Luca Marotta
Di seguito si cercherà di esporre alcuni dati economici,
patrimoniali e finanziari di un campione di banche e gruppi bancari italiani,
riferiti all’esercizio 2015, per cercare di capire in maniera molto semplice la relativa
situazione.
Il campione considerato non è certo esaustivo, ma considera
i gruppi bancari italiani principali.
L’Attivo
L’attivo comprende i mezzi che una banca ha a disposizione
per svolgere la propria attività.
In base ai dati del bilancio consolidato del 2015, il Gruppo
Unicredit è il gruppo bancario che ha il maggiore attivo, con 860 miliardi di
Euro, seguito da Intesa San Paolo, con 676 miliardi di Euro.
Le voci che compongono l'Attivo sono: Cassa e disponibilità
liquide; Attività finanziarie detenute per la negoziazione; Attività
finanziarie valutate al fair value; Attività finanziarie disponibili per la
vendita; Attività finanziarie detenute sino alla scadenza; Crediti verso
banche;Crediti verso clientela; Derivati di copertura; Adeguamento di valore
delle attività finanziarie oggetto di copertura generica; Partecipazioni;
Riserve tecniche a carico dei riassicuratori; Attività materiali; Attività
immateriali; Attività fiscali;Attività non correnti e gruppi di attività in via
di dismissione; Altre attività.
Da notare che la voce con la maggiore incidenza percentuale sull’attivo, del campione preso in esame è crediti verso la clientela con il 57,4%, seguita da Attività finanziarie disponibili per la vendita con il 15,5% e da Attività finanziarie detenute per la negoziazione con il 7,6%; mentre i crediti verso le banche incidono solo per il 6%.
Per quanto riguarda il campione in esame il Gruppo Unicredit evidenzia il maggior importo per crediti verso clientela pari a 473,99 miliardi di Euro, seguito da Intesa San Paolo con 350 miliardi di Euro e Gruppo MPS con 111,4 miliardi di Euro.
Nella voce crediti verso la clientela sono allocati i
crediti deteriorati oggetto di svalutazione.
Il gruppo bancario che detiene maggiori disponibilità liquide è Unicredit con 10,3 miliardi di Euro.
Il Patrimonio Netto
Il Patrimonio Netto rappresenta i mezzi propri che hanno
finanziato l’attivo.
Il Patrimonio Netto comprende: Riserve tecniche; Riserve da
valutazione; Azioni rimborsabili; Strumenti di capitale; Riserve; Sovrapprezzi
di emissione; Capitale; Azioni proprie; Patrimonio di pertinenza di terzi e
Risultato di periodo.
Il campione preso in esame mostra che in media il Patrimonio
netto finanzia solo l’11,3% dell’attivo.
Intesa San Paolo possiede il maggior importo di Patrimonio
Netto, pari a 133 miliardi di Euro, che finanzia il 19,7% dell’Attivo.
Il Gruppo Mediolanum possiede il rapporto più elevato tra
Patrimonio Netto e attivo, pari al 37,3%.
Le Passività
Le passività considerate per il campione in esame, includono
le seguenti voci: Debiti verso banche; Debiti verso clientela; Titoli in
circolazione; Passività finanziarie di negoziazione; Passività finanziarie
valutate al fair value; Derivati di copertura; Adeguamento di valore delle
passività finanziarie oggetto di copertura generica; Passività fiscali;
Passività associate ad attività in via di dismissione; Altre passività; Trattamento
di fine rapporto del personale e Fondi per rischi e oneri.
Per il campione preso in esame, il maggior importo di
Passività è di Unicredit con 806,9 miliardi di Euro, seguito da Intesa San
Paolo con 543,2 miliardi di Euro; mentre, il minore è quello di Banca Finnat
con 1,1 miliardi di Euro.
L’INDICE
DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il
rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità
totale. Una società è solvibile quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più la società è solvibile.
Nel
caso del campione in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,13,
ciò vuol dire che le banche possiedono dei beni il cui valore è sufficiente
a pagare i debiti.
Ovviamente,
tutto dipende dal valore attribuito ai beni dell’attivo. Ad esempio nel caso in
cui fosse richiesto dalle Autorità un’ulteriore svalutazione dei crediti
deteriorati alcune banche sarebbero costrette a ricorrere ad aumenti di
capitale, come sembra delinearsi per il Monte dei Paschi.
Per quanto riguarda il campione in esame, il miglior indice
di solvibilità appartiene al Gruppo Mediolanum con 1,59, seguito da Nuova Banca
Etruria e del Lazio con 1,35 e Intesa San Paolo con 1,25.
L’indice di solvibilità più basso è del Gruppo MPS con 1,06.
Il Conto Economico,
Il risultato di esercizio è determinato dalla somma
algebrica del Risultato della operatività corrente al netto delle imposte, dal
risultato dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte.
Il campione preso in
esame mostra complessivamente un risultato di esercizio positivo per 4,7
miliardi, ovviamente determinato in gran parte dal risultato dell’operatività
corrente.
Intesa San Paolo con 2,8 miliardi di Euro mostra il
risultato di esercizio positivo maggiore, seguita da Unicredit con 2 miliardi
di Euro.
La perdita di esercizio maggiore riguarda la Banca Popolare
di Vicenza con 1,4 miliardi di Euro, seguita da Veneto Banca con 907 milioni di
Euro.
La differenza tra il Risultato della operatività corrente al
netto delle imposte e il risultato dell’esercizio dipende principalmente da
Unicredit che ha evidenziato un risultato
dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte negativo
per 295 milioni di Euro.
Il Risultato netto
della gestione finanziaria e assicurativa dipende dalla considerazione del
Risultato netto della gestione finanziaria e della gestione assicurativa, che
svolgono alcune banche. Il consolidato di Banca Intesa San Paolo mostra i
maggiori importi per la gestione assicurativa, che nel complesso del campione
esaminato risulta negativa.
Per il campione preso in esame, il miglior Risultato netto
della gestione finanziaria e assicurativa è di Unicredit con 17,18 miliardi di
Euro, il peggiore è quello di Banca Popolare di Vicenza con un risultato
negativo di 2,8 miliardi di Euro.
Il Risultato netto
della gestione finanziaria è dato dalla somma algebrica del Margine di
Intermediazione e le Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) altre operazioni finanziarie
Ad esempio nelle Rettifiche/Riprese di valore nette per
deterioramento di crediti confluiscono gli utili o le perdite su crediti quando
l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore o una ripresa
successiva ad una riduzione. In pratica l’importo svalutato nell’esercizio dei
crediti deteriorati.
Per il campione preso in esame, il miglior Risultato netto
della gestione finanziaria è di Unicredit con 17,18 miliardi di Euro, seguito
da Intesa San Paolo con 16,2 miliardi di Euro; mentre, il peggiore è quello di Banca Popolare di
Vicenza con un risultato negativo di 2,8 miliardi di Euro.
Per quanto riguarda le Rettifiche/Riprese di valore nette
per deterioramento ammontano complessivamente a 16,8 miliardi di Euro.
L’importo maggiore è di Unicredit con 4,1 miliardi di Euro, seguito da Intesa
San Paolo con 2,8 miliardi di Euro.
Il Margine di
intermediazione comprende il margine di interesse, le Commissioni nette, i
Dividendi e proventi simili; il Risultato netto dell'attività di negoziazione;
il Risultato netto dell'attività di copertura; Utili (perdite) da cessione o
riacquisto di: a) crediti; b) attività finanziarie disponibili per la vendita;
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza; d) passività finanziarie;
il Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair
value.
L’importo maggiore riguarda
Unicredit con 21,2 miliardi di
Euro, seguito da Intesa San Paolo con 19 miliardi di Euro.
Il Margine di
interesse è dato dalla differenza tra Interessi attivi e proventi
assimilati e Interessi passivi e oneri assimilati
In media, il margine
di interesse incide per il 50,1% sul margine di intermediazione.
L’importo maggiore riguarda
Unicredit con 11,6 miliardi di
Euro, seguito da Intesa San Paolo con 9,2 miliardi di Euro.
L’incidenza maggiore del margine di interesse sul margine di
intermediazione appartiene a Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. con
67,9%, seguita dal Gruppo Mediobanca con 64,3%. Quella minore è del Gruppo
Mediolanum col 20,3%.
I costi operativi, per il campione preso in esame ammontano
a circa 43 miliardi di Euro.
Le voci principali di costo riguardano il costo del
personale con 24,2 miliardi di Euro e le altre spese amministrative con 18,5
miliardi di Euro.
Le spese per il personale complessivamente incidono sul
margine di intermediazione per il 35%; mentre le altre spese amministrative complessivamente
incidono sul margine di intermediazione per il 28,3%.
Per quanto riguarda le spese per il personale il Gruppo Unicredit
presenta l’importo più elevato con 8,66 miliardi di Euro ed un’incidenza sul
margine di intermediazione del 40,6%. Il secondo importo più elevato è di
intesa San Paolo con 5,4 miliardi di Euro ed un’incidenza sul margine di
intermediazione del 28,3%.
L’incidenza maggiore del costo del personale sul margine di
intermediazione è di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. con il 69,8%,
seguita dal Gruppo Credem con il 59,5%.
Per quanto riguarda le altre spese amministrative il Gruppo
Unicredit presenta l’importo più elevato con 6 miliardi di Euro ed un’incidenza
sul margine di intermediazione del 28,5%.
La Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. presenta un
importo di altre spese amministrative pari a 23 milioni di Euro, che supera abbondantemente il margine di
intermediazione pari a 14,4 milioni di Euro.
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