Luca Marotta
I conti dei club della Premier League relativi alla stagione
sportiva 2018/19, continuano a mostrare, nel complesso, uno stato di salute
buono, sotto il profilo del fatturato, della solvibilità e della solidità patrimoniale. Sulla capacità
di generare utili pesano le perdite registrate da Chelsea ed Everton.
Il fatturato netto
2018/19, pari complessivamente a 5,1 miliardi di sterline, rispetto al fatturato
2017/18 risulta in aumento del 7%, aumentando di £ 335,9 milioni (circa 381,1
milioni di Euro, ad un cambio medio annuale di 1£ = 1,1346 €).
L’incremento dei ricavi per la cessione dei diritti TV, rispetto
alla precedente stagione sportiva, è stato di £ 202 milioni. Per la Premier
League 2018/19 i proventi derivanti dalla cessione dei diritti TV, che incidono
per il 59% sul 2018/19, continuano a prevalere sulle altre fonti di ricavo.
Dai dati esposti emergerebbe, senza dubbio, l’importanza dei
diritti televisivi come fonte principale di ricavo per il fatturato netto. Nel 2018/19,
i ricavi per diritti TV superano la somma dei totali delle altre fonti di
ricavo, ossia circa 3 miliardi di
sterline per i diritti TV e 2,1
miliardi di sterline per le altre fonti. Il tutto è merito delle condizioni
contrattuali favorevoli che la Premier League è riuscita a spuntare per la
cessione dei diritti televisivi.
Molto “saggia” appare la norma che riguarda le misure del
controllo dei costi a breve termine che impone ai Club della Premier
League di non aumentare i costi della rosa attingendo ai fondi provenienti
dai i diritti TV della Premier League se non nell'ambito di determinati limiti.
Tale norma che ha carattere prudenziale, potrebbe essere interpretata anche
come misura di salvaguardia del sistema. In media, il costo del personale
incide sul fatturato netto per il 63,7% (52,9% nel 2017/18).
Nel 2018/19, i club della English Premier League hanno
registrato un risultato netto dopo le imposte negativo per £ 183,6 milioni (-€ 208,3
milioni). Nel 217/18 era positivo per circa £ 296,7 milioni. Invece, per la
Serie A italiana 2018/19 il risultato netto aggregato di tutti i club risulta
negativo per circa € 280 milioni e la voce
ricavi TV supera nettamente la somma dei totali delle altre fonti di ricavo,
con un’incidenza sul fatturato netto, che si
avvicina al 53%, pertanto risulta necessario ricorrere alle plusvalenze per far
quadrare i conti. Comunque bisogna evidenziare
che i ricavi TV della Premier League
2018/2019, nel complesso inclusi i ricavi da competizioni UEFA, pari a
circa £ 3,03 miliardi (€ 3,44 miliardi) sono
quasi il triplo di quelli della Serie A 2018/19, inclusi i ricavi da
competizioni UEFA, pari a circa 1,44 miliardi di Euro.
Si può affermare che i ricavi della Premier League 2018/2019,
oltre ad essere nettamente superiori a quelli della Serie A italiana 2018/2019,
fanno pensare anche ad un modello organizzativo meglio gestito oltre a migliori
condizioni economiche generali di sistema.
Il Fatturato Netto.
I primi sei club per fatturato hanno occupato i primi sei
posti della classifica della stagione sportiva ed hanno partecipato alle
competizioni europee. Anche nel 2017/18 e nel 2016/17 i primi sei club per
fatturato hanno occupato i primi sei posti della classifica della stagione
sportiva; mentre nel 2015/16 ci fu il caso,
ormai storico, del Leicester che giunse primo in Premier League con l’ottavo
fatturato e il Southampton, che conquistò il sesto posto in campionato con il
decimo fatturato.
L’Arsenal
con £ 390,1 milioni ha il sesto fatturato e si è piazzato al quinto posto in
EPL (£ 415,4 milioni nel 2017/18 e 5° posto), facendo meglio di una posizione
rispetto alla classifica del fatturato.
Se si considerasse il teorema secondo cui esiste una stretta correlazione tra fatturato e posizione in classifica, risulterebbe che il club che ha fatto meglio in Premier League rispetto alla classifica del fatturato sono due il Wolverhampton e il Bournemouth, che hanno scalato quattro posizioni; mentre i club che hanno fatto peggio è il Manchester United che ha perso cinque posizioni, rispetto alla posizione della classifica del fatturato.
Dal grafico emerge che i club che hanno fatto meglio in
Premier rispetto al fatturato sono nove: Manchester City; Liverpool; Chelsea;
Arsenal; Wolverhampton; Watford; Bournemouth; Burnley e Cardiff City.
I club che hanno fatto peggio sono sei: Manchester United; West Ham; Newcastle United; Southampton; Brighton and Hove Albion e Fulham.
Cinque sono i club la cui posizione in base alla classifica
della Premier League 2018/19 coincide con la posizione in classifica del
fatturato, precisamente: Tottenham; Everton; Leicester; Crystal Palace; e Huddersfield
Town.
In sintesi, anche nel 2018/19, la classifica finale della Premier League, come nel 2017/18, ha parzialmente smentito la tesi che “vince chi fattura di più”.
Sull’importo complessivo incidono anche le competizioni
europee. I club che hanno disputato la UEFA
Champions League 2018/19, sono stati 4 (5nel 2017/18): Manchester City; Liverpool;
Tottenham e Manchester United. Il Chelsea e l’Arsenal hanno partecipato alla UEFA
Europa League.
Il club col maggior fatturato televisivo è il Liverpool con
£ 260,8 milioni, pari a circa 295,9 milioni di Euro, seguito da Manchester City con £ 253,2
milioni, pari a circa 287,3 milioni di Euro; Tottenham con £ 243,9 milioni (€
276,7 milioni) e Manchester United
con £ 241,2 milioni.
Subito dopo seguono gli altri club impegnati nelle
competizioni europee: Chelsea con £ 200,2 milioni e Arsenal con £ 183 milioni.
Al settimo posto si colloca il Wolverhampton che ha fatturato
£ 133,3 milioni (€ 151,3 milioni).
All’ottavo posto l’Everton che ha fatturato £ 132,7 milioni
(€ 150,6 milioni).
Il Leicester ha fatturato £ 127,9 milioni, pari a circa 145,1
milioni di Euro, risulta all’ottavo posto (9° posto nel 2017/18).
Gli ultimi tre posti, come nel 2017/18 e nel 2016/17, sono
occupati dai club retrocessi: Cardiff City con £ 106,9 milioni (€ 121,3
milioni); Huddersfield Town con £ 104,3 milioni (€ 118,3 milioni) e Fulham con
£ 93,4 milioni (€ 105,9 milioni), che per la
Serie A italiana sono una cifra da sesto posto.
Per le prime tre posizioni, la classifica rispecchia quella
dell’anno precedente, con al primo posto il Manchester United, seguito dall’Arsenal,
Liverpool.
In genere, dovrebbe esserci una stretta correlazione tra
incassi da botteghino, capacità dello stadio e numero di eventi ospitati.
Il club col maggiore importo di incassi è il Manchester United con £ 110,8 milioni, seguito dall’Arsenal con £ 96,2 milioni. Il Liverpool si colloca al terzo posto con £ 84,2 milioni. Rispetto al 2017/18, al quarto posto, il Tottenham con £ 81,7 milioni supera il Chelsea con £ 73,9 milioni.
Il Manchester City è sesto con £ 56,6 milioni. Come nel
2017/18 all’ultimo posto si colloca Huddersfield Town con £ 5 milioni.
Al terzultimo posto e al penultimo posto si collocano,
rispettivamente il Burley e il Bornemouth, che sono club che hanno centrato
l’obiettivo della permanenza in Premier League. In particolare, il Bournemouth,
è il club con lo stadio con minore capacità.
I ricavi commerciali, compresi i ricavi da “Corporate Hospitality” e gli altri ricavi, incidono per il 27,8% sul fatturato netto. Il totale complessivo ammonta a 1,43 miliardi di sterline, pari a circa 1,62 miliardi di Euro, che è una cifra nettamente superiore ai ricavi TV della Serie A italiana 2018/19, che è la maggiore fonte dei ricavi della stessa.
Al primo posto si colloca il Manchester United con £ 275,1
milioni, pari a circa 312,1 milioni di Euro. Il Manchester City, anche con
l’aiuto delle sponsorizzazioni con parti correlate si colloca al secondo posto
con £ 227 milioni. Il Liverpool, si colloca al terzo posto con 188 milioni;
mentre il Chelsea risulta quarto con £ 179,9 milioni, davanti al Tottenham con
£ 135,2 milioni. L’Arsenal è al sesto posto con £ 110,9 milioni.
Il Fulham, che è retrocesso, occupava il decimo posto con £ 33,7
milioni, pari a circa 38,2 milioni di Euro.
Il club col maggior costo per ammortamenti calciatori è il Chelsea
con £ 167,6 milioni, seguito dal Manchester City con £ 126,6 milioni e dal Manchester
United con £ 125,5 milioni. Non a caso espongono il peggior risultato relativo
al Player Trading, anche perché i grandi club hanno altre fonti di ricavo, cui
attingere.
Il club col miglior risultato in tema di cessione calciatori
è il Chelsea con £ 60,5 milioni, seguito dal Leicester con £ 58,4 milioni;
Liverpool con £ 45,5 milioni e Manchester City con £ 38,8 milioni.
Il club col maggior costo del personale è risultato il Manchester
United con £ 332,4 milioni, seguito dal Manchester City con £ 315,3 milioni, dal
Liverpool con £ 309,9 milioni e dal Chelsea con £ 285,6 milioni.
Per quanto riguarda i club che si sono classificati ai primi
tre posti del campionato, il Manchester City, vincitore del campionato, detiene
il secondo costo con £ 315,3 milioni (3° costo del personale nel 2017/18, con £
259.6 milioni). Il Costo del Personale del Manchester United, giunto al sesto
posto in campionato, si colloca al primo posto con £ 332,4 milioni (primo costo
con £ 295,9 milioni nel 2017/18). Il Tottenham, arrivato quarto in Premier
League, ha il sesto costo del personale con £ 178,6 milioni (6° costo nel 2017/18,
con £ 147,6 milioni).
Il club Huddersfield Town retrocesso ha speso 3,72 milioni
di sterline a punto.
Il Cardiff City retrocesso ha speso 5,03 milioni di sterline
a punto.
La media del costo del lavoro allargato a punto risulta di 4,08 milioni a punto (£ 3,84 milioni nel 2017/18). I club sopra la media sono otto:
Manchester United; Chelsea; Cardiff City; Everton;
Leisester; Arsenal; Manchester City e Liverpool.
Il Cardiff City, che è retrocesso, ha speso £ 2,37 milioni a
punto.
Ciò sta a significare che i ricavi TV della Premier League riescono
a coprire completamente il costo del personale. Tuttavia,
i segnali di miglioramento sono evidenti, perché nel 2012/13 la percentuale di
copertura, da parte dei ricavi TV, era inferiore essendo pari al 67,8%.
Il vantaggio della Premier League, rispetto alla Serie A, è
che i ricavi TV, sono nettamente superiori, come lo sono le altre componenti
del fatturato caratteristico, e sta esercitando effetti positivi la misura del
controllo dei costi a breve termine.
Il Tottenham espone il risultato positivo migliore con £ 87,4
milioni, seguito dal Liverpool con 41,9 milioni e dal Newcastle United con £ 41,2
milioni.
I club in perdita oltre £ 100 milioni, che determina il
risultato aggregato negativo sono: Everton e Chelsea. Nel caso dell’Everton,
sullo squilibrio economico, ha pesato l’aumento degli ammortamenti nel caso del
Chelsea l’aumento del costo del personale.
Per la classifica relativa all’attivo, il club con l’attivo più elevato, e quindi con più mezzi a disposizione è il Tottenham (quarto in campionato) con £ 1,69 miliardi seguito dal Manchester United con 1,49 miliardi di sterline, che si è classificato in campionato al sesto posto; dal Manchester City (primo in campionato) con £ 1,18 miliardi e dall’Arsenal con £ 922 milioni (in campionato al quinto posto). Il Chelsea, che è arrivato terzo in campionato, risulta con un attivo di 876,4 milioni di sterline, al quinto posto per mezzi a disposizione.
Il club con l’importo minore di attivo, come l’esercizio
precedente, è l’Huddersfield Town con 118,8 milioni di sterline.
L’attivo non corrente totale della Premier League 2018/19 ammonta a £ 7,46 miliardi (£ 6,65 miliardi nel 2017/18); tale voce è aumentata, rispetto alla stagione precedente del 12,15%. Tra i club col maggior attivo non corrente spiccano il Tottenham con £ 1,54 miliardi, a causa dell’importante investimento nel nuovo stadio, seguito dal Manchester United con £ 1,11 miliardi e il Manchester City con £ 8563,1 milioni.
Il club che presenta l’Equity Ratio negativo peggiore è il Cardiff
City con -90,3%, seguito dal West Ham con -36,3%.
Figurano sette
club con patrimonio netto negativo: Cardiff City Huddersfield
Town; West Ham; Watford; Wolverhampton; Bournemouth e Brighton.
Il club che presenta il Patrimonio Netto negativo più
elevato è il Cardiff City con £ –118 milioni, seguito dal West Ham con £ -78,1
milioni.
Il Passivo corrente
totale della Premier League 2018/19 ammonta a £ 4,17miliardi (£ 3,72 miliardi
nel 2017/18); tale voce è aumentata, rispetto alla stagione precedente del 12,3%.
In genere, nel passivo corrente delle squadre di calcio vengono allocati anche
i ricavi anticipati per abbonamenti relativi alla stagione successiva, che non
sono veri e propri debiti.
Il Passivo non
corrente totale della Premier League 2018/19 ammonta a £ 2,91 miliardi.
Il
rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità
totale. Si è solvibili quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più si è solvibili.
L’insieme dei club della Premier League 2018/19
evidenzia un indice di solvibilità totale abbondantemente superiore a 1,
essendo pari a 1,4 (1,45 nel 2017/18; 1,46 nel 2016/17; 1,43 nel 2015/16), ciò
vuol dire che complessivamente il valore dei beni a disposizione è sufficiente
a pagare i debiti.
Tuttavia per sette club il valore è inferiore a 1 e si tratta di Cardiff City; Brighton & Hove Albion; Watford; West Ham; Huddersfield Town; Bournemouth e Wolerhampton.
NET DEBT
Per quanto riguarda la posizione finanziaria netta complessiva
è negativa per £ 1,76 miliardi (£ 1,69 miliardi nel 2017/18). Tuttavia figurano
cinque club con una posizione finanziaria netta positiva: Chelsea; Burnley; Fulham;
Manchester City e Southampton.
I club che superano l’importo di 100 milioni di sterline
come posizione finanziaria netta negativa sono cinque:
Tottenham; Manchester United; Newcastle; Brighton e Wolverhampton.
Indubbiamente, i ricavi relativi alla cessione dei diritti
TV, che sono diventati la principale fonte di reddito della Premier League sia
in valore assoluto che come peso percentuale, svolgono un ruolo importante. L’importo
notevole dei ricavi relativi alla cessione dei diritti TV per la Premier League
unitamente alle Regole Inglesi in tema di controllo economico-finanziario, che
pongono un limite alle perdite triennali e stabiliscono delle misure di
controllo dei costi del personale, unitamente ai ricavi commerciali e da
botteghino, sono alcune delle cause che contribuiscono a rendere solido il
business della Premier League. Altre cause bisognerebbe ricercarle nel modello
organizzativo e nella dotazione di infrastrutture.
Nel breve periodo, bisognerà considerare e valutare gli
effetti della sospensione, avvenuta nel 2019/20 per la Pandemia da Coronavirus
Covid-19.
Nel medio-lungo periodo, sarà interessante seguire nel
futuro, come le condizioni economiche generali, potranno influenzare la
solidità del business, si pensi alla “Brexit” o ad eventuali svalutazione della
sterlina.
2 commenti:
Ciao,
There's something wrong with the classifications and points. Fulham has relegated, finished 19th with 26 points. However, in your tables they are 7th, with 36 points.
And also some others.
Please check this one or another:
https://www.worldfootball.net/schedule/eng-premier-league-2018-2019-spieltag/38/
Best regards
Thanks for your reading and for your report
I updated
Best regards
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