Luca Marotta
I conti dei club della Premier League relativi alla stagione
sportiva 2015-16, mostrano, nel complesso, uno stato di salute buono, sotto il
profilo del fatturato e della solidità patrimoniale. La redditività soffre per
i risultati negativi di Chelsea e Aston Villa, a causa della contabilizzazione
di alcune operazioni straordinarie.
Il fatturato netto 2015/16 rispetto al 2014/15 risulta in
aumento dell’8,7%, aumentando di £ 291 milioni (circa 337 milioni di Euro ad un
cambio 1£ = 1,1594 €)
Dai dati esposti emergerebbe, senza dubbio, l’importanza dei
diritti televisivi come fonte principale di ricavo per il fatturato netto, ma
la sua “importanza” non si trasforma in “dipendenza” poiché la somma dei totali
delle altre fonti di ricavo è di poco al di sotto di quella dei diritti TV.
Invece, per la Serie A italiana 2015/16 il risultato
aggregato prima delle tasse di tutti i club risulta di molto negativo e la voce
ricavi TV supera nettamente la somma dei totali delle altre fonti di ricavo,
con un’incidenza maggiore sul fatturato netto, che si avvicina al 59%, e
risulta necessario ricorrere alle plusvalenze per far quadrare i conti.
Si può affermare che i ricavi della Premier League 2015/2016,
oltre ad essere nettamente superiori a quelli della Serie A italiana 2015/2016,
sono indubbiamente meglio “equi-distribuiti”.
Il Fatturato Netto.
Il fatturato netto 2015/16 della Premier League è di £ 3,6 miliardi (£ 3,3 miliardi nel 2014/115), pari a circa 4,2 miliardi di Euro.
A differenza del 2014/15, i primi sei club per fatturato non
hanno occupato i primi sei posti della classifica della stagione sportiva 2015/16.
Infatti il Leicester, che è arrivato primo in Premier League, evidenzia
l’ottavo fatturato con £ 128,7 milioni e il Southampton, che è arrivato sesto
in campionato, mostra il decimo fatturato con £ 124,3 milioni.
Il Club col maggior fatturato netto, come nel 2014/15, è
stato il Manchester United con £ 515,3 milioni (£ 395,2 milioni nel 2014/15),
che si è classificato al quinto posto in campionato 2015/16 (4° nel 2014/15).
Il Manchester City con il secondo fatturato pari a £ 391,8 milioni si è
piazzato al quarto posto. L’Arsenal con £ 347,4 milioni ha il terzo fatturato e
si è piazzato al secondo posto, facendo meglio di una posizione rispetto alla
classifica del fatturato.
Il club che ha fatto meglio in Premier League rispetto alla
classfica del fatturato è il Leicester, che ha scalato sette posizioni, seguito
da Swansea e Watford che hanno scalato sei posizioni; mentre il club che ha
fatto peggio è il Newcastle che ha perso nove posizioni seguito dall’Aston
Villa con otto posizioni.
A differenza del 2014/15, gli ultimi tre posti della
classifica del fatturato, non sono occupati dalle tre squadre retrocesse.
Infatti il Newcastle vantava il nono fatturato; l’Aston Villa il dodicesimo e
il Norwich il diciassettesimo.
In sintesi, la classifica finale della Premier League
2015/16 ha smentito la tesi che “vince chi fattura di più”.
L’Incidenza dei
Ricavi TV sul Fatturato Netto ( TV and Broadcasting/Turnover).
I ricavi per TV and Broadcasting della Premier League 2015/16
ammontano a circa 1,9 miliardi di Sterline. Considerando il fatturato netto,
senza plusvalenze, pari a £ 3,6 miliardi, si ottiene un’incidenza del 52,9 %.
Sull’importo complessivo incidono anche le competizioni
europee. I primi quattro posti sono occupati da club che hanno disputato la
UEFA Champions League 2015/16, che sono Manchester City; Chelsea; Arsenal e
Manchester United. Il club col maggior fatturato televisivo è il Manchester
City con £ 161,4 milioni, pari a circa 187,1 milioni di Euro, seguito da l Chelsea
con £ 142,9 milioni, pari a circa 165,7 milioni di Euro. Il Leicester ha
fatturato £ 94,7 milioni, pari a circa 109,8 milioni di Euro, ben £ 29,7
milioni, circa 34,4 milioni di Euro, rispetto all’Aston Villa che si è piazzato
all’ultimo posto.
Agli ultimi quattro posti, figurano i tre club
retrocessi e il Sunderland arrivato quartultimo. L’Aston Villa, che occupa
l’ultimo posto, ha fatturato £ 65 milioni, pari a circa 75,4 milioni di Euro, che
per la Serie A sono una cifra da quinto posto.
I ricavi da Match
Day.
Complessivamente i ricavi da Match Day incidono per il 16,9%
sul fatturato netto escluse le plusvalenze e risultano pari a £ 615,5 milioni,
circa 713,6 milioni di Euro.
Per le prime posizioni, la classifica rispecchia quella
dell’anno precedente, col sorpasso del Manchester United sull’Arsenal. Da
notare che il primo posto è occupato dal club che ha la maggiore capacità dello
stadio e che l’ultimo posto è occupato dal Bournemouth, che ha lo stadio più
piccolo. La differenza tra Arsenal e Manchester United dipende anche dal numero
di partite casalinghe disputate, tra competizioni nazionali, tra cui le coppe
nazionali, e le competizioni europee.
Il club col maggiore importo è il Manchester United con £ 106,6
milioni, seguito dall’Arsenal con £ 99,9 milioni. Il Chelsea si colloca al
terzo posto con £ 69,7 milioni seguito dal Liverpool con £ 62,4 milioni.
All’ultimo posto si colloca il Bournemouth con £ 5,4 milioni.
I ricavi commerciali.
I ricavi commerciali, compresi i ricavi da “Corporate
Hospitality” e gli altri ricavi, incidono per il 30,2% sul fatturato netto. Il
totale complessivo ammonta a 1,1 miliardi di sterline, pari a circa 1,27
miliardi di Euro, che è una cifra nettamente superiore ai ricavi TV della Serie
A italiana 2015/16.
Al primo posto si colloca il Manchester United con £ 268,3
milioni, pari a circa 311,1 milioni di Euro. Il Manchester City, anche con
l’aiuto delle sponsorizzazioni con parti correlate si colloca al secondo posto
con £ 177,9 milioni. Il Chelsea, si colloca al terzo posto con 116,5 milioni;
mentre il Liverpool risulta quarto con £ 115,7 milioni, superando l’Arsenal con
£ 106,9 milioni.
L’Aston Villa, che è retrocesso, occupava il settimo posto
con £ 31,3 milioni, pari a circa 36,3 milioni di Euro, ed il Newcastle il nono posto con £28,4
milioni, pari a circa 32,9 milioni di Euro.
Gli ultimi tre posti sono occupati da Swansea; Bournemouth e
Watford, club di medio bassa classifica, che tuttavia hanno conseguito la
permanenza in Premier League anche per il 2016/17.
Il Player Trading.
Gli Ammortamenti e l’impairment sui diritti alle prestazioni
dei calciatori ammontano complessivamente a £ 751,2 milioni. Il risultato
complessivo relativo alle cessioni dei calciatori 2015/16 è pari a £ 296,6
milioni e non riesce a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori.
Il risultato complessivo del Player Trading è negativo per £ 454,6 milioni. Il
club col miglior Player Trading è il Norwich, con un risultato negativo di £1.2
milioni, seguito dal Southampton con un risultato negativo di £ 2 milioni.
Il club col maggior costo per ammortamenti calciatori è il Manchester
City con £ 94 milioni, seguito dal Manchester United con £ 88 milioni. Non a
caso espongono il peggior risultato relativo al Player Trading, anche perché i
grandi club hanno altre fonti di ricavo, cui attingere.
Il club col miglior risultato in tema di cessione calciatori
è il Chelsea con £ 49 milioni, seguito dal Liverpool con £ 42,1 milioni.
Non è forse un caso, che un campionato che ha un fatturato
netto elevato per diritti tv, ricavi commerciali e ricavi da gare, abbia un
risultato da Player Trading negativo, anche perché la possibilità di acquisire
calciatori con un costo del cartellino molto elevato, comporta necessariamente
l’evidenziazione di notevoli costi per ammortamento.
Il Costo del
Personale.
Il Costo totale del personale dei club della Premier League 2015/16
è di circa 2,2 miliardi di Sterline e assorbe circa il 61,7% del Fatturato
Netto.
Il club col maggior costo del personale è risultato il
Manchester United con £ 232,2 milioni, seguito dal Chelsea con £ 222,4 milioni,
dal Liverpool con 208,3 milioni e il Manchester City con £ 197,8 milioni.
Per quanto riguarda i club che si sono classificati ai primi
tre posti del campionato, il Leicester si colloca al quindicesimo posto con £
80,4 milioni. Il Costo del Personale dell’Arsenal, giunto al secondo posto, si
colloca al quinto posto con £ 195.4 milioni Il Tottenham, arrivato terzo, ha il
sesto costo del personale con £ 100 milioni.
I club retrocessi mostravano il settimo costo del personale,
pari a £ 93 milioni, con l’Aston Villa; il sedicesimo costo del personale, pari
a £ 74,7 milioni col Newcastle e il diciottesimo costo del personale col
Norwich.
Se si considerasse il Costo del Lavoro Allargato,
comprensivo di costo del personale e ammortamenti, a punto, risulterebbe che il
club che ha speso meno è il Leicester con £ 1,21 milioni a punto, seguito dal
Watford con £ 1,58 milioni a punto realizzato. Il Bournemouth risulta terzo con
£ 1,73 milioni.
L’Aston Villa retrocesso ha speso 8,46 milioni di sterline a
punto.
I club col maggior costo del personale risultano come quelli
che hanno speso maggiormente, in termini di costo del lavoro allargato, per
realizzare punti in campionato.
Il Chelsea risulta penultimo con £ 5,87 milioni a punto. Il
Manchester United ha speso £ 4,85 milioni a punto. Il Liverpool ha speso £ 4,68
milioni a punto; il Manchester City £ 4,42 milioni e l’Arsenal 3,59 milioni a
punto.
L’Incidenza del Costo
del Personale sui Ricavi TV.
L’Incidenza del Costo del Personale sui Ricavi TV della
Premier League 2015/16, in media è del 116,7%. Si pensi che nel 2012/13 era del 147,4%.
Ciò sta a significare che i ricavi TV della Premier League
coprono solo l’85,7% del costo del personale. I segnali di miglioramento sono
evidenti, perché nel 2012/13 la percentuale di copertura era inferiore essendo
pari al 67,8%.
Il vantaggio della Premier League, rispetto alla Serie A, è
che i ricavi TV, oltre ad essere nettamente superiori, incidono meno sulla
composizione del Fatturato Netto complessivo. Tuttavia, l’incidenza è aumentata
rispetto agli anni passati, grazie all’aumento dovuto al nuovo contratto, che
per il futuro sarà ulteriormente maggiore.
Il Risultato Prima delle
Imposte aggregato.
Il Risultato Prima delle Imposte aggregato della Premier
League 2015/16 è negativo per 94,5 milioni di sterline (positivo per £ 122,8
milioni nel 2014/15). Sul dato aggregato pesano le forti perdite di Aston Villa
e Chelsea.
Il Manchester UNited espone il risultato positivo migliore con
£ 48,8 milioni, seguito dal Tottenham con 38,5 milioni e dal Manchester City
con 19,6 milioni.
Risultano otto club con un dato negativo; mentre nel 2014/15
erano solo sei club.
Il club con la maggiore perdita è stato l’Aston Villa con
80, 7 milioni di sterline. Nel 2014/15 è stato il Queens Park Rangers con 45,7
milioni di Sterline.
Sul bilancio 2015/16 del Chelsea hanno pesato enormemente due
risoluzioni contrattuali anticipate: la prima con Mourinho, per £ 8.3 milioni e
la seconda con ‘adidas’, per 67 milioni.
Nel 2015/16, l’Aston Villa ha effettuato una svalutazione
calciatori (“impairment”) per £ 34,8 milioni.
La Situazione
Patrimoniale.
Il totale delle attività, ossia dei mezzi a disposizione,
dei club della Premier League, relativi alla stagione sportiva 2015-16, ammonta
a circa 6,8 miliardi di Sterline. Tali mezzi sono finanziati con mezzi propri
per circa il 29,9%.
Per la classifica relativa all’attivo, il club con l’attivo
più elevato, e quindi con più mezzi a disposizione è il Manchester United con
1,45 miliardi di sterline, che si è classificato in campionato al quinto posto;
seguito dal Manchester City (quarto in campionato) con 939,1 milioni di
sterline e dall’Arsenal con 877,5 milioni di sterline (in campionato al secondo
posto). Il Leicester, che ha vinto il campionato, risulta con un attivo di 169,9
milioni di sterline, al decimo posto per mezzi a disposizione.
I club con meno di 100 milioni di sterline di attivo, ossia
di mezzi a disposizione, sono sei: Everton, con £ 99,2 milioni; Stoke City con £
93,7 milioni; Norwich con 93,5 milioni; Swansea City con 92,4 milioni, West
Bromwich Albion con £ 82,6 milioni e Crystal Palace con £ 78,8 milioni.
Come nel 2014/15, il Club col maggior Patrimonio Netto è il
Manchester City, con £ 677,1 milioni, seguito dal Manchester United, con £
458,3 milioni.
Il Club col maggior Equity Ratio è il Manchester City, con
72,1%, seguito dal Chelsea con 48,4%.
Il club che presenta il Patrimonio Netto negativo più elevato
e il peggior Equity Ratio è il West Ham.
L’INDICE
DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il
rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità
totale. Si è solvibili quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più si è solvibili.
L’insieme dei club della Premier League 2015/16
evidenzia un indice di solvibilità totale abbondantemente superiore a 1,
essendo pari a 1,43, ciò vuol dire che il valore dei beni a disposizione è
sufficiente a pagare i debiti.
Tuttavia
per sette club il valore è inferiore a 1 e si tratta di Aston Villa; Bournemouth;
Everton; Watford; Stoke City; Sunderland e West Ham.
Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta
complessiva è negativa per £ 862,7 milioni. Tuttavia figurano cinque club con
una posizione finanziaria netta positiva: Tottenham; Chelsea; Swansea; Leicester
e Crystal Palace. I club che superano l’importo di 100 milioni di sterline come
posizione finanziaria netta negativa sono quattro: Manchester United; Liverpool;
Newcastle e Sunderland.
Conclusioni.
L’aumento previsto per i prossimi anni dei diritti TV per la
Premier League unitamente alle Regole Inglesi in tema di controllo
economico-finanziario, che pongono un limite alle perdite triennali e
stabiliscono delle misure di controllo dei costi del personale, unitamente ai
ricavi commerciali e da botteghino, sono alcune delle cause che contribuiscono
a rendere solido il business della Premier League.
Sarà interessante seguire nel futuro, come le condizioni
economiche generali, potranno influenzare la solidità del business, si pensi
alla “Brexit” o ad eventuali svalutazione della sterlina.
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