Luca Marotta
Nei bilanci delle banche italiane è possibile reperire i
dati sulla qualità del credito. Senza voler assurgere ad un livello di lavoro
scientifico, nel presente articolo sono messi a confronto alcuni dati di alcune
banche italiane scelte a caso e per limitati aspetti, tratti dai rispettivi
bilanci al 31.12.2015.
Ai fini di pervenire ad una classificazione omogenea a
livello europeo per la vigilanza sulle banche, il 9 gennaio 2015 la Commissione
Europea ha approvato il Regolamento di esecuzione 2015/227. Tale Regolamento,
che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20
febbraio 2015, ha
recepito l’Implementing Technical Standard (ITS) dell’EBA, che contiene le
definizioni di esposizioni deteriorate (“Non Performing exposure”) e di
esposizioni oggetto di misure di tolleranza (cosiddette “Forborne Exposure”).
Le nuove disposizioni dell’Unione Europea sui nuovi criteri
per la classificazione della qualità del credito sono state recepite dalla
Banca d’Italia.
Le “Esposizioni deteriorate” sono costituite da tre
categorie: “sofferenze”, “inadempienze probabili”, “esposizioni scadute e/o
sconfinamenti deteriorate”.
Le sofferenze riguardano l’esposizione verso soggetti in
stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni
sostanzialmente equiparabili.
Le Inadempienze probabili dipendono dal giudizio
dell’intermediario circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali
l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea
capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va
operata indipendentemente dalla presenza di eventuali importi, o rate, scaduti
e non pagati. Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di
anomalia, ossia il mancato rimborso.
Le “Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate”
includono le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le
sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della
segnalazione, sono scadute o sconfinanti.
La tabella seguente mostra il volume netto dei crediti
deteriorati di alcune banche italiane al 31.12.2015, distinto tra: sofferenze;
inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.
Il totale del campione mostra un volume netto di crediti
deteriorati pari a circa 152 miliardi di Euro al 31.12.2015.
Ovviamente, la classifica in valore assoluto dipende anche
dalla dimensione della banca. Ma, non si può non notare l’entità dei crediti
deteriorati netti del Gruppo Monte Paschi di Siena, che è di circa 24 miliardi
di Euro, a cui pare, secondo notizie di stampa, sia stato chiesto di ridurne
l’entità.
Da notare che il volume totale netto per inadempienze
probabili,del campione di banche preso in esame, pari a circa 76,4 miliardi di
Euro, sia superiore alle sofferenze pari a 68,6 miliardi di Euro.
La tabella seguente mostra l’esposizione creditizia verso la
clientela di alcune banche italiane al 31.12.2015, con l’evidenziazione dei
crediti in bonis e dell’esposizione lorda e delle rettifiche operate sui
crediti deteriorati.
Quando un credito diventa deteriorato, la banca deve
effettuare una rettifica di valore in bilancio. A seconda di quante siano le
probabilità di recupero di quel credito, a seconda delle garanzie esistenti e a
seconda del tempo passato dal pagamento dell'ultima rata, la banca deve
effettuare maggiori o minori rettifiche. Così nasce il cosiddetto tasso di copertura:
si tratta del rapporto tra le rettifiche di valore e il valore lordo del
credito deteriorato. Ad esempio, una banca che ha 100 milioni di crediti
deteriorati e li svaluta di 60 milioni esponendo a bilancio un valore di 40
milioni, significa che ha un tasso di copertura del 60%. Un tasso di copertura
elevato indica un atteggiamento prudente della banca: perché riduce la propria
esposizione, incassando subito le perdite, su quel credito. Ridurre il tasso di
copertura significa invece aumentare i rischi potenziali.
La tabella seguente mostra il tasso di copertura dei crediti
deteriorati verso la clientela di alcune banche italiane al 31.12.2015,
calcolato sull’importo lordo dell’esposizione.
Inoltre, la tabella mostra come i crediti netti verso la clientela
incidano sul totale dell’attivo, ossia i mezzi che la banca ha a disposizione
per far fronte alle passività, e come incidano i crediti deteriorati netti sul
totale dell’attivo e sui crediti verso la clientela.
Alcuni dati
patrimoniali e reddituali.
La tabella seguente mostra alcuni dati patrimoniali e
reddituali di alcune banche italiane al 31.12.2015. La stessa tabella mostra anche
come il patrimonio netto totale incida sul totale dell’attivo, ossia come i
mezzi propri finanzino i mezzi che la banca ha a disposizione per far fronte
alle passività.
Da tale tabella emerge la situazione reddituale
insoddisfacente del Gruppo Banca Popolare di Vicenza e Gruppo Veneto Banca, le
cui vicende assembleari sono state alla ribalta della cronaca recente. Invero,
anche il Gruppo Monte Paschi di Siena mostra una situazione economica in
perdita per 388 milioni di Euro.
Nel complesso il campione in esame, nonostante i casi sopra
evidenziati mostra un risultato positivo di 2,9 miliardi di Euro.
Il Gruppo Cariparma mostra il miglior rapporto del campione
in esame tra patrimonio netto totale e attivo, pari al 10%; mentre il Gruppo
Monte Paschi di Siena evidenzia il rapporto più basso tra patrimonio netto
totale e attivo, pari al 5,69%.
Conclusioni.
Anche se non trattasi di un lavoro scientifico, sono
comunque evidenti, al 31.12.2015, delle situazioni particolari, come quella del
Gruppo Monte Paschi di Siena, Gruppo Veneto Banca e Gruppo Popolare di Vicenza
oggetto della recente cronaca finanziaria.
Nessun commento:
Posta un commento