Grazie alla rivalutazione, il patrimonio netto al 31.12.2020
è risultato positivo per Euro 14 milioni.
L’effetto della pandemia COVID-19 ha esercitato un impatto
notevole sui conti del Genoa, oltre ad aver dimezzato i ricavi da gare, il
bilancio 2020 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha evidenziato un crollo
delle plusvalenze da € 79,6 milioni a € 11.684.613.
Senza
dubbio, il crollo delle plusvalenze è una delle conseguenze del COVID che ha
ridotto gli scambi di calciatori, come conseguenza della riduzione di liquidità
a disposizione dei club di calcio.
Nei precedenti esercizi le plusvalenze sono state
determinanti per adottare il principio di continuità aziendale. Per il 2020,
risulta fondamentale l’adozione del piano strategico finalizzato a recuperare l’equilibrio
delle gestione operativa pre-Covid.
L’importo
non evidenziato tra i costi della produzione, riguardante degli ammortamenti
delle immobilizzazioni materiali e immateriali sospesi, secondo il D.L. 14
agosto 2020, n. 104 (“Decreto Agosto”) ammonta a € 24.706.627, ed è così
composto:
- €
22.709.169 sospensione ammortamenti calciatori prima squadra;
- €
784.355 sospensione ammortamenti calciatori del settore giovanile;
- € 1.213.103 sospensione ammortamenti altri cespiti.
Dal punto di vista
sportivo il bilancio 2020, riguarda il secondo semestre della stagione sportiva
2019/20 conclusasi con il traguardo della permanenza in Serie A al
diciassettesimo posto, e il primo semestre della stagione sportiva 2020/21, conclusasi
con il traguardo della permanenza in Serie A all’undicesimo posto.
La continuità
aziendale.
Molte volte, di fatto, la continuità aziendale del Genoa
CFC, è dipesa principalmente dalle plusvalenze.
I revisori di “Audirevi S.p.A.” hanno evidenziato nella loro
Relazione dei richiami di informativa senza esprimere rilievi, richiamando
l’attenzione sul fatto che il bilancio d'esercizio 20 chiude con una perdita di Euro 33,4 milioni e gli Amministratori
hanno redatto il bilancio secondo criteri di funzionamento sulla base di un
piano prospettico la cui linea strategica, si basa sul mantenimento della
categoria Serie A, sul consolidamento dei ricavi da diritti televisivi, e sul
contenimento dei costi con particolare riferimento a quello del lavoro oltre ad
un piano di mercato che permetta di continuare a realizzare plusvalenze dalla
cessione di diritti alle prestazioni sportive dei calciatori.
Il ritorno alla redditività operativa pre-pandemia per la stagione
sportiva 2021/2022 è basato su un Piano Business che preve
“• il mantenimento della categoria serie A, con conseguenti
ritorni in termini di ricavi;
• un consolidamento dei diritti televisivi alla luce delle
nuove assegnazioni;
• un piano di mercato che possa garantire delle plusvalenze
da cessione diritti patrimoniali calciatori e premi di rendimento;
• investimenti nel settore giovanile in linea con gli
esercizi precedenti;
• una stretta correlazione tra gli investimenti in
acquisizione dei diritti pluriennali alle prestazioni di calciatori e i valori
realizzati attraverso le cessioni;
• contenimento del costo del lavoro;
• mantenimento della redditività operativa e dell'equilibrio
finanziario;
• conclusione degli investimenti nelle strutture funzionali
all'allenamento.
L'attuale situazione di classifica permette al momento di
ipotizzare con ragionevolezza il verificarsi del primo punto elencato nel piano
di business, ovvero il mantenimento della categoria.”
Oltre al piano Business è stato necessario acquisire
l’impegno della proprietà al sostegno economico, finanziario e patrimoniale
della Società. La proprietà, nel 2020 ha effettuato e rinunciato a versamenti
per oltre Euro 2,7 milioni, oltre ad aver rilasciato garanzie a sostegno dei
flussi di cassa della Società versando "a garanzia" liquidità per
oltre Euro 7 milioni che, qualora necessario, potrebbero supportare
patrimonialmente la Società.
Dal punto di vista finanziario, il Genoa ha fatto ricorso
alla moratoria dei mutui bancari e ha fatto accesso alle forme di finanza
agevolata introdotte dal D. L. 23/2020; il credito da consolidato fiscale verso
la controllante Fingiochi S.r.l., pari
a 19,8 milioni che verrà Pagato anche in
caso di mancato rinnovo e mancato utilizzo. I Revisori non hanno espresso
rilievi per tale motivo.
La Struttura Patrimoniale.
Il totale dell’Attivo, grazie alla rivalutazione, è aumentato
del 34% da € 210,19 milioni a € 281,56 milioni. Tale incremento è stato
causato principalmente dall’aumento dei “Diritti pluriennali alle prestazioni
dei calciatori” e dagli incrementi derivanti delle rivalutazioni effettuate sul
“marchio” e sui “diritti di archivio” della Società.
L’attivo è finanziato con debiti
tributari, per circa il 22%.
Il valore della partecipazione in imprese controllate rappresenta l’8% dell’attivo e ammonta a € 22.473.000. Tale importo riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2020 con un utile di 561.580 (€ 844.965 nel 2019; -€482.418 nel 20018; -€2.006.211 nel 2017 e -€ 1.418.589 nel 2016), con un patrimonio netto di Euro 14.838.554 (€ 13.082.681 nel 2019).
Il totale delle immobilizzazioni
materiali ammonta a € 298.431 (€ 166.735 nel 2019).
Tra i crediti sono evidenziati
crediti verso la controllante per € 19.851.159 (€ 19.850.738 nel 2019) e verso
controllate per Euro 5.581.412 (€7.295.056 nel 2019).
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina
l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di
solvibilità totale è pari a 1,05 (0,97
nel 2019)), ciò vuol dire che il valore dei beni posseduti dal club, così come
esposti in bilancio e grazie alla rivalutazione effettuata, risulterebbe
sufficiente per pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti
determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se
l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione,
l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,58215,
ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a
breve.
Grado Copertura
Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura
degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra
patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è del
15.5%, di conseguenza i diritti pluriennali di calciatori risultano finanziati soprattutto
dal capitale di terzi.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è positivo per 14.388.554 grazie alle
riserve di rivalutazione pari a € 50.202.468.
Nel 2019 era negativo per -5.471.713;
nel 2018 era negativo per € 15.702.547; nel 2017 era negativo per €
10.852.234; nel 2016 era positivo per Euro 73.011; nel 2015 era negativo per Euro
8,83 milioni e nel 2014 era negativo per Euro 6,3 milioni.
La variazione migliorativa di 19.860.268 è stata determinata
principalmente dalla perdita di esercizio di € 33.434.838
e dal rilievo delle riserve di rivalutazione pari a € 50.202.468.
L’indebitamento finanziario.
I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, aumentano da € 42,1 milioni a € 78,3 milioni e finanziano il totale dell’attivo, per il 27,8% (20% nel 2019).
I debiti verso le banche
aumentano di € 38.126.604, da €
L’aumento è stato determinato dal ricorso a finanziamenti
pluriennali garanti da SACE S.p.A., come ha fatto la Samp, che è uno strumento
concepito per mitigare gli effetti negativi del COVID.
I debiti verso banche, riguardano i due mutui erogati da
Banca Carige accessi nel 2011 con scadenza nel 2022, per i quali la Società ha
usufruito della moratoria sulle rate, e i debiti per i finanziamenti
pluriennali garanti da SACE S.p.A. (come previsto nel Decreto Legge Liquidità n.
23 dell’8 aprile 2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge 5 giugno 2020
n.40 per aver introdotto misure urgenti per favorire l’accesso al credito alle
imprese), ottenuti con Banca Sistema S.p.A., Banca Mediolanum S.p.A., Banco di
Credito P. Azzoaglio S.p.A.
I debiti verso
altri finanziatori sono pari a € 33.138.145 (€ 34.660.346 nel 2019)
e registrano un decremento del 6,7% e finanziano l’ 11,8% dell’attivo. Tale
voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Sistema S.p.A, Banca Carige.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 78,18 milioni (€
41,1 milioni nel 2019; € 58 milioni nel 2018), considerando le disponibilità
liquide pari a circa 137 mila Euro, risulta
in aumento rispetto al 2019 di circa € 38,1 milioni (+90,29%).
L’EBITDA è negativo per € 22.243.005 (+€
58.382.345 nel 2019).
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari
a € 61,4 milioni (€ 53,15 milioni nel 2019), mentre i debiti verso
Enti-settore specifico, pari a € 75,4 milioni (€ 47,34 milioni nel 2019),
finanziano il 26,8% dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo negativo di € 13,99 milioni,
che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario
aumenterebbe a € 92 milioni (€ 35,2 milioni nel 2019), cifra superiore al
fatturato netto.
Occorre evidenziare che la nozione di Net debt, già nota in base alla vecchia
regolamentazione, come differenza tra debiti finanziari e disponibilità liquide
integrata del saldo tra debiti e crediti verso società di calcio, è stata
ulteriormente integrata con la considerazione nel conteggio anche dei debiti
fiscali e previdenziali non correnti. In genere tali debiti riguardano le
rateizzazioni pluriennali col fisco.
L’indebitamento finanziario netto ai fini del Fair Play
Finanziario pari a € 125,8 milioni risulta superiore al volume dei ricavi netti
e non sarebbe conforme a quanto auspicato dalla normativa.
Il nuovo regolamento del Fair Play Finanziario ha introdotto
la nozione di “Relevant Debt”. La
nozione di debito rilevante (“Relevant
Debt”) corrisponde alla nozione di “Net Debt” meno l'importo del debito
direttamente attribuibile alla costruzione e/o alla modifica sostanziale dello
stadio e/o alle strutture di formazione dall'inizio del debito fino a 25 anni
dopo la data in cui il debito l'attività è dichiarata pronta per l'uso.
Il “Relevant Debt”
non deve essere superiore congiuntamente a due limiti: € 30 milioni e a 7 volte
la media della differenza tra valore e costi della produzione.
I debiti verso
l’Erario e gli altri debiti.
Il Genoa ha usufruito della proroga dei versamenti, come
previsto dal Decreto Rilancio e successivamente dal Decreto Agosto
I debiti verso l’Erario aumentano da €
Il 45,05% dei debiti tributari riguarda quelli rateizzati:
Il debito residuo rateizzato al 31/12/2020 ammonta a
€ 27.866.770 (€ 35.875.769 nel 2019). Gli importi rateizzati maggiori
riguardano l’IVA. Complessivamente per l’IVA rateizzata residua un debito quota
capitale di € 21.056.512 (€ 23.341.454 nel 2019).
I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 4.336.353
(€ 1.296.884 nel 2019), di cui € 3.621.032
(€ 1.064.955 nel 2019) riguardano il debito INPS.
La voce “debiti diversi” aumenta da € 18.886.197 a € 26.567.967.
In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.
Al 31.12.2020 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 6.221.668
(€ 200.697 nel 2019).
Il Valore della Rosa.
Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 91.306.499 (€ 70.468.420 nel 2019), diritti sportivi dei calciatori delle giovanili per € 1.506.533 (€ 896.886 nel 2019)..
Il grafico mostra come dal
La Gestione
economica.
Il valore della produzione diminuisce da €
I costi della produzione sono pari a € 103.268.092 (€
127.970.562 nel 2019) e sono diminuiti
del 19,3%, in misura meno che proporzionale rispetto alla diminuzione del
valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è negativa
per € 28.002.696, nel 2019 era positiva
per € 26.132.973.
I Ricavi.
Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i
proventi televisivi. Nel 2020 i proventi televisivi risultano diminuiti di circa
3,21 milioni di Euro da €
La rappresentazione grafica seguente, riguardante
l’evoluzione del fatturato netto per componenti, mostra chiaramente la
“teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei
diritti televisivi.
I ricavi da gare sono crollati del
50,6%, da € 4,2 milioni a € 1,98 milioni, a causa delle partite disputate senza
pubblico. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 2,6% e
sul fatturato netto peri l 3,6%. I ricavi da abbonamenti sono diminuiti di € 891.743,
da €
I proventi da
sponsorizzazioni ammontano a € 1.711.130 (€ 1.649.265 nel 2019) e
risultano in aumento del 3,8%. Lo Sponsor
Ufficiale è mancato e non figura tra i ricavi 2020 (€ zero nel 2019), lo
Sponsor Tecnico Basic Italia S.p.A. ha contribuito con € 1.557.761 (€ 1.439.265
nel 2019) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 153.369 (€ 210.000 nel 2019).
I ricavi televisivi aumentano di €
3.209.321, da €
Negli ultimi tre
esercizi la media dei ricavi TV è superiore ai 42 milioni di Euro.
I ricavi e proventi diversi risultano pari ad Euro 207.000 (€
3.387.587 nel 2019).
L’importo evidenziato nel valore della produzione che
riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del
vivaio, ammonta a € 2.365.048 (€ 5.528.465 nel 2019).
Tra
le sopravvenienze attive figura l’importo di € 990.580 relativo all’IRAP 2019 come
agevolazione fiscale prevista nel Decreto Rilancio e altre sopravvenienze per €
332.942.
Il “Player trading”.
Il bilancio del Genoa tradizionalmente evidenzia anche una “dipendenza da player trading”
notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate, a causa
della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni.
Nel 2020, le plusvalenze, pari a € 11,68 milioni, hanno
dovuto fronteggiare minori ammortamenti a causa della scelta di sospendere il
calcolo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 1,33 milioni. Tuttavia,
le minusvalenze sono state pari a €,6,07 milioni, gli altri oneri di gestione
calciatori sono risultati pari a € 9,84 milioni e l’acquisto temporaneo di
calciatori è risultato pari a € 819 mila (€ 2 milioni nel 2019).
Dopo 5 risultati positivi consecutivi, il risultato del Player Trading risulta negativo per € 1,34 milioni. In effetti, l’esercizio precedente era positivo per € 59,5 milioni, nel 2018 per € 31,09 milioni. Nel 2017 era positivo per € 16,83 milioni; nel 2016 era positivo per € 15,76 milioni. Nel 2015 era positivo per € 3,6 milioni; nel 2014 era negativo per € 18,3 milioni.
Nella sostanza, nell’esercizio 2020, nonostante la
sospensione del calcolo degli ammortamenti, le plusvalenze realizzate al netto
delle minusvalenze non riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel
conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali
per € 11.684.613
(€ 79.65 milioni nel 2019; € 48,9 milioni nel 2018; € 30,4 milioni nel
2017; € 31,9 milioni nel 2016 e € 30,9 milioni nel 2015), che rappresentano il 15,5%
(51,7% nel 2019) del valore della
produzione. Negli ultimi tre esercizi
la media delle plusvalenze realizzate è superiore ai 46,7 milioni di Euro;
negli ultimi 5 anni è superiore ai 40,5
milioni di Euro.
Le maggiori plusvalenze
realizzate hanno riguardato: Kouamè
Christian, ceduto alla Fiorentima per € 10 milioni, con una plusvalenza
di € 6.850.000; Pinamonti Andrea ceduto all’Inter per € 21.000.000, con una
plusvalenza di € 2.500.000; Gunter Koray ceduto all’ Hellas
Verona per € 2 milioni, con una plusvalenza di € 1.750.000.
I ricavi da cessione temporanea prestazioni
calciatori diminuiscono da € 1.827.500 a € 207.000. I prestiti effettuati
riguardano: Hiljemark Oscar (FC Dynamo Moscow) per €195.000 e Calò Giacomo (Pordenone
Calcio) per € 12.000.
Gli
altri proventi da gestione calciatori riguardano Proventi derivanti da Premi
valorizzazione e rendimento calciatori e si riferiscono a: Romero Cristian (FC
Juventus) per € 3.300.000; Perin Mattia (FC Juventus) per € 1.450.000; Salcedo
Eddie (FC Internazionale) per € 1.000.000; Lovato Matteo (Calcio Padova) per €
500.000 e Schafer Adras (DAC Dunajska Streda) per € 100.000.
I
costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a €
819.381 (€ 2.855.000 nel 2019) e l’importo maggiore riguarda Pinamonti
Andrea (FC Internazionale) per € 500.000 seguito da Sanabria Antonio (Real
Betis) per € 194.118.
Le
minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a €
6.072.223 (€ 3.615.557 nel 2019).
L’importo maggiore riguarda la cessione di Lapadula Gianluca al Benevento
Calcio, che ha provocato una minusvalenza di € 2.650.000, seguita dalla Risoluzione
Contrattuale di Guimaraes Sandro, che ha provocato una minusvalenza di € 1.200.000
e dalla cessione di Gumus Sinan Fenerbahce SK, che ha provocato una
minusvalenza di 1.125.000.
Gli
altri oneri di gestione calciatori pari ad Euro 9.843.792, includono
Euro 7.673.237 per costi per la valorizzazione dei calciatori, l’importo
maggiore riguarda Rizzo Nicholas (FC Internazionale Milano) per € 2.000.000.
Gli ammortamenti calciatori, a causa della scelta della
sospensione effettuata, sono diminuiti di circa 23,84 milioni di Euro.
I costi.
I costi del personale pari a € 62.540.784 (€ 62.451.799
nel 2019), rappresentano l’83,1 del valore
della produzione, ma, se considerassimo il Fatturato Netto tale percentuale
salirebbe al 114,4%. L’incidenza del costo del
personale sui costi della produzione è del 60,56%. Il costo del personale
tesserato ammonta a € 57.000.894 (€ 57.611.764 nel 2019).
Al 31/12/2020, il numero dei dipendenti è di 195, di cui 55
calciatori (171 nel 2019, di cui 44 calciatori).
Per gli ammortamenti il Genoa ha optato per la sospensione
del calcolo prevista dall'art. 60 del Decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020.
Gli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali totali sono
pari a € 4.871.010 (€ 31.546.137 nel 2019). Quelli riguardanti la rosa dei
calciatori, a causa della sospensione, si riducono a € € 2.841.788 (€ 26,7
milioni nel 2019), di cui Euro € 1.987 (€ 1.517.907 nel 2019) per i calciatori
del settore giovanile.
I costi per prestazioni di servizi diminuiscono
del 3,9%, da €
Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del
Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei
calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato
netto, tuttavia nel 2015 sembrava confermarsi una tendenza verso il
riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto. Tale tendenza è venuta
meno dal 2017, anche a causa della riduzione del fatturato netto.
I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 2.061.178 (€ 1.942.764 nel 2019). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 1.265.000 (€ 1.100.833 nel 2019), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il settore giovanile risulta pari a € 189.576 (€ 225.150 nel 2019).
La gestione finanziaria, è negativa per € 4,12 milioni (- € 6
milioni nel 2019) a causa degli interessi passivi verso banche per € 2.878.544 (€
4.087.897 nel 2019) e altri interessi passivi per € 1.374.542 (€ 1.901.154 nel 2019).
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 32.122.069;
nel 2019 era positivo per € 20.093.975, nel 2018 era negativo per € 385.446.
Le imposte sul reddito risultano negative per € 1.312.766 e riguardano:
l’IRAP corrente che è pari a € 349.247 (€ 3.668.878 nel 2019)
e l’ IRAP differita per € 963.519. Nel 2020, come nel 2019, mancano i proventi
da consolidato fiscale.
Le imposte determinano un risultato netto negativo per € 33.434.838
(€ 10.230.834 nel 2019).
Il Pareggio di
bilancio del Financial Fair Play dell’UEFA.
Ai fini del Fair Play Finanziario, il bilancio 2020 dovrà essere valutato insieme al bilancio
Nel calcolo dovrà essere considerato l'impatto finanziario negativo del COVID-19, definito come la
perdita di ricavi dovuta alla differenza tra i ricavi medi rilevati negli
esercizi 2020 e 2021 e i corrispondenti ricavi medi attesi previsti per gli
stessi periodi, che come minimo dovranno essere uguali a quelli del periodo di
monitoraggio chiuso nel 2019, anche considerando eventuali aumenti
contrattuali.
Il risultato prima delle imposte, aggregato relativo agli
esercizi 2018, 2019 e 2020, è negativo per € 12,4 milioni. Occorre dire che
tale risultato è anche comprensivo dello storno dei costi per il Vivaio, il cui
dato aggregato è di circa 11,88 milioni di Euro, mentre il dato aggregato degli
ammortamenti non rilevanti è trascurabile.
Conclusioni.
In estrema sintesi, nell’esercizio 2020 la pandemia
Covid-19, ha contribuito a determinare una perdita di 33,4 milioni, poiché
ricavi si sono dimezzati e costi si sono ridotti in misura meno che
proporzionale.
Nel 2020, il Genoa non ha potuto far leva sulle plusvalenze
ed ha fatto leva sulla sospensione degli ammortamenti, che hanno ridotto i
costi della produzione di 27,4 milioni.
Il ricorso a 50 milioni di rivalutazione ha rafforzato il
patrimonio.
Per far fronte al problema della Liquidità è aumentato il
debito.
Sembra necessaria la realizzazione del piano strategico
finalizzato a recuperare l’equilibrio delle gestione operativa pre-Covid,
soprattutto agendo sulla riduzione dei costi,
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