martedì 10 luglio 2012

Bilancio Torino 2010: compartecipando …



Luca Marotta                                             10 luglio 2012

Il bilancio 2010 di FC Torino Spa si è chiuso con una perdita di 11,1 milioni, che peggiora quella registrata nel 2009, che era pari a 8,4 milioni. Invero, sono risultati che riflettono l’andamento sportivo del club. L’anno solare 2010 comprende il secondo semestre della stagione sportiva 2009/10, terminata con il 5° posto nel campionato di serie B, e il primo semestre della stagione sportiva 2010/11, conclusasi con l’8° posto.
Il Gruppo.
In base ai dati forniti nel bilancio 2010, la società Torino FC Spa risultava controllata al 97,5% da UT Communications Spa, il restante 2,5% risultava posseduto dalla società MP Service Srl, che a sua volta è controllata al 100% da UT Communications.
La continuità aziendale.
Il collegio Sindacale, nella sua relazione al bilancio 2010, ha evidenziato che “lo sviluppo e la continuità aziendale dipendono anche dal mantenimento di un adeguato sostegno finanziario” da parte della proprietà e tale sostegno è stato assicurato. Infatti, durante il 2010, UT Communications ha effettuato finanziamenti infruttiferi per 21 milioni e ne ha trasformato una parte, pari a 14,5 milioni, in versamenti in conto copertura perdite.
Anche nel corso del 2011 UT Communications ha effettuato finanziamenti infruttiferi per € 3.150.000, trasformando, nel mese di marzo 2011, 2,5 milioni in versamenti in conto copertura perdite, che costituiscono una posta del patrimonio netto.
Da quanto descritto, risulta evidente che FC Torino Spa non si autofinanzia e che ha bisogno del supporto finanziario del suo “mecenate”.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è positivo per 5,1 milioni. Durante l’esercizio, si è verificato un incremento di 3,4 milioni, dovuto a versamenti per copertura perdite per € 14.500.000 e alla perdita di esercizio di 11,1 milioni. Il patrimonio netto finanzia solamente il 12% dell’attivo e il 36% dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori.
L’indebitamento finanziario.
L’indebitamento finanziario è rappresentato dai debiti verso la controllante pari a 6,5 milioni. Tali debiti sono infruttiferi e finanziano il 15% dell’attivo. Considerando le disponibilità liquide pari a 586 mila euro, si ha un indebitamento finanziario netto di 5,9 milioni. Non esistono debiti bancari e debiti verso altri finanziatori. L’indebitamento finanziario netto è inferiore al valore della produzione, ma superiore al Margine Operativo Lordo, che è negativo per 3,2 milioni. Si aggiunga che anche la differenza tra attività correnti e passività correnti è negativa per 14,8 milioni.
I crediti verso società calcistiche ammontano a € 11.045.000. Il maggior importo riguarda il Parma con € 4.550.000.
I debiti verso squadre di calcio sono pari a € 11.708.000. Il maggior importo riguarda il Parma con € 2.275.000.
Pertanto si ha un saldo, tra crediti e debiti da trasferimenti, di poco negativo, che determina un indebitamento finanziario netto ai fini del Financial Fair Play, in ogni caso, al di sotto dei ricavi.
Il valore della rosa.
Il totale dell’attivo nell’anno 2010 ammontava a 43,8 milioni. Il 58% dell’attivo è rappresentato da immobilizzazioni. I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, rappresentano il 56% delle immobilizzazioni e ammontano a 14,2 milioni, nel 2009 erano pari a 20,1 milioni. Il calciatore col valore contabile residuo più elevato risulta essere Alain Stevanovic per 3,5 acquistato dall’Inter per 4 milioni. Seguono Rolando Bianchi con 2,5 milioni, acquistato dal Manchester City con un costo storico di 5 milioni e Antimo Iunco con 1,5 milioni, acquistato dal Chievo per 2 milioni.
I crediti per compartecipazioni cedute, allocati tra le immobilizzazioni finanziarie, aumentano a 6,3 milioni, nel 2009 erano inesistenti e rappresentano il 24% delle immobilizzazioni. Tali crediti riguardano Dzemaili ceduto al Parma con un valore del 50% pari a 3,5 milioni, Simone Benedetti ceduto al 50% all’Inter per 2 milioni e Dominique Malonga in compartecipazione col Cesena per 750 mila euro.
I debiti per compartecipazioni acquisite sono uguali a 3,8 milioni, mentre nel 2009 erano pari a 2 milioni. Essi riguardano Alain Stevanovic in compartecipazione con l’Inter per 2 milioni, Antimo Iunco in compartecipazione col Chievo per 1 milione e Nicolas Gorosbov in compartecipazione col Vicenza per 800 mila euro.
Da notare che i calciatori in compartecipazione sono anche tra quelli col valore contabile più elevato.
Il valore contabile potenziale della rosa ammonta a 16,7 milioni.
Il Player Trading.
L’attività di player trading, durante il 2010, ha generato un risultato positivo di circa 8,7 milioni.
Le plusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori ammontano a 11,2 milioni. Nel 2009 erano pari a 9,6 milioni. Tali plusvalenze sono state determinate dalle cessioni di Dzemaili per 5,5 milioni, Simone Benedetti per 4 milioni, Dominique Malonga per 1,3 milioni ed un bonus per Rosina di 300 mila euro. Anche in questo caso trattasi quasi esclusivamente di calciatori ceduti in compartecipazione.
I proventi da cessione temporanea calciatori ammontano a 605 mila euro. Nel 2009 erano pari a 984 mila euro. Tali proventi si riferiscono alla cessione in prestito di Dzemaili e Paolo Zanetti. I proventi per la valorizzazione calciatori ammontano a € 160 mila.
Le minusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori, allocate tra gli oneri diversi di gestione, ammontano a € 2.895.000. Nel 2009 erano pari a € 1.410.000. La cessione di Riccardo Colombo ha determinato una minusvalenza di 990 mila euro, quella di David Di Michele € 875 mila.
I costi relativi alle prestazioni di calciatori in prestito sono allocati tra i costi per il godimento beni di terzi e ammontano a 559 mila euro.
I costi per la valorizzazione dei calciatori e per le indennità di formazione ammontano a 927 mila euro (62 mila nel 2009). Tali costi riguardano i premi di valorizzazione, pari a € 530.000 per i prestiti riguardanti David Di Michele (180 mila); Marco Pisano (120 mila); Massimo Loviso (120 mila) e Riccardo Colombo (25 mila).
I proventi da compartecipazione ex art. 102 bis Noif, inclusi tra i proventi finanziari, ammontano a € 1.419.000 e sono dovuti alle risoluzioni di Loviso (€ 900 mila), Rachid Arma (€ 349 mila) e Salgado (€ 170 mila).
Gli oneri da compartecipazione pari a circa € 300 mila, riguardano la risoluzione di D’Ambrosio.
I ricavi.
Il valore della produzione, comprensivo di plusvalenze, risulta diminuito di 17,4 milioni (-35,3%), passando da 49,3 a 31,9 milioni. I ricavi da gare diminuiscono da 5,3 a 3,4 milioni. La capitalizzazione dei costi del vivaio, che rappresentano uno storno di costi, diminuiscono da 2 a 1,5 milioni, che significa minori investimenti nel relativo settore. Oltre alle plusvalenze la voce più importante di ricavo è rappresentata dalla voce “Contributi/Mutualità”, pari a 7,7 milioni. Tale voce include € 3.750.000 a titolo di “paracadute retrocessione”. I ricavi da sponsor ufficiali e sponsor tecnico ammontano a 1,9 milioni.  Gli altri sponsor hanno contribuito con € 572 mila. I proventi pubblicitari, che alimentano i rapporti con le parti correlate, ammontano a 1,4 milioni.
I proventi radiotelevisivi risultano trascurabili essendo pari a € 877 mila.
I costi.
I costi della produzione registrano un calo del 20,5%, diminuendo da 60,4 a 48 milioni.
I costi del personale pari a 22,1 milioni incidono per il 69% sul valore della produzione e rappresentano il 46% dei costi della produzione. La variazione in diminuzione rispetto al 2009 è stata di 9,8 milioni, pari al 30,7%, segnale di un robusto ridimensionamento.
Gli ammortamenti e le svalutazioni pari a 11,2 milioni diminuiscono di 3,4 milioni e rappresentano il 23% dei costi della produzione. Gli ammortamenti per immobilizzazioni immateriali sono diminuiti di 3,3 milioni.
Il punto di pareggio.
Il 2009 e il 2010 hanno registrato perdite nette rilevanti per un totale complessivo di 19,5 milioni. Se considerassimo il risultato prima del calcolo delle imposte, il valore negativo salirebbe a 25,4 milioni. Bisogna considerare che per il raggiungimento del pareggio di bilancio in futuro, si potrà usare la leva dell’aumento dei ricavi, segnatamente quelli radiotelevisivi.
Il consolidato fiscale.
FC Torino Spa aderisce al consolidato fiscale, che vede nella veste di consolidante UT Communications Spa. La società consolidante può “utilizzare” la perdita della consolidata ai fini IRES, riducendo il suo imponibile fiscale. Le imposte correnti presentano un saldo positivo di € 4.923.000. Il saldo è determinato dal compenso riconosciuto alla controllante per € 5.191.000 diminuito dell’IRAP dell’esercizio per € 268.000.
I crediti verso le imprese controllanti ammontano a € 1.209.000 e includono il credito per il consolidato fiscale.
Le imposte differite accantonate sono state pari a € 1.545.000 e il fondo per imposte differite, che allocato tra le passività, è aumentato da 2,9 a 4,4 milioni.
Le imposte anticipate sono state pari a € 460.000 e i crediti per imposte anticipate, esposti nell’attivo circolante, per € 750 mila, sono ritenuti recuperabili perché la società è inclusa nel consolidato fiscale di UT Communications Spa.
I rapporti con parti correlate.
Nella relazione sulla gestione è scritto che i rapporti con le parti correlate sono stati effettuati al costo. Nel 2010 i ricavi con parti correlate rappresentano il 4,5% del valore della produzione.
Cairo Pubblicità Srl, controllata da Cairo Communications Spa, ha stipulato un accordo di concessione per la vendita di spazi pubblicitari a bordo campo e di pacchetti di sponsorizzazione promo-pubblicitari. Tale contratto prevede una percentuale di retrocessione al club granata dell’85% al netto delle commissioni di agenzia del 2%.
Cairo Editore Spa ha ottenuto spazi pubblicitari per 100 mila euro.
Mp Service srl è azionista di Torino F.C. Spa e si occupa, tra le altre cose, della gestione di impianti sportivi per usi commerciali. In bilancio risulta che il Torino paga 400 mila euro all'azionista MP Service per l'utilizzo del centro SISPORT.
Conclusioni.
Il bilancio 2010 di FC Torino Spa è un bilancio che segnala un ridimensionamento gestionale e necessiterebbe di un ricapitalizzazione robusta, anche a causa della mancanza di proventi radiotelevisivi, che caratterizzano i bilanci delle squadre di Serie A.

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