Luca Marotta
I conti dei club della Premier League relativi alla stagione
sportiva 2017/18, continuano a mostrare, nel complesso, uno stato di salute
buono, sotto il profilo del fatturato, della capacità di generare utili e della
solidità patrimoniale.
Il fatturato netto 2017/18 rispetto al fatturato 2016/17
risulta in aumento del 5,4%, aumentando di £ 244,5 milioni (circa 275,9 milioni
di Euro, ad un cambio medio annuale di 1£ = 1,1286 €)
Nonostante l’ulteriore incremento di £ 67,5 milioni dei
ricavi per la cessione dei diritti TV, rispetto alla precedente stagione
sportiva, la Premier League 2017/18 diminuisce leggermente la sua dipendenza
dai proventi derivanti dalla cessione dei diritti TV, dal 60,7% del 2016/17 al 59%
del 2017/18, a causa dell’incremento dei ricavi commerciali £ 128,2 milioni.
Dai dati esposti emergerebbe, senza dubbio, l’importanza dei
diritti televisivi come fonte principale di ricavo per il fatturato netto. Nel 2017/18,
i ricavi per diritti TV superano la somma dei totali delle altre fonti di
ricavo. Il tutto è merito delle condizioni contrattuali favorevoli che la
Premier League è riuscita a spuntare per la cessione dei diritti televisivi.
Molto “saggia” appare la norma che riguarda le misure del
controllo dei costi a breve termine che impone ai Club della Premier
League di non aumentare i costi della rosa attingendo ai fondi
provenienti dai i diritti TV della Premier League se non nell'ambito di
determinati limiti. Tale norma che ha carattere prudenziale, potrebbe essere
interpretata anche come misura di salvaguardia del sistema. In media, il costo
del personale incide sul fatturato netto per il 52,9%.
Nel 2017/18, i club della English Premier League hano
registrato un risultato netto dopo le imposte positivo per circa £ 296,7
milioni (€ 334,9 milioni). Invece, per la Serie A italiana 2017/18 il risultato
netto aggregato di tutti i club risulta negativo per circa € 90,7 milioni e la
voce ricavi TV supera nettamente la somma dei totali delle altre fonti di
ricavo, con un’incidenza sul fatturato netto, che si avvicina al 55%, pertanto
risulta necessario ricorrere alle plusvalenze per far quadrare i conti.
Comunque bisogna evidenziare che i ricavi TV della Premier League 2017/2018,
nel complesso inclusi i ricavi da competizioni UEFA, pari a circa £ 2,83
miliardi (€ 3,2 miliardi) sono più del doppio di quelli della Serie A 2017/18,
inclusi i ricavi da competizioni UEFA, pari a circa 1,3 miliardi di Euro.
Si può affermare che i ricavi della Premier League 2017/2018,
oltre ad essere nettamente superiori a quelli della Serie A italiana 2017/2018,
fanno pensare anche ad un modello organizzativo meglio gestito oltre a migliori
condizioni economiche generali di sistema.
Il Fatturato Netto.
Il fatturato netto 2017/18 della Premier League è di £ 4,81
miliardi (£ 4,56 miliardi nel 2016/17; £ 3,6 miliardi nel 2015/16 e £ 3,3
miliardi nel 2014/15), pari a circa 5,4 miliardi Euro.
I primi sei club per fatturato hanno occupato i primi sei
posti della classifica della stagione sportiva ed hanno partecipato alle competizioni
europee. Anche nel 2016/17 i primi sei club per fatturato hanno occupato i
primi sei posti della classifica della stagione sportiva; mentre nel 2015/16 ci
fu il caso Leicester che giunse primo in Premier League con l’ottavo fatturato
e il Southampton, che conquistò il sesto posto in campionato con il decimo
fatturato.
Nella stagione sportiva 2017/18, risulta che il Club col
maggior fatturato netto, come anche nel 2016/17 e 2014/15, è stato il Manchester United con £ 590
milioni (£ 581,2 milioni nel 2016/17; £ 515,3 milioni nel 2015/16; £ 395,2
milioni nel 2014/15), che si è classificato al secondo posto in campionato (6°
nel 2016/17; 5° posto nel 2015/16; 4° nel 2014/15). Il Manchester City con il secondo fatturato pari a £ 500,5
milioni si è piazzato al primo posto in EPL (£ 473,4 milioni nel 2016/17 e 2°
posto in EPL; £ 391,8 milioni nel 2015/16 e 4° posto in EPL). Il Liverpool con
£ 455,1 milioni ha il terzo fatturato, con il 4° posto in EPL e il Chelsea il
quarto fatturato con £443,4 milioni e il 5° posto in EPL. L’Arsenal con £ 415,4 milioni ha
il quinto fatturato e si è piazzato al sesto posto in EPL (£ 415,4 milioni e 5°
posto nel 2016/17; £ 347,4 milioni e 2° posto nel 2015/16), facendo peggio di due
posizioni rispetto alla classifica del fatturato.
Il Tottenham con £ 380,7 milioni ha il sesto fatturato, con
il 3° posto in EPL.
Se si considerasse il teorema secondo cui esiste una stretta correlazione tra fatturato e
posizione in classifica, risulterebbe che il club che ha fatto meglio
in Premier League rispetto alla classifica del fatturato è il Burnley, che ha
scalato sette posizioni; mentre i club che hanno fatto peggio è il Southampton
che ha perso sei posizioni, rispetto alla posizione della classifica del
fatturato.
Dal grafico emerge che i club che hanno fatto meglio in
Premier rispetto al fatturato sono otto: Manchester City; Tottenham; Burnley; Leicester; Crystal Palace; Bournemouth;
Watford e Huddersfield Town.
I club che hanno fatto peggio sono undici: Manchester
United; Liverpool; Chelsea; Arsenal; Everton; Newcastle United; West Ham; Brighton
and Hove Albion; Southampton; Swansea; e Stoke City.
L’unico club la cui posizione in base alla classifica della
Premier League 2017/18 coincide con la posizione in classifica del fatturato è
il West Bromwich Albion.
Negli ultimi tre posti della classifica del fatturato, figurano
due squadre retrocesse: West Bromwich Albion e Stoke City. L’altro club
retrocesso, lo Swansea, mostrava il diciassettesimo fatturato.
In sintesi, anche nel 2017/18, la classifica finale della
Premier League, come nel 2016/17, ha smentito la tesi che “vince chi fattura di
più”.
L’Incidenza dei
Ricavi TV sul Fatturato Netto (TV and Broadcasting/Turnover).
I ricavi per “TV and Broadcasting” della Premier League 2017/18
ammontano a circa 2,8 miliardi di sterline (£ 2,77 miliardi nel 2016/17; £ 1,9
miliardi nel 2015/16), pari a circa 3,2 miliardi di Euro. Considerando il
fatturato netto, senza plusvalenze, pari a £ 4,81 miliardi, si ottiene
un’incidenza del 58,97 %.
Sull’importo complessivo incidono anche le competizioni
europee. I club che hanno disputato la UEFA Champions League 2017/18, sono stati
5: Chelsea; Manchester City; Liverpool; Tottenham e Manchester United. L’ Arsenal
e l’Everton hanno partecipato alla UEFA Europa League.
Il club col maggior fatturato televisivo è il Liverpool con
£ 220,1 milioni, pari a circa 248,4 milioni di Euro, seguito da Manchester City con £ 211,5
milioni, pari a circa 238,7 milioni di Euro e Manchester United con £ 204,1 milioni.
Subito dopo seguono gli altri club impegnati nelle
competizioni europee: Chelsea con £ 204,1 milioni; Tottenham con £ 200,7
milioni; Arsenal con £ 180,1 milioni ed Everton con £ 130 milioni.
Il Leicester ha fatturato £ 124,2 milioni (£ 190,8 milioni nel
2016/17), pari a circa 140,1 milioni di Euro, e risulta al nono posto (4° posto
nel 2016/17) perché non ha goduto dei ricavi della UEFA Champions League.
Gli ultimi tre posti, come nel 2016/17, sono occupati dai
club retrocessi: Swansea con £ 104,6 milioni (€ 118,1 milioni); West Bromwich
Albion con £ 102 milioni (€ 115,1 milioni) e Stoke City con £ 100,9 milioni (€
113,9 milioni), che per la Serie A italiana sono una cifra da quarto posto.
Per quanto riguarda la differenza con la Serie A italiana
ammonta a circa 2,9 miliardi di Euro. Il dibattito riguardante sullo squilibrio
interno e della differenza con i proventi di altre Leghe Europee si è
concentrato soprattutto sui criteri di ripartizione dei diritti e non sulla
struttura organizzativa della stessa Lega Serie A
I ricavi da Match
Day.
Complessivamente i ricavi da Match Day incidono per il 13,8%
sul fatturato netto escluse le plusvalenze e risultano pari a £ 663.3 milioni
(£ 614,5 milioni nel 2016/17), circa 748.6 milioni di Euro.
Per le prime posizioni, la classifica rispecchia quella
dell’anno precedente, con al primo posto il Manchester United, seguito dall’Arsenal,
Liverpool e Chelsea.
In genere, dovrebbe esserci una stretta correlazione tra
incassi da botteghino, capacità dello stadio e numero di eventi ospitati.
Per quanto riguarda il Tottenham, l’aumento dei ricavi da
Match Day è dovuto al fatto che nella stagione sportiva 2017/18 il Tottenham ha
giocato nel Webley Stadium; mentre, nel 2016/17 ha disputato le partite nel
vecchio stadio “White Hart Lane Stadium”.
La media dei biglietti venduti a partita è stata di 68.500.
Il club col maggiore importo è il Manchester United con £ 109,7
milioni, seguito dall’Arsenal con £ 98,9 milioni. Il Liverpool si colloca al
terzo posto con £ 80,7 milioni seguito dal Chelsea con £ 73,9 milioni. Rispetto
al 2016/17, al quinto posto, il Tottenham con £ 71 milioni supera il Manchester
City con £ 56,6 milioni. All’ultimo posto si colloca Huddersfield Town con £ 4,8
milioni.
Come nel 2016/17, bisogna evidenziare che gli ultimi tre
posti non sono occupati dai club retrocessi. In particolare, il Bournemouth, è
il club con lo stadio con minore capacità.
I ricavi commerciali.
I ricavi commerciali, compresi i ricavi da “Corporate
Hospitality” e gli altri ricavi, incidono per il 27,2% sul fatturato netto. Il
totale complessivo ammonta a 1,3 miliardi di sterline, pari a circa 1,47
miliardi di Euro, che è una cifra nettamente superiore ai ricavi TV della Serie
A italiana 2017/18, che è la maggiore fonte dei ricavi della stessa.
Al primo posto si colloca il Manchester United con £ 276,1
milioni, pari a circa 311,6 milioni di Euro. Il Manchester City, anche con
l’aiuto delle sponsorizzazioni con parti correlate si colloca al secondo posto
con £ 232,3 milioni. Il Chelsea, si colloca al terzo posto con 165,4 milioni;
mentre il Liverpool risulta quarto con £ 154,3 milioni, davanti al Tottenham
con £ 109,1 milioni. L’Arsenal è al sesto posto con £ 106,9 milioni.
Lo Stoke City, che è retrocesso, occupava l’undicesimo posto
con £ 18,6 milioni, pari a circa 21 milioni di Euro ed
il West Bromwich Albion il quindicesimo posto con £ 15,3 milioni, pari a circa 12,97
milioni di Euro.
Gli ultimi due posti sono occupati da Huddersfield Town e
Bournemouth, club di medio bassa classifica, che tuttavia hanno conseguito la
permanenza in Premier League anche per il 2018/19. Il terzultimo posto è
occupato dal Brighton.
Il Player Trading.
Gli Ammortamenti e l’impairment sui diritti alle prestazioni
dei calciatori ammontano complessivamente a £ 1,16 miliardi. Il risultato
complessivo relativo alle cessioni dei calciatori 2017/18 è pari a £ 836,4
milioni e non riesce a coprire il costo annuale dei cartellini dei calciatori.
Il risultato complessivo del Player Trading è negativo per £ 325,3 milioni. Il
club col miglior Player Trading è il Liverpool, con un risultato positivo di £ 46.5
milioni, seguito dal Southampton con un risultato positivo di £ 32,2 milioni.
Il club col maggior costo per ammortamenti calciatori è il Manchester
United con £ 138,4 milioni, seguito dal Manchester City con £ 134,3 milioni. Non
a caso espongono il peggior risultato relativo al Player Trading, anche perché
i grandi club hanno altre fonti di ricavo, cui attingere.
Il club col miglior risultato in tema di cessione calciatori
è il Liverpool con £ 123,9 milioni, seguito dall’Arsenal con £ 113,0 milioni e Everton
con £ 87,8 milioni.
Non è forse un caso, che un campionato che ha un fatturato
netto elevato per diritti tv, ricavi commerciali e ricavi da gare, abbia un
risultato da Player Trading negativo, anche perché la possibilità di acquisire
calciatori con un costo del cartellino molto elevato, comporta necessariamente
l’evidenziazione di notevoli costi per ammortamento.
Il Costo del
Personale.
Il Costo totale del personale dei club della Premier League 2017/18
è di circa 2,83 miliardi di Sterline (£ 2,49 miliardi nel 2016/17) e assorbe
circa il 58,9% del Fatturato Netto (54,7% nel 2016/17).
Il club col maggior costo del personale è risultato il Manchester
United con £ 295,9 milioni, seguito dal Liverpool con £ 263,6 milioni, dal Manchester
City con £ 259,6 milioni e dal Chelsea con £ 244,1 milioni.
Per quanto riguarda i club che si sono classificati ai primi
tre posti del campionato, il Manchester City si colloca al terzo posto con £ 259,6
milioni (1° costo del personale nel 2016/17, con £ 264,1 milioni). Il Costo del
Personale del Manchester United, giunto al secondo posto in campionato, si
colloca al primo posto con £ 295,9 milioni. Il Tottenham,
arrivato terzo in Premier League, ha il sesto costo del personale con £ 147,6
milioni (6° posto nel 2016/17, con £ 126,9 milioni).
I club retrocessi mostravano il tredicesimo costo del
personale, pari a £ 94,3 milioni, con lo Stoke City; il quindicesimo costo del
personale, pari a £ 92,2 milioni col West Bromwich Albion e il sedicesimo costo
del personale con lo Swansea con £ 91,3 milioni.
In termini di rapporto tra costo del personale e fatturato
il club che ha il rapporto più elevato risulta il Crystal Palace con il 78%; seguito
dall’Everton con il 76,9%; dal Bournemouth col 75,5%; dal Leicester col 74,9%; dal
Southampton col 74,2%; dallo Stoke City col 74,1%; dal West Bromwich Albion col
73,9% e dallo Swansea col 71,2%. Tali otto club sono anche quelli che superano
la soglia del 70%. Invece, i l club con il rapporto più basso risulta il
Tottenham con il 38,8%, che è il solo club al di sotto della soglia del 50%.
Se si considerasse il Costo
del Lavoro Allargato, comprensivo di costo del personale e ammortamenti, a punto, risulterebbe che il
club che ha speso meno è il Burnley con £ 2,03 milioni a punto, seguito dall’Huddersfield
Town con £ 2,19 milioni a punto realizzato. Il Tottenham risulta il quarto club
che ha speso meno per ogni punto conquistato con £ 2,74 milioni.
Il Stoke City retrocesso ha speso 4,55 milioni di sterline a
punto.
La media del costo del lavoro allargato a punto risulta di
3,84 milioni a punto. I club sopra la media sono nove: Manchester United; Swansea;
Manchester City: Arsenal ; Everton; Liverpool; Stoke City; Southampton e
Chelsea .
Il club col maggior costo del lavoro allargato, ossia il
Manchester United ha speso in termini di costo del lavoro allargato, per
realizzare punti in campionato, la cifra di £ 5,36 milioni a punto. Il Manchester
City, che ha vinto il campionato, ha speso £ 3,94 milioni per ogni punto, anche
per il fatto che ha conquistato 100 punti. Il Chelsea ha speso £ 5,25 milioni a
punto e l’Arsenal 5,27 milioni a punto.
L’Incidenza del Costo
del Personale sui Ricavi TV.
L’Incidenza del Costo del Personale sui Ricavi TV della
Premier League 2017/18, in media è del 95,5% (90,1% nel 2016/17; 116,7% nel 2015/16).
Si pensi che nel 2012/13 era del 147,4%.
Ciò sta a significare che i ricavi TV della Premier League riescono
a coprire completamente il costo del personale. I segnali di miglioramento sono
evidenti, perché nel 2012/13 la percentuale di copertura, da parte dei ricavi
TV, era inferiore essendo pari al 67,8%.
Il vantaggio della Premier League, rispetto alla Serie A, è
che i ricavi TV, sono nettamente superiori, come lo sono le altre componenti
del fatturato caratteristico, e sta esercitando effetti positivi la misura del
controllo dei costi a breve termine.
Il Risultato Prima
delle Imposte Aggregato.
Il Risultato Prima delle Imposte aggregato della Premier
League 2017/18 è positivo per 472,7 milioni di sterline (positivo per £ 571
milioni nel 2016/17; negativo per £ 94,5 milioni nel 2015/16; positivo per £
122,8 milioni nel 2014/15). Sul dato aggregato incide il fatto che ben 13 club,
ossia ben oltre la metà dei club della Premier League, espongono un risultato
prima delle imposte superiore a 10 milioni di sterline.
Il Tottenham espone il risultato positivo migliore con £ 138,9
milioni, seguito dal Liverpool con 125,1 milioni e dall’Arsenal con £ 70,2
milioni.
Risultano sette club con un dato negativo; mentre nel
2016/17 era solo uno; nel 2015/16 erano otto club e nel 2014/15 erano solo sei
club.
I club in perdita oltre £ 10 milioni sono: Stoke City con £30,1
milioni; Watford con £31,6 milioni e Crystal Palace con £35,5 milioni.
La Situazione
Patrimoniale.
Il totale delle attività, ossia dei mezzi a disposizione,
dei club della Premier League, relativi alla stagione sportiva 2017/18, ammonta
a circa 9,2 miliardi di Sterline (£ 7,6 miliardi nel 2016/17; £ 6,8 miliardi nel
2015/16), pari a circa 10,4 miliardi di Euro. Tali mezzi sono finanziati con
mezzi propri per circa il 30,9%.
Per la classifica relativa all’attivo, il club con l’attivo
più elevato, e quindi con più mezzi a
disposizione è il Manchester United con 1,55 miliardi di sterline, che si è
classificato in campionato al secondo posto; seguito dal Tottenham (terzo in
campionato) con £ 1,3 miliardi; dal Manchester City (primo in campionato) con £
1,2 miliardi e dall’Arsenal con £ 1 miliardo (in campionato al sesto posto). Il
Chelsea, che è arrivato quinto in campionato, risulta con un attivo di 755,3
milioni di sterline, al quinto posto per mezzi a disposizione.
L’unico club con meno di 100 milioni di sterline di attivo,
ossia di mezzi a disposizione, è l’Huddersfield Town con 80,8 milioni di
sterline.
L’attivo non corrente totale della Premier League 2017/18
ammonta a £ 6,65 miliardi (£ 5,3 miliardi nel 2016/17); tale voce è aumentata,
rispetto alla stagione precedente del 26,1%.
Tra i club col maggior attivo non corrente spiccano il Manchester United
con £ 1,13 miliardi e il Tottenham con £ 1,13 miliardi a causa dell’importante investimento
nel nuovo stadio.
L’attivo corrente totale della Premier League 2017/18
ammonta a £ 2,55 miliardi.
L’ammontare dei mezzi propri totali è di £ 3,2 miliardi (£
2,4 miliardi nel 2016/17); tale voce è aumentata, rispetto alla stagione
precedente del 17,4%.
Come nei tre esercizi precedenti, il Club col maggior Patrimonio
Netto è il Manchester City, con £ 746,6 milioni, seguito dal Manchester United,
con £ 425,3 milioni ed Arsenal con £ 419,9 milioni. I
club con più di £ 100 milioni di Patrimonio Netto sono nove: Manchester City;
Manchester United; Arsenal; Tottenham; Liverpool; Chelsea; Everton; Leicester e
Southampton.
Il Club col maggior Equity Ratio è il Manchester City, con 61,9%,
seguito dal Chelsea con 52%; Leicester con 50,7%.
Il club che presenta l’Equity Ratio negativo peggiore è lo
Stoke City seguito dal Bournemouth.
Figurano
sei club con patrimonio netto negativo: Huddersfield
Town ; West Ham; Watford; Stoke City ;
Bournemouth e Brighton .
Il club che presenta il Patrimonio Netto negativo più
elevato è il West Ham seguito dallo Stoke City.
Il Passivo corrente totale della Premier League 2017/18
ammonta a £ 3,7 miliardi (£ 3,1 miliardi nel 2016/17); tale voce è aumentata,
rispetto alla stagione precedente del 17,4%. In genere, nel passivo corrente
delle squadre di calcio vengono allocati anche i ricavi anticipati per
abbonamenti relativi alla stagione successiva, che non sono veri e propri
debiti.
Il Passivo non corrente totale della Premier League 2017/18
ammonta a £ 2,64 miliardi.
L’INDICE
DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il
rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità
totale. Si è solvibili quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più si è solvibili.
L’insieme dei club della Premier League 2017/18
evidenzia un indice di solvibilità totale abbondantemente superiore a 1,
essendo pari a 1,45 (1,46 nel 2016/17; 1,43 nel 2015/16), ciò vuol dire che
complessivamente il valore dei beni a disposizione è sufficiente a pagare i
debiti.
Tuttavia
per sei club il valore è inferiore a 1 e si tratta di Brighton & Hove
Albion; Watford; West Ham; Huddersfield Town; Bournemouth
e Stoke City.
NET DEBT
Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta
complessiva è negativa per £ 1,46 miliardi (-£ 797,3 milioni nel 2016/17; -£
862,7 milioni nel 2015/16). Tuttavia figurano cinque club con una posizione
finanziaria netta positiva: Chelsea; Burnley;
Arsenal; Leicester e Southampton.
I club che superano l’importo di 100 milioni di sterline
come posizione finanziaria netta negativa sono sei: Tottenham; Manchester
United; Liverpool; Newcastle; Brighton e Stoke.
Conclusioni.
Dai dati relativi alla stagione sportiva 2017/18, il
business della Premier League appare solido e profittevole.
Indubbiamente, i ricavi relativi alla cessione dei diritti
TV, che sono diventati la principale fonte di reddito della Premier League sia
in valore assoluto che come peso percentuale, svolgono un ruolo importante. L’importo notevole dei ricavi relativi alla cessione
dei diritti TV per la Premier League unitamente alle Regole Inglesi in tema di
controllo economico-finanziario, che pongono un limite alle perdite triennali e
stabiliscono delle misure di controllo dei costi del personale, unitamente ai
ricavi commerciali e da botteghino, sono alcune delle cause che contribuiscono
a rendere solido il business della Premier League. Altre cause bisognerebbe
ricercarle nel modello organizzativo e nella dotazione di infrastrutture.
Nel medio-lungo periodo, sarà interessante seguire nel
futuro, come le condizioni economiche generali, potranno influenzare la
solidità del business, si pensi alla “Brexit” o ad eventuali svalutazione della
sterlina.
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