Luca Marotta
Il bilancio 2015 di Genoa Cricket and Football Club Spa, ha
evidenziato una perdita di 10,5 milioni di Euro, nonostante che in bilancio
figurino plusvalenze per ben 30,9 milioni di Euro. Al 31 dicembre 2015, il
Genoa si trova nelle condizioni previste dall'art. 2447 del Codice Civile”,
ossia: riduzione del capitale sociale
al di sotto del limite legale, con un patrimonio netto negativo e
deteriorato. Il totale della voce debiti è aumentata del 9,11%, da €
173.816.319 a € 189.659.139. Molto importante è l’entità dei debiti tributari
pari a 60 milioni di Euro.
L’esercizio 2014 si era chiuso con una perdita rilevante di
26 milioni di Euro; mentre l’esercizio 2013 si era chiuso con un sostanziale
pareggio, mostrando un utile di € 381.602 e l’esercizio 2012 evidenziava una
perdita di € 14.846.953. Occorre ricordare che il pareggio di bilancio
conseguito nel 2013 fu frutto di eventi straordinari di gestione, come il
conferimento del ramo d’azienda avente ad oggetto le attività commerciali
legate allo sfruttamento del “Brand Genoa” nella società “Genoa Image Srl”,
controllata al 100%.
Le cause che hanno determinato la perdita rilevante di
bilancio sono da ricercarsi negli oneri finanziari per € 4,9 milioni di Euro e
negli oneri da compartecipazione ex art. 102 bis NOIF per 9,5 milioni di Euro.
Le plusvalenze sono state determinanti per l’equilibrio della gestione
operativa calcistica.
Il bilancio 2015, riguarda il secondo semestre della
stagione sportiva 2014/15 conclusasi al sesto posto, che comportava il diritto
a partecipare all’Europa League, che non è stato esercitato per il mancato
ottenimento della Licenza UEFA, e il primo semestre della stagione sportiva 2015/16,
conclusasi a metà classifica.
La continuità
aziendale.
La Relazione della Società di Revisione “Audirevi Srl” contiene
dei richiami di informativa, in merito a quanto riportato dagli Amministratori,
nella Relazione sulla Gestione, nella sezione "Continuità aziendale".
Nella Relazione, i Revisori hanno “fotografato” la situazione patrimoniale
economica e finanziaria del Genoa nel seguente modo: “Il bilancio d'esercizio
alla data del 31 dicembre 2015 chiude con una perdita
di Euro 10,5 milioni che unitamente a capitale e riserve per Euro 14,6 milioni
e perdite portate a nuovo per Euro 12,9 determina un Patrimonio Netto Negativo
pari ad Euro 8,8 milioni, portando la società nella fattispecie disciplinata
dall'art. 2447 del Codice Civile”, ossia: riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
Nella Relazione sulla Gestione, gli Amministratori hanno
evidenziato le ragioni per cui “la società possa disporre di adeguate risorse
economiche e patrimoniali per continuare la normale operatività nel prevedibile
futuro”. Nello specifico, gli Amministratori hanno evidenziato che con il
mercato invernale 2016, sono state realizzate delle
plusvalenze per complessivi Euro 15,5 milioni. Pertanto, hanno redatto e approvato una situazione
economico-patrimoniale alla data del 29 febbraio 2016, che attesta il pieno
ripristino dell'integrità patrimoniale della società e il conseguente
superamento anche della fattispecie di cui all'art. 2446 del codice civile.
decidendo di redigere il bilancio al 31 dicembre 2015 adottando il presupposto
della continuità aziendale.
Gli amministratori hanno elencato tra le plusvalenze realizzate
del mercato di gennaio 2016 quella di Perotti
ceduto all’AS Roma e quella di Mandragora ceduto alla Juventus.
La Juventus Football Club S.p.A. ha comunicato di aver
perfezionato l’acquisto a titolo definitivo di Rolando Mandragora a fronte di
un corrispettivo di € 6 milioni, che potrà incrementarsi di ulteriori massimi €
6 milioni al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi.
L’A.S. Roma S.p.A. ha comunicato “di aver sottoscritto con
il Genoa Cricket and F.C. S.p.A. il contratto per l’acquisto a titolo
temporaneo, fino al 30 giugno 2017, dei diritti alle prestazioni sportive del
calciatore Diego Perotti Almeira, a fronte di un corrispettivo fisso di 1
milione di euro. L’accordo prevede inoltre il diritto di opzione per
l’acquisizione a titolo definitivo, a decorrere dalla stagione sportiva
2017/2018, e condizionato al verificarsi di determinate situazioni sportive,
per un valore di 9 milioni di euro.”
Nel richiamo di informativa è stato fatto riferimento al
fatto che nel bilancio 2015 sono stati contabilizzati
proventi da consolidato fiscale per Euro 1,6 milioni e che il pagamento del
credito da consolidato fiscale, che alla data del 31 dicembre 2015 ammonta ad
Euro 25,8 milioni, è sottoposto a delle condizioni.
La Struttura
Patrimoniale.
Il totale dell’Attivo è aumentato del 5% da € 175 milioni a
€ 183,8 milioni. Il valore della partecipazione in imprese controllate ammonta
a € 23.473.000 e riguarda la partecipazione totalitaria in “Genoa Image
S.r.l.”. Tale società ha chiuso il bilancio al 31.12.2015 con una perdita di
Euro 2.064.060, con un patrimonio netto di Euro 17.834.865. Il valore della
partecipazione in imprese collegate ammonta a € 6.225 e riguarda la
partecipazione nella società “Luigi Ferraris S.r.l.”, costituita unitamente a
U.C. Sampdoria, con lo scopo di ottenere la gestione dello stadio.
Tra i crediti sono evidenziati crediti verso la controllante
per € 25.802.911 (€ 24.225.298 nel 2014).
L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività
determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di
1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è addirittura negativo
perché è pari a -0,046 (-0,035 nel 2014).
Infatti, anche l’equity ratio è negativo per -4,8%. Il capitale
di terzi finanzia tutto l’attivo.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina
l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale
dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale
indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di
solvibilità totale è pari a 0,95 (0,96 nel 2014)), ciò vuol dire che il valore dei
beni posseduti dal club, così come esposti in bilancio, non è sufficiente a
pagare i debiti, comprensivi anche dei risconti passivi.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti
determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se
l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione,
l’indice di solvibilità corrente è pari a 1,35 (0,89 nel 2014), ciò vuol dire
che l’attivo a breve è in grado di pagare i debiti a breve.
L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale
indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di
breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni
finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice
di solvibilità corrente.
Detto
indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità
liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari
per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con
scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi.
Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 1,37, superiore alla soglia
minima del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,4.
In caso di mancato rispetto dell'indicatore di liquidità
nella misura minima, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata.
L’ Indicatore di
Indebitamento della FIGC.
L’Indicatore
di Indebitamento della FIGC è finalizzato a misurare il grado complessivo di
Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli
ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento
rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella
economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la
sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2015 ammontano a € 189.659.139 ed il Valore della
Produzione al 31.12.2015 è pari ad € 100.629.423, mentre il valore della
produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 91.026.347.
Pertanto
il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi
è pari a 2,08, superiore alla soglia massima del 2015/16 stabilita dalla
FIGC per la Serie A che è di 2. Tale soglia è destinata a ridursi nel 2017/18 a
1,5.
L’ Indicatore di
Costo del Lavoro Allargato della FIGC.
L’ Indicatore
di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo
del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico
del costo del lavoro.
Il
Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli
ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati
ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e
delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i
Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i
Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei
calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante
dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro
valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso del Genoa il
valore è di 0,78, se si considerasse tutto il costo del personale. Tale
valore sarebbe entro il limite
richiesto dalla FIGC per la Serie A per le stagioni sportive
2015/16-2016/17-2017/18, che è rispettivamente di 0,9; 0,85 e 0,8.
Grado Copertura
Patrimonio Calciatori
Indica la capacità di copertura degli investimenti in
Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il rapporto tra patrimonio netto e
diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è negativo.
Il Patrimonio Netto.
Il patrimonio netto è negativo per 8,8 milioni di Euro
risulta deteriorato rispetto a al patrimonio netto del 2014 che era negativo
per Euro 6,3 milioni.
La variazione è stata determinata dalla perdita di esercizio
di € 10.491.387 e dall’apporto nella riserva versamento in c/futuro aumento di
capitale di € 8 milioni.
L’indebitamento
finanziario.
I debiti finanziari, esclusi i debiti verso la controllante
per consolidato fiscale, aumentano da € 67,7 milioni a € 69,3 milioni e finanziano
per il 37,7% (38,7% nel 2014) il totale dell’attivo.
I debiti verso le
banche diminuiscono da € 15,1 milioni a € 14,1 milioni. Le banche con
cui lavora il Genoa sono Unicredit e Banca Carige. I debiti bancari a medio-lungo
termine pari a € 10,3 milioni (€ 13,2 milioni nel 2014) riguardano dei mutui
accessi nel 2011 con Banca Carige.
I debiti verso
altri finanziatori sono rilevanti essendo pari a € 55,1 milioni (€ 52,6
milioni nel 2014) e registrano un incremento di € 2,56 milioni. Tale voce
riguarda debiti per operazioni di factoring “autoliquidanti” con Banca Carige, Emilia Romagna Factoring,
Banca IFIS.
L’indebitamento finanziario netto ammonta a € 69,3 milioni (€
67,6 milioni nel 2014), considerando le disponibilità liquide pari a circa € 7
mila, risulta in aumento rispetto al 2014 di circa € 1,5 milioni.
L’EBITDA è positivo per € 21.772.430 (€ 5.579.041 nel 2014) e
il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed EBITDA è di 3,18 (12,13 nel 2014).
Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2.
Invece, quando supera 3, pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito.
I crediti verso Enti-settore specifico risultano pari a € 67,4
milioni (€ 36,5 milioni nel 2014), mentre i debiti verso Enti-settore
specifico, pari a € 40,5 milioni (€ 17,5 milioni nel 2014), finanziano il 22%
dell’attivo.
Se considerassimo anche il saldo positivo di € 26,9 milioni,
che essenzialmente dipende dall’attività di calciomercato, l’indebitamento finanziario
si ridurrebbe a € 42,3 milioni, cifra al di sotto del fatturato netto.
I debiti verso
l’Erario e gli altri debiti.
I debiti verso l’Erario aumentano da € 47.236.615 a € 60.039.704,
di cui € 16.162.870 a breve termine. Tali debiti rappresentano il 32,7% delle
fonti di finanziamento dell’attivo.
Il maggior importo riguarda i debiti per IVA, IRAP e 770 di
vari anni, rateizzati. L’importo rateizzato è di € 54.616.582; l’importo pagato
è di € 15.374.084; l’importo risultante a debito, il 31.12.2015, è di € 39.242.498.
Gli importi rateizzati maggiori riguardano l’IVA. Per l’IVA 2014 rateizzata
residua un debito di € 12.705.413; per l’IVA 2013 rateizzata residua un debito
di € 10.996.643; per l’IVA 2011 rateizzata residua un debito di € 8.172.405.
Gli altri debiti tributari non rateizzati, riguardano, le
ritenute Irpef per retribuzioni tesserati ammontano a € 3.877.494 (€ 4 milioni
nel 2014), quelle relative ai premi sono pari a € 1.775.050 (€ 1,6 milioni nel 2014).
Risultano debiti per IVA 2015 pari a € 13.187.757 (€ 11,5 milioni nel 2014) e
debiti per IRAP 2015 pari a € 1.956.905
(€ 3,6 milioni nel 2014).
Al 31.12.2015 i fondi accantonamento rischi ammontano a € 157.976.
I debiti verso Istituiti di previdenza ammontano a € 2.429.579
(€ 2,7 milioni nel 2014), di cui € 1.727.769 riguardano il debito ENPALS
rateizzato.
La voce “debiti diversi” diminuisce da € 11,4 milioni a € 9,7
milioni. In questa voce dovrebbe essere ricompreso il debito verso il
personale.
Il Valore della Rosa.
Nell’attivo di bilancio figurano diritti pluriennali alle
prestazioni dei calciatori per € 24.057.834 (€ 46.320.419 nel 2014), diritti sportivi
dei calciatori delle giovanili per € 3.303.113 (€ 2.450.057 nel 2014). Il
decremento complessivo è stato del 43,9%.
Il grafico mostra come dal 2011 in poi il valore contabile
netto della rosa si sia sgonfiato, pur rimanendo sostanzialmente costante il
costo del personale.
Rilevante è anche il dato relativo alla capitalizzazione dei
costi del vivaio, allocata tra le immobilizzazioni immateriali per 8,1 milioni
di Euro, che significa che il Genoa spende molti soldi per il settore
giovanile.
La Gestione
economica.
Il valore della produzione aumenta da € 78,7 milioni a € 100,6
milioni, con un variazione positiva del 27,9%.
I costi della produzione sono pari a € 99,3 milioni (€ 102,8
milioni nel 2014) e sono diminuiti del 3,4%, in controtendenza rispetto all’aumento
del valore della produzione.
La differenza tra valore e costi della produzione è positiva
per € 1,3 milioni, nel 2014 era negativa per € 24,1 milioni.
I Ricavi.
Sul bilancio del Genoa esercitano una notevole influenza i
proventi televisivi, aumentati da € 36,3 milioni a € 39,3 milioni, con
un’incidenza del 65,5% sul fatturato netto e del 39,1% sul valore della
produzione (46,2% nel 2014).
La rappresentazione grafica seguente mostra chiaramente la
“teledipendenza” del fatturato netto del Genoa dai ricavi per la cessione dei
diritti televisivi.
I ricavi da gare sono diminuiti del 15,8%, a € 3,9 milioni da
€ 4,6 milioni. I ricavi da gare incidono sul valore della produzione per il 3,9%
e sul fatturato netto per il 6,5%. Il decremento è dovuto ai ricavi da gare di
campionato, che sono diminuiti a € 1.136.647 da € 1.772.603, mentre i ricavi da
abbonamenti sono diminuiti di poco, a € 2.756.545 da € 2.822.622.
I proventi da sponsorizzazioni ammontano a € 2.290.969 (€
2.946.449 nel 2014) e risultano in diminuzione del 22,2%. Lo Sponsor Ufficiale ha
pagato € 760.361 (€ 1.250.000 nel 2014), lo Sponsor Tecnico contribuisce con €
1.382.036 (€ 1.294.228 nel 2014) e le altre sponsorizzazioni ammontano a €
148.573 (€ 402.221 nel 2014).
I proventi pubblicitari risultano in calo del 9,4% e sono
pari a € 1.450.000 (€ 1,6 milioni nel 2014) e si riferiscono principalmente
alla cartellonistica all’interno dello stadio. I proventi commerciali e da
royalties ammontano a € 564.500 (€ 1.153.680 nel 2014) e riguardano ricavi da
merchandising e licensing e la cessione alla RAI dei diritti di sfruttamento
delle immagini dell’archivio storico per € 550.500.
Notevole è l’importo evidenziato nel valore della produzione
che riguarda l’incremento delle immobilizzazioni per capitalizzazione dei costi
del vivaio, che ammonta a € 3,23 milioni (€ 3,46 milioni nel 2014).
Il “Player trading”.
Il bilancio del Genoa, ad eccezione dell’esercizio 2014,
tradizionalmente evidenzia una dipendenza da player trading notevole, dovuta
all’importo elevato delle plusvalenze realizzate a causa della continua
movimentazione nella rosa calciatori, con acquisti, cessioni e il meccanismo
delle compartecipazioni. Nel 2015, le plusvalenze, pari a € 30,9 milioni, sono riuscite
a coprire il costo degli ammortamenti della rosa calciatori, pari a € 15,6
milioni, anche perché le minusvalenze sono state pari a € 6,5 milioni e gli
oneri da compartecipazione sono risultati pari alla cifra di € 9,5 milioni (€ 7,4
milioni nel 2014).
Il risultato del Player Trading risulta positivo per € 3,6
milioni. Nel 2014 era negativo per € 18,3 milioni. Nella sostanza,
nell’esercizio 2015, le plusvalenze realizzate al netto delle minusvalenze
riescono a coprire il costo degli ammortamenti.
Nel conto economico sono evidenziate plusvalenze da cessione
diritti pluriennali per € 30,9 milioni (€ 13,2 milioni nel 2014), che
rappresentano il 16,8% del valore della produzione.
Le maggiori plusvalenze realizzate hanno riguardo: Andrea Bertolacci, ceduto alla Roma per € 17
milioni, con una plusvalenza di € 15.861.016; Iago Falque ceduto alla Roma
per € 7 milioni, con una plusvalenza di € 5.787.300; Matteo Franchetti ceduto
all’Hellas Verona per € 3.500.000, con una plusvalenza di pari importo; Antonelli
Luca ceduto al Milan per € 4.500.000, con una plusvalenza di € 2.213.333;
Pinella ceduto all’Atalanta per € 2 milioni, con una plusvalenza di pari
importo; Ragusa Antonino ceduto al Cesena per € 2,5 milioni con una plusvalenza
di € 1.050.000.
I ricavi da cessione temporanea prestazioni calciatori aumentano
da € 853 mila a € 2,2 milioni. L’importo maggiore riguarda Iago Falque (AS
Roma), per € 1.000.000. Il prestito di Mandragora al Pescara, nel 2015, ha
fruttato 100.000 Euro.
I costi da acquisizione temporanea prestazioni calciatori
ammontano a € 2.415.000 (€ 2.047.804 nel
2014) e l’importo maggiore riguarda Costa (Spartak Mosca) per € 700.000,
seguito da Ansaldi (Zenit) per € 650.000. Il prestito di Pavoleti dal Sassuolo
nell’anno solare 2015 è costato € 500.000.
Le minusvalenze derivanti da cessione diritti pluriennali sono
state pari a € 6.481.017 (€ 2.356.043 nel 2014). L’importo maggiore riguarda la
cessione di Luka Krajnc al Cagliario, ceduto per € 1.750.000, con una minusvalenza
di € 3.250.000. La cessione di Kucka al Milan per € 3.000.000, ha determinato
una minusvalenza di € 250.000.
I proventi da compartecipazione ex art 102 bis Noif
dell’anno 2015 sono stati pari a € 2.950.000 (€ 2,7 milioni nel 2014), mentre
gli oneri da compartecipazione ex art 102 bis Noif risultano pari a € 9,5
milioni (€ 7,4 milioni nel 2014).
La risoluzione della compartecipazione di Luka Krajnc col Cesena
ha comportato un provento finanziario di € 2.100.000, quella di Tommasone con l’Inter
€ 850.000.
Tra gli oneri da compartecipazione spiccano: Andrea
Bertolacci (AS Roma) per € 7,5 milioni; Ragusa Antonino (Pescara) per € 775.000.
e Ventre (Inter) per € 920.000.
Nel comunicato dell’AS Roma del 23 giugno 2015 era scritto:
“L’A.S. Roma S.p.A. rende noto di aver
sottoscritto con il Genoa Cricket and
F.C. S.p.A. la liquidazione consensuale in favore dell’A.S. Roma,
dell’accordo di partecipazione relativo al calciatore Andrea Bertolacci, a
fronte di un corrispettivo netto di 8,5 milioni di euro.”
In effetti, contabilmente il Genoa ha registrato la vendita
di Bertolacci per 17 milioni realizzando una plusvalenza di circa 15,8 milioni
di Euro ed un onere da compartecipazione di 7,5 milioni di Euro. Al 31.12.2014,
per Andrea Bertolacci risultava un debito da compartecipazione da 1 milione di
Euro.
I costi.
I costi del personale pari a € 47.062.450 (€ 47,6 milioni
nel 2014), rappresentano il 46,8 % del valore della produzione, ma, se considerassimo
il Fatturato Netto tale percentuale salirebbe al 78,3%. L’incidenza del costo
del personale sui costi della produzione è del 47,9%. Il costo del personale
tesserato ammonta a € 42.866.069 (€ 43.093.726 nel 2014).
Gli ammortamenti totali sono pari a € 20,3 milioni (€ 29,7
milioni nel 2014). Quelli riguardanti la rosa dei calciatori ammontano a € 15,6
milioni (€ 24,7 milioni nel 2014), di cui Euro 1.014.444 per i calciatori del
settore giovanile.
Il costo complessivo di gestione dei calciatori (costo del
personale+ammortamenti) incide sul valore della produzione per circa il 62,3%.
I costi per prestazioni di servizi diminuiscono dell’1,8%, da
€ 8.900.800 a € 8.744.255. Tali spese comprendono i costi specifici tecnici
pari a € 2.946.286, riguardanti le consulenze tecnico sportive per l’acquisto
di calciatori e i costi per l’osservazione di calciatori.
Dal grafico seguente, emerge come il costo del lavoro del
Genoa, dato dalla somma del costo del personale e degli ammortamenti dei
calciatori, nel corso degli anni sia stato ampiamente superiore al fatturato
netto, tuttavia dal 2014 vi è una tendenza verso il riallineamento del costo
del lavoro col fatturato netto.
I costi per godimento beni di terzi ammontano a € 1.280.559
(€ 2.114.816 nel 2014). L’affitto di impianti e campi sportivi ammonta a € 684.000
(€ 1.402.500 nel 2014), mentre l’affitto di impianti e campi sportivi per il
settore giovanile risulta pari a € 126.029 (€ 144.484 nel 2014).
La gestione finanziaria, escludendo il meccanismo delle
compartecipazioni è negativa per € 4,9 milioni (- € 4,4 milioni nel 2014) a
causa degli interessi passivi verso banche per € 2,7 milioni e altri interessi
passivi per € 2,16 milioni.
Il risultato prima delle imposte è negativo per 10,1 milioni
di Euro, nel 2014 per € 33,2 milioni, mentre nel 2013 era negativo per circa € 14
milioni.
Tali risultati negativi, mettono a rischio il rispetto della
soglia di tolleranza di 30 milioni di perdita aggregata, per gli esercizi 2013,
2014 e 2015, prevista dal “Break-even rule” del Fair Play Finanziario, tenuto
conto che l’aggregato dei risultati prima delle imposte 2011 e 2012 è negativo.
L’IRAP corrente per € 1.956.905 e i proventi da consolidato
fiscale per € 1.577.613, determinano un risultato netto negativo per € 10.491.387.
Conclusioni.
In sintesi, il bilancio 2015 mostra una perdita di 10,5
milioni; un patrimonio netto negativo deteriorato, l’importo dei debiti in
crescita, tra cui € 60 milioni di debiti tributari. Questa situazione deve
confrontarsi anche con le nuove regole della FIGC che richiedono il rispetto di
nuovi indicatori, tra cui quello dell’indebitamento in rapporto al valore della
produzione.
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