Luca
Marotta
L’aumento
dei volumi economici e patrimoniali, vedasi fatturato e valore dei diritti
pluriennali alle prestazioni dei calciatori, potrebbe essere visto come una
delle cause del ricorso alla leva finanziaria dell’indebitamento finanziario da
parte della società Juventus.
Una
argomentazione a sostegno di tale tesi è fornita dal prospetto informativo del
15 febbraio 2019 riguardante il collocamento dell’emissione di un prestito
obbligazionario di 175.000.000 di Euro, quotato alla borsa di Dublino. Infatti
in tale prospetto è scritto: al fine di “dotare la Società di risorse finanziarie per la propria
attività ottimizzando la struttura e la scadenza del debito” la Juventus è
ricorsa all’emissione di un prestito obbligazionario non convertibile, in data
13 febbraio 2019, per Euro 175 milioni. Nello stesso prospetto è scritto: “Juventus,
in linea con la propria politica di gestione del rischio, mantiene i prestiti
concessi dalle principali banche a un livello sufficiente a prevenire la
carenza di flussi di cassa, anche in relazione a scadenze a breve e medio
termine.
Tuttavia, i crescenti investimenti
richiesti per garantire risultati sportivi come quelli recenti, potrebbero
richiedere una maggiore leva finanziaria nel prossimo futuro.”
Il ricorso
all’emissione di un bond per finanziare l’attività non è una novità nel modo
del calcio. In effetti, hanno fatto ricorso allo strumento dell’emissione di
prestiti obbligazionari quotati su mercati regolamentati: AC Milan (Borsa di
Vienna); FC Internazionale (borsa del Lussemburgo) e all’estero tale pratica
era già presente da alcuni anni come nel caso del Manchester United.
L’emissione
di un prestito obbligazionario, in aggiunta alle linee di credito bancarie
disponibili, deve essere vista come una fonte di finanziamento esterno
all’impresa, che fa “ricorso al mercato”. In genere, viene collocato tra gli
investitori istituzionali (es. Fondi), ma a volte può essere collocato tra i
risparmiatori.
Al 30 giugno 2018, la Juventus aveva
linee di credito bancarie per € 502,5 milioni, di cui €
226,1 milioni revocabili, utilizzate per € 332,3 milioni, di cui
L’indebitamento
finanziario netto, al 30 giugno 2018 era pari a € 309,8 milioni
Al 31 dicembre 2018 la Juventus
disponeva di linee di credito bancarie per € 524,4 milioni, di cui
utilizzate per complessivi € 404,5 milioni.
L’indebitamento
finanziario netto, al 31 dicembre 2018, era pari a € 384,3 milioni-
Al 30.06.2019 l’indebitamento
Finanziario Netto, ammonta a 464 milioni di Euro.
In ogni
caso, il rapporto tra indebitamento netto ed EBITDA dovrebbe essere rimasto
sotto il livello di 3 (livello critico). Aggregando i dati forniti da Exor,
l’EBITDA al 30.06.2019 di Juventus FC dovrebbe essere positivo per Euro 161,3
milioni e, di conseguenza, il rapporto NET DEBT/EBITDA sarebbe pari a 2,87.
Per quanto
riguarda il discorso della capacità di rimborso del prestito obbligazionario,
premesso che la scadenza è 19 febbraio 2024, nel prospetto informativo
dell’emissione del BOND è scritto:” La
capacità dell'Emittente di effettuare pagamenti e rifinanziare il proprio
debito e di finanziare le spese in conto capitale pianificate dipenderà dalla
sua capacità di generare liquidità in futuro. Ciò, in una certa misura, è
soggetto alle prestazioni e alla popolarità della prima squadra, dell'Emittente
nonché a fattori economici, finanziari, competitivi, regolamentari e di altro
genere …”.
In base a
quanto scritto risulta importante il livello del fatturato raggiunto e fissato
come “target” nel medio periodo, che dovrebbe essere mantenuto con l’attuazione
di strategie e piani; ovviamente, bisognerà prestare attenzione al contenimento
dei costi al fine di determinare un EBITDA positivo, che determinerà il flusso
di cassa operativo necessario per ripagare il debito. Il flusso di cassa
operativo generato deve far fronte alla necessità di rimborsare il debito. Una
conseguenza potrebbe essere che il flusso di cassa per investimenti debba
essere finanziato dalle cessioni. In altre parole si potrà acquistare nuovi
calciatori, finanziandone l’acquisto con la vendita di altri.
La perdita del 2018/19, stimata in base ai dati Exor, in 40 milioni di Euro dipende in parte dai maggiori accantonamenti netti effettuati nel secondo semestre per circa 14 milioni di Euro, rispetto al secondo semestre 2017/18. Tale maggiore accantonamento potrebbe essere dovuto alla scelta del cambio della guida tecnica.
Dalla
situazione determinatasi a inizio della stagione sportiva 2019/2020 emergerebbe
la necessità di ridurre il costo del personale del costo degli esuberi.
Le
prospettive future del fatturato possono fare affidamento sul rinnovo del
contrato con Adidas per 51 milioni annui; sull’incremento dei Ricavi da vendite
di prodotti e licenze, che già nel primo semestre 2018/19 sono aumentati di
circa 12 milioni di Euro rispetto al primo semestre dell’esercizio precedente.
Varie fonti di stampa riportano la notizia circa un aumento notevole che si
verificherà per quanto concerne il rinnovo per il “main sponsor”.
2 commenti:
Domanda: la Juventus è simile ai Top Club come struttura economico-finanziaria?
Risposta: no.
Sotto il profilo patrimoniale ha un equity ratio del 3%, che deriva da un patrimonio netto di 31 milioni.
Real Madrid, Man Utd, Man City, Liverpool, Bayern ecc…hanno equity ratio del 30%, 50% 60% e il Tottenham, che è sulla stessa dimensione di ricavi della Juventus, del 41%.
Significa patrimoni netti di 500, 400, 300 milioni.
Sotto il profilo finanziario la Juventus ha chiuso il 2018-19 con una posizione finanziaria netta di -463,5 milioni cioè pari al 100% dei ricavi operativi, con una dinamica che l'ha vista triplicare in due anni.
Aveva ottenuto un prestito obbligazionario di 175 milioni meno di un anno fa e l’indebitamento netto nel frattempo è aumentato di 154 mln.
Gli altri Top Club vanno da posizioni addirittura di liquidità netta (Real, Tottenham, Bayern…) fino a posizioni di 4% 5% e qualcuno del 20% 30% sui R.O.
Ma quello peggiore è il profilo economico.
I Top Club in genere coi ricavi operativi (ossia senza le vendite di giocatori e i prestiti) coprono o quasi i costi totali.
La Juventus nel 2018-19 ha fatto quasi 160 milioni tra plusvalenze e prestiti giocatori, facendo 40 milioni di perdita, ossia aveva in partenza un deficit di circa 200 milioni tra ricavi operativi e costi totali. E per il 2019 – 20 ci sono almeno 250 milioni da coprire.
Ad aggravare quello squilibrio economico c’è una rosa che è invendibile cash per la quasi totalità.
Questo è dovuto alla corresponsione di ingaggi molto più elevati degli altri Top Club.
Il Real Madrid ha chiuso il 2018-19 con un costo della prima squadra (compresi i tecnici) di 299,8 mln, la Juventus di almeno 285 mln (301,3 mln meno i costi della 2a squadra e delle altre giovanili, più quella femminile, più l’altro personale tesserato).
Ma il Real Madrid ha chiuso il 2018-19 con un fatturato netto di 757 mln e la Juventus di 464 mln.
Il Real ha un costo dell’intero personale sportivo e non sportivo di 394 mln, pari al 52% dei R.O. (ma dentro ci sono 32,3 milioni del costo del personale della squadra di pallacanestro e inoltre il Real ha strutture enormi perciò maggior personale non sportivo) e la Juventus di 327 mn, pari al 70,5 % dei R.O.
Quest’estate si è già avuto un assaggio sul grado di vendibilità della rosa.
La Juventus non è riuscita a vendere nessuno dei cosiddetti “esuberi” (e anche dei "non esuberi" messi in vendita) e la ragione è l’ingaggio molto alto rispetto al valore economico-sportivo, spesso combinato anche con l’età avanzata di alcuni.
Quando hai un giocatore valutato ad esempio 40 milioni ma che prende 7-8 mln netti anziché 3 o 4 un Club acquirente idealmente sconta dal prezzo gli 8 o 10 mln lordi in più all’anno – e per 4 o 5 anni – che sono quelli che paga in più a quel calciatore rispetto a un altro analogo che trova sul mercato.
La Juventus di fatto può vendere solo scambiando, non cash.
Ma dato che gli altri Top Club non hanno alcuna necessità e urgenza di fare plusvalenze scambieranno solo se hanno una buona convenienza a farlo e cioè con un giocatore di ingaggio altrettanto fuori mercato e/o con altri difetti (maggiore età e/o minore valore sportivo).
L’aumento di capitale di 300 milioni mette una pezza sulla situazione patrimoniale e finanziaria, ma non ha quasi alcun effetto su quella economica.
Fino alla scadenza di ingaggi onerosi, spesso portati fino a 35, 36, 37 anni, sotto il profilo costi non ci sono molte possibilità di ridurli.
Sul fronte ricavi la Juventus: 1) su quelli sportivi fa già quasi il massimo possibile da anni, vincendo scudetti e arrivando di media da 5 anni oltre i quarti di Champions, 2) su quelli TV interni le previsioni sono – per i Club Italiani – al meglio di mantenerli nel prossimo triennio.
Rimangono quelli commerciali.
Ma non è certo con lo sbandierato “effetto Ronaldo” (che non ha portato neanche 18 milioni di guadagni nel 2018-19 a fronte di 90 mln di costi), che si incrementeranno di molto quelli per i prossimi anni.
Per incrementarli fortemente ci vogliono investimenti considerevoli e gran parte dei ritorni non sono nemmeno immediati.
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