domenica 17 febbraio 2019

Bilancio Napoli 2017/18: la “scelta sportiva” determina la perdita.




Luca Marotta


La “scelta sportiva” di puntare tutto sul campionato a discapito delle competizioni europee ha comportato: riduzione di fatturato e conseguente perdita, determinata anche dalla rigidità, nel breve periodo, di alcuni costi, manifestando l’importanza delle plusvalenze per un club come il Napoli, che non ha la proprietà delle infrastrutture sportive, dove svolge la propria attività. 
Per l’esercizio 2017/18, la società “S.S.C. Napoli S.p.A.” registra un riduzione del 30% del Valore della Produzione da € 308 milioni a € 215,6 milioni ed una Perdita netta di € 6,37 milioni. La causa principale è da attribuire al fatto che l’esercizio precedente evidenziava la plusvalenza di 86 milioni di Euro per la cessione di Higuain alla Juventus, che fu ceduto per 90 milioni di Euro. A questo si aggiunge la riduzione dei proventi UEFA di € 25.848.215, per i risultati meno brillanti in UEFA Champions League ed in UEFA Europa League.

La strategia del Napoli negli ultimi sei anni ha privilegiato l’investimento in calciatori trascurando l’investimento in infrastrutture sportive, basti pensare alla cifra investita in calciatori dal 2009/10 che è stata di € 550 milioni.

Anche per il 2017/18, il Napoli può vantare l’assenza di debito bancario.

Dal punto di vista sportivo, nella stagione 2017/18, il Napoli è giunto secondo in campionato, con 91 punti (3° con 86 punti nel 2016/17), acquisendo il diritto a partecipare alla fase a gironi della UEFA Champions League 2018/19. Nella competizione UEFA Champions League 2017/18, il Napoli non ha superato la fase a gironi, accedendo alla competizione UEFA Europa League dove è stato eliminato dal “RB Leipzig”.
In Coppa Italia, il Napoli è stato eliminato nei quarti di finale dall’Atalanta.

La continuità aziendale.

La continuità aziendale deve intendersi come attitudine dell’azienda a durare nel tempo o anche come la capacità di poter far fronte e quindi di onorare impegni finanziari nel futuro, ed è uno dei punti cardine del Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario.
Gli amministratori hanno redatto il bilancio in base al principio della continuità aziendale. La Società di Revisione Baker Tilly Revisa S.p.A. ha giudicato appropriato l’utilizzo del presupposto della continuità aziendale; pertanto, ha certificato il bilancio e non ha mosso alcun rilievo. Per quanto riguarda la verifica del presupposto della continuità aziendale, nella Relazione del Collegio Sindacale, in base al principio di revisione 570, è scritto che l’operato della direzione è stato adeguato e “non foriero di criticità in un ragionevole orizzonte temporale di riferimento”.

La struttura dell’attivo.



Il totale dell’attivo risulta diminuito ed ammonta € 283,53 milioni (€ 313,71 milioni nel 2016/17). Il 34,7% delle attività è costituito da immobilizzazioni. Le immobilizzazioni materiali sono trascurabili, essendo pari a € 277 mila (€ 314 mila nel 2016/17), e non includono infrastrutture sportive.
Tra le immobilizzazioni immateriali l’avviamento risulta completamente ammortizzato. L’avviamento aveva un costo storico di € 19.538.462. Negli esercizi precedenti, l’avviamento era stato iscritto, con il consenso del Collegio Sindacale, per l’ammontare effettivamente pagato a tale titolo nell’ambito dell’acquisto del ramo d’azienda dal fallimento della S.S. Calcio Napoli S.p.A. Il costo è stato ammortizzato considerando un periodo di recupero pari a dieci anni.
La voce “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili”, compresa tra le immobilizzazioni immateriali, risulta totalmente ammortizzata (€ 38 nel 2016/17), con un costo storico di € 13.171.218 e riguarda l’acquisto dei marchi sociali, della denominazione e altri segni distintivi, dei trofei ed agli oneri accessori che hanno caratterizzato l’acquisto del ramo d’azienda dal fallimento della S.S. Calcio Napoli S.p.A..
L’attivo circolante rappresenta circa il 65,3% dell’attivo e le notevoli disponibilità liquide, pari a € 118.706.308 (€ 110.694.275 nel 2016/17), incidono per il 41,9% sul totale dell’attivo. La parte non corrente dell’attivo circolante è di circa € 14,91 milioni (€ 7,98 milioni nel 2016/17), pertanto il capitale circolante netto è positivo per circa € 58,57 milioni (€ 79,65 milioni nel 2016/17).
I crediti verso la controllante, pari a € 5.031.487 (€ 7.436.877 nel 2016/17), comprendono i crediti da consolidato fiscale per € 4.979.278 e che sono composti da quanto richiesto a seguito di istanza di rimborso IRES per € 2.711.227 e dal credito residuo rinveniente dai maggiori versamenti a titolo di acconto IRES per € 2.268.051.
I nuovi OIC hanno permesso di evidenziare i crediti verso società facenti capo alla stessa Capogruppo per Euro 182.406 (€ 179.018 nel 2016/17). Tali crediti riguardano Cinema Europa Srl per Euro 22.486; Olimpia 80 Immobiliare Srl per Euro 152.886; Auro Servizi Srl per Euro 6.628; Cineservices Srl per Euro 406.  

Il Valore della Rosa.



I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono pari a € 97,53 milioni (€ 111,68 milioni nel 2016/17). Il decremento di € 14,16 milioni è dovuto a investimenti per € 57,81 milioni, a cessioni per un valore contabile residuo di € 7,15 milioni, ammortamenti per € 64,81 milioni (€ 75,96 milioni nel 2016/17).
Dal 2009/10 risultano investimenti complessivi nell’acquisto di calciatori per circa € 550,6 milioni. Trattasi di un importo notevole, pari all’investimento in uno stadio moderno a livello dei grandi club europei.
Nel bilancio della S.S.C. Napoli S.p.A., a partire dall’esercizio chiuso al 30 giugno 2008, i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori sono ammortizzati “a quote decrescenti”. Pertanto la maggior parte dell’ammortamento è concentrato nel cosiddetto “periodo protetto”, che ha una durata di due anni per i calciatori acquistati con 28 anni compiuti, e di tre anni per i calciatori con meno di 28 anni all’atto della sottoscrizione del contratto. L’ammortamento “a quote decrescenti” permette di limitare l’esposizione in bilancio di ingenti minusvalenze, successivamente al termine del “periodo protetto”. 
Tra gli acquisti effettuati nel 2017/18 spiccano: Simone Verdi (Bologna FC 1909 SpA) per € 24.500.000; Roberto Inglese (Chievo Verona A.C. s.r.l.) per € 12.000.000; Silva Duarte Mario Rui per € 9.500.000; Vinicius Alveis Morais (Real Sport Clube Futebol Sdug Lda) per € 3.300.000.
Tra le cessioni spiccano: Duvan Esteban Zapata Banguero (U.C. Sampdoria SpA) per € 20.150.000; Pavoletti Leonardo(Cagliari) per € 9.700.000.
Al 30 giugno 2018 il calciatore col valore contabile residuo più elevato risulta Simone Verdi con € 24.500.000 seguito da Milik per € 9.600.000; Maksimovic per € 8.250.000 e da Zielinski per € 6.908.472.

Dopo il 30/06/2018, il Napoli ha ceduto dei calciatori per un corrispettivo complessivo pari ad Euro 60 milioni, realizzando una plusvalenza complessiva pari a Euro 59,7 milioni. Si è proceduto ad effettuare cessioni temporanee di calciatori per un importo pari ad Euro 4,2 milioni e sono stati formalizzati impegni di terzi a favore del Napoli per € 7,5 milioni per obblighi di riscatto condizionati.
Sul fronte acquisizioni, il Napoli ha acquistato calciatori a titolo definitivo e a titolo temporaneo per € 44,1 milioni, per la stagione sportiva 2018/19. Le acquisizioni definitive, a beneficio della stagione sportiva 2018/19, formalizzate entro il 30.06.2018, ammontano ad € 30,1 milioni e sono stati formalizzati impegni di terzi a favore del Napoli per € 20 milioni per obblighi di riscatto condizionati.

Secondo gli Amministratori, “il settore giovanile continua a rappresentare un asset ritenuto strategico ai fini della crescita del patrimonio aziendale, sul quale la società pone sempre di più una particolare attenzione per l'implementazione e lo sviluppo del potenziale sportivo della prima squadra”.  In tale ottica sono stati destinati investimenti in linea con gli obiettivi.

Il Patrimonio Netto.

Il Patrimonio Netto è positivo e ammonta a € 116.259.018 (€ 122.631.830 nel 2016/17). Rispetto al 30 giugno 2017, risulta diminuito di € 6.372.812 rispetto all’esercizio precedente, pari al 5,2%.
La variazione è dovuta essenzialmente al risultato netto dell’esercizio, che è stato negativo per € 6.372.812.
Ovviamente, il Patrimonio Netto, essendo non negativo è conforme a quanto richiesto dal Regolamento UEFA sul Fair Play Finanziario.
I mezzi propri finanziano il 41% del totale delle attività e risultano superiori al valore netto dei diritti pluriennali.

La struttura delle Passività.

Rispetto ad altri bilanci di squadre di calcio, quello del Napoli si differenzia per il fatto che espone la voce ratei e risconti passivi con un importo molto basso pari a € 8.152 (€ 1.967 nel 2016/17). Tuttavia, tra i debiti nella voce acconti, pari a € 4.391.539 (€ 459.967 nel 2016/17), sono evidenziate le fatturazioni anticipate di proventi la cui competenza economica ricade negli esercizi successivi, di cui € 3.337.892 riguardano i diritti media 2018/2019.
Il totale della voce “debiti” è pari a € 143.988.321 (€ 163.518.761 nel 2016/17) e risulta in diminuzione dell’11,9%.
L’importo maggiore riguarda i debiti verso Enti Settore Specifico per € 93.459.773 (€ 111.903.542 nel 2016/17). Da sottolineare l’assenza di debiti bancari. Non esistono debiti finanziari, come nel 2016/17; nel 2015/16, invece, figuravano debiti verso soci per finanziamenti infruttiferi per € 3.911.220 e che sono stati restituiti in data 3 aprile 2017.
I debiti verso la controllante pari a € 815.405 (€ 7,51 milioni nel 2016/17), riguardano per Euro 627.240 debiti verso Filmauro per Iva di Gruppo e per Euro 185.765 (€ 225.881 nel 2016/17) debiti commerciali ed Euro 2.000 come debiti diversi.
I debiti verso fornitori ammontano ad € 21.858.681 (nel 2016/17: € 13.352.574).  
I nuovi principi contabili OIC hanno permesso di evidenziare i debiti verso imprese sottoposte al controllo della controllante per Euro 1.230.460 (€1.063.941nel 2016/17).
I debiti finanziano circa il 50,8% dell’attivo (52,1% nel 2016/17).

La Posizione Finanziaria Netta.

Ai fini del Financial Fair Play la nozione di Net debt, già nota in base alla vecchia regolamentazione, come differenza tra debiti finanziari e disponibilità liquide integrata del saldo tra debiti e crediti verso società di calcio, è stata ulteriormente integrata con la considerazione nel conteggio anche dei debiti fiscali e previdenziali non correnti (“Accounts payable to social/tax authorities”); invece, non sono considerati gli altri debiti fiscali (“Other tax liabilities”), che includono le passività per imposte differite (“deferred tax liabilities”).
In altre parole, i debiti fiscali e previdenziali non correnti da considerare riguardano le rateizzazioni pluriennali col fisco.
Il risultato della somma algebrica, non deve essere superiore al fatturato netto



La posizione finanziaria netta è positiva per € 118,7 milioni (€ 110,69 milioni nel 2016/17) e coincide con le disponibilità liquide di pari ammontare € 118,7 milioni (€ 80,66 milioni nel 2016/17). Non esistono debiti finanziari.
Nel 2015/16, l’unico debito finanziario era un finanziamento soci di € 3,9 milioni, che è stato rimborsato.
I crediti verso Enti settore specifico ammontano a € 33,83 milioni (€ 61,74 milioni nel 2016/17). Il maggior credito riguarda la Sampdoria per Zapata per la cifra di Euro 17.000.000.
I debiti verso Enti settore specifico ammontano a € 93,46 milioni (€ 111,9 milioni nel 2016/17). Il maggior debito riguarda il Bologna per Verdi per la cifra di Euro 24.500.000.
Il Napoli non evidenzia debiti tributari e previdenziali non correnti; pertanto, nel 2017/18, il club partenopeo non ha problemi per quanto riguarda il “net debt” ai fini del Fair Play Finanziario.

Il nuovo regolamento del Fair Play Finanziario ha introdotto la nozione di “Relevant Debt”. La nozione di debito rilevante (“Relevant Debt”) corrisponde alla nozione di “Net Debt” meno l'importo del debito direttamente attribuibile alla costruzione e/o alla modifica sostanziale dello stadio e/o alle strutture di formazione dall'inizio del debito fino a 25 anni dopo la data in cui l'attività è dichiarata pronta per l'uso. Il “Relevant Debt” non deve essere superiore congiuntamente a due limiti: € 30 milioni e a 7 volte la media della differenza tra valore e costi della produzione.
Nel caso in questione, al 30.06.2018, non emergono debiti finanziari per lo stadio e/o infrastrutture sportive.

I Debiti con dipendenti, fisco ed Enti Previdenziali.

I debiti verso il personale ammontano a circa € 15,9 milioni (€ 14,9 milioni nel 2016/17) e risultano in aumento di € 1 milione. Essi rappresentano circa il 13,46% del costo del personale.
I debiti per imposte differite iscritti tra i fondi rischi sono pari a circa € 22.008.217 e rappresentano un debito tributario per “fiscalità latente” per differimento delle imposte dovute sulle plusvalenze realizzate, per espressa previsione normativa.
I debiti tributari ammontano a € 4.569.974, di cui € 3.447.925 per ritenute d’acconto su retribuzioni di lavoro dipendente.
Gli amministratori hanno dichiarato che alla data di redazione della Relazione sulla Gestione non esistevano contenziosi di natura tributaria non definiti. Per il contenzioso civile gli amministratori hanno dichiarato che non possano derivare significative passività.
Anche per i debiti verso Istituti previdenziali, pari a € 371.050 (€ 234.813 nel 2016/17), gli Amministratori hanno scritto che “non si segnalano debiti scaduti e non pagati”.

Il Rendiconto Finanziario.



L’incremento di disponibilità liquide è stato pari a € 8.012.034. Tale incremento è stato determinato da flussi di cassa della gestione corrente positivi per € 58.761.134, da deflussi di cassa generati dalla gestione degli investimenti che hanno assorbito € 50.749.100. 
Tra i flussi di cassa della gestione corrente risulta che l’autofinanziamento economico ha generato flussi positivi per € 51.314.875 (€ 158.593.735 nel 2016/17) e la variazione nelle attività e passività correnti ha generato flussi negativi per € 7.446.259 (€ 4.610.819 nel 2016/17).
Sull’attività di investimento ha influito l’incremento netto dei diritti pluriennali prestazioni calciatori pari a € 50.205.219 (€ 129.173.780 nel 2016).

La Gestione Economica.

I costi della produzione, pari a € 218.995.201 (€ 207.421.609 nel 2016/17), sono superiori rispetto al valore della produzione, che è pari a € 215.585.266 (€ 308.088.866 nel 2016/17), determinando una differenza negativa per € 3.409.935 (+€ 100.667.257 nel 2016/17).
Il valore della produzione, comprensivo delle plusvalenze, diminuisce del 30,0%; mentre i costi della produzione aumentano del 5,6%.
In sintesi, il Napoli, nel 2017/18, ha speso in misura superiore a quanto abbia guadagnato, perché l’importo delle plusvalenze è diminuito del 71,1%, precisamente di € 74,2 milioni.
Sembra che il Napoli abbia necessità delle plusvalenze per garantirsi l’equilibrio economico, oltre alla partecipazione alle competizioni europee.
Il trend storico mostra che dal 2012-2013 al 2017/18 il Napoli aveva adeguato il livello di alcuni costi al valore della produzione e non al valore del fatturato netto. Dal 2015/16 al 2016/17, sembrava che il volume dei costi si fosse, invece, adeguato al livello del fatturato netto non considerando i proventi eccezionali contenuti nel valore della produzione, rappresentati dalle plusvalenze. Tuttavia alcuni costi si mostrano “rigidi” nella fase calante del rendimento sportivo, per via della durata pluriennale dei contratti, a meno che si proceda allo “smobilizzo”.  
Il grafico mostra sembra rafforzare la considerazione fatta.  



Il tasso di crescita annuale composto (CAGR) del valore della produzione, calcolato dal 30 giugno 2005, è del 23,54%, ciò significa che il valore della produzione dal 2005 è cresciuto in media del 23,54% circa all’anno. Tuttavia il CAGR del valore della produzione negli ultimi 5 anni è negativo del 1,9%.
Occorre ribadire che per essere competitivi a certi livelli, alcuni costi, come quelli del personale, diventano “rigidi”, almeno nel breve termine.

I costi della produzione, pari a € 218.995.201 (nel 2016/17: € 207.421.609), rispetto all’anno precedente, aumentano del 5,6% circa.
A sottolineare la rigidità di alcuni costi, una volta raggiunti determinati livelli, è il fatto che nonostante il valore della produzione sia diminuito i costi della produzione sono aumentati.
Il tasso di crescita annuale composto (CAGR), dei costi della produzione, calcolato dal 30 giugno 2005 è del 19,77%, mentre negli ultimi 5 anni è del 1,5%.




Il principale costo della produzione è quello del personale. Il tasso di crescita annuale composto (CAGR), del costo del personale, calcolato dal 30 giugno 2005 è del 19,5%, mentre negli ultimi 5 anni è del 5,8%.



I Ricavi.

Il fatturato netto, con esclusione dei proventi rivenienti dalla cessione a titolo definitivo e temporanea dei calciatori, rappresenta l’84,83% (65,3% nel 2016/17) del valore della produzione, mentre le plusvalenze, i ricavi da cessione temporanea calciatori e gli altri proventi derivanti dalla gestione calciatori rappresentano il 15,17% (34,7% nel 2016/17) del valore della produzione.

I Ricavi da gare diminuiscono di € 656.674, da € 19,75 milioni a € 19,09 milioni, registrando un decremento di 657 mila Euro, pari al 3,3%. L’incidenza di tale voce sul valore della produzione e pari all’8,86%. Il calo è da attribuirsi al percorso meno brillante nelle competizioni europee.
Tale voce comprende i Ricavi da gare prima squadra in casa per € 15.684.527 (€ 16.275.002 nel 2016/17) e abbonamenti per € 3.403.859 (€ 3.134.681 nel 2016/17). Tuttavia, gli incassi da botteghino per le gare di campionato sono aumentati di € 2,6 milioni, da € 8,53 milioni a € 11,1 milioni. I ricavi per le gare di Coppa Italia sono aumentati da € 847.110 a € 281.258.

Le gare relative alle competizioni europee hanno apportato incassi per € 4.182.293 (€ 6.693.570 nel 2016/17) ed hanno registrato un calo di € 2.511.277.
In nota integrativa è scritto che la capacità ai fini dell’agibilità dell’impianto dello stadio San Paolo, che è di proprietà del Comune di Napoli, è pari a 60.240 posti a sedere.

Per l’esercizio 2017/18, la campagna abbonamenti ha registrato la sottoscrizione di un numero complessivo di tessere di oltre 6.934 unità (6.373 unità nel 2016/17; 6.431 unità nel 2015/16).
I ricavi commerciali hanno registrato complessivamente un incremento del 6,7%, passando da € 32,3 milioni a € 34,47 milioni. Tali ricavi incidono per il 15,6% sul valore della produzione.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 30.649.756 (€ 28.614.937, nel 2016/17), registrano un aumento di € 2.034.816. Gli Sponsor ufficiali hanno contribuito con € 8.750.000 (€ 8.310.000 nel 2016/17). Il contributo dello Sponsor tecnico aumenta da € 8.059.662 a € 8.164.723. Gli Sponsor istituzionali hanno contribuito con € 7,46 milioni (€ 6,46 milioni, nel 2016/17), i Partner commerciali con € 4,11 milioni (€ 3,68 milioni nel 2016/17) e le Altre sponsorizzazioni con € 2.166.104 (€ 2.102.843 nel 2016/17).
Gli altri proventi pubblicitari ammontano a € 288.049 (€ 240.500 nel 2016/17) e si riferiscono a ricavi derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari posizionati all’interno di prodotti editoriali e multimediali commercializzati nell’esercizio.
Nel bilancio 2017/18, i Proventi commerciali e royalties aumentano di 83.559 Euro, passando da € 3.448.876 a € 3.532435. In particolare i proventi da licensing aumentano da € 1.206.345 a € 1.264.844. Tale voce si riferisce a ricavi prodotti dallo sfruttamento del marchio “SSC Napoli”. I Proventi da merchandising risultano pari a € 1.836.681 (€ 1.875.418 nel 2016/17).
La voce “Proventi vari” ammonta a € 1.529.680 (€ 520.000 nel 2016/17) e riguarda i proventi radiofonici per € 435 mila e i proventi da sfruttamento dei diritti d'immagine per € 1.094.680 (€ 100.000 nel 2016/17).
I Proventi da cessioni diritti radiotelevisivi risultano pari a € 118.755.992, mentre nell’esercizio precedente erano pari a € 142.592.856. L’incidenza sul valore della produzione è del 55,1%.
Il decremento verificatosi nel 2017/18 è dovuto a causa del percorso meno brillante rispetto all’esercizio precedente, che ha visto la partecipazione alla fase a gironi della UEFA Champions League 2017/18, con la retrocessione in UEFA Europa League e conseguente eliminazione.
I ricavi relativi alle competizioni UEFA diminuiscono di Euro 25.848.215, da € 66.113.080 a € 40.264.865. Secondo il comunicato UEFA per la ripartizione dei ricavi della Champions League 2017/18, i ricavi spettanti a SSC Napoli ammontano a € 38,967,000 (€ 66,009,000 nel 2016/17), di cui € 12,700,000 (€ 12,700,000 nel 2016/17) a titolo di Participation bonus; € 3.262.000 (€ 6,181,000 nel 2016/17) a titolo di Performance bonus; € 21,005,000 (€ 41,128,000 nel 2016/17)  per il Market pool ed € 2.000.000 per “play-offs”, nel 2016/17 furono percepiti € 6,000,000 per gli ottavi; mentre, per l’UEFA Europa League 2017/18 ha incassato la cifra di Euro 1,219,565, di cui € 719,565 per “Participation bonus”.

La tesi secondo la quale il Napoli non abbia effettuato una scelta economica “oculata” nel trascurare il fatturato dell’UEFA Europa League, trova un’argomentazione a sostegno nei ricavi percepiti dal “Club Atletico de Madrid”, che come il Napoli è stato eliminato dalla UEFA Champions League, e con la vittoria in UEFA Europa League 2017/18 ha incassato, oltre ai ricavi Champions, la cifra di Euro 16,127,422, di cui € 5,777,422 per “Participation bonus”. Si aggiunga che il Market Pool dell’Europa League delle squadre italiane è superiore a quello delle squadre spagnole, oltre al fatto che il Club partenopeo avrebbe percepito altri incassi da botteghino per le partite disputate.
I diritti TV nazionali aumentano di € 1.978.709, da € 71.174.220 a € 73.152.929.
I diritti Tv per le amichevoli hanno fruttato € 538.198 (€ 655.556 nel 2016/17). Gli altri proventi TV ammontano a € 4.800.000 (€ 4.650.000 nel 2016/17).

La dipendenza del fatturato netto dai diritti TV è del 64,9%.



Deloitte nella sua classifica “Football Money League 2019” colloca il Napoli al ventunesimo posto (19° posto nella precedente classifica) con un fatturato netto di € 182,8 (€ 200,7 milioni nella precedente classifica).

Il Player Trading.



Nel 2017/18 il risultato del Player Trading è negativo per 33,5 milioni di Euro, in altre parole, il risultato della gestione economica relativa ai trasferimenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori non è riuscito a coprire il costo degli ammortamenti. Solo nel 2013/14 e nel 2016/17, il Napoli, era riuscito a coprire con le plusvalenze il costo annuale dei cartellini dei calciatori, rappresentato dagli ammortamenti.
Nel 2016/17 la gestione del Player Trading è risultata positiva per € 30,45 milioni, grazie alla plusvalenza di Higuain.
Nel 2015/16 la gestione del Player Trading è risultata negativa per € 38,5 milioni.
Nel 2014/15 la gestione del Player Trading è stata negativa per € 34,1 milioni.
Nel 2013-2014, grazie alla plusvalenza di Cavani, la gestione del Player Trading è risultata positiva per € 3,88 milioni.
Le Plusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori ammontano a € 30.183.263 (€ 104.410.600 nel 2016/17; € 11.206.176 nel 2015-16; € 11.885.912 nel 2014-15 ed € 69.389.422 nel 2013-2014), determinate da un valore di cessione di 8 calciatori pari a € 36.550.661 (€ 115.800.000 nel 2016/17) ed un valore contabile netto di € 6.367.398 (€ 11.389.400 nel 2016/17). Tali proventi incidono per il 14,0% sul valore della produzione. Il maggior importo delle plusvalenze ha riguardato Duvan Zapata con € 19.735.530; seguito da Pavoletti con € 4.227.072. Nel 2016/17, la plusvalenza più elevata di Euro 86.004.185 concerneva la cessione di Higuain alla Juventus, seguita da quella di Gabbiadini per € 13.708.333.
Sono stati rilevati Ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori per € 1.250.000 (€ 350.000 nel 2016/17).
La voce relativa agli ammortamenti dei diritti alle prestazioni sportive pluriennali dei calciatori ammonta a € 64.809.939, mentre nel precedente esercizio era pari a € 75.965.401, evidenziando un decremento del 14,7%. Gli ammortamenti, rispetto al 2012-13, risultano in notevole aumento, poiché, allora, erano pari a € 35.633.137.

I Costi.

I costi del personale sono aumentati del 16,4%, da € 101.568.648 a € 118.245.815. In nota integrativa è scritto che il totale dei compensi corrisposti ai tesserati è pari a circa il 98% del totale dei compensi corrisposti al personale dipendente, in linea con l’esercizio precedente. La voce salari e stipendi del personale tesserato è aumentata di € 18.092.640 (+ € 14.357.475 nel 2016/17), da € 94.717.764 a € 112.810.404.
I compensi contrattuali allenatori aumentano di € 140.841, da € 5.165.501 ad € 5.306.342 ed incidono per il 4,5% (5,09% nel 2016/17) sul costo totale del personale.
I compensi contrattuali calciatori aumentano di € 12.950.865, da € 78.851.283 ad € 91.802.148.
I compensi contrattuali calciatori nella parte variabile, aumentano di € 3.246.457, da € 8.696.848 ad € 11.943.305.

Gli altri costi del personale, diminuiscono del 59,3%, da € 2.861.977 a € 1.165.939. Tali costi includono gli oneri per transazioni con i calciatori per favorirne il trasferimento.
Il numero medio dei dipendenti nel 2017/18 è stato di 105,19 (97,48 nel 2016/17), di cui 35,75 (32 nel 2016/17) calciatori.
L’incidenza del costo del personale sul fatturato netto, ai fini del Fair Play Finanziario, è del 64,7%, mentre, l’incidenza sul valore della produzione è del 54,85%.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Nell’effettuare la valutazione per una determinata stagione sportiva da disputarsi si considera per il Costo del Lavoro Allargato il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato.

Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso in questione, se si considerasse tutto il costo del personale, il valore risulterebbe di 0,809.

Gli ammortamenti e le svalutazioni totali diminuiscono del 15,8%.
Gli ammortamenti per “Concessioni, marchi, licenze e simili” ammontano a € zero (€ 38 nel 2016/17). Sono stati svalutati crediti iscritti nell'attivo circolante per € zero (€ 460.359 nel 2016/17).

I costi per godimento dei beni di terzi sono pari a € 5.266.417 (€ 4.173.459 nel 2016/17).
L’importo maggiore riguarda le locazioni operative per € 2.341.163 (€ 2.095.553 nel 2016/17)), seguito dall’affitto campi sportivi e concessione uso stadio per € 2.803.563 (€ 1.663.279 nel 2016/17). Per l’affitto degli uffici e del centro tecnico il costo è invariato ed è pari a € 121.691 (€ 240.000 nel 2016/17).

I Costi per prestazioni di servizi registrano un incremento generalizzato di circa il 31% (+35% nel 2016/17) ed ammontano a € 23.959.909 (€ 18.279.430 nel 2016/17).  
I costi specifici tecnici (scouting e gestione tecnica per la produzione TV), sono aumentati del 181% da € 4,51 milioni a € 12,65 milioni. Nella voce “Costi Specifici Tecnici”, in genere, sono inclusi anche i compensi corrisposti agli agenti, per consulenze tecnico sportive rese da terzi in fase di contrattualizzazione e costi per l’osservazione di calciatori.
I costi per il servizio di biglietteria e controllo all’ingresso risultano aumentati di € 434.002, da € 2.941.610 a € 3.375.612.
Il compenso agli amministratori diminuisce di € 3.477.300 da € 4.477.300 a € 1.000.000.


Il requisito del pareggio bilancio.

Il risultato prima delle imposte 2017-2018 risulta negativo per € 3.409.339. Il risultato prima delle imposte 2016-2017 era positivo per € 100.686.013; quello 2015-2016 era negativo per € 2.427.773. Per quanto riguarda il requisito del pareggio di bilancio, imposto dal Fair play Finanziario il Napoli risulta rientrare abbondantemente nell’ambito della soglia di tolleranza. Inoltre, si deve considerare che il regolamento permette di escludere alcuni costi come quelli riguardanti il settore giovanile.

Conclusioni.

L’esercizio scorso mostrava un Napoli che era riuscito ad entrare nella Top 20 delle squadre che fatturano di più in Europa. La “scelta sportiva” del 2017/18 di puntare tutto sul campionato a discapito delle competizioni europee ha comportato: riduzione di fatturato e conseguente perdita, determinata anche dalla rigidità, nel breve periodo, di alcuni costi, manifestando l’importanza delle plusvalenze per un club come il Napoli, che non ha la proprietà delle infrastrutture sportive, dove svolge la propria attività. 
Alcuni costi, come il costo del personale e gli ammortamenti, si mostrano “rigidi” nella fase calante del rendimento sportivo, per via della durata pluriennale dei contratti, a meno che si proceda allo “smobilizzo”.  


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