sabato 18 luglio 2020

Bilancio Genoa 2019: utile di 10,23 milioni con 79,6 milioni di plusvalenze e 13,6 milioni di premi di rendimento.


 Luca Marotta

jstargio@gmail.com

 Dopo sei anni, il bilancio del Genoa torna in utile per le enormi Plusvalenze realizzate, derivanti dalle cessione di Piatek (Milan), Romero (Juventus), Salcedo (Inter), Russo (Sasssuolo) e Radu Ionut (Inter). Negli ultimi tre esercizi la media dei ricavi realizzati con le plusvalenze ha superato la media dei ricavi TV.

Il bilancio 2019 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha evidenziato un utile netto di 10,23 milioni di Euro (perdita di circa 4,85 milioni di Euro nel 2018), evidenziando in bilancio plusvalenze per ben 79,6 milioni di Euro (€ 48,9 milioni nel 2018) e 13,6 milioni di Euro di premi rendimento calciatori. Al 31 dicembre 2019, come nell’esercizio precedente, il Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2447 del Codice Civile, ossia: riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, con un Patrimonio Netto negativo per Euro 5.471.713(- € 15,7 milioni nel 2018). Il totale della voce debiti è diminuita del 9,4%, da € 202.187.510 a € 183.159.541. Molto importante rimane l’entità dei debiti tributari pari a 51,8 milioni di Euro (€ 58 milioni nel 2018; € 62,77 milioni nel 2017; € 61,9 milioni nel 2016), che finanzia circa il 24,7% dell’attivo.

Anche nel 2019, come nei precedenti esercizi, le plusvalenze sono state determinanti per adottare il principio di continuità aziendale. Le cause che hanno determinato l’utile di esercizio di Euro 10.230.834 sono da ricercarsi essenzialmente nell’aumento delle plusvalenze e dei Premi valorizzazione e rendimento percepiti.

Dal punto di vista sportivo il bilancio 2019, riguarda il secondo semestre della stagione sportiva 2018/19 conclusasi con il traguardo della permanenza in Serie A al diciassettesimo posto, e il primo semestre della stagione sportiva 2019/20, che è ancora in corso, a causa della sospensione per la pandemia COVID-19.

 La continuità aziendale.

 Come negli anni precedenti, con parole molto semplici, da quello che emerge sembrerebbe che la continuità aziendale del Genoa CFC, dipenda principalmente dalle plusvalenze.

I revisori di “Audirevi S.p.A.” hanno evidenziato nella loro Relazione dei richiami di informativa.

 Nel Richiamo di Informativa, che non modifica il giudizio dei revisori, è riportato che il bilancio 2019 chiude con un utile di Euro 10,2 milioni ed un patrimonio netto negativo per 5,5 milioni di Euro. Il patrimonio netto negativo, ricade nella fattispecie prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile. I revisori hanno richiamato quanto scritto dagli Amministratori riguardante la circostanza che le plusvalenze realizzate nel 2020 nella sessione invernale del calciomercato, per 6,9 milioni e sono stati effettuati finanziamenti in conto copertura perdite da parte dell'Azionista di maggioranza per complessivi Euro 2,4 milioni, tali circostanze hanno permesso il superamento della fattispecie prevista dall’articolo 2447 del Codice Civile; inoltre, gli Amministratori hanno predisposto e approvato una situazione economico-patrimoniale alla data del 29 febbraio 2020 che attesta il pieno ripristino dell'integrità patrimoniale e il conseguente superamento della fattispecie di cui all'art. 2446 del c.c. (ossia, quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite).

Per tale motivo gli Amministratori hanno adottato il presupposto della continuità aziendale, nella redazione del bilancio 2019. Si aggiunga che gli Amministratori hanno registrato anche l'impegno dell’Azionista di maggioranza al sostegno economico, finanziario e patrimoniale della società. Secondo gli Amministratori tale impegno è stato comprovato dalla rinuncia dell’Azionista al credito in essere a titolo di finanziamento per un importo pari a Euro 2,4 milioni. Successivamente alla data di approvazione del bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione, l'Azionista di riferimento ha effettuato e rinunciato ad ulteriori versamenti a titolo di finanziamenti per l’importo di Euro 700 mila.

  Inoltre i Revisori hanno richiamato all’attenzione la circostanza che nel bilancio 2019 è iscritto un credito verso la controllante Fingiochi S.r.l., per € 19,8 milioni, che deriva dall'applicazione nel corso degli anni del contratto di consolidato fiscale. Il pagamento di tale credito, salvo diverso accordo tra le parti, avverrà alle seguenti condizioni:

“• nel caso di utilizzo delle Perdite, delle Perdite Pregresse e delle Eccedenze di Interessi passivi e delle Eccedenze di ROL, entro la data di scadenza del versamento a saldo dell’I.R.E.S. (con valuta allineata a tale scadenza);

• in caso di mancato rinnovo per un ulteriore triennio o di interruzione della tassazione di Gruppo, le Perdite e le Perdite Pregresse trasferite ma non utilizzate, le Eccedenze di Interessi passivi e di Eccedenze di ROL trasferite ma non utilizzate, entro la data di scadenza del versamento a saldo dell'I.R.E.S. (con valuta allineata a tale data) dell'anno successivo alla scadenza del Regime di Consolidato Fiscale Nazionale.”

I Revisori hanno anche richiamato quanto scritto dagli Amministratori per quanto riguarda la sospensione della Serie A legata all’emergenza Covid-19 con riferimento al fatto che “tale situazione non permette di conoscere le reali conseguenze di carattere patrimoniale ed economico sulla seconda parte della stagione sportiva”.

 La Struttura Patrimoniale.

 Il totale dell’Attivo è diminuito del 4,3% da € 219,5 milioni a € 210,19 milioni.

Circa un quarto dell’attivo è finanziato con debiti tributari, precisamente il 24,7%.

Il valore della partecipazione in imprese controllate rappresenta il 10,7% dell’attivo e ammonta a € 22.473.000. Tale importo riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2019 con una perdita di Euro 844.965 (-€482.418 nel 20018; -€2.006.211 nel 2017 e -€ 1.418.589 nel 2016), con un patrimonio netto di Euro 13.082.681 (€ 13.927.647 nel 2018).

Il totale delle immobilizzazioni materiali ammonta a € 166.735 (€ 149.113 nel 2018).

Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante per € 19.850.738 (€ 26.043.407 nel 2018) e verso controllate per Euro 7.295.056 (€7.087.232 nel 2018).

 

 

L’INDICE DI INDEBITAMENTO

Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è negativo perché è pari a -0,02537 (-0,06675 nel 2018), a causa del patrimonio netto negativo.

In pratica l’erosione totale del capitale proprio determina una situazione in cui il capitale di terzi a debito finanzia tutto l’attivo.

 L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE

Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 0,97 (0,93 nel 2018)), ciò vuol dire che il valore dei beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, non è sufficiente a pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.

 L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE

Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,44, ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.

 L’Indicatore di Liquidità della FIGC.

Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.

Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,8 (0, 8 nel 2018), superiore alla soglia minima stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,7.

In caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità nella misura minima, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata.

 L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

 L’Indicatore di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.

I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2019 ammontano a € 183.159.541 (202.187.510 nel 2018), da tale aggregato deve essere sottratto l’importo delle Attività Correnti (C.U.25/A del 18 dicembre 2019 della FIGC), ed il Valore della Produzione al 31.12.2019 è pari ad € 154.103.535, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 115.525.090.

Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 0,75, inferiore alla soglia massima stabilita dalla FIGC che è di 1,2.

 L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato della FIGC.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.

Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.

Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.

Nel caso del Genoa il valore è di 0,77 (0,78 nel 2018), se si considerasse tutto il costo del personale. Tale valore ci collocherebbe entro il limite richiesto dalla FIGC per la Serie A che è rispettivamente di 0,8.

 Grado Copertura Patrimonio Calciatori

Indica la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è negativo, di conseguenza i diritti pluriennali di calciatori risultano finanziati totalmente dal capitale di terzi.

 Il Patrimonio Netto.

 Il patrimonio netto è negativo per -5.471.713 e si trova nella situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile, ossia riduzione del capitale di oltre un terzo a seguito di perdite.

 Nel 2018 era negativo per € 15.702.547; nel 2017 era negativo per € 10.852.234; nel 2016 era positivo per Euro 73.011; nel 2015 era negativo per Euro 8,83 milioni e nel 2014 era negativo per Euro 6,3 milioni.

 La variazione migliorativa di 10.230.834 è stata determinata dall’utile di esercizio di € 10.230.834.

 L’indebitamento finanziario.

 

I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante per consolidato fiscale, diminuiscono da € 58,9 milioni a € 42,1 milioni e finanziano il totale dell’attivo, per il 20% (23,7% nel 2018).

I debiti verso le banche diminuiscono da € 9.023.282 a € 7.057.424. I debiti verso banche, per quanto concerne i debiti di breve periodo, riguardano principalmente la linea di credito in essere con Banca Carige; mentre, i debiti bancari a medio-lungo termine, pari a € 4.694.049 (€ 6,82 milioni nel 2018), riguardano dei mutui accessi nel 2011 con Banca Carige.

I debiti verso altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 34.660.346 (€49.919.727 nel 2018) e registrano un decremento del 30,6% e finanziano il 16,5% dell’attivo. Tale voce riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Sistema S.p.A, Banca Carige.

L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 41,1 milioni (€ 58 milioni nel 2018), considerando le disponibilità liquide pari a circa 1 milione di Euro, risulta in diminuzione rispetto al 2018 di circa € 16,9 milioni.

L’EBITDA è positivo per € 58.382.345 (+€ 29.707.289 nel 2018) e il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 0,91 (1,95 nel 2018). Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.

I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 53,15 milioni (€ 58,1 milioni nel 2018), mentre i debiti verso Enti-settore specifico, pari a € 47,34 milioni (€ 65,18 milioni nel 2018), finanziano il 22,5% dell’attivo.

Se considerassimo anche il saldo positivo di € 5,8 milioni, che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario diminuirebbe a € 35,2 milioni (€ 65,16 milioni nel 2018), cifra al di sotto del fatturato netto.

 Occorre evidenziare che la nozione di Net debt, già nota in base alla vecchia regolamentazione, come differenza tra debiti finanziari e disponibilità liquide integrata del saldo tra debiti e crediti verso società di calcio, è stata ulteriormente integrata con la considerazione nel conteggio anche dei debiti fiscali e previdenziali non correnti. In genere tali debiti riguardano le rateizzazioni pluriennali col fisco.

 L’indebitamento finanziario netto ai fini del Fair Play Finanziario pari a € 69,1 milioni risulta superiore al volume dei ricavi netti e non è conforme a quanto auspicato dalla normativa.

 Il nuovo regolamento del Fair Play Finanziario ha introdotto la nozione di “Relevant Debt”. La nozione di debito rilevante (“Relevant Debt”) corrisponde alla nozione di “Net Debt” meno l'importo del debito direttamente attribuibile alla costruzione e/o alla modifica sostanziale dello stadio e/o alle strutture di formazione dall'inizio del debito fino a 25 anni dopo la data in cui il debito l'attività è dichiarata pronta per l'uso. Il “Relevant Debt” non deve essere superiore congiuntamente a due limiti: € 30 milioni e a 7 volte la media della differenza tra valore e costi della produzione.

Nel caso del Genoa non sono esposti importi riguardanti debiti per la costruzione dello stadio pertanto l’indicatore, risulta inferiore a 7 volte alla media dei "relevant earnings" dei due anni precedenti.

 

I debiti verso l’Erario e gli altri debiti.

 I debiti verso l’Erario diminuiscono da € 58.049.217 a € 51.865.793, di cui € 18.060.487 a breve termine. Tali debiti rappresentano il 24,7% delle fonti di finanziamento dell’attivo.

 Il 69,17% dei debiti tributari riguarda quelli rateizzati:

 

Il debito residuo rateizzato al 31/12/2019 ammonta a € 35.875.769 (€ 43.193.277 nel 2018). Gli importi rateizzati maggiori riguardano l’IVA. Complessivamente per l’IVA rateizzata residua un debito quota capitale di € 23.341.454 (€ 30.087.584 nel 2018). Da evidenziare che tra gli importi rateizzati figura anche l’IVA del primo e secondo semestre dell’anni 2019 per circa 7,56 milioni.

Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le ritenute Irpef per retribuzioni tesserati comprese le transazioni ammontano a € 5.887.282 (€ 4.790.401 nel 2018), quelle relative ai premi sono pari a € 974.334

 (€ 1.109.225 nel 2018). Risultano debiti per IVA 2019 (III e IV trim.) pari a € 5.459.530 e debiti per IRAP 2019 pari a € 3.668.878 (€ 2.678.298 nel 2018).

In particolare risultano: debiti per Irpef ottobre per € 1.748.081; debiti per Irpef novembre per € 1.747.496; debiti per Irpef dicembre per € 1.662.855 e debiti per Irpef su transazioni per € 728.851.

Al 31.12.2019 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 200.697 (€ 147.942 nel 2018).

I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 1.296.884 (€ 1.070.317 nel 2018), di cui € 1.064.955 (€ 702.864 nel 2018) riguardano il debito INPS.

La voce “debiti diversi” aumenta da € 15.255.305 a € 18.886.197. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il personale.

Il Valore della Rosa.

 

 

Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori per € 70.468.420 (€ 66.222.527nel 2018), diritti sportivi dei calciatori delle giovanili per € 896.886 (€ 2.326.974 nel 2018).

Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore contabile netto della rosa si sia sgonfiato, almeno fino al 2017, pur rimanendo sostanzialmente costante il costo del personale. Dal 2018 c’è un’inversione di tendenza, il valore dei diritti iscritti in bilancio torna ad essere maggior del costo del personale.

 

Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei costi del vivaio, allocato tra le immobilizzazioni immateriali per € 9.932.390, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore giovanile.

 La Gestione economica.

 Il valore della produzione aumenta da € 121,8 milioni a € 154.103.535, con un variazione positiva del 26,5%.

I costi della produzione sono pari a € 127.970.562 (€ 115,9 milioni nel 2018) e sono aumentati del 10,4%, in misura meno che proporzionale rispetto all’aumento del valore della produzione.

La differenza tra valore e costi della produzione è positiva per € 26.132.973, nel 2018 era positiva per € 5.853.443.

 

 

I Ricavi.

 Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i proventi televisivi. Nel 2019 i proventi televisivi risultano diminuiti di circa 2,66 milioni di Euro da € 43.184.952 a € 40.521.095, con un’incidenza del 77,3% sul fatturato netto e del 26,3% sul valore della produzione (35,5% nel 2018). L’incidenza percentuale sul valore della produzione si riduce a causa della presenza nel computo delle plusvalenze che incidono sullo stesso per il 51,7%. Nella sostanza, sul fronte dei componenti positivi di reddito, nel 2019 le plusvalenze sono risultate più importanti dei ricavi TV.

La rappresentazione grafica seguente, riguardante l’evoluzione del fatturato netto per componenti, mostra chiaramente la “teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei diritti televisivi.

 

 

I ricavi da gare sono diminuiti del 9,1%, da € 4,6 milioni a € 4,2 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 2,7% e sul fatturato netto per l’8%. Il decremento è dovuto ai ricavi da abbonamenti, che sono diminuiti di € 483.012, da € 3.118.670 a € 2.635.658, mentre i ricavi da gare di Coppa Italia si sono azzerati, nel 2018 erano pari a € 185.456.

I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 1.649.265 (€ 1.454.189 nel 2018) e risultano in aumento del 13,4%. Lo Sponsor Ufficiale è mancato e non figura tra i ricavi 2019 (€ zero nel 2018), lo Sponsor Tecnico Basic Italia S.p.A. ha contribuito con € 1.439.265 (€ 1.349.041 nel 2018) e le altre sponsorizzazioni ammontano a € 210.000 (€ 113.000 nel 2018).

 I ricavi televisivi diminuiscono di € 2.663.857, da € 43.184.952 a € 40.521.095. Occorre evidenziare che i Proventi televisivi della Serie A sono divisi in parti uguali solo per una quota pari al 50%; mentre, il 20% spetta sulla base del "radicamento sociale" e il 30% in base ai risultati sportivi.

Negli ultimi tre esercizi la media dei ricavi TV è superiore ai 40 milioni di Euro.

I ricavi e proventi diversi risultano pari ad Euro 3.387.587 (€2.950.418 nel 2018).

L’importo evidenziato nel valore della produzione che riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi del vivaio, ammonta a € 5.528.465 (€2.950.418 nel 2018).

 Il “Player trading”.

 Il bilancio del Genoa tradizionalmente evidenzia anche una “dipendenza da player trading” notevole, dovuta all’importo elevato delle plusvalenze realizzate, a causa della continua movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni.

Non a caso nella descrizione dell’attività gli Amministratori hanno esplicitato che il Genoa Cricket and Football Club SpA svolge attività di formazione e valorizzazione di calciatori con la finalità di generare valore attraverso la cessione dei relativi diritti pluriennali alle prestazioni sportive.

Nel 2019, le plusvalenze, pari a € 79,6 milioni, sono riuscite a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 26,68 milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 3,6 milioni, gli altri oneri di gestione calciatori sono risultati pari a € 4,26 milioni e l’acquisto temporaneo di calciatori è risultato pari a € 2 milioni (€ 1,2 milioni nel 2018).

 

 

Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 59,5 milioni. L’esercizio precedente era positivo per € 31,09 milioni. Nel 2017 era positivo per € 16,83 milioni; nel 2016 era positivo per € 15,76 milioni. Nel 2015 era positivo per € 3,6 milioni. Nella sostanza, anche nell’esercizio 2019, le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze riescono a coprire il costo degli ammortamenti.

Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione diritti pluriennali per € 79.648.829

 (€ 48,9 milioni nel 2018; € 30,4 milioni nel 2017; € 31,9 milioni nel 2016 e € 30,9 milioni nel 2015), che rappresentano il 51,7% del valore della produzione. Negli ultimi tre esercizi la media delle plusvalenze realizzate è superiore ai 53 milioni di Euro; negli ultimi 5 anni è superiore ai 43,36 milioni di Euro.

Le maggiori plusvalenze realizzate hanno riguardato: Piatek Krzysztof, ceduto all’AC Milan per € 33 milioni, con una plusvalenza di € 28.887.500; Romero Cristian ceduto alla Juventus per € 26.000.000, con una plusvalenza di € 24.668.753; Salcedo Mora Eddie ceduto all’ Inter per € 8 milioni, con una plusvalenza di € 7.840.000; Russo Alessandro ceduto al Sassuolo per € 7 milioni, con una plusvalenza di € 6.996.000 e Radu Ionut ceduto all’ Inter per € 10.000.000, con una plusvalenza di € 4.666.667. Di seguito la tabella presente nella nota integrativa del bilancio pubblicato.

 

I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori aumentano da € 1,44 milioni a € 1.827.500. L’importo maggiore riguarda Salcedo Eddie (FC Inter), per € 1.000.000. Il prestito di Serpe Laurens all’ Inter, nel 2019, ha fruttato 750.000 Euro.

Gli altri proventi da gestione calciatori riguardano Proventi derivanti da Premi valorizzazione e rendimento calciatori e si riferiscono ai calciatori riportati nella tabella della nota integrativa.

 

Tra i Premi valorizzazione e rendimento percepiti emergono Laxalt (AC Milan) con 4 milioni di Euro, seguito da Perin, Romero (Juventus) e Salcedo (FC Inter) con 2 milioni di Euro.

I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori ammontano a € 2.855.000 (€ 1.272.417 nel 2018) e l’importo maggiore riguarda Salcedo Eddie (FC Inter) per € 1.000.000, seguito da Serpe Laurens (FC Inter) per € 750.000.

Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono state pari a € 3.615.557 (€ 2.877.420 nel 2018). L’importo maggiore riguarda la Risoluzione Contrattuale di Lucarini Giacomo, che ha provocato una minusvalenza di € 1.149.425, seguita dalla cessione di Rossettini Luca al Lecce, che ha provocato una minusvalenza di € 1.083.478.

Gli altri oneri di gestione calciatori pari ad Euro 4.262.531, includono Euro 1.958.370 per costi per la valorizzazione dei calciatori.

Gli ammortamenti calciatori sono aumentati di circa 7,47 milioni di Euro, a causa degli investimenti effettuati.

 I costi.

 I costi del personale pari a € 62.451.799 (€ 55.626.028 nel 2018), rappresentano il 40,5 % del valore della produzione, ma, se considerassimo il Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 119,1%. L’incidenza del costo del personale sui costi della produzione è del 48,8%. Il costo del personale tesserato ammonta a € 57.611.764 (€ 50.959.584 nel 2018).

Al 31/12/2019, il numero dei dipendenti è di 171, di cui 44 calciatori (163 nel 2018, di cui 48 calciatori).

Gli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali totali sono pari a € 31.546.137 (€ 23.399.788 nel 2018). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 26,7 milioni (€ 19,2 milioni nel 2018), di cui Euro € 1.517.907 (€2.934.410 nel 2018) per i calciatori del settore giovanile.

Tra le immobilizzazioni figurano € 842.159 per l'ammortamento di costi pluriennali sostenuti su beni di terzi relativi principalmente ai lavori presso la Sede sociale di Pegli e per la ristrutturazione e il rifacimento dei campi e attrezzature sportive del Centro Sportivo Pio XII.

Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 57,8%.

 I costi per prestazioni di servizi diminuiscono del 4,8%, da € 12.598.854 a € 11.999.544. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici pari a € 4.461.222 (€ 4.680.814 nel 2018), riguardanti le consulenze tecnico sportive per l’acquisto di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori. Le spese amministrative, pubblicitarie e generali diminuiscono di € 929.949, da € 4.697.263 a € 3.767.314.

 Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato netto, tuttavia nel 2015 sembrava confermarsi una tendenza verso il riallineamento del costo del lavoro col fatturato netto. Tale tendenza è venuta meno dal 2017, anche a causa della riduzione del fatturato netto.

 

 

I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.942.764 (€ 1.714.537 nel 2018). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 1.100.833 a (€ 861.000 nel 2018), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il settore giovanile risulta pari a € 225.150.

 La gestione finanziaria, è negativa per € 6 milioni (- € 6,2 milioni nel 2018) a causa degli interessi passivi verso banche per € 4.087.897 (€ 4.688.622 nel 2018) e altri interessi passivi per € 1.901.154 (€1.545.120 nel 2018).

Il risultato prima delle imposte è positivo per € 20.093.975; nel 2018 era negativo per € 385.446, nel 2017 era negativo per € 12.003.852.

L’IRAP corrente è pari a € 3.668.878 (€ 2.678.298 nel 2018) e l’IRES corrente ammonta a € 2.678.298 (€ 1.786.569 nel 2018). Nel 2019, come nel 2018, mancano i proventi da consolidato fiscale; mentre, nel 2017 erano pari € 2.107.660. Le imposte determinano un risultato netto positivo per € 10.230.834 (-€ 4.850.313 nel 2018).

 Il Pareggio di bilancio del Financial Fair Play dell’UEFA.

 Per quanto riguarda il Financial Fair Play dell’UEFA, l’aggregato dei risultati prima delle imposte 2017-2019 è positivo per 7,7 milioni di Euro. Tale risultato migliora di molto escludendo i costi “virtuosi” del settore giovanile.  

 Conclusioni.

 L’utile di esercizio realizzato nel 2019 ha interrotto una serie di sei esercizi chiusi in perdita. Determinanti si sono rivelate le plusvalenze realizzate, che hanno superato i ricavi da diritti TV.

Negli ultimi tre esercizi la media delle plusvalenze realizzate è superiore ai 53 milioni di Euro.

Negli ultimi tre esercizi la media dei ricavi TV è superiore ai 40 milioni di Euro.

Le plusvalenze realizzate nella sessione di calciomercato invernale di gennaio 2020, tra cui quella di Kouamé, e il contributo in c/capitale dell’Azionista di maggioranza sono risultati importanti per adottare il principio di continuità aziendale.

Le continue cessioni di calciatori, seppur dettate da motivi di continuità aziendale, dal punto di vista sportivo, collocana il Genoa nelle posizioni di bassa classifica della massima serie.

Per l’esercizio 2020, gli Amministratori, prima della sospensione per COVID-19, avevano definito una strategia aziendale orientata soprattutto al riequilibro dei costi rispetto ai ricavi attesi, al completamento degli investimenti dedicati alle strutture per l'allenamento, che erano iniziati nel secondo semestre dell'esercizio 2019, e al consolidamento della riorganizzazione tecnica degli organici.


Nessun commento: