giovedì 17 marzo 2016

Bilancio dello Stato Italiano: il Preventivo di Competenza 2016.




Luca Marotta                                                                                                       [vedi anche 2019]




Per quanto riguarda il bilancio di previsione 2016 di competenza, le entrate correnti (tributarie ed extra-tributarie), pari a 564,2 miliardi di Euro, non riescono a coprire le spese correnti aumentate degli interessi, pari a 565,87 miliardi di Euro.
Poiché anche le spese in conto capitale superano le entrate da dismissioni e bisogna anche rimborsare i prestiti giunti a scadenza, si verifica la necessità di ricorrere al mercato, aumentando il debito pubblico.
In altre parole, anche per il 2016, ci si indebita ulteriormente per pagare il debito.
Infatti, la quantità relativa al ricorso al mercato supera quella del rimborso dei prestiti. Si rimborsano prestiti per 218,5 miliardi e si contraggono nuovi prestiti per 256,9 miliardi di Euro. Per il 2017 si rimborseranno prestiti per 259,2 miliardi e si contrarranno nuovi prestiti per 283,7 miliardi di Euro. Per il 2018 si rimborseranno prestiti per 236,3 miliardi e si contrarranno nuovi prestiti per 249,98 miliardi di Euro.



Il Saldo Netto da Finanziare.

Il saldo netto da finanziare è dato dalla differenza tra le Entrate e le Spese finali. Per il 2016, in termini di competenza, è evidenziato un saldo netto da finanziare pari a 38,4 miliardi di Euro.
Per il triennio 2016-2018, in termini di competenza, è evidenziato un progressivo miglioramento del saldo netto da finanziare. Infatti, per il 2017 è previsto un saldo netto da finanziare di 24,5 miliardi di Euro e per il 2018 di 13,6 miliardi di Euro.

Il Ricorso al Mercato.

La necessità del ricorso al mercato è determinata dalla differenza tra le Entrate Totali, comprensive delle Regolazioni contabili e le Spese Totali, comprensive delle regolazioni debitorie e dei rimborsi prestiti. Per il 2016, in termini di competenza, è evidenziata la necessità del ricorso al mercato per un importo pari a 256,9 miliardi di Euro.
Per il triennio 2016-2018, in termini di competenza, è evidenziato un aumento nel 2017 e una riduzione nel 2018. Infatti, per il 2017 è previsto il ricorso al mercato per 283,7 miliardi e per il 2018 di 250 miliardi.
Occorre evidenziare, che gli importi da rimborsare nel 2018 ammontano a 236,3 miliardi di Euro e che sono inferiori a quelli del 2017, pari a 259,2 miliardi. Mentre nel 2016 ammontano a 218,5 miliardi di Euro. Per quanto riguarda gli interessi da pagare le variazioni prevedono incrementi del 2% circa ad anno, perché gli interessi da pagare per il 2016 ammontano a 84,1 miliardi, per il 2017 a 85,8 miliardi di Euro (+2%) e per il 2018 a 87,6 miliardi di Euro (+2,1%).
In termini di saldo tra importi di prestiti da accendere e importi di prestiti da rimborsare, la cifra diminuisce dai 38,4 miliardi del 2016, ai 24,5 miliardi del 2017 e ai 13,6 miliardi del 2018. Tali saldi vanno ad incrementare il debito pubblico. Come nel precedente bilancio di previsione, sembrerebbe che l’aumento percentuale del debito pubblico subirà una frenata.

Il Risparmio Pubblico.

Il Risparmio Pubblico è dato dalla differenza tra le entrate tributarie aumentate di quelle Extra Tributarie e diminuite delle spese correnti comprensive degli interessi.
Per il 2016 è previsto un saldo negativo per 1,6 miliardi di Euro. Mentre sia per il 2017, che per il 2018 è previsto un saldo positivo, rispettivamente per 11 miliardi di Euro e 23,3 miliardi di Euro.
Ovviamente sono gli interessi sul debito che penalizzano il risultato del risparmio pubblico. Infatti, se escludessimo gli interessi, si potrebbe registrare un saldo positivo per tutto il triennio, precisamente: circa 82,5 miliardi di Euro per il 2016; circa 96,8 miliardi di Euro per il 2017 e circa 110,9 miliardi di Euro per il 2018.

Bisogna considerare che, se si escludessero le regolazioni contabili e debitorie, il dato del risparmio pubblico 2016 sarebbe positivo per 2,5 miliardi. Infatti il saldo delle Regolazioni contabili e debitorie è negativo per 4,15 miliardi Euro.

L’Avanzo Primario.

L’avanzo primario è dato dalla differenza tra Entrate e Spese al netto degli interessi ed è positivo per circa 45,7 miliardi di Euro. Nel 2017 e 2018 è previsto in crescita, rispettivamente a 61,3 miliardi di Euro e 74 miliardi di Euro.

Il PIL

Molto importante è la previsione del PIL, poiché rappresenta il reddito potenziale da tassare e quello disponibile per i consumi, sui cui grava l’imposizione diretta.
Dai quadri generali riassunti (Supplemento ordinario n. 71/L alla GAZZETTA UFFICIALE) emerge che il PIL ai prezzi di mercato a legislazione è previsto in crescita a 1.733 miliardi di Euro nel 2016, a 1.784,6 miliardi di Euro nel 2017 e a 1.834,7 miliardi di Euro nel 2018.


Le Entrate.

Le entrate finali lorde di competenza 2016, comprensive delle regolazioni contabili, risultano pari a circa 567,4 miliardi di Euro (544 miliardi di Euro, previsione 2015 con le regolazioni contabili). Il maggior importo riguarda le entrate tributarie, pari a circa 489,65 miliardi di Euro (445 miliardi, previsione 2015), che rappresentano circa l’86,3% del totale.



Le Imposte Dirette.

Tra le entrate tributarie spiccano le imposte dirette per 264 miliardi di Euro (253 miliardi nel 2015), pari a circa il 46,7% delle entrate finali lorde di competenza 2016, comprensive delle regolazioni contabili.



Tra le imposte dirette, l’importo di maggior rilievo riguarda l’Irpef, pari a 189,3 miliardi, seguito dall’IRES con 44,2 miliardi di Euro.



L’Irpef incide per circa il 71,5% sulle imposte dirette e per il 33,4% sulle entrate finali lorde. Quindi, un terzo delle entrate dello Stato è rappresentato dall’Irpef, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
L’IRES, l’imposta sul reddito delle società, incide per circa il 16,7% sulle imposte dirette e per il 7,8% sulle entrate finali lorde.
Le ritenute sui dividendi e sui redditi di capitale, complessivamente pari a 12,6 miliardi di Euro (13,3 miliardi nel 2015), incidono sulle entrate finali dello stato per il 2,2% (2,4% nel 2015).

Le Imposte Indirette.

Le imposte indirette pari a circa 224,8 miliardi di Euro (192 miliardi nel 2015), rappresentano il 39,6% (35,3% nel 2015) del totale delle Entrate.
Le imposte indirette sono di quattro tipologie: quelle sugli affari, sulla produzione, sui monopoli e sulle lotterie.



(*) Le previsioni risultano al netto della quota da destinare alla U.E. pari a 2,1 miliardi di euro, che è considerata tra le "poste correttive e compensative".

Le imposte indirette sugli affari, pari a circa 165,1 miliardi di Euro (133 miliardi nel 2015), incidono per il 29,1% (24,4% nel 2015) sul totale delle Entrate. Tali imposte riguardano: l’IVA per 139,14 miliardi di Euro (109,3 miliardi nel 2015), l’imposta di registro, di bollo e sostitutiva per 12,9 miliardi di Euro (12,3 miliardi nel 2015) e altre entrate da affari per 13 miliardi di Euro (11,3 miliardi nel 2015).
Le imposte indirette sulla produzione, pari a circa 35,1 miliardi di Euro (36,3 miliardi nel 2015), incidono per il 6,2% (6,7% nel 2015) sul totale delle Entrate. Tali imposte riguardano: quelle sugli olii minerali, pari a 25,8 miliardi (27,6 miliardi nel 2015) e altre entrate, pari a 9,3 miliardi di Euro (8,7 miliardi nel 2015).
Le imposte indirette sui monopoli, pari a circa 10,89 miliardi, incidono per l’ 1,9% sul totale delle Entrate e riguardano essenzialmente le imposte sui tabacchi.
Le imposte indirette sul Lotto e le lotterie, pari a circa 13,6 miliardi di Euro (11,9 miliardi nel 2015), incidono per il 2,4% (2,2% nel 2015) sul totale delle Entrate.

Le Altre Entrate.

Le Entrate Extratributarie riguardano: Proventi speciali, Contributi sociali, Vendita beni e servizi Redditi da capitale, Poste correttive e compensative, Trasferimenti correnti da Regioni ed enti locali, da Famiglie, da Imprese, altri trasferimenti correnti e altre entrate extratributarie. L’incidenza di tali entrate sulle entrate totali è del 13,1% (12,8% nel 2015).




L’ Alienazione ed ammortamenti di beni patrimoniali e riscossione dei crediti riguarda: il rimborso di anticipazioni e riscossione di crediti, l’Ammortamento di beni e le altre entrate da alienazione. L’incidenza di tali entrate sulle entrate totali è solo dello 0,6% (0,4% nel 2015).

Gli importi delle Entrate 2016 sono esposti al lordo delle Regolazioni contabili, che nel 2015 erano pari a 27.421 milioni ed erano interamente ascrivibili ai rimborsi IVA.

Le Spese.

Le Spese Complessive, comprensive di spese correnti, spese in conto capitale, regolazione debitorie e rimborsi prestiti, ammontano a 824,3 miliardi di Euro (847,3 miliardi nel 2015 con le regolazioni debitorie).
Mentre, le Spese Complessive, al netto delle regolazioni debitorie ammontano a 792 miliardi di Euro (803 miliardi di Euro nel 2015).

Molto interessante è l'analisi delle spese per Ministeri, che spiega come vengano ripartiti gli 824,3 miliardi di spesa totale.



Il Ministero che assorbe più risorse è il MEF con il 69,9%. La maggior parte delle risorse assorbite dal MEF riguarda gli interessi (14,6%) e il rimborso dei prestiti (37,9%). Al secondo posto figura il Ministero per il Lavoro con il 14,3% al terzo posto figura l’Istruzione con il 6,7%. La Difesa assorbe il 2,4% della spesa totale, con una cifra che sfiora quasi 20 miliardi di Euro.
Se si escludesse la spesa per interessi ed il rimborso prestiti, il MEF resterebbe il ministero che assorbe più risorse con il 52,5% ma il divario con il Ministero del Lavoro sarebbe attenuato, perché tale ministero risulterebbe assorbire il 22,6% delle risorse e l’Istruzione salirebbe al 10,5% e la Difesa al 3,8%.

Le Spese Correnti.

Il totale delle Spese Correnti, compresi gli interessi, ammonta a circa 565,87 miliardi di Euro e incide per il 68,6% sul totale delle spese complessive.
Tali spese comprendono i Redditi da lavoro dipendente pari a 88,9 miliardi di Euro (86,7 miliardi nel 2015) e con un’incidenza del 18,5% sulle spese correnti al netto degli interessi.
I Redditi da lavoro dipendente del ministero dell’Istruzione, pari a 40,5 miliardi di Euro, rappresentano il 45,5% di tali spese. I Redditi da lavoro dipendente del ministero della Difesa, pari a 15,7 miliardi di Euro, rappresentano il 17,6% di tali spese.



Altra voce importante allocata tra le spese correnti, riguarda i Trasferimenti correnti alle Amministrazioni Pubbliche pari a 253,9 miliardi di Euro (271 miliardi nel 2015) e con un’incidenza del 30,8%, sul totale generale delle spese complessive; mentre, l’incidenza sul totale delle spese correnti al netto degli interessi è e del 52,7%.



In tale voce sono comprese le Amministrazioni locali, che, nel 2016, è previsto assorbiranno 122,6 miliardi di Euro (133 miliardi nel 2015), con un’incidenza del 14,9% sul totale delle spese, l’incidenza sul totale delle spese correnti al netto degli interessi è e del 25,4%. In particolare, per le Regioni è previsto che assorbano 104,9 miliardi di Euro (118,6 miliardi nel 2015), una cifra pari al 12,7% del totale delle spese complessive, l’incidenza sul totale delle spese correnti al netto degli interessi è e del 21,8%..
Nei trasferimenti correnti alle amministrazioni centrali figura il finanziamento all’Ente Coni che per il 2016 è previsto per 407 milioni di Euro (403 milioni nel 2015). Alla Croce Rossa Italiana saranno trasferiti 4 milioni di Euro.
Sempre nell’ambito dei trasferimenti correnti alle amministrazioni centrali, il trasferimento previsto per il 2016 per gli Organi costituzionali è di 1,9 miliardi di Euro e per la Presidenza del Consiglio è di 1,2 miliardi di Euro.
Gli Enti previdenziali e assistenza sociale assorbiranno nel 2016 l’importo di 121,9 miliardi di Euro (129,1 miliardi nel 2015), pari al 14,8% del totale delle spese complessive, l’incidenza sul totale delle spese correnti al netto degli interessi è e del 25,3%.

I Trasferimenti correnti a imprese, sia società di servizi pubblici che privati, previsti per il 2016 sono pari a 6.526 milioni di Euro, con un’incidenza dello 0,8% sul totale delle spese complessive.



Complessivamente le società di servizi pubblici ricevono meno soldi delle altre imprese. Nello specifico le società di servizi pubblici ricevono 1.950 milioni di Euro, le altre imprese 4.576 milioni di Euro. Tale ultima voce comprende il Sostegno scuole private non statali per 501 milioni di Euro (472 milioni nel 2015) e il finanziamento alle Università non statali per 69 milioni di Euro.

Nei trasferimenti alle famiglie, pari a 11,9 miliardi di Euro, è allocato il “Riconoscimento credito percettori di redditi da lavoro dipendente (bonus 80€)” per 8.743 milioni di Euro (8.780 milioni nel 2015). Sempre in tale voce è prevista la voce “Assistenza stranieri e prima accoglienza profughi” pari a 459 milioni di Euro (251 milioni nel 2015) e il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati per 170 milioni di Euro.
Per la Carta elettronica da assegnare ai cittadini che compiono diciotto anni nel 2016 sono previsti 290 milioni di Euro.



Nei trasferimenti alle Istituzioni Sociali Private sono compresi i contributi alla CEI per 1.063 milioni di Euro (1.123 milioni nel 2015); i Contributi partiti politici per 14 milioni di Euro (28 milioni nel 2015); i contributi agli Istituti di patronato assistenza sociale per 315 milioni di Euro (291 milioni nel 2015); i contributi alle Altre confessioni religiose per 25 milioni di Euro.



Gli Interessi passivi pari 84,157 miliardi (87,4 miliardi nel 2015) incidono per il 10,2% sul totale delle spese complessive.

Le spese in conto capitale.

Il totale delle spese in conto capitale, previste per il 2016 ammonta a 39,9 miliardi (38,2 miliardi nel 2015), che rappresentano il 4,8% delle spese complessive.
Gli Investimenti fissi lordi, previsti per il 2016, ammontano a 3.849 milioni di Euro (3.986 milioni nel 2015), pari allo 0,5% delle spese complessive. Gli investimenti fissi lordi per la difesa ammontano a 2,2 miliardi di Euro.

I Contributi agli investimenti ad Amministrazioni Pubbliche, previsti per il 2016, ammontano a 16.873 milioni di Euro (18.983 milioni nel 2015), pari al 2% delle spese complessive.
I Contributi agli investimenti ad imprese, previsti per il 2016, ammontano a 7.431 milioni di Euro (9.007 milioni nel 2015), pari allo 0,9% delle spese complessive.

I Rimborsi delle Passività Finanziarie.

Il rimborso delle passività finanziarie previsto per il 2016, ammonta a 218,5 miliardi di Euro (232,6 miliardi nel 2015) e incide per il 26,5% sulle spese complessive.



I titoli del debito pubblico da rimborsare, pari a 217,4 miliardi di Euro, risultano in diminuzione rispetto al dato 2015, che era pari a 231,5 miliardi di Euro.

Analisi delle spese per missioni e programmi

L’analisi delle spese per missioni mostra come le risorse destinate alla “missione” “debito pubblico”, pari a 301,3 miliardi, incidano per il 36,6% sul totale della spesa. Tale “missione comprende : Oneri per il servizio del debito statale per 83.8 miliardi e Rimborsi del debito statale per 217.5 miliardi di Euro.
La riclassificazione della spesa per missioni in ordine decrescente di importo, mostra come l’istruzione scolastica occupi il quinto posto e le risorse destinate alla ricerca e innovazione ammontino a circa 2,7 miliardi di Euro, hanno un’incidenza dello 0,3% sul totale delle spese complessive. Le risorse destinate all’Istruzione universitaria e formazione post-universitaria ammontano a 7,8 miliardi di Euro e incidono per l’1% sul totale delle spese complessive. All’undicesimo posto si trova la missione “ordine pubblico e sicurezza” con 10,5 miliardi ed un’incidenza dell’1,3% sul totale della spesa.



La missione “Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo” assorbe solo 219 milioni di Euro.

Conclusioni.


Sembra confermata l’ipotesi che il fardello del debito pubblico italiano costituisca un peso rilevante sul bilancio dello Stato Italiano, assorbendo notevoli risorse per il suo pagamento. Non a caso la “missione” Debito Pubblico è la più rilevante. La necessità di indebitarsi per pagare i debiti ha rinchiuso i conti pubblici Italiani in un circolo “vizioso”. Per il 2017 e 2018 è previsto un aumento del risparmio pubblico, tuttavia gli interessi da pagare aumentano e il rimborso dei prestiti è previsto in riduzione solo nel 2018. Molto importante per la redazione del bilancio è la previsione del PIL, che è previsto in crescita.

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