mercoledì 13 luglio 2016

La qualità del credito di alcune banche italiane.



Luca Marotta


Nei bilanci delle banche italiane è possibile reperire i dati sulla qualità del credito. Senza voler assurgere ad un livello di lavoro scientifico, nel presente articolo sono messi a confronto alcuni dati di alcune banche italiane scelte a caso e per limitati aspetti, tratti dai rispettivi bilanci al 31.12.2015.

Ai fini di pervenire ad una classificazione omogenea a livello europeo per la vigilanza sulle banche, il 9 gennaio 2015 la Commissione Europea ha approvato il Regolamento di esecuzione 2015/227. Tale Regolamento, che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20 febbraio 2015, ha recepito l’Implementing Technical Standard (ITS) dell’EBA, che contiene le definizioni di esposizioni deteriorate (“Non Performing exposure”) e di esposizioni oggetto di misure di tolleranza (cosiddette “Forborne Exposure”).
Le nuove disposizioni dell’Unione Europea sui nuovi criteri per la classificazione della qualità del credito sono state recepite dalla Banca d’Italia.
Le “Esposizioni deteriorate” sono costituite da tre categorie: “sofferenze”, “inadempienze probabili”, “esposizioni scadute e/o sconfinamenti deteriorate”.
Le sofferenze riguardano l’esposizione verso soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
Le Inadempienze probabili dipendono dal giudizio dell’intermediario circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata indipendentemente dalla presenza di eventuali importi, o rate, scaduti e non pagati. Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia, ossia il mancato rimborso.
Le “Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate” includono le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute o sconfinanti.

La tabella seguente mostra il volume netto dei crediti deteriorati di alcune banche italiane al 31.12.2015, distinto tra: sofferenze; inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.



Il totale del campione mostra un volume netto di crediti deteriorati pari a circa 152 miliardi di Euro al 31.12.2015.
Ovviamente, la classifica in valore assoluto dipende anche dalla dimensione della banca. Ma, non si può non notare l’entità dei crediti deteriorati netti del Gruppo Monte Paschi di Siena, che è di circa 24 miliardi di Euro, a cui pare, secondo notizie di stampa, sia stato chiesto di ridurne l’entità.
Da notare che il volume totale netto per inadempienze probabili,del campione di banche preso in esame, pari a circa 76,4 miliardi di Euro, sia superiore alle sofferenze pari a 68,6 miliardi di Euro.

La tabella seguente mostra l’esposizione creditizia verso la clientela di alcune banche italiane al 31.12.2015, con l’evidenziazione dei crediti in bonis e dell’esposizione lorda e delle rettifiche operate sui crediti deteriorati.



Quando un credito diventa deteriorato, la banca deve effettuare una rettifica di valore in bilancio. A seconda di quante siano le probabilità di recupero di quel credito, a seconda delle garanzie esistenti e a seconda del tempo passato dal pagamento dell'ultima rata, la banca deve effettuare maggiori o minori rettifiche. Così nasce il cosiddetto tasso di copertura: si tratta del rapporto tra le rettifiche di valore e il valore lordo del credito deteriorato. Ad esempio, una banca che ha 100 milioni di crediti deteriorati e li svaluta di 60 milioni esponendo a bilancio un valore di 40 milioni, significa che ha un tasso di copertura del 60%. Un tasso di copertura elevato indica un atteggiamento prudente della banca: perché riduce la propria esposizione, incassando subito le perdite, su quel credito. Ridurre il tasso di copertura significa invece aumentare i rischi potenziali.

La tabella seguente mostra il tasso di copertura dei crediti deteriorati verso la clientela di alcune banche italiane al 31.12.2015, calcolato sull’importo lordo dell’esposizione.
Inoltre, la tabella mostra come i crediti netti verso la clientela incidano sul totale dell’attivo, ossia i mezzi che la banca ha a disposizione per far fronte alle passività, e come incidano i crediti deteriorati netti sul totale dell’attivo e sui crediti verso la clientela.



Alcuni dati patrimoniali e reddituali.

La tabella seguente mostra alcuni dati patrimoniali e reddituali di alcune banche italiane al 31.12.2015. La stessa tabella mostra anche come il patrimonio netto totale incida sul totale dell’attivo, ossia come i mezzi propri finanzino i mezzi che la banca ha a disposizione per far fronte alle passività.



Da tale tabella emerge la situazione reddituale insoddisfacente del Gruppo Banca Popolare di Vicenza e Gruppo Veneto Banca, le cui vicende assembleari sono state alla ribalta della cronaca recente. Invero, anche il Gruppo Monte Paschi di Siena mostra una situazione economica in perdita per 388 milioni di Euro.
Nel complesso il campione in esame, nonostante i casi sopra evidenziati mostra un risultato positivo di 2,9 miliardi di Euro.
Il Gruppo Cariparma mostra il miglior rapporto del campione in esame tra patrimonio netto totale e attivo, pari al 10%; mentre il Gruppo Monte Paschi di Siena evidenzia il rapporto più basso tra patrimonio netto totale e attivo, pari al 5,69%.

Conclusioni.

Anche se non trattasi di un lavoro scientifico, sono comunque evidenti, al 31.12.2015, delle situazioni particolari, come quella del Gruppo Monte Paschi di Siena, Gruppo Veneto Banca e Gruppo Popolare di Vicenza oggetto della recente cronaca finanziaria.


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