dal 2015/16.



Luca Marotta


Dalla lettura del bilancio di esercizio di FC Internazionale Milano SpA al 30 giugno 2015 emerge il condizionamento esercitato dal “settlement agreement” firmato con il CFCB dell’UEFA, che fissa il 2015/16 come esercizio in cui bisogna registrare una perdita inferiore ai 30 milioni di Euro. La conseguenza è stata quella della registrazione di costi “non ricorrenti” nell’esercizio 2014/15.
Il bilancio di esercizio di FC Internazionale Milano SpA al 30 giugno 2015 evidenzia una perdita di Euro 73.985.539 al netto delle imposte. Tale perdita è stata determinata dalla rilevazione di oneri non ricorrenti connessi principalmente ad accantonamenti per oneri futuri al "Fondi per rischi e oneri" e a svalutazioni apportate ai diritti pluriennali alle prestazioni sportive derivanti dall'esito della campagna trasferimenti 2015-2016. La perdita è stata in parte mitigata dalla contabilizzazione di un provento derivante dal dividendo distribuito da Inter Brand connesso a sua volta al rilevante utile realizzato, nel 2013-2014, grazie alla plusvalenza da conferimento in Inter Media. La comparabilità dei dati del bilancio di esercizio 2014/2015 di FC Internazionale Milano SpA, soprattutto per quanto riguarda il Conto Economico, è influenzata dall’operazione di conferimento e rifinanziamento del debito, effettuata il 5 giugno 2014. Ad esempio, i ricavi commerciali non evidenziano i proventi da sponsorizzazione; mentre, sono evidenziati ingenti proventi da partecipazioni.

Dopo la cessione dei marchi da Inter ad Inter Brand, avvenuta in data 29 dicembre 2005, per un importo di € 158.000.000, dopo l’operazione di fusione inversa di Inter Capital srl in “FC Internazionale Milano Spa”, che generò delle riserve da concambio azioni utilizzate per coprire in parte la perdita 2006/2007, durante il 2013/14 fu costituita una nuova società denominata “Inter Media and Communications Srl” per dar luogo ad un’operazione di rifinanziamento del debito.
La costituzione di Inter Media ha richiesto il ricorso ad un’operazione straordinaria di conferimento.
Alla fine del precedente esercizio, FC Internazionale Milano Spa attraverso l’operazione straordinaria di conferimento ha realizzato una plusvalenza che ha contribuito significativamente alla realizzazione dell’utile dell’esercizio 2013-2014.

Come detto, l’operazione di rifinanziamento del debito ha comportato inizialmente la costituzione di una nuova società e il conferimento in essa da parte di F.C. Internazionale Milano SpA dei contratti di sponsorizzazione, dei crediti derivanti dalla vendita dei “media rights” e dei contratti relativi al canale tematico Inter Channel e il conferimento da parte di Inter Brand s.r.l di tutte le attività connesse alla gestione del marchio “FC Inter”. Pertanto, la nuova società “Inter Media and  Communication S.r.l.” ha come oggetto sociale: “commercializzazione materiale audiovisivo storico, canale televisivo Inter Channel e sponsorizzazioni” precedentemente in capo a “F.C. Internazionale Milano S.p.A.” e “licencing, merchandising, sponsorizzazioni e altre operazioni relative al marchio Inter attraverso internet e altri media” precedentemente in capo alla controllata “Inter Brand S.r.l.”. Il conferimento ha comportato la registrazione di ingenti  plusvalenze, precisamente una plusvalenza pari a Euro 139.295.000 in capo ad FC Internazionale Milano SpA e una plusvalenza pari a Euro 79.837.000 in capo a Inter Brand Srl. Successivamente, la nuova società è stata in grado di fornire le garanzie per ottenere un finanziamento di 230 milioni da parte di Unicredit e Goldman Sachs.
Bisogna evidenziare che entro il 30 giugno 2019 occorrerà rimborsare la rata finale del finanziamento e che tale rata è di un importo notevole, perché ammonta a 184 milioni di Euro.
Nei Conti d’ordine di F.C. Internazionale Milano Spa figura la voce “Pegni su quote controllata” per € 66.058.691 (€ 153.830.567 nel 2013/14).

Nonostante gli effetti dell’operazione del conferimento e del rifinanziamento, la società “F.C. Internazionale Milano S.p.A.” non è risultata in linea con i parametri stabiliti dal Fair play finanziario, in quanto il risultato aggregato su base consolidata dei tre anni 2011/2012, 2012/2013 e 2013/2014, non ha rispettato la soglia, pari ad un risultato negativo complessivamente non superiore a 5 milioni di euro, ovvero a 45 milioni di euro in caso di ricapitalizzazione, definita per il rispetto della ‘Break-Even Rule’.

La Struttura del Gruppo.

In data 14 aprile 2015, la società “International Sports Capital HK Limited” ha trasferito la proprietà del totale delle proprie azioni (pari al 70% del capitale sociale) della società F.C. Internazionale Milano S.p.A., ad una società controllata al 100%: “International Sports Capital S.p.A.”, che è diventata il nuovo azionista di maggioranza della stessa FC Internazionale Milano S.p.A. Pertanto, F.C. Internazionale Milano S.p.A. è controllata per il 70% dalla società International Sports Capital SpA; per il 29,5% da Internazionale Holding S.r.l.e per lo 0,5% da altri soci minori.
A sua volta, F.C. Internazionale Milano S.p.A. controlla al 100% Inter Futura s.r.l. e Inter Brand s.r.l.. Inoltre, F.C. Internazionale Milano S.p.A. detiene il 55,61% di “Inter Media and Communication S.r.l.” e il 50% di MI Stadio s.r.l..  
Inter Brand s.r.l. detiene il detiene il 44,39% di “Inter Media and Communication S.r.l.” e il 100% di “Shangai Inter Brand Trad. Co Ltd”.
MI Stadio s.r.l. controlla al 90% la società “Asansiro S.r.l.”.

I Risultati del consolidato.

I risultati del bilancio consolidato sono peggiori, perché nel consolidato vengono eliminate le operazioni infragruppo. Infatti, gli amministratori hanno scritto che in base a quanto risulta dal bilancio consolidato, la valutazione delle partecipazioni con il metodo del patrimonio netto, determinerebbe una riduzione del patrimonio netto al 30 giugno 2015 di Euro 195.812.000 e del risultato dell’esercizio chiuso alla stessa data di Euro 66.457.000. Tali effetti sono essenzialmente determinati dallo storno delle plusvalenze da conferimento determinate nel 2013-2014 e dei dividendi distribuiti da Inter Brand srl (derivanti dalle plusvalenze da conferimento). Pertanto la perdita del bilancio consolidato 2014/15 è stimabile in Euro 140.443.000, mentre il bilancio di esercizio 2014-15 di F.C. Internazionale Milano S.p.A. mostra una perdita nettamente inferiore, pari a Euro 73.985.539.
Per il Regolamento del Fair Play Finanziario il bilancio da considerare è il bilancio consolidato.

Andamento società controllate e collegate
Inter Brand s.r.l., dopo il conferimento in Inter Media delle attività connesse alla gestione del marchio e della cessione a FC Internazionale Milano SpA di tutti i contratti di licenza in essere al 1 luglio 2014, di fatto, svolge attività marginali di natura prevalentemente complementare a quelle svolte da Inter Media e dalla controllante. Il bilancio al 30 giugno 2015 si è chiuso con un utile netto di € 571 mila. La società evidenzia un capitale sociale pari a € 40 milioni, un patrimonio netto pari a € 50.296.533.
Inter Futura opera nel settore dei servizi ed, in particolare, svolge attività di organizzazione con fini sociali, culturali e ricreativi; il core business è l'organizzazione di Inter Campus. Il bilancio al 30 giugno 2015 evidenzia una perdita, al netto delle imposte, di Euro 3.041. La società evidenzia un capitale sociale pari a € 10 mila, un patrimonio netto pari a € 13.319.
Inter Media and Communication s.r.l. ha chiuso il primo esercizio al 30 giugno 2015 con un utile di Euro 1.050.000, al netto di imposte pari a Euro 4.771.000, dopo aver calcolato ammortamenti e svalutazioni per Euro 20.616.000 e oneri finanziari sul finanziamento per Euro 19.933.000. La società evidenzia un capitale sociale pari a € 500 mila, un patrimonio netto pari a € 119.842.739.
Nell’attivo di tale società è stato conferito il marchio dell’Inter valutandolo 198,2 milioni di Euro e la Library è stata valutata 61,7 milioni di Euro.
M-I Stadio s.r.l. esercita l'attività riguardante la gestione ordinaria e straordinaria dello Stadio Meazza. Il valore della produzione, al 30 giugno 2015, è risultato pari a Euro 20,1 milioni è relativo a sponsorizzazioni, affitto dello Stadio per eventi e a proventi derivanti dal museo e dal tour.
I costi della produzione ammontano a Euro 22.794.000. Tali costi comprendono anche i costi sostenuti in vista della finale di Uefa Champions League del 2016. Il bilancio al 30 giugno 2015 evidenzia una perdita, al netto delle imposte, di Euro 4,5 milioni. La società evidenzia un capitale sociale pari a € 1 milione, un patrimonio netto pari a € 2.528.411. M-I Stadio s.r.l.  ha un contenzioso con il comune di Milano con riferimento ad avvisi di accertamento e cartelle esattoriali relative all'imposta sui rifiuti TARSU.

La continuità aziendale (“Going Concern”).

La continuità aziendale deve intendersi come attitudine dell’azienda a durare nel tempo o anche come la capacità di poter far fronte e quindi di onorare gli impegni finanziari nel futuro, ed è uno dei punti cardine del Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario.

In base a quanto scritto dagli Amministratori nella Relazione sulla gestione, il presupposto della continuità aziendale dell’Inter si fonda sull'impegno assunto dall'Azionista di riferimento, contestualmente all'acquisizione del pacchetto di maggioranza della Società, al supporto patrimoniale e finanziario della Società per almeno un triennio dalla data di proprio insediamento. A conferma, di tale impegno, l’Azionista di riferimento ha effettuato una serie di finanziamenti nel mese di giugno 2014 per Euro 22,1 milioni e per Euro 5 milioni nel mese di dicembre 2014, oltre a quelli ottenuti nei mesi di marzo e aprile 2015 per Euro 76,6 milioni. Tali finanziamenti hanno permesso alla Società di ottenere risorse aggiuntive per sostenere la gestione finanziaria nel breve termine.
Tuttavia, i dati previsionali per la chiusura dell'esercizio al 30 giugno 2016, prevedono un risultato di perdita, pur più contenuta di quella attualmente realizzata, con assorbimento di liquidità.

Il Patrimonio Netto.

A partire dalla Stagione Sportiva 2013/2014, ciascun club deve presentare un patrimonio netto non negativo a livello consolidato. Nel caso in cui esistesse un Patrimonio Netto negativo, non deve comunque evidenziare un deterioramento rispetto all’esercizio precedente.

In base a quanto scritto dagli amministratori, dal bilancio consolidato risulta che la valutazione delle partecipazioni con il metodo del patrimonio netto determinerebbe una riduzione del patrimonio netto al 30 giugno 2015 di Euro 195.812.000 e del risultato dell’esercizio chiuso alla stessa data di Euro 66.457.000. Tali effetti sono essenzialmente determinati dallo storno delle plusvalenze da conferimento e dei dividendi percepiti da Inter Brand srl.
Nel bilancio precedente, gli Amministratori scrissero che dal bilancio consolidato risultava che la valutazione delle partecipazioni con il metodo del patrimonio netto avrebbe determinato una riduzione del patrimonio netto al 30 giugno 2014 di Euro 129.355.000 e del risultato dell’esercizio chiuso alla stessa data di Euro 135.611.000.



Il Patrimonio Netto del bilancio di esercizio di F.C. Internazionale Milano S.p.A. al 30 giugno 2015, è positivo per € 58,6 milioni, mentre al 30 giugno 2014 era positivo per € 132.565.511 e al 30 giugno 2013 era negativo per € 6.572.103. La composizione, al 30 giugno 2015, del patrimonio netto era la seguente: capitale sociale pari ad € 15.000.000 (€ 15.000.000 nel 2013-14), Riserva sovrapprezzo azioni per € 64.500.000, riserva legale per € 1.659.311, "riserva copertura perdite in formazione" per € 19.951.403, riserva per scuole giovanili per € 3.318.621, Utili portati a nuovo per € 28.136.176 e perdita dell’esercizio per € 73.985.539.
La Riserva copertura perdite, riguarda versamenti effettuati da Internazionale Holding s.r.l. nel mese di giugno 2014 per € 14,95 milioni e per € 5 milioni versamenti effettuati dall’azionista di maggioranza.

In definitiva il capitale di rischio investito dal nuovo azionista di maggioranza, al 30 giugno 2015, ammonta a € 80 milioni. Precisamente il 70% del capitale sociale, pari a € 10.500.000, la riserva sovrapprezzo azioni per € 64.500.000 ed il versamento in conto coperture perdite per € 5 milioni.

Da notare che il discreto livello di patrimonializzazione raggiunto nel 2013-2014, esercizio in cui era evidenziato un equità ratio positivo al 24%, è stato in parte eroso nel 2014-2015 dalla perdita realizzatasi nell'esercizio. Secondo gli Amministratori tale livello resta “adeguato al fine di rispettare i requisiti patrimoniali per il prossimo futuro anche sulla base delle previsioni reddituali”.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,17, ciò vuol dire che, a livello di bilancio di esercizio, in base alle valutazioni effettuate degli elementi dell’attivo, segnatamente le partecipazioni in altre società, il club possiede dei beni il cui valore sarebbe sufficiente a pagare i debiti.
Il grafico seguente mostra l’evoluzione temporale di tale indice.



L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso dell’Inter, l’indice di indebitamento è pari a 0,17 (0,32 nel 2013/14), che segnala il prevalere delle Liabilities sui mezzi propri ed il prevalere del ricorso a capitale di terzi rispetto al capitale di rischio.

L’Indebitamento Finanziario Netto.

Per il regolamento del Fair Play Finanziario l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità, unitamente al saldo tra crediti e debiti per la compravendita calciatori, non deve essere superiore ai ricavi.



Le disponibilità liquide sono pari a € 49.089.035, mentre nell’esercizio precedente erano pari a € 37.353.096.
I Debiti finanziari verso imprese controllate ammontano complessivamente a Euro 16,5 milioni e si riferiscono per € 14.246.208 al debiti verso Inter Media e per Euro 2.300.000 a debiti verso la controllata MI-Stadio.
I debiti verso soci per finanziamenti pari a Euro 108.088.692 (di cui € 103,7 milioni per la quota capitale), riguardano versamenti a titolo di finanziamento fruttifero di interessi dall’Azionista di riferimento. Tale finanziamento matura interessi ad un tasso compreso tra l’8% e il 9,5% annuo. I finanziamenti effettuati nei mesi di maggio e giugno e dicembre 2014 sono rimborsabili entro il 29 maggio di ogni anno con possibilità di proroga fino al 29 maggio 2020. I finanziamenti versati nei mesi di marzo e aprile 2015, sono stati pari a 76,6 milioni e hanno una durata di 5 anni.

I crediti verso enti settore specifico ammontano a € 64,3 milioni (€ 100,6 milioni nel 2013-14). Gli importi maggiori riguardano: PARMA FOOTBALL CLUB S.P.A. per € 13 milioni; BOLOGNA F.C. S.P.A. per € 10,6 milioni; Sampdoria per € 9,15 milioni; Torino per € 3,97 milioni; GENOA CRICKET & FOOTBALL CLUB S.P.A. per € 3,2 milioni; GALATASARAY per € 2 milioni e LIVERPOOL F.C. per € 519 mila.
I Debiti verso enti settore specifico riguardano i rapporti con enti e società del settore e mostrano un decremento di 48,6 milioni di Euro rispetto all’esercizio precedente.
Nello specifico, i debiti verso società calcistiche nazionali ammontano a € 49,2 milioni. Gli importi maggiori riguardano: PARMA F.C. SPA per € 15.460.000; BOLOGNA F.C. 1909 SPA per € 8.400.000; A.S. ROMA SPA per € 8,4 milioni; U.C. SAMPDORIA SPA per € 9,2 milioni e GENOA CRICKET & FOOTBALL CLUB SPA per € 2.700.000.
I debiti verso società calcistiche estere ammontano a € 9 milioni. L’importo principale riguarda il debito verso il Newcastle per € 4.920.000 seguito da debito verso GNK DINAMO per € 3,5 milioni.
I debiti verso società nazionali sono regolati presso la stanza di compensazione della L.N.P. Serie A in compensazione delle posizioni creditorie per un ammontare pari a Euro 64.275.000.

Gli altri debiti.

In base al Regolamento del Fair Play Finanziario, le società di calcio richiedenti la Licenza UEFA, non devono avere debiti scaduti verso i club, i dipendenti e/o le autorità sociali o fiscali, a meno che tali debiti siano oggetto di contenzioso, con valide argomentazioni a supporto.

La voce “debiti” iscritta nello stato patrimoniale è diminuita da € 412,9 milioni a € 294 milioni, di cui € 16,7 milioni per Debiti verso imprese controllate, € 108,1 milioni per debiti verso soci, € 63,6 milioni (€ 69,2 milioni nel 2013-14) per debiti verso fornitori, € 75 milioni per debiti verso enti settore specifico, a fronte di crediti verso enti settore specifico per € 64,3 milioni.
Tra i debiti verso fornitori si segnalano i debiti verso agenti Fifa  per € 28,2 milioni (€ 34 milioni nel 2013-14) ed i  debiti verso il Comune di Milano per € 15,6 milioni (€ 12,5 milioni nel 2013-14) riferiti ai corrispettivi per affitto dello stadio da utilizzare a compensazione con le migliorie effettuate dalla Società.

I debiti verso il personale, aumentano da € 9,9 milioni a € 13,1 milioni. Un dato da considerare “fisiologico”, che dovrebbe far supporre la puntualità nei pagamenti e rientrante nei canoni del Fair Play Finanziario.

I debiti tributari passano da € 9,4 milioni a € 9,69 milioni. La variazione è dovuta all’azzeramento della voce “Debiti per accertamento con adesione DRE 2005-2006-2007”; all’incremento della voce “Debiti per IVA” da € 220 mila a € 620 mila e i debiti per IRPEF su lavoro dipendente variano da € 8,6 milioni a € 8,38 milioni. In Nota Integrativa si fa cenno all’esistenza di contenziosi fiscali.

I Fondi per rischi e oneri aumentano da Euro 500.000 a Euro 37.732.000 a seguito di utilizzi per  Euro 4.095.000 e accantonamenti dell'esercizio per € 41.327.000. Gli accantonamenti effettuati nell'esercizio riguardano:
- oneri futuri relativi al personale connessi all'evoluzione dell'assetto organizzativo societario per Euro 2.587.000;
- oneri per retribuzioni al personale tesserato e non tesserato non facente più parte del progetto tecnico o nell'organizzazione societaria fino alla data di conclusione dei singoli contratti; l'importo totale accantonato pari a Euro 21.268.000;
- Euro 10,5 milioni peri il rischio di credito connesso alla cessione definitiva delle prestazioni di un calciatore della prima squadra;
- oneri relativi alle risoluzioni dei contratti con giocatori della prima squadra e del settore giovanile e a retribuzioni relative a calciatori che non hanno partecipato a nessun evento sportivo ufficiale e/o di preparazione atletica con la squadra (partite amichevoli e tournée estiva), le quali prestazioni sportive sono state cedute nella campagna trasferimenti estiva 2015/2016, successivamente la chiusura del bilancio di esercizio; l'importo totale accantonato ammonta a Euro 1.719.000;
- oneri futuri connessi ad accertamenti fiscali di competenza della Società e di Mi Stadio (per i quali la Società risulta responsabile in solido rispettivamente pari a Euro 3.253.000 ed Euro 2 milioni.

Il Valore della Rosa.



Il valore netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammonta a € 109,8 milioni (€159,5 milioni nel 2013-14). La variazione è dovuta ad investimenti per € 29,9 milioni (€ 95,8 milioni nel 2013-14), cessioni per un valore contabile netto di € 7,5 milioni (€ 14,4 milioni nel 2013-14) ed ammortamenti per 59,8 milioni (€ 66,7 milioni nel 2013-14) e svalutazioni per € 12,3 milioni.
Tra i calciatori con valore contabile residuo più elevato, considerando le svalutazioni, spiccano: Hernanes de Carvalho per € 11.881.695 (costo storico € 22.650.000); Icardi Mauro per € 8.320.000 (costo storico: € 13 milioni); Kovacic per € 7.925.549 (costo storico: € 14.585.212); Samuele Longo per € 7.666.667 (costo storico:  € 14.250.000); Dodô per € 7.533.909 (costo storico: € 9.380.000); Medel per € 7.160.662 (costo storico: € 9.277.500); Crisetig Lorenzo  per € 7.125.000 (costo storico: € 9,5 milioni); Santon per € 4.893.394 (costo storico: € 4.893.394); Handanovic per € 4.850.000 (costo storico: € 19,4 milioni); Fredy Guarin per € 4.582.438 (costo storico € 12.219.836); Rodrigo Palacio per € 2.405.556 (costo storico: € 10.825.000).

I crediti e i debiti per compartecipazioni ex art. 102 bis NOIF non sono più evidenziati per l’abolizione della norma.

Nella campagna trasferimenti estiva 2015-16, sono stati ceduti a titolo definitivo: Kovacic al Real Madrid per € 29 milioni; Hernanes alla Juventus per € 11 milioni. E’ stato ceduto a titolo temporaneo Alvaro Pereira all’Estudiantes con obbligo di riscatto al raggiungimento del 40% delle partite giocate nel Campionato di Prima Divisione, evento già verificatosi.
Tra gli acquisti a titolo definitivo figurano: Geoffrey Kondogbia dall’ AS Monaco per Euro 31 milioni, Ivan Perisic dal Woifsburg per Euro 16 milioni e Felipe Melo del Galatasaray per Euro 3.7 milioni.
Sono innumerevoli le acquisizioni a titolo temporaneo: Joao Miranda dall‘Atletico Madrid, per Euro 4 milioni, con obbligo di riscatto per Euro 11 milioni; Martin Montoya dal Barcellona per Euro 1,3 milioni, con obbligo di riscatto per Euro 6 milioni; Stevan Jovetic dal Manchester City per Euro 2,5 milioni, con obbligo di riscatto per Euro 14,5 milioni; Adem Ljajic dalla Roma per Euro 1,8 milioni, , con obbligo di riscatto per Euro 11 milioni e Nicolao Telles Alex dal Galatasary per Euro 1,3 milioni; , con obbligo di riscatto per Euro 8,5.

Per quanto riguarda Xherdan Shaqiri, nel corso della campagna trasferimenti estiva, l’Inter ha riscattato il calciatore dal Bayern Monaco per Euro 15 milioni e lo ha contestualmente ceduto definitivamente allo Stoke City per Euro 14,5 milioni.

La Gestione Economica.

Il Conto Economico, risente degli effetti dell’operazione di conferimento e rifinanziamento del debito effettuata il 5 giugno 2014.
Il valore della produzione dell’Inter è diminuito del 12,5%, da € 167,7 milioni a € 146,8 milioni. Il fatturato netto, senza plusvalenze, prestiti e capitalizzazione costi vivaio diminuisce da € 154,5 milioni a € 116,5 milioni.
I costi della produzione aumentano del 12,3%, da € 268 milioni a € 301 milioni. Il 37,8% di tali costi è rappresentato dal costo del personale e il 19,9% dall’ammortamento della rosa calciatori.
La differenza negativa tra ricavi e costi della produzione aumenta da € 100,3 milioni a 154,2 milioni di Euro.
Bisogna evidenziare che sui costi della produzione 2014/15, incidono anche l’accantonamento a fondi rischi per il 6,1% e altri accantonamenti effettuati per il 7,6%, che hanno natura eccezionale.



I Ricavi.

I ricavi derivanti dalla cessione dei diritti radiotelevisivi aumentano da € 76,4 milioni a € 77,7 milioni. A differenza della stagione precedente sono presenti i diritti TV per le competizioni europee per € 6.072.000. Tali ricavi, nel 2013-14, erano pari zero. I diritti tv nazionali risultano pari a € 71,644 milioni (€ 76,4 milioni nel 2013-14).
I ricavi commerciali evidenziano una drastica riduzione perché a causa delle “Operazioni di conferimento e rifinanziamento del debito”, FC Internazionale Milano Spa ha ceduto a Inter Media la gestione e lo sviluppo delle sponsorship; pertanto, i ricavi commerciali sono rappresentati solo da proventi commerciali e royalties per € 2.020.893 e da proventi pubblicitari per € 459.897. A partire dall’esercizio 2014/15 i proventi commerciali e royalties, che in precedenza erano affidati a Inter Brand srl, sono gestiti direttamente da FC Internazionale Milano SpA. Nel 2013/14, Pirelli ha contribuito con € 12.293.000 e Nike con € 19.641.000. Nel mese di Agosto 2013 è stato rinegoziato il contratto con lo sponsor tecnico, con prolungamento decennale e riconoscimento di un “signing fee” di Euro 8 milioni. Ovviamente, tali ricavi mancanti nel bilancio di esercizio di FC Internazionale Milano SpA, dovrebbero essere esposti nel bilancio consolidato del Gruppo.
I ricavi da gare, comprese le quote degli Inter club aumentano da € 18,8 milioni a 23,3 milioni di Euro. Tali ricavi incidono per il15,86% sul valore della produzione. Gli abbonamenti sono diminuiti da € 7,5 milioni a 6,77 milioni di Euro, i ricavi da Coppe Internazionali, che mancavano nel 2013-14, risultano pari a € 2.334.000, mentre gli incassi da gare di campionato in casa ammontano a € 10,1 milioni e quelli per le gare di TIM Cup a € 177 mila. I ricavi da tornei e amichevoli, che mancavano nel 2013-14, ammontano a 2,76 milioni di Euro.
I contributi in conto esercizio pari a € 4.313.883 (€ 3.150.858 nel 2013/14), nella tabella sopra classificati tra gli altri ricavi, riguardano principalmente i contributi della Lega legati ai premi della Tim Cup e ai ricavi collettivi esclusi i diritti audiovisivi.
Gli altri ricavi, pari a € 8.628.610 (€ 19.947.738 nel 2013-14), si riferiscono: per € 1.251.000 a servizi alle società collegate; per € 515.000 ai proventi del ritiro estivo; per Euro 1.357.000 alla quota promo-pubblicitaria dei palchi e sky box; per Euro 904 ai ricavi per le Acadamies; per Euro 3.254.000 a sopravvenienze attive. Il decremento è dovuto soprattutto alla mancanza dei ricavi relativi alla commercializzazione dell’archivio delle immagini, che è stato oggetto delle “Operazioni di conferimento e rifinanziamento del debito”.
La società continua ad investire nel vivaio, infatti, i costi del vivaio capitalizzati ammontano ad € 4.537.299 (€ 4.666.139 nel 2013-14).

Il Player Trading.



Il Player Trading dell’Inter nel 2014-15 segna un risultato negativo. La differenza tra plusvalenze e minusvalenze non riesce a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori rappresentato dagli ammortamenti e soprattutto nel 2014/15 anche dalle svalutazioni.
Le plusvalenze risultano pari a € 20.668.140 (€ 33.892.437 nel 2013-14) e hanno un’incidenza sul valore della produzione del 14,08%. Il calciatore che ha determinato la maggiore plusvalenza pari a € 7,4 milioni è stato Ricardo Alvarez, ceduto per € 10,5 milioni al Sunderland. Le altre plusvalenze di rilievo riguardano: per € 4,492.504 quella di Bonazzoli, ceduto alla Sampdoria per € 4,5 milioni; per € 2.859.402 e per € 2.859.402 quella di Mbaye, ceduto al Bologna per € 3 milioni.
Le minusvalenze da cessioni diritti pluriennali, pari a € 633 mila (€ 855 mila nel 2013-14), riguardano svincoli di calciatori per € 234 mila.
Per quanto riguarda, le acquisizioni di calciatori a titolo temporaneo, ammontanti a € 2.870.964 (€ 1.098.300 nel 2013-14), riguardano: M’Vila, Podolski e Brozovic.
Per quanto riguarda, le cessioni di calciatori a titolo temporaneo, ammontanti a € 3.230.491 (€ 1.350.000 nel 2013-14) riguardano principalmente Taider, Ricardo Alvarez, Ruben Botta e Duncan.
Gli ammortamenti della rosa calciatori, sono diminuiti da € 66,7 milioni a € 59,8 milioni. Nel 2014/15 sono state effettuate delle svalutazioni di alcuni calciatori, ceduti nell’estate tra cui: Taider per € 3,7 milioni, Hernanes per € 3,7 milioni, Schelotto per 2,7 milioni, Alvaro Pereira per € 438 mila e Vidic per € 1,2 milioni.

I Costi della Produzione.

Il costo dei dipendenti, al 30 giugno 2015 in rapporto al valore della produzione incide per il 77,6%,  ma se considerassimo il fatturato netto la percentuale aumenterebbe al 97,8%. Il costo del personale risultante dal bilancio di esercizio è pari a € 113,9 milioni (€ 116,2 milioni nel 2013-14) e risulta in diminuzione del 2%.  Il costo del personale tesserato è diminuito da € 99,3 milioni a € 97,8 milioni. I compensi contrattuali dei calciatori sono diminuiti da € 85,5 milioni a € 73,6 milioni, quelli per gli allenatori e i tecnici passano da € 11,9 milioni a € 13,2 milioni, mentre i Diritti di Immagine ammontano a € 3.996.000. Nel 2014/15 la voce “Compensi contrattuali allenatori e tecnici” ammonta a € 13.186.000; nel 2013-14 era pari a € 11.938.000. I Premi risultano aumentati da € 1.895.000 a € 7.019.000.

Il numero di calciatori è aumentato da 68 a 73. Il totale dei dipendenti è aumentato da 210 a 240.

IL COSTO DEL LAVORO ALLARGATO
Il costo del lavoro allargato dato dalla somma del costo del personale tesserato (€ 97,8 milioni) e dal costo degli ammortamenti (€ 59,8 milioni) è pari a € 157,6 milioni. Il costo del lavoro allargato sui ricavi ordinari è uno dei criteri considerati per l’ottenimento della Licenza Nazionale a partire dal 2015-2016.

Gli ammortamenti e le svalutazioni sono pari a € 80.034.244 (€ 79.707.094 nel 2013-14), di cui € 59,8 milioni per ammortamenti rosa calciatori, € 2,1 milioni per svalutazioni crediti ed € 4,46 milioni per l’ammortamento relativo alla capitalizzazione dei costi vivaio. Inoltre, risultano svalutazioni delle immobilizzazioni, di cui si è detto, per € 12,3 milioni.
I costi per godimento dei beni di terzi sono pari a € 7.991.915. L’importo maggiore dei costi per godimento dei beni di terzi, riguarda la concessione d’uso dello Stadio per Euro 4,6 milioni. Nel 2014/15 non è evidenziato il canone di licenza d’uso dei marchi, che nel 2013/14 era pari a € 14,9 milioni (€ 16 milioni nel 2012-13).
I costi per prestazioni di servizi diminuiscono da € 37,8 milioni a € 35,2 milioni. Tali costi comprendono anche i costi specifici tecnici aumentati da € 3,7 milioni a € 5,9 milioni. Tale diminuzione è dovuta al maggior impatto dei costi per la campagna trasferimenti, che riguardano principalmente i compensi per Agenti FIFA, che sono aumentati da € 2,9 milioni a € 4,6 milioni. Tra le spese amministrative spiccano i servizi da collegate pari a € 4,6 milioni e riguardano i servizi di gestione dello Stadio riaddebitati, in base a contratto, da Mi-Stadio. Il compenso agli amministratori è pari a Euro 321 mila.
Gli accantonamenti per rischi, pari a 18,3 milioni di Euro, riguardano l’accantonamento per oneri futuri del personale, accantonamenti per accertamenti fiscali e l’accantonamento per la cessione definitiva di un calciatore.
Gli oneri diversi di gestione, pari a € 21,4 milioni (€ 11,3 milioni nel 2013-14), comprendono la sanzione UEFA relativa all’atto di transazione per € 6 milioni.

La gestione finanziaria.

La gestione finanziaria netta, esclusi oneri e proventi da compartecipazione ex art. 102 bis NOIF, è positiva per € 69,4 milioni. Gli oneri finanziari pari a € 6,7 milioni, riguardano interessi passivi su debiti verso controllanti per circa € 4,2 milioni, interessi passivi su debiti verso controllate per € 1,6 milioni.
I proventi da partecipazione pari a 78,7 milioni, si riferiscono alla distribuzione in natura dei dividendi da parte della controllata Inter Brand Srl.
Trattandosi di operazione con società controllata, questo importo non ha effetti nel bilancio consolidato, che è il bilancio da considerare ai fini del Fair Play Finanziario.

La gestione straordinaria.

La gestione straordinaria è negativa per € 321.505. I proventi straordinari ammontano a € 113 mila (€ 139 milioni nel 2013-14); mentre gli oneri straordinari sono pari a € 434 mila.  I proventi straordinari del 2013-14 furono ingenti perché riguardavano la plusvalenza da conferimento in “Inter Media and Communication S.r.l.”.

Il Problema del Fair Play Finanziario.

L’atto di transazione concordato con il Club Financial Control Body dell’UEFA è applicabile per le stagioni sportive 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019 e prevede per i singoli esercizi, oltre alla capacità di operare in continuità aziendale, il raggiungimento di un break-even deficit per l'esercizio 2015/2016 non superiore a Euro 30 milioni e per l'esercizio 2016/2017 una situazione di pareggio.
La Società, inoltre, per gli esercizi 2015/2016 e 2016/2017 subirà restrizioni in termini di costi per salari e stipendi e limitazioni relative ad ammortamenti/svalutazioni dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori. Tale ultima circostanza spiegherebbe il ricorso massiccio alle svalutazioni nel 2014/15 e il ricorso alla formula dell’acquisizione in prestito di molti calciatori.
In base a tale accordo, nel 2014/15, è già stata comminata una sanzione di Euro 6 milioni, ed una ulteriore potenziale sanzione di Euro 14 milioni sottoposta a condizione sospensiva.
Nello specifico Euro 7 milioni nell'esercizio 2015/2016 in caso di break-even deficit patrimoniale compreso tra Euro 30 milioni (limite massimo stabilito dal CFCB) ed Euro 40 milioni e ulteriori Euro 7 milioni nell'esercizio 2016/2017 in caso di break-even deficit compreso tra zero milioni e Euro 10 milioni. Le eventuali penalità saranno trattenute dalla U.E.F.A. a scomputo dei premi riconosciuti per la partecipazione della prima squadra della società alle competizioni europee.

In considerazione del fatto che il bilancio considerato dall’UEFA è quello consolidato e che lo stesso evidenzia una perdita di circa 137,2 milioni, escludendo da tale risultato le componenti negative non ricorrenti e i proventi da UEFA Europa League, si otterrebbe la proiezione di una perdita, a parità di ricavi e costi ricorrenti, di circa 80,7 milioni di Euro. Tale perdita dovrà essere depurata dalle spese del settore giovanile e del costo relativo agli altri ammortamenti.
Le componenti negative non ricorrenti, “volutamente” conteggiate nel 2014/15, ammonterebbero a circa 62,5 milioni e sono individuabili nella svalutazione delle immobilizzazioni per € 12,3 milioni, nell’accantonamento a fondo rischi per € 41,3 milioni, nei costi relativi a transazioni con fornitori per € 2,9 milioni e nella sanzione UEFA di 6 milioni di Euro. I Proventi da UEFA Europa League che verranno meno nel 2015/16 ammonterebbero a circa 6 milioni. La plusvalenza di Kovacic porterebbe l’ammontare delle plusvalenze 2015/16 ad un livello superiore a quelle registrate nel 2014/15. Un possibile incremento positivo potrebbe verificarsi sul fronte dei diritti TV nazionali, unitamente al miglioramento della posizione finale in campionato e agli incassi da gare; tuttavia, sembra difficile che la leva dell’aumento dei ricavi produca incrementi esponenziali, pertanto, si dovrà agire ulteriormente sulla riduzione dei costi.
Il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre la perdita a meno di 30 milioni appare non semplice.

Conclusioni.

La scadenza più importante per il Gruppo F.C. Internazionale Milano S.p.A. è quella del 30 giugno 2019, data entro la quale bisognerà rimborsare la rata finale di 184 milioni di Euro, per estinguere il finanziamento. La prima rata scadente il 1 luglio 2015 di € 1.000.000 è stata pagata.
In cinque anni il nuovo management dovrà creare un modello gestionale che oltre ad autofinanziarsi sia in grado di generare i flussi di cassa necessari per il rimborso del prestito.Altrimenti, dovranno intervenire gli azionisti. La cui “mission” è quella di “posizionare e affermare FC Internazionale come uno tra i più importanti club calcistici al mondo, raggiungendo importanti risultati sportivi, incrementandone la presenza commerciale globale e implementando e mantenendo una rigorosa disciplina finanziaria (con l’obiettivo di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario nel giro di 2-3 anni) alla luce della normativa del fair play finanziario”. Per un club di calcio, il modello gestionale improntato all’autofinanziamento, necessita dei risultati sportivi. In particolare, per i club italiani diventa molto importante la partecipazione alle competizioni europee, che diventa facile definire come obiettivo primario per la stagione sportiva 2015/16.

Tuttavia, la prima scadenza, in ordine temporale, per l’Inter rimane il raggiungimento di un break-even deficit per l'esercizio 2015/2016 non superiore a Euro 30 milioni 

lunedì 26 ottobre 2015

Alcune riflessioni “sistemiche” sugli ottimi risultati economici del City.



Luca Marotta


Il bilancio consolidato al 31 maggio 2015 di “Manchester City Limited” si è chiuso con un utile di £ 10,7 milioni, pari a circa € 15 milioni, ad un cambio 1 € = 0,7155 £. Nel 2013/14 era evidenziata una perdita consolidata pari a £ 22,9 milioni. Per la seconda volta consecutiva, il Manchester City, raggiungendo un fatturato di £ 351,7 milioni, ha superato la soglia dei 300 milioni di sterline e per effetto del cambio con l’Euro si avvicina alla soglia dei 500 milioni di Euro, essendo pari a 491,6 milioni di Euro.

Alla luce di un’approfondita analisi, tali risultati portano a delle riflessioni di ordine “sistemico”, ossia delle riflessioni sul sistema calcio in cui il club opera, che è quello inglese ed europeo.
Nel caso specifico del Manchester City, si può affermare che il sistema a livello europeo, ossia l’UEFA con i suoi regolamenti, ha imposto l’attuazione di una gestione economica equilibrata; mentre il sistema nazionale ha permesso di realizzare dei volumi di ricavi tali da instaurare facilmente il modello di gestione economica equilibrata.

L’organizzazione del sistema calcio inglese è diversa da quella italiano. Innanzitutto, balza subito evidente, come differenza formale e sostanziale, la diversa forma giuridica dell’Ente che organizza la competizione. “The Football Association Premier League Limited” è una “private company”, ossia una società, che è stata fondata nel 1992; mentre, la Lega Serie A è un’associazione privata, meglio sarebbe dire un’associazione di categoria, la cui fondazione risale al 1946. Quello inglese è un modello societario, che richiede la presenza di manager preparati, con il compito di dare esecuzione a quanto deciso dall’organo volitivo che è l’assemblea. Quello italiano è un modello associativo. Sembrerebbe che anche il modello organizzativo/gestionale della Lega italiana affondi le sue radici in quel periodo, che autorizzerebbe a definirlo come un “residuato post-bellico”. Per quanto riguarda “The Football Association Premier League Limited”, sul sito ufficiale si legge che ognuno dei 20 club, che partecipano alla competizione, è azionista (“shareholder”) della stessa società. I club hanno la possibilità di proporre nuove norme o modifiche in assemblea. Ogni Club ha diritto ad un voto e tutti i cambiamenti delle regole e dei principali contratti commerciali richiedono la maggioranza dei due terzi. Inoltre, sullo stesso sito è scritto chiaramente che l'obiettivo principale della Premier League è di mettere in scena il campionato più competitivo e interessante, con calciatori di classe mondiale, anche attraverso la distribuzione centralizzata dei ricavi TV e commerciali. La “Barclays Premier League” è diventata ormai un fenomeno globale. Nel 1992 c'erano solo 11 calciatori non britannici o irlandesi, che giocavano nella competizione inglese. Negli ultimi campionati si registra la presenza di calciatori aventi circa 70 nazionalità diverse. Altro dato importante è che nel 1992, anno di costituzione della Premier League, l'Inghilterra era al 13° posto nel ranking UEFA. Un decennio più tardi, nel 2002, era già salita al terzo posto, dietro Liga e Serie A, che da 16 anni erano al vertice del calcio europeo. Si aggiunga, che esiste anche un piano a lungo termine che promuove lo sviluppo per i settori giovanili, il sistema Academy.

Questa sistema organizzativo ha portato 1,6 miliardi di sterline (2,2 miliardi di Euro) come ricavi per diritti televisivi solo per l’anno 2014/15, di cui si sono giovati tutti i soci di “The Football Association Premier League Limited”, determinando dei compensi ai singoli club che oscillano da un minimo di 64 milioni di sterline ad una massimo di circa 99 milioni di sterline, come emerge dall’immagine seguente tratta dal sito premierleague.com.



Per tutto il triennio 2016/17-2018/19 sono previsti 5,136 miliardi di sterline.



(Immagine tratta dal sito della BBC)

Per quanto riguarda i ricavi televisivi, il Manchester City, nel 2014/15, espone le seguenti voci: “Broadcasting – UEFA” per £ 32,860,000 e “Broadcasting - All Other” per £ 102,566,000. Gli importi specifici per il campionato risultanti dai comunicati ufficiali della Premier League ammontano a £ 98,5 milioni. Pertanto solo i ricavi TV nazionali rappresentano il 28% del fatturato netto.

Gli ottimi risultati economici del Manchester City sembrerebbero supportare la tesi secondo la quale il Financial Fair Play sia uno strumento effettivamente utile per il perseguimento del suo obiettivo, ossia migliorare la “financial stability” dei “football clubs”.
Per il Manchester City, l’impatto con le nuove regole non è stato semplice. Il 16 maggio 2014, il City ha raggiunto un accordo con il “Club Financial Control Body” dell’UEFA. L’obiettivo dell’accordo è stato quello di rendere possibile che il Manchester City raggiungesse il pareggio conformemente alle norme del Fair Play Finanziario in un breve lasso di tempo. Nel bilancio 2013/14 era evidenziata tra i costi una voce “UEFA Settlement” per £ 16,260,000, inoltre, in base all’atto di transazione erano previste anche delle limitazioni al numero dei calciatori iscrivibili alle competizioni UEFA.

Il giorno 11 settembre 2015, la Camera Investigativa dell'Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA ha confermato l'annullamento di alcune restrizioni imposte al Manchester City. Il club, a partire dalla stagione 2015/16, non avrà restrizioni sulla registrazione di nuovi giocatori nelle competizioni UEFA, sul numero di giocatori inseribili nella lista A e sui costi degli ingaggi, perché il City ha dimostrato in maniera soddisfacente alla Camera Investigativa di aver centrato gli obiettivi finanziari legati ai costi degli ingaggi e al pareggio di bilancio, come stabilito dall'accordo transattivo sottoscritto per gli anni fiscali 2014 e 2015.
In effetti, nel 2014/15, il Manchester City ha ridotto il costo del personale del 5,5%, da £ 205 milioni a £ 193,8 milioni (252,2 milioni di Euro), con un’incidenza sul fatturato netto del 55,1%. Si pensi che nel 2009/10, l’incidenza del costo del personale sul fatturato netto era del 106,6%.

Conclusioni.

Si potrà obiettare che il Manchester City, grazie alla proprietà facoltosa, aveva già trovato l’escamotage delle maxi-sponsorizzazioni con parti correlate, per instaurare una gestione economica conforme ai dettami del Fair Play Finanziario e che l’ultima edizione del Regolamento ha facilitato e reso in qualche modo più semplice la gestione del Manchester City, specificando meglio il concetto di “significant influence”, che si configurerebbe solo nel caso di superamento del 30% del totale dei ricavi. Pertanto una sponsorizzazione con parte correlata potrebbe ricevere il “nulla osta” se rimanesse entro tale limite.
Tuttavia non si può negare, altrettanto, che anche giovandosi dei ricavi TV del sistema nazionale, che rappresentano il 28% del fatturato netto, il Manchester City è riuscito a raggiungere una gestione economica equilibrata, nel senso del prevalere dei ricavi sui costi con conseguente evidenziazione dell’utile di esercizio.
Forse è un successo del Regolamento del Fair Play Finanziario, quello di aver inculcato nella gestione dei club che partecipano alle competizioni europee, l’obiettivo della gestione economica equilibrata. Scopo dei “settlement agreements “era quello di far riconoscere e accettare il Regolamento dai club, guidandoli verso l’equilibrio attraverso la fissazione di determinati obiettivi.
In linea di massima, si può affermare che il Regolamento del Fair Play Finanziario, sta risultando utile per il perseguimento dell’obiettivo di migliorare la stabilità finanziaria delle società calcistiche impegnate nelle competizioni europee.
Infine, nel dare valutazioni sui vari modelli gestionali, bisogna tener conto che, oltre ai modelli organizzativi/gestionali, sono soprattutto molto importanti le persone che rivestono un ruolo decisionale all’interno di tali modelli.

Pubblicato anche su http://www.calciomercato.com/news/il-bilancio-del-manchester-city-319290

sabato 24 ottobre 2015

Consolidato Manchester City 2014/15: gli ottimi risultati economici e il livello delle aspettative.



Luca Marotta


Il bilancio consolidato al 31 maggio 2015 di “Manchester City Limited” si è chiuso con un utile di £ 10,7 milioni, pari a circa € 15 milioni, ad un cambio 1 € = 0,7155 £. Nel 2013/14 era evidenziata una perdita consolidata pari a £ 22,9 milioni. Trattasi del primo utile conseguito dalla gestione degli sceicchi.
Per la seconda volta consecutiva, il Manchester City, raggiungendo un fatturato di £ 351,7 milioni, ha superato la soglia dei 300 milioni di sterline e per la prima volta quella dei 350 milioni di sterline; inoltre, per effetto del cambio con l’Euro si avvicina alla soglia dei 500 milioni di Euro, essendo pari a 491,6 milioni di Euro.

Da evidenziare, che nel 2013/14 tra i costi era compreso l’importo della transazione raggiunta con l’UEFA, relativa alle violazioni del Regolamento del Fair Play Finanziario. Tale importo era esposto nel conto “UEFA settlement” per £ 16,260,000 corrispondenti a 20 milioni di Euro e alla parte non sottoposta a condizione sospensiva.

Dal punto di vista sportivo, nella stagione 2014/15, il Manchester City ha conseguito il secondo posto nella “Barclays Premier League”; è stato eliminato agli ottavi di UEFA Champions League;  agli ottavi di Football League Cup e al quarto turno di Football Association Cup. La mancanza del successo sportivo è stata giudicata in modo deludente dal presidente Khaldoon Al Mubarak, ma i risultati raggiunti negli ultimi anni testimoniano il fatto che il livello delle aspettative è aumentato.
Secondo l’amministratore delegato Ferran Soriano, questi risultati costanti indicano che il City sta facendo un sacco di cose giuste, ma non sono sufficienti. Il City non sarà mai contento di una stagione senza trofei. La priorità e il focus del lavoro degli Amministratori del City, nel prossimo futuro, è quella di trasformare le opportunità in titoli.


L’accordo transattivo con il CFCB dell’UEFA e la revoca delle sanzioni.

Il 16 maggio 2014 fu raggiunto un accordo con il “Club Finamcial Control Body” dell’UEFA.
L’obiettivo dell’accordo era far sì che il Manchester City raggiungesse il pareggio conformemente alle norme del Fair Play Finanziario in un breve lasso di tempo.

Nella sostanza, tale accordo prevedeva la possibilità di un break-even deficit al massimo di 20 milioni di Euro, per il 2013/14, e di 10 milioni di Euro, per il 2014/15. Inoltre, erano posti dei limiti al costo del personale, che non poteva aumentare nel corso degli esercizi 2014/2015 e 2015/2016, ed erano poste delle restrizioni sulla registrazione di nuovi giocatori nelle competizioni UEFA e sul numero di giocatori inseribili nella lista A. Infine, Manchester City Football Club Limited si impegnava a pagare un importo totale di 60 milioni di Euro che sarà trattenuto sui ricavi da competizioni UEFA a partire dalla stagione 2014/15. Di questi 60 milioni di Euro, ben 40 milioni di Euro erano sottoposti a condizione sospensiva, riguardante il soddisfacimento da parte di Manchester City Football Club Limited delle misure operative e finanziarie concordate con UEFA CFCB.
Il giorno 11 settembre 2015, la Camera Investigativa dell'Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA ha confermato l'annullamento di alcune restrizioni imposte al Manchester City. Il club, a partire dalla stagione 2015/16, non avrà restrizioni sulla registrazione di nuovi giocatori nelle competizioni UEFA, sul numero di giocatori inseribili nella lista A e sui costi degli ingaggi, perché il City ha dimostrato in maniera soddisfacente alla Camera Investigativa di aver centrato gli obiettivi finanziari legati ai costi degli ingaggi e al pareggio di bilancio, come stabilito dall'accordo transattivo sottoscritto per gli anni fiscali 2014 e 2015.

Il Gruppo.

La società “Manchester City Limited” risulta controllata da “City Football Group Limited”, una società registrata in Inghilterra e Galles, ma il controllore finale è la società “Abu Dhabi United Group Investment & Development”, che è registrata in Abu Dhabi ed è di proprietà dello Sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan. Lo sceicco Mansour ha acquisito il controllo del Manchester City nel 2008.
Le società controllate al 100% da “Manchester City Limited”sono due: “Manchester City Football Club Limited”, che si occupa della società di calcio; “Manchester City Investments Limited” , che si occupa di emissione di prestiti;
Nel precedente esercizio figuravano anche “Manchester City Property Limited” , che si occupa di gestione immobiliare e “Manchester City Developments Limited”, che si occupa di progetti di sviluppo immobiliare. Nel corso dell'esercizio chiuso al 31 maggio 2015, per “Manchester City Property Limited” è stata cambiata la denominazione in “City Football Academy Manchester Limited” e per “Manchester City Developments Limited” è stato ridenominata come “City Football Image Rights Limited”. Entrambe le società sono state cedute alla controllante “City Football Group Limited”, per un valore nominale di £ 1 senza profitto o minusvalenza da alienazione.
Ai fini della definizione di parte correlata potrebbe essere valutata la presenza nel Board di “Manchester City Limited” di Mohamed Al Mazrouei, come “non-executive director”, che ricopre lo stesso ruolo per Etihad Airways, sponsor del Manchester City.
Nel Board del Manchester City figura anche Alberto Galassi, avvocato specializzato in diritto internazionale, CEO di Piaggio Aero Industries.

I rapporti con le parti correlate.

Poiché la società “Manchester City Limited” è una società interamente controllata da “City Football Group Limited”, ha usufruito della deroga contenuta nella FRS 8 e ha quindi operazioni o posizioni con società interamente controllate che fanno parte del gruppo non rese note.

Le operazioni nel corso dell'esercizio chiuso al 31 maggio 2015 con la “New York City Football Club LLC”, una consociata (“fellow subsidiary”) di “City Football Group Limited”, era costituito da prestiti per un totale £ 70 mila (2014: £ 308 mila), che sono incluse in crediti esigibili entro l'esercizio e la prestazione di servizi di £ 58 mila (2014: zero).
Le operazioni nel corso dell'esercizio chiuso al 31 maggio 2015 con Melbourne City Football Club Pty Limited, una consociata (“fellow subsidiary”) di “City Football Group Limited”, consisteva in un ricarico di costi per un totale di £ 117 mila (2014: zero), che sono incluse in crediti esigibili entro l'anno.

Nel corso dell'anno, delle attività materiali costituite da terreni e fabbricati per un valore netto contabile di £ 2.158.000 sono state acquistate da “Brookshaw Developments Limited”, società partecipata anche da “Abu Dhabi United Group Investment & Development” e un saldo di £ 5.105.000 (2014: £ 4.937.000) è incluso tra i debiti a breve termine.

La continuità aziendale.

Il bilancio consolidato 2014/15 è stato redatto secondo il principio la continuità aziendale, ossia i criteri di valutazione hanno tenuto conto che la società è in grado di onorare gli impegni finanziari presi anche per il futuro. Come nell’esercizio 2013/14, nell’esporre i criteri di redazione del bilancio, gli amministratori hanno rilevato che il gruppo fa affidamento sul supporto della società capogruppo, Abu Dhabi United Group Investment & Development, per il suo continuo sostegno finanziario. Circa la disponibilità a sostenere finanziariamente il gruppo vi è conferma scritta da parte della capogruppo, che ha ribadito che i fondi necessari verranno forniti in modo sufficiente a finanziare l'attività per almeno 12 mesi dalla data di approvazione del bilancio.

L’esercizio 2014/15, a differenza degli esercizi precedenti, ha evidenziato la capacità della gestione economica di produrre flussi finanziari positivi. L’entrata in vigore del Fair Play Finanziario ha  determinato un cambiamento gestionale verso l’equilibrio economico e i segnali si posssono intravedere nel la riduzione del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori. Ovviamente, il nuovo contratto dei diritti TV della Premier League ha facilitato il tutto.

Il Patrimonio Netto.




Il patrimonio netto è abbondantemente positivo e ammonta a £ 676,25 milioni (€ 945 milioni). Rispetto al 2013/14, si è registrato un incremento di £ 103,9 milioni (+ 18,2%). La variazione è stata causata dall’aumento del capitale sociale da £ 61,1 milioni a £ 65,1 milioni; dall’aumento delle riserve per sovraprezzo azioni da £ 1,152,069,000 a £ 1,232,393,000; dall’aumento delle riserve di rivalutazione da £ 44,7 milioni a £ 53,5 milioni e dall’utile di esercizio per £ 10,7 milioni.
Durante l’anno sono state emesse n. 39.764.150 azioni del valore nominale di 10p al prezzo di £ 2,12. Tale aumento ha determinato l’incremento del capitale sociale di £ 3,976,415 e l’aumento della riserva da sovrapprezzo azioni di £ 80,3 milioni.
Il patrimonio netto e, quindi, i mezzi propri finanziano il 77,2% dell’attivo. Essendo positivo, è conforme a quanto richiede il regolamento del Fair Play Finanziario. La proprietà del Manchester City preferisce finanziarie l’attività con mezzi propri piuttosto che ricorrere al finanziamento soci, quindi si fa ricorso prevalentemente al capitale di rischio rispetto a quello di prestito.

L’indebitamento finanziario.



La posizione finanziaria netta è positiva per £ 7,7 (€ 10,8 milioni); mentre, nell’esercizio precedente era negativa per £ 45,9 milioni. La posizione finanziaria netta è diventata positiva grazie all’incremento delle disponibilità liquide. Infatti, le disponibilità liquide aumentano da £ 21,4 milioni a £ 74,7 milioni (€ 104,5 milioni). I debiti per leasing risultano pari a £ 67 milioni (nel 2013/14: £ 67,3 milioni).
Ai fini del Fair Play Finanziario bisogna considerare anche il saldo tra debiti e crediti da trasferimento calciatori, che è positivo per £ 33 milioni. I crediti da trasferimento calciatori ammontano a £ 61,6 milioni, i debiti a breve termine per trasferimento calciatori sono pari a £ 19,9 milioni, quelli con durata superiore all’esercizio successivo risultano pari a  £ 8,7 milioni. Pertanto anche la posizione finanziaria netta ai fini del Fair Play Finanziario è positiva e ammonta a £ 40,7 milioni (€ 56,9 milioni).
Tale dato migliora nettamente quello del 2013/14, che era negativo per £ 36,7 milioni, che era già conforme a quanto auspicato dal Fair Play Finanziario.

Il Valore della rosa.



Le immobilizzazioni immateriali nette corrispondono al valore netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori e sono pari a £ 194,1 milioni (€ 271,3 milioni), mentre nel 2013/14 erano pari a £ 207,3 milioni. Esse rappresentano il 22,2% del totale delle attività. Nel 2014/15, sono stati effettuati investimenti per £ 98,26 milioni. Negli ultimi 6 anni sono stati effettuati investimenti per £ 681 milioni. Il valore contabile residuo delle cessioni effettuate, nel 2014/15, ammonta a £ 41 milioni circa. Gli ammortamenti della rosa calciatori 2014/15 risultano pari a £ 70,3 milioni (£ 76,5 milioni nel 2013/14) e risultano in diminuzione rispetto al 2013/14, come prescritto dall’accordo transattivo con l’UEFA, dell’8,1% .
Dopo la chiusura del bilancio sono stati acquistati Raheem Sterling (Liverpool FC), Fabian
Delph (Aston Villa FC), Nicolas Otamendi (Valencia CF) e Patrick Roberts (Fulham FC). Sono stati ceduti: Karim Rekik (Olympique de Marseille), Edin Dzeko (AS Roma), Marcos Mesquita-Lopes (AS Monaco) e Dedryck Boyata (Celtic FC). L’esborso finanziario netto relativo a tali operazioni è stato di circa £ 68.3 milioni.

Le Immobilizzazioni materiali.

Il valore netto contabile delle immobilizzazioni materiali al 31 maggio 2015 ammonta a £ 406.698.000 (nel 2013/14: £ 346.310.000). Esse rappresentano il 46,4% dell’attivo e sono composte da: terreni e fabbricati di piena proprietà per £ 186,8 milioni (£ 58 milioni nel 2013/14); terreni e fabbricati in leasing a breve per £ 1,58 milioni  (£ 1,65 milioni nel 2013/14); terreni e fabbricati in leasing a lungo termine per £ 144,5 milioni (£ 137,7 milioni nel 2013/14) e arredi e attrezzature per £ 27,57 milioni (£ 22,4 milioni nel 2013/14), cui si aggiungono immobilizzazioni in corso di costruzione per £ 46,29 milioni (£ 126,49 milioni nel 2013/14).
Gli Amministratori sono in possesso di una valutazione completa delle immobilizzazioni materiali al 31 maggio 2015, effettuata da GVA Grimley Ltd sulla base del costo di sostituzione ammortizzato. I risultati di questa nuova valutazione sono stati considerati in bilancio.
Il 5 agosto 2003, il vecchio stadio “Maine Road” fu scambiato per una concessione in affitto per 250 anni dello stadio "City of Manchester". Il contratto fu concepito alla stregua di un leasing finanziario, con un complesso meccanismo di rivalutazione basato anche sulla media degli spettatori, stimata in 42.500 unità.
Nell'esercizio chiuso al 31 maggio 2013 il contratto di locazione è stato rinegoziato con le Autorità Comunali e alcuni termini sono stati modificati.
Durante la stagione 2012-13, lo Sceicco Mansour ha approvato l’ampliamento dello stadio Etihad, che è stato completato, determinando l'aumento della capacità per le partite casalinghe a 55.000 spettatori. Inoltre, sempre nel 2012-13, è iniziata la costruzione del City Football Academy, che è stata inaugurata nel dicembre 2014.
Dal punto di vista contabile se si è in presenza di un contratto di leasing che comporta sostanzialmente  l'assunzione di tutti i rischi ei benefici della proprietà di un bene, il contratto di leasing è trattato come un “leasing finanziario”. Il bene oggetto del leasing viene rilevato nel bilancio come un'immobilizzazione materiale ed è ammortizzato per la durata della vita utile del bene o la durata del contratto di locazione, se minore. I canoni futuri di leasing, al netto degli oneri finanziari, sono inclusi tra i debiti. Il canone di leasing è ripartito tra l'elemento finanziario, che viene imputato a conto economico, e la quota capitale che riduce il debito per le rate future da pagare.

La Gestione economica.



Il fatturato netto segna un’altra cifra record aumentando da £ 346,5 milioni a £ 351,76 milioni (€ 491,6 milioni). L’incremento è stato pari all’1,5%.
Nel 2014/15, i ricavi da gare ammontano a £ 43,3 milioni (£ 47,4 milioni nel 2013/14) e includono importi relativi alle aree ospitalità. Il calo dei ricavi da match-day è dovuto alle mionori partite di Capital One Cup disputate e alla temporanea riduzione della capienza dell’Etihad Stadium a causa dei lavori di ampliamento. Il City ha ospitato 19 gare casalinghe nel 2014-15 di Barclays Premier League e un totale di 28 partite in casa in tutte le competizioni con presenza media allo stadio Etihad di 45.365 a fronte di 47.091 del 2013/14.
I ricavi da diritti Tv aumentano da £ 133,2 milioni da £ 135,4 milioni. I ricavi TV da competizioni UEFA sono aumentati da £ 31,3 milioni a £ 32,9 milioni; mentre, gli altri ricavi TV sono aumentati da £ 101,9 milioni a £ 102,6 milioni.
I ricavi commerciali aumentano da £ 165,8 milioni a £ 173 milioni, registrando un incremento del 4,3%. Nel 2014/15 risultano 11 volte superiori a quelli della stagione 2008-09.
Si sono aggiunte 22 partnership, di cui 12 a carattere regionale. Tra i più significati accordi commerciali spiccano: Nissan (Official Automotive Partner); SAP (Official Cloud Software Partner); Muscle Pharm (Official Sports Nutrition Partner); Coco Joy (Official Coconut Water Partner); Citi (Official Banking Partner, UAE); PZ Cussons (Official Personal Care Partner, Nigeria).



Gli altri ricavi operativi diminuiscono da £ 1,8 milioni a £ 800 mila.
Il totale dei costi operativi ordinari ammonta a £ 350,6 milioni (€ 490 milioni), con un decremento del 4,2%; infatti, nel 2013/14 i costi operativi ammontavano a £ 366,2 milioni.
I costi del personale hanno subito un decremento del 5,5% passando da £ 205 milioni a £ 193,8 milioni (€ 270,8 milioni). Il rapporto costi del personale e fatturato netto è pari al 55,1%, in ulteriore miglioramento rispetto al dato dell’esercizio precedente, che era pari al 59,2%. Tale dato risulterebbe in linea con quanto auspicato dal Regolamento del Fair Play Finanziario.
Per quanto riguarda il numero degli addetti per il settore Football sono 145 (112 nel 2013/14) e per il settore commerciale ed amministrativo sono 175 (202 nel 2013/14).
Gli ammortamenti della rosa giocatori diminuiscono dell’8,1% da £ 76,484,000 a £ 70,291,000.
I costi generati dalle immobilizzazioni materiali, tra ammortamenti e leasing, ammontano a £ 9,1  milioni (€ 12,7 milioni) e registrano un incremento del 24,8%.
I costi per servizi esterni aumentano da £ 58,6 milioni a £ 69,2 milioni (€ 96,7 milioni).
L’eccedenza di plusvalenze per la cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori aumenta a £ 13,8 milioni da £ 197 mila.
La gestione finanziaria, comprensiva degli oneri finanziari di Leasing, è negativa per £ 5,4 milioni, soprattutto a causa degli oneri finanziari del leasing relativo allo Stadio Etihad per £ 4,16 milioni (£ 4,3 milioni nel 2013/14).

Il Break-even result.

Il risultato prima delle imposte è positivo per £ 10,4 milioni (€ 14,5 milioni al cambio 1€ = 0,7155), nel 2013/14 era negativo per £ 22,9 milioni (€ 28,2 milioni al cambio 1€ = 0,813); nel 2012/13 era negativo per £ 51,6 milioni (€ 60,3 milioni, al cambio 1€ = 0,8565).
Considerando i cambi medi di periodo, il risultato prima delle imposte aggregato del terzo periodo di monitoraggio risulterebbe negativo per circa 74 milioni di Euro.
Tuttavia in base all’accordo transattivo concluso con l’UEFA era importante chiudere l’esercizio con un Break-even deficit non superiore a 20 milioni di Euro per il 2013/14 e non superiore a 10 milioni per il 2014/15. Escludendo l’importo contabilizzato della sanzione UEFA di 20 milioni di Euro, la perdita 2013/14 si ridurrebbe a 8,2 milioni di Euro. I target relativi al break-even stabiliti dall’accordo transattivi risultano rispettati.
Inoltre, dal risultato aggregato triennale citato, bisognerebbe escludere i costi del settore giovanile, stimabili in 30 milioni di Euro e gli altri ammortamenti ammontanti a circa 28 milioni di Euro oltre eventualmente agli oneri di Leasing per lo Stadio pari a circa 15 milioni di Euro e minusvalenze per 2,4 milioni di Euro.
In base a quanto sopra, il Manchester City dovrebbe aver rispettato sia le prescrizioni della transazione con il CFCB dell’UEFA, che quanto previsto nel Regolamento del Fair Play Finanziario.

Conclusioni.


In base a quanto affermato dal Presidente quella della Proprietà del Manchester City è una strategia basata sulla sostenibilità a lungo termine ed i continui investimenti anno dopo anno. I primi frutti si sono visti nella stagione 2014/15; infatti, il Manchester City FC ha conseguito un utile di £ 10.7 milioni, un fatturato annuo record di £ 351,8 milioni, che per il settimo anno consecutivo risulta in crescita. Inoltre, la posizione finanziaria netta è positiva. Sempre in base a quanto scritto dal Presidente, in altre parole, trattasi di un business redditizio con nessun debito e senza restrizioni in essere.

sabato 17 ottobre 2015

Arsenal 2014/15: solidità economica, patrimoniale e finanziaria come premessa del successo sportivo.


Luca Marotta


La società “Arsenal Holdings plc” ha chiuso il bilancio consolidato al 31 maggio 2015 con un fatturato consolidato di £ 344,5 milioni (€ 481,5 milioni, ad un cambio 1 € = 0,7155 £) e un utile netto di £ 20 milioni (€ 28 milioni). Nel 2013/14 il fatturato era pari a £ 301,9 milioni e l’utile netto era di £ 7,3 milioni. 
In base a tali dati si può affermare che il fatturato comprensivo del settore immobiliare ha superato, la soglia di 400 milioni di Euro, anche utilizzando il cambio dell’esercizio precedente che era più sfavorevole (al 31.05.2014: 1 € = 0,8135 £).
Il fatturato del Gruppo segna un incremento di £ 42,6 milioni (+14,13%), l’utile netto segna un incremento di £ 12,7 milioni. Anche il settore sportivo, oltre a sfondare, per la seconda volta consecutiva, il tetto dei 300 milioni di sterline di fatturato, per effetto del cambio favorevole, ha sfondato il muro dei 400 milioni di Euro. Il Fatturato sportivo, a livello di Gruppo, ha contribuito con un fatturato di £ 329,3 milioni (€ 460,3 milioni) ed un risultato prima delle imposte positivo per £ 11.36 milioni (£ 3,8 milioni nel 2013/14).
Tra le cause principali dell’aumento di fatturato c’è l’aumento dei ricavi commerciali che hanno evidenziato un incremento complessivo del 33,87%.
L’Arsenal evidenzia una struttura diversificata ed equilibrata dei ricavi. Infatti, il settore sportivo evidenzia: ricavi da gare con un’incidenza del 30,6%; ricavi TV con un’incidenza del 38% e ricavi commerciali con un’incidenza del 31,4%. I ricavi del settore immobiliare sono serviti a cofinanziare la costruzione dello Stadio ed la leva del Player trading appartiene alle passate gestioni, ormai.
Dal punto di vista sportivo, la stagione 2014/15, ha visto per la seconda volta consecutiva, e per la dodicesima nella sua storia, la vittoria dell’Arsenal nella FA Cup e la qualificazione per la diciottesima volta consecutiva all’UEFA Champions League, grazie al terzo posto in campionato.

La Strategia di Gruppo e il “cerchio virtuoso”.

Gli Amministratori, in questi anni, hanno cercato di creare una base finanziaria solida, che permettesse di finanziare la costruzione dello Stadio e il ritorno al successo sportivo.
La strategia a lungo termine è quella di perseguire uno sviluppo sostenibile autosufficiente dal punto di vista economico al fine di conseguire risultati sportivi che determinino l’affermarsi dell'Arsenal Football Club, come squadra di calcio, sia sulla scena nazionale che su quella internazionale.
I fondi generati dal business sono messi a disposizione per ulteriori investimenti nel Club, con l'obiettivo di raggiungere un maggiore livello di successo sul campo che si traduca in ultima analisi, nella conquista di trofei.

(immagine tratta da: STATEMENT OF ACCOUNTS AND ANNUAL REPORT 2014/15 of Arsenal Holdings Plc)

In linea di massima ed in estrema sintesi il cerchio virtuoso della strategia dell’Arsenal è riassumibile nel fatto che gli investimenti nella prima squadra, con l’acquisto di calciatori, dovrebbero determinare i successi in campo sportivo, che a loro volta alimentano la base dei tifosi e simpatizzanti, che costituiscono la potenziale clientela, che alimenta i ricavi commerciali e quelli da “match day”. Ovviamente con l’aumento dei ricavi si generano profitti che vengono reinvestiti nella prima squadra. Così il cerchio dell’autofinanziamento è chiuso.

Il Gruppo.

L’Arsenal fa parte di un Gruppo con a capo la società Arsenal Holdings Plc, con sede nel Regno Unito. Arsenal Holdings Plc è, a sua volta, controllata dalla società KSE UK Inc., che ne possiede il 66,8%.
Tale società, risulta registrata negli USA, precisamente nello Stato del Delaware, e fa capo a Enos Stanley "Stan" Kroenke, che pertanto è il controllore in ultima istanza del Gruppo.

La Continuità aziendale.

Secondo gli Amministratori, il Gruppo dovrebbe essere in grado di operare all'interno del livello delle sue attuali risorse finanziarie e linee di credito.
Gli Amministratori hanno la ragionevole aspettativa che il Gruppo abbia adeguate risorse per continuare la propria operatività per il prossimo futuro, pertanto il bilancio è stato redatto in base al presupposto della continuità aziendale.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.

Il totale dell’attivo è aumentato da £ 834,6 milioni a £ 919,4 milioni. Pertanto supera abbondantemente la cifra di 1,28 miliardi di Euro. Le immobilizzazioni materiali incidono per il 45,6% e le disponibilità liquide per il  24,8%.



L’INDICE DI FINANZIAMENTO DEL PATRIMONIO CALCIATORI.
L’indice di finanziamento del Patrimonio Calciatori indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali alle prestazioni dei calciatori con i Mezzi Propri. Nel caso in questione è pari a 1,9. Questo significa che tutti i calciatori sono stati acquistati con i mezzi propri, e non si è dovuto ricorre al capitale di terzi a tal scopo.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso dell’Arsenal, l’indice di indebitamento è pari a 0,56, che segnala il prevalere delle Liabilities sui mezzi propri.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,56, ciò vuol dire che il club possiede dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti. Tra questi beni è compresa la voce terreni e fabbricati, inclusiva dello stadio con un valore contabile netto pari a £ 355,9 milioni, circa il 38,71% dell’attivo.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 1,18, ciò vuol dire che l’attivo a breve è in grado di pagare i debiti a breve. Infatti, il capitale circolante netto è positivo per la cifra di £ 49,5 milioni.
In genere, la presenza di un capitale circolante netto positivo è indicatore della buona salute finanziaria di cui gode la società. Si pensi al valore delle disponibilità liquide pari a £ 228,2 milioni.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto, che corrisponde ai “mezzi propri”, è positivo e ammonta a £ 330,7 milioni (€ 462,1 milioni). L’esercizio precedente era pari a £ 310,6 milioni e pertanto risulta un incremento di £ 20 milioni, dovuto all’utile conseguito nell’esercizio.
Essendo non negativo e in crescita, questo indicatore è conforme a quanto stabilito dal Regolamento del Fair Play Finanziario.
Dal punto di vista strutturale, il rapporto tra patrimonio netto e totale delle attività è pari al 36%. Il Patrimonio Netto finanzia il 96,4% del capitale investito netto. Il capitale circolante netto, ossia la differenza tra attivo corrente e passivo corrente, è positivo per £ 49,5 milioni (€ 69,2 milioni), con un decremento di £ 40,6 milioni rispetto al 2013/14.


L’Indebitamento Finanziario Netto.



La Posizione Finanziaria Netta del consolidato di Arsenal Holdings Plc è negativa per £ 5,7 milioni (€ 7,9 milioni). Si pensi che nel 2008/09, si registrava un indebitamento finanziario netto pari a £ 318,1 milioni. Le disponibilità liquide sono ingenti e sono pari a £ 228,17 milioni (€ 318,9 milioni) e rispetto all’esercizio precedente risultano aumentate di £ 20,3 milioni. Il debito finanziario lordo risulta diminuito da £ 240,5 milioni a £ 233,4 milioni (€ 326,8 milioni). Di questi, solo £ 7,1 milioni, hanno la scadenza entro l’esercizio successivo.



I debiti verso squadre di calcio per trasferimenti giocatori ammontano a £ 80,5 milioni (£ 38,3 milioni nel 2013/14). Mentre i crediti verso squadre di calcio per trasferimenti giocatori ammontano a £ 14,9 milioni (£ 9,5 milioni nel 2013/14).
In base al Regolamento del Fair Play Finanziario, è consigliabile che l’indebitamento di natura finanziaria, al netto delle disponibilità liquide, e comprensivo dei debiti e crediti da trasferimenti calciatori, non sia superiore ai ricavi. L’Arsenal rispetta questo parametro.

Il Valore della Rosa.



Il valore contabile netto della rosa ammonta a £ 171,66 milioni (€ 239,9 milioni), mentre l’esercizio precedente era pari a £ 115 milioni. L’incidenza sul totale dell’attivo non corrente è del 18.7%. La variazione è dipesa da acquisti per £ 113,95 milioni (£ 64,2 milioni nel 2013/14), cessioni per un valore contabile netto residuo di £ 1,9 milioni (£ 5,7 milioni nel 2013/14), ammortamenti per £ 54,4 milioni (£ 40,1 milioni nel 2013/14). L’eccedenza di plusvalenze sulle minusvalenze è stata di £ 28,9 milioni (£ 6,9 milioni nel 2013/14).
Tra gli investimenti in calciatori effettuati figurano: l’acquisto di Alexis Sanchez, Calum Chambers, Danny Welbeck e Gabriel.
Il rapporto tra Patrimonio Netto e Valore Rosa Calciatori è di 1,9, pertanto il valore della rosa calciatori è ampiamente coperto dai “mezzi propri”.

Dopo la chiusura del bilancio, per l'Arsenal Football Club plc, la campagna trasferimenti ha determinato un saldo a debito di £ 10.500.000, nel periodo precedente, il saldo a debito era di £ 52.500.000. Questi trasferimenti saranno contabilizzati nell'esercizio 2015/2016.

La Gestione Economica.

Il fatturato complessivo del Gruppo, al netto della joint venture, aumenta da £ 301,9 milioni del 2013/14 a £ 344,5 milioni. L’incremento registrato è stato del 14,13% ed è dovuto principalmente ai ricavi commerciali, che sono aumentati del 33,8%. Il settore immobiliare evidenzia un fatturato di £ 15,2 milioni con una variazione positiva di £ 12 milioni rispetto al 2013/14.



Il Settore Immobiliare.

In generale, l'attività nel business immobiliare del Gruppo, da alcuni anni, è ad un livello molto basso, con ricavi che riguardano solo l'affitto di alcuni cespiti commerciali di proprietà, come la palestra ad Highbury Square e vendita dei restanti posti auto ad Highbury Square.
Tuttavia, una delle vendite di terreni del Gruppo, effettuata negli anni precedenti, riservava al Gruppo un quota di partecipazione per le eventuali vendite oltre un certo numero di appartamenti. Trattasi, di fatto, di una partecipazione agli utili, sui ricavi derivanti dal numero delle unità abitative in eccesso ad un determinato livello prestabilito. Poiché il progetto residenziale ha ormai raggiunto uno stadio sufficiente di completamento, è stato determinato l’importo spettante, ed è stato imputato per l’esercizio 2014/15, in relazione al settore del business immobiliare del Gruppo.

Il fatturato relativo al settore immobiliare aumenta di £ 11,97 milioni, precisamente da £ 3,2 milioni a £ 15,2 milioni (€ 21,2 milioni).  I costi operativi del settore immobiliare diminuiscono da £ 2,8 milioni a £ 2,2 milioni. Il risultato operativo è di £ 12,9 milioni.

Il risultato del settore immobiliare prima delle imposte è aumentato a £ 831 mila a £ 13,3 milioni.

In quattordici anni, dal 2001/02 al 2014/15, il Settore Immobiliare dell’Arsenal ha fatturato 462,8 milioni di Sterline e ha contribuito positivamente alla redditività del Gruppo con 67 milioni di Sterline.



Il rapporto Pre Tax Profit e Turnover è del 14,5% circa. Questo significa che ogni 100 Sterline fatturate se ne sono guadagnate circa 14,5. Indubbiamente, anche il settore immobiliare ha contribuito positivamente alla copertura finanziaria per la costruzione dello stadio.

Il Settore Sportivo.

Il grafico che mostra l’evoluzione del fatturato, evidenzia il “salto” di qualità dei ricavi da “match day” con l’entrata in funzione dell’Emirates, ma anche l’aumento più che proporzionale degli altri ricavi rispetto ai ricavi da “mach day”, che hanno permesso di evidenziare un tasso di crescita del fatturato superiore a quello dei ricavi da “match day”. Il sorpasso dei ricavi media rispetto ai ricavi da match day avviene nel 2013/14 col nuovo contratto dei diritti TV della Premier League.



Il fatturato imputabile alla gestione sportiva, comprensivo dei ricavi per i prestiti dei calciatori, risulta in crescita del 23%, da £ 298,7 milioni da £ 329,3 milioni (€ 460,3 milioni).
L’Arsenal, per quanto riguarda il settore calcio, evidenzia un fatturato equidistribuito, perché dipende per il 30,6% dai ricavi da gare, per il 38% dai ricavi TV e per il 31,4% dai ricavi commerciali.



I ricavi da gare risultano pari a £ 100,4 milioni (£ 100,22 milioni nel 2013/14). I ricavi da diritti  tv ammontano a £ 124,8 milioni (£ 120,8 milioni nel 2013/14), registrando un incremento di £ 4 milioni.
La media dei biglietti venduti è stata di 59.930, che rappresentano più del 99% della capacità dello stadio (2014 – 59.790).
I ricavi commerciali aumentano complessivamente da £ 77,1 milioni del 2013/14 a £ 103,3 milioni. Praticamente sono raddoppiati nel volgere di un triennio, perché nel 2011/12 ammontavano a £ 52,5 milioni. I ricavi da merchandising aumentano del 37,6% a £ 24,7 milioni (£ 17,9 nel 2013/14). I ricavi commerciali da Sponsorizzazioni e pubblicità registrano la cifra di £ 78,6 milioni (£ 59,2 nel 2012/13), con un incremento del 32,7%. Il rinnovo del contratto di sponsorizzazione con “Emirates Airlines”, avvenuto nel 2012/2013, riportava un importo complessivo di £ 150 milioni, che dovrà essere ripartiti sulla nuova durata del contratto. Il contratto di “naming rights” con “Emirates Airlines” scadrà nel 2028, mentre quello riguardante la sponsorizzazione della maglia scadrà nel 2019.
Pertanto, la ragione principale della crescita del fatturato del settore calcio è la nuova partnership con PUMA, iniziata nel Luglio 2014. Tale sponsorizzazione ha avuto un forte impatto positivo oltre che per i ricavi da sponsorizzazione, anche per la vendita al dettaglio e il licensing. Inoltre, sono aumentati i ricavi da sponsor secondari.
L'accordo con PUMA rappresenta il più importante accordo di partnership nella storia dell'Arsenal e di PUMA.
I ricavi da prestiti calciatori aumentano a £ 805 mila da £ 513 mila del 2013/14.

Il Player Trading.

Il risultato della gestione “Player trading” è determinato dalla differenza tra plusvalenze e minusvalenze, dagli ammortamenti sui diritti alle prestazioni dei calciatori, comprese eventuali perdite di valore, e dai ricavi per i calciatori in prestito. Il risultato della gestione “Player trading” è negativo per £ 25,6 milioni. Invece, nel 2013/14, il risultato è stato negativo per £ 32,6 milioni.
L’ammortamento dei giocatori è pari a £ 54,4 milioni, mentre nel 2013/14 era pari a £ 40,1 milioni, con un incremento del 35,8%.
Nell’esercizio 2014/15, l'ammortamento dei giocatori non è stato compensato dai profitti sulla vendita di giocatori pari a £ 28,9 milioni (nel 2013/14: £ 6,9 milioni). Gli importi maggiori hanno riguardato le cessioni importanti di Thomas Vermaelen.

Costo dei dipendenti.

Il costo del personale continua ad essere di gran lunga la più importante voce di costo e ammonta a £ 192,2 milioni (€ 268,6 milioni), con un incremento del 15,5%, rispetto ai 166,4 milioni di sterline del 2013/14. L’aumento è dovuto principalmente all’acquisto di nuovi calciatori, ad alcuni rinnovi contrattuali e all’impatto dei bonus per la qualificazione diretta ai gironi della Champions League. L’incidenza sul fatturato del settore calcio senza Player Trading è del 58,4% (55,7% nel 2012/13).
La media del numero dei dipendenti, durante il 2014/15, è stata di 605, di cui: 66 “Playing staff”; 95 “Training staff”; 345 Administrative staff e 97 “Ground staff”.
In aggiunta, sono stati utilizzati in media circa 830 “temporary staff” nei giorni di “match days” (2013/14: 860).
Il Consiglio di Amministrazione è costato £ 2.966.000 (£ 2.737.000 nel 2013/14). La maggior parte del costo si riferisce al solo Gazidis, che è costato £ 2.299.000.
Gli Altri costi operativi ammontano a £ 72 milioni (£ 69,8 milioni nel 2013/14).

L’incidenza del “Fattore Lavoro Sportivo”.

Il Costo del “Fattore Lavoro Sportivo”, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori, rapportato al fatturato netto sportivo incide per il 75,4% (69,3% nel 2012/13).

La gestione finanziaria.
Gli oneri finanziari netti, esclusi i proventi da joint venture, sono in leggera diminuzione a £ 12,7 milioni, nel 2013/14, erano pari a circa £ 13 milioni. Nella sostanza, gli oneri finanziari, pari a £ 13,6 milioni, derivano principalmente dal costo delle obbligazioni emesse per finanziare la costruzione dello stadio.
I proventi finanziari sono pari a 828 mila sterline.

Il Breakeven Result.

Al momento l’Arsenal non ha alcun problema a confrontarsi con il criterio del “Breakeven Result” del Fair Play Finanziario e con le sue soglie di tolleranza. Il risultato prima delle imposte del Gruppo al 31 maggio 2015 è positivo per £ 24,7 milioni (€ 34,5 milioni); al 31 maggio 2014 era positivo per £ 4,7 milioni e al 31 maggio 2013 era anch’esso positivo per £ 6,6 milioni.
Molto probabilmente per l’Arsenal il dato di partenza da considerare sarà l’EBIT della Gestione Sportiva, che esclude gli oneri finanziari legati allo Stadio, oltre che le imposte. In aggiunta l’EBIT della gestione Sportiva deve essere “depurato” dagli ammortamenti delle infrastrutture sportive.
L’aggregato riguardante l’EBIT della gestione sportiva degli ultimi tre esercizi è positivo per £ 54,5 milioni. Non considerando gli altri ammortamenti, l’ “Aggregate Break-even Result” è positivo per £ 94,9 milioni.
L’utile netto del 2014/15, risulta pari a £ 20 milioni (£ 7,3 milioni nel 2013/14) ed è ormai il tredicesimo risultato positivo consecutivo, per trovare un bilancio in perdita bisogna risalire all’ormai lontano 2001/02.

Conclusioni.

Molti sono i dati del bilancio consolidato da giudicare positivamente in ottica Fair Play Finanziario. Con la seconda vittoria consecutiva in FA CUP, si sta confermando il ritorno al successo sportivo, la cui mancanza da diversi anni era messa in evidenza da alcuni tifosi.
Gli Amministratori del club, dopo aver messo al sicuro la solidità finanziaria del club, che
ha permesso di conservare tutti i calciatori chiave e completare l’organico della prima squadra con alcuni calciatori di alta qualità, per conseguire un business sostenibile si sono posti come obiettivo fondamentale quello della crescita dei ricavi commerciali. Alla luce dei dati del bilancio consolidato 2014/15, anche tale obiettivo sembra raggiunto.
Non resta che migliorare sotto l’aspetto dei risultati sportivi. Sembrerebbe che la gestione dell’Arsenal in questi anni, col discorso legato allo stadio, abbia considerato il perseguimento della solidità economica-patrimoniale e finanziaria come la premessa del successo sportivo.