Luca Marotta
Il bilancio 2017 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha
evidenziato una perdita di circa 11,7 milioni di Euro, nonostante che in bilancio
figurino plusvalenze per ben 30,4 milioni di Euro (€ 31,9 milioni nel 2016). Al
31 dicembre 2017, il Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2447
del Codice Civile”, ossia: riduzione
del capitale sociale al di sotto del limite legale, con un patrimonio
netto negativo per Euro 10,85 milioni. Il totale della voce debiti è diminuita dell’8,1%,
da € 188.601.644 a
€ 173.302.997. Molto importante rimane l’entità dei debiti tributari pari a 62,77
milioni di Euro (€ 61,9 milioni nel 2016), che finanzia circa il 36%
dell’attivo.
L’esercizio 2016 si era chiuso con una perdita di €
4.069.462; l’esercizio 2015 si era chiuso con una perdita di 10,5 milioni; l’esercizio
2014 si era chiuso con una perdita rilevante di 26 milioni di Euro; mentre
l’esercizio 2013 si era chiuso con un sostanziale pareggio, mostrando un utile
di € 381.602 e l’esercizio 2012 evidenziava una perdita di € 14.846.953.
Occorre ricordare che il pareggio di bilancio conseguito nel 2013 fu frutto di
eventi straordinari di gestione, come il conferimento del ramo d’azienda avente
ad oggetto le attività commerciali legate allo sfruttamento del “Brand Genoa”
nella società “Genoa Image Srl”, controllata al 100%.
Le cause che hanno determinato la perdita del bilancio 2017 sono
da ricercarsi nell’aumento dei costi per servizi, degli ammortamenti e del
costo del personale.
Anche nel 2017, le plusvalenze sono state determinanti per
adottare il principio di continuità aziendale.
Il bilancio 2017, riguarda il secondo semestre della
stagione sportiva 2016/17 conclusasi al sedicesimo posto, e il primo semestre
della stagione sportiva 2017/18, che si sta concludendo con il traguardo della
permanenza in Serie A.
La continuità
aziendale.
Come negli anni precedenti, con parole molto semplici, da
quello che emerge sembrerebbe che la continuità aziendale del Genoa CFC, sia
dipesa principalmente dalle plusvalenze. Infatti sembra che la situazione
prevista dall’articolo 2447 del codice civile sia stata superata con le
plusvalenze del mercato trasferimenti invernale, che ha comportato il realizzo
di plusvalenze per circa 20 milioni di Euro e il conseguente superamento della
situazione del 2447 del Codice Civile. Infatti, gli Amministratori hanno
redatto una situazione economico-patrimoniale al 28 febbraio 2018, che attesta
il pieno ripristino dell’integrità patrimoniale e la possibilità di redigere il
bilancio adottando il presupposto della continuità aziendale.
Nella sessione
invernale di gennaio 2018 sono state realizzate le plusvalenze relative alla
cessione di Pellegri all’AS Monaco e Ricardo Centurion ceduto al Racing Club.
Infatti, la Relazione della Società di Revisione “Audirevi Srl”
contiene dei richiami di informativa.
Nel Richiamo di Informativa è evidenziato che il bilancio 2017
chiude con una perdita di Euro 11,7 milioni ed un patrimonio netto negativo per
10,8 milioni di Euro. Il patrimonio netto negativo, nonostante la rinuncia dei
crediti per finanziamenti per Euro 775 mila da parte della controllante
Fingiochi S.r.l., ricade nella fattispecie prevista dall’articolo 2447 del
Codice Civile. I revisori a richiamato quanto scritto dagli Amministratori
riguardante la circostanza che le plusvalenze realizzate nella sessione
invernale del calciomercato hanno permesso il superamento della fattispecie
prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile. Per tale motivo gli
Amministratori hanno adottato il presupposto della continuità aziendale, nella
redazione del bilancio 2017.
Nel richiamo di informativa è stato fatto riferimento al
fatto che nel bilancio 2017 sono stati contabilizzati proventi da consolidato
fiscale per Euro 2,1 milioni. Alla data del 31 dicembre 2017, il credito verso
la società controllante da consolidato fiscale, ammonta ad Euro 29 milioni.
Tale credito è sottoposto a delle condizioni subordinate all’utilizzo e alla
cessazione del regime.
Gli Amministratori hanno evidenziato che la strategia
aziendale nel 2018 sarà orientata alla razionalizzazione dei costi di
struttura, al consolidamento della riorganizzazione tecnica degli organici e
sperano di ridurre il costo del lavoro e degli ammortamenti allineandoli a
quelli del 2016. In tal modo si potrebbero produrre flussi di cassa sufficienti
ad evitare il ricorso al sostegno dell’Azionista di riferimento.
La Struttura
Patrimoniale.
Il totale dell’Attivo è diminuito del 9,2% da € 192,1 milioni
a € 174,4 milioni. Il valore della partecipazione in imprese controllate rappresenta
il 12,9% dell’attivo e ammonta a € 22.473.000. Tale importo riguarda la
partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il
bilancio al 31.12.2017 con una perdita di Euro 2.006.211 (-€ 1.418.589
nel 2016 e -€ 2.064.060 nel 2015), con un patrimonio netto di Euro 14.410.065
(€ 16.516.276 nel 2016).
Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante
per € 29.029.873 (€ 26.922.213 nel 2016) e verso controllate per Euro 8.922.832
(€ 7.525.323 nel 2016).
L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività
determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di
1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è negativo perché è pari a -0,05857
(+0,00038 nel 2016), a causa del patrimonio netto negativo.
In pratica l’erosione totale del capitale proprio determina
una situazione in cui capitale di terzi a debito finanzia tutto l’attivo.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina
l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di
solvibilità totale è pari a 0,94 (1,00038 nel 2016)), ciò vuol dire che il
valore dei beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, non è
sufficiente a pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti
determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se
l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione,
l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,8926,
ciò vuol dire che l’attivo a breve non è in grado di pagare i debiti a breve.
L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale
indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di
breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni
finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice
di solvibilità corrente.
Detto
indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità
liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari
per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con
scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed
infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,98 (0,82 nel 2016), superiore alla soglia minima del 2017/18 stabilita
dalla FIGC per la serie A che è di 0,6 (Per la stagione sportiva 2016/17 la
soglia minima era di 0,5).
In
caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità nella misura minima, la
carenza finanziaria dovrà essere ripianata. Occorre evidenziare che il bilancio
2017 dovrebbe essere oggetto di valutazione, da parte della FIGC, per la
stagione sportiva 2018/2019.
L’ Indicatore di
Indebitamento della FIGC.
L’Indicatore
di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di
Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli
ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento
rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella
economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la
sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2017 ammontano a € 173.302.997 ed il Valore della
Produzione al 31.12.2017 è pari ad € 93.147.490, mentre il valore della
produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 95.012.875.
Pertanto
il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre
esercizi è pari a 1,82 (2,09 nel 2016),
superiore alla soglia massima
stabilita dalla FIGC per la stagione sportiva del 2017/18 per la Serie A che è
di 1,5. Tale soglia per la stagione sportiva 2016/17 era pari a 1,75.
Occorre
evidenziare che il bilancio 2017 dovrebbe essere oggetto di valutazione, da
parte della FIGC, per la stagione sportiva 2018/2019.
L’ Indicatore di
Costo del Lavoro Allargato della FIGC.
L’
Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra
il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso
economico del costo del lavoro.
Il
Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli
ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati
ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e
delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i
Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i
Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori
al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore
risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono
dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso del Genoa il
valore è di 0,78 (0,75 nel 2016), se si considerasse tutto il costo del
personale. Tale valore sarebbe entro
il limite richiesto dalla FIGC per la Serie A per le stagioni sportive 2015/16-2016/17-2017/18,
che è rispettivamente di 0,9; 0,85 e 0,8.
Occorre
evidenziare che il bilancio 2017 dovrebbe essere oggetto di valutazione, da
parte della FIGC, per la stagione sportiva 2018/2019.
Grado Copertura
Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura degli investimenti in
Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e
diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è negativo, di conseguenza i
diritti pluriennali di calciatori risultano finanziati dal capitale di terzi.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è negativo per € 10.852.234 e si trova
nella situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile, ossia riduzione
del capitale di oltre un terzo a seguito di perdite.
Nel 2016 era positivo per Euro 73.011; nel 2015 era negativo
per Euro 8,83 milioni e nel 2014 era negativo per Euro 6,3 milioni.
La variazione negativa di 10.925.246 è stata determinata
dalla perdita di esercizio di € 11.700.246 e dall’apporto nella riserva
versamento in c/futuro aumento di capitale di € 775.000.
L’importo di € 775.000 deriva dalla rinuncia dei crediti per
finanziamenti da parte del socio Enrico Preziosi.
L’indebitamento
finanziario.
I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante
per consolidato fiscale, diminuiscono da € 67,19 milioni a € 66,9 milioni e finanziano
il totale dell’attivo, per il 38,4% (35% nel 2016).
I debiti verso le banche
diminuiscono da € 13,1 milioni a € 11,35 milioni. Le banche con cui lavora il
Genoa sono Unicredit e Banca Carige. I debiti bancari a medio-lungo termine
pari a € 8,93 milioni (€ 8,23 milioni nel 2016) riguardano dei mutui accessi nel
2011 con Banca Carige.
I debiti verso
altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 55,6 milioni (€ 54,1
milioni nel 2016) e registrano un incremento del 2,94% e finanziano il 31,9%
dell’attivo. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Carige,
Emilia Romagna Factoring, Banca IFIS e Banca Sistema.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 66,9 milioni (€
67 milioni nel 2016), considerando le disponibilità liquide pari a circa € 37
mila, risulta in diminuzione rispetto al 2016 di circa € 129 mila.
L’EBITDA è positivo per € 13.809.503 (+€ 17.574.837 nel 2016)
e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 4,85 (3,81 nel
2016). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2.
Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 49,7
milioni (€ 65,1 milioni nel 2016), mentre i debiti verso Enti-settore
specifico, pari a € 27,5 milioni (€ 43,2 milioni nel 2016), finanziano il 15,8%
dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo positivo di € 22,2 milioni,
che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario
si ridurrebbe a € 44,75 milioni, cifra al di sotto del fatturato netto.
I debiti verso
l’Erario e gli altri debiti.
I debiti verso l’Erario aumentano da € 61.986.816 a € 62.774.851,
di cui € 21.959.139 a
breve termine. Tali debiti rappresentano il 36% delle fonti di finanziamento
dell’attivo.
Il 68% dei debiti tributari riguarda quelli rateizzati:
Il debito residuo rateizzato al 31/12/2017 ammonta a
€ 42.695.384 (€ 43.175.192 nel 2016). Gli importi rateizzati maggiori
riguardano l’IVA. Complessivamente per l’IVA rateizzata residua un debito quota
capitale di € 28.877.459.
Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le ritenute Irpef per
retribuzioni tesserati ammontano a € 4.564.684 (€
4.123.387nel 2016), quelle relative ai premi sono pari a € 1.126.564 (€
1.652.057 nel 2016). Risultano debiti per IVA 2017 pari a € 12.584.164 (€
11.248.775 nel 2016) e debiti per IRAP 2017 pari a € 1.804.055 (€ 1.787.405 nel
2016).
Al 31.12.2017 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 93.666
(€ 129.896 nel 2016).
I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 1.408.384
(€ 1.927.762 nel 2016), di cui € 702.864 riguardano il debito INPS.
La voce “debiti diversi” diminuisce da € 8.589.447 a € 8.359.333.
In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.
Il Valore della Rosa.
Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle
prestazioni dei calciatori per € 25.654.138 (€ 31.171.908 nel 2016), diritti sportivi
dei calciatori delle giovanili per € 3.667.377 (€ 6.771.031 nel 2016).
Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore
contabile netto della rosa si sia sgonfiato, pur rimanendo sostanzialmente
costante il costo del personale.
Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei
costi del vivaio, allocato tra le immobilizzazioni immateriali per 7,5 milioni
di Euro, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore
giovanile.
La Gestione
economica.
Il valore della produzione aumenta da € 91,3 milioni a € 93,14
milioni, con un variazione positiva del 2%.
I costi della produzione sono pari a € 99,9 milioni (€ 91,19
milioni nel 2016) e sono aumentati del 9,5%, in misura più che proporzionale rispetto
all’aumento del valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è negativa
per € 6.762.039, nel 2016 era positiva per € 79.608.
I Ricavi.
Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i
proventi televisivi. Nel 2017 i proventi televisivi risultano aumentati da € 33,76
milioni a € 36,69 milioni, con un’incidenza del 74% sul fatturato netto e del 39,4%
sul valore della produzione (37% nel 2016).
La rappresentazione grafica seguente, riguardante
l’evoluzione del fatturato netto per componenti, mostra chiaramente la
“teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei
diritti televisivi.
I ricavi da gare sono aumentati del 7,2%, da € 4,34 milioni
a € 4,65 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 5%
e sul fatturato netto per il 9,4%. L’incremento è dovuto ai ricavi da gare di
campionato, che sono aumentati di € 246.995, da € 1.513.527 a € 1.760.822,
mentre i ricavi da abbonamenti sono aumentati di poco, da € 2.715.221 a € 2.794.240.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 1.513.630 (€
2.183.257 nel 2016) e risultano in diminuzione del 30,7%. Lo Sponsor Ufficiale è
mancato e non figura tra i ricavi 2017 (€ 599.180 nel 2016), lo Sponsor Tecnico contribuisce con € 1.349.041 (€
1.351.987 nel 2016) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 164.588 (€
232.090 nel 2016).
I ricavi televisivi aumentano di € 2.929.813, da € 33.763.921 a €
36.693.734.
I ricavi e proventi diversi risultano pari ad Euro 2.265.712
(€ 6.748.043 nel 2016) e comprendono ricavi diversi per € 1.369.728 fatturati
alla società controllata Genoa Image srl, per l’utilizzo del marchio.
L’importo evidenziato nel valore della produzione che riguarda
l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio,
ammonta a € 3.549.701 (€ 2.954.102 nel 2016).
Il “Player trading”.
Il bilancio del Genoa tradizionalmente evidenzia anche una
dipendenza da player trading notevole, dovuta all’importo elevato delle
plusvalenze realizzate, a causa della continua movimentazione nella rosa
calciatori, con acquisti, cessioni.
Non a caso nella descrizione dell’attività gli
Amministratori hanno esplicitato che Il Genoa Cricket and Football Club SpA
svolge attività di formazione e valorizzazione di calciatori con la finalità di
generare valore attraverso la cessione dei relativi diritti pluriennali alle
prestazioni sportive.
Nel 2017, le plusvalenze, pari a € 30,4 milioni, sono riuscite
a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 16,4
milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 2,9 milioni, gli
altri oneri di gestione calciatori sono risultati pari a € 3,5 milioni e l’acquisto
temporaneo di calciatori è risultato pari a € 2,9 milioni (€ 2,1 milioni nel 2016).
Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 16,83
milioni. Nel 2016 era positivo per € 15,76 milioni. Nel 2015 era positivo per €
3,6 milioni. Nella sostanza, anche nell’esercizio 2017, le plusvalenze
realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli
ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione
diritti pluriennali per € 30,4 milioni (€ 31,9 milioni nel 2016; € 30,9 milioni
nel 2015), che rappresentano il 32,7% del valore della produzione. Negli ultimi
tre esercizi la media delle plusvalenze realizzate è superiore ai 30 milioni di
Euro; negli ultimi 5 anni è superiore ai 28 milioni di Euro.
Le maggiori plusvalenze
realizzate hanno riguardato: Simeone
Baldini ceduto alla Fiorentina per € 16 milioni, con una plusvalenza di
€ 11.607.407; Pavoletti,
ceduto al Napoli per € 13 milioni, con una plusvalenza di € 10.375.000; Rincon ceduto alla Juventus per
€ 8.000.000, con una plusvalenza di € 7.846.872.
I ricavi da cessione temporanea prestazioni
calciatori diminuiscono da € 2,87 milioni a € 1,44 milioni. L’importo maggiore
riguarda Renzetti Francesco (AC Cesena), per € 750.000. Il prestito di Ocampos
Lucas al Milan, nel 2017,
ha fruttato 500.000 Euro.
I costi da acquisizione temporanea prestazioni
calciatori ammontano a € 418.250 (€ 2.107.000 nel 2016) e l’importo maggiore
riguarda Lapadula (AC Milan) per € 250.000, seguito da Biraschi (Avellino) per
€ 150.000.
Le minusvalenze derivanti da cessione diritti
pluriennali sono state pari a € 2.913.075 (€ 2.224.3107 nel 2016). L’importo
maggiore riguarda la cessione gratuita di Tachtsidis al Torino, che ha
provocato una minusvalenza di € 1.800.000.
Gli altri oneri di gestione calciatori pari ad Euro 3.455.524,
includono Euro 2.089.864 per costi per la valorizzazione dei calciatori.
I costi.
I costi del personale pari a € 51.855.822 (€ 49.397.874 nel 2016),
rappresentano il 55,7 % del valore della produzione, ma, se considerassimo il
Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 104,6%. L’incidenza del costo del
personale sui costi della produzione è del 51,9%. Il costo del personale
tesserato ammonta a € 46.932.445 (€ 44.606.043 nel 2016).
Gli ammortamenti totali sono pari a € 20,56 milioni (€ 17,4
milioni nel 2016). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 16,4
milioni (€ 13,13 milioni nel 2016), di cui Euro 3.305.154 (€ 2.402.864 nel
2016) per i calciatori del settore giovanile.
Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del
personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 73,3%.
I costi per prestazioni di servizi aumentano del 63,1%, da €
7.031.783 a
€ 11.470.355. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici pari a €
4.942.668 (€ 2.216.867 nel 2016), riguardanti le consulenze tecnico sportive
per l’acquisto di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori. Le
spese amministrative, pubblicitarie e generali aumenta di € 762.645, da € 2.586.445 a €
3.349.100.
Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del
Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei
calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato
netto, tuttavia nel 2015 sembrava confermarsi una tendenza verso il
riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto. Tale tendenza è venuta
meno dal 2016, anche a causa della riduzione del fatturato netto.
I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.940.238
(€ 1.226.946 nel 2016). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 1.169.333
(€ 517.667 nel 2016), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il
settore giovanile risulta pari a € 177.400 (€ 132.409 nel 2016).
La gestione finanziaria, è negativa per € 4,24 milioni (- € 3,4
milioni nel 2016) a causa degli interessi passivi verso banche per € 2.79
milioni (€ 2,64 milioni nel 2016) e altri interessi passivi per € 1.463.222 (€ 834.970
nel 2016).
Il risultato prima delle imposte è negativo per € 12.003.852;
nel 2016 era negativo per € 3.401.360 di Euro, nel 2015 per € 10,1 milioni.
L’IRAP corrente per € 1.804.055 e i proventi da consolidato
fiscale per € 2.107.660, determinano un risultato netto negativo per € 11.700.246.
Il Pareggio di
bilancio della FIGC e del Financial Fair Play dell’UEFA.
Per ottenere la Licenza Nazionale per la stagione sportiva 2018/2019
sarà preso in considerazione il raggiungimento del pareggio di bilancio,
considerando i ricavi e costi “rilevanti” a partire dal bilancio d’esercizio al
30 giugno 2016, ovvero dal bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016, se l’esercizio
sociale coincide con l’anno solare. In sede di prima applicazione (2018/2019)
il periodo di rilevazione comprenderà gli esercizi chiusi nel 2017 e nel 2016. Nel caso in cui l’esercizio 2016 presenti un
deficit, sarà considerato nella misura ridotta del 50%. Quindi nel caso del
Genoa saranno considerati il bilancio 2016 e quello del 2017.
La deviazione tollerata è determinata in funzione del 25%
della media del valore della produzione degli esercizi oggetto di rilevazione.
Il Genoa pur evidenziando un risultato aggregato negativo,
dovrebbe riuscire a rispettare la soglia, considerando per il 2016 la metà del
risultato negativo.
In ogni caso, il requisito di pareggio di bilancio della FIGC
non è rispettato se la Società che richiede la Licenza Nazionale mostra un
deficit di bilancio superiore alla soglia di tolleranza e non copra integralmente tale deficit con l’apporto
di mezzi propri.
L’elasticità del regolamento della FIGC permette di prendere
in considerazione anche il surplus (se presente) risultante dalla somma dei due
risultati di bilancio antecedenti al periodi di riferimento.
Per quanto riguarda il Financial Fair Play dell’UEFA, l’aggregato
dei risultati prima delle imposte 2015-2017 è negativo per 25,5 milioni di
Euro. Tale risultato migliora di molto escludendo i costi “virtuosi” del settore
giovanile. La soglia di tolleranza per la stagione sportiva 2018/19 è di 30
milioni di Euro.
Conclusioni.
In sintesi, il bilancio 2017 mostra una perdita di 11,7
milioni, superiore a quella del 2016 che era di 4,1 milioni di Euro e a quella
del 2015 che era di 10,5 milioni di Euro.
Le plusvalenze realizzate nella sessione di calciomercato
invernale di gennaio 2018, tra cui quella di Pellegri, sono risultate
importanti per adottare il principio di continuità aziendale.
Per l’esercizio 2018, gli Amministratori punteranno sulla
riduzione dei costi del lavoro e degli ammortamenti.
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